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Soft proofing: che me ne faccio realmente?


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avatarsenior
inviato il 17 Aprile 2020 ore 13:09

Beh certo Edo, bisogna saper scegliere la carta anche in base a quello che si vuole ottenere.
Stampare a casa ti permette proprio quello...

avatarjunior
inviato il 17 Aprile 2020 ore 13:36

Edo. sono pienamente d'accordo con te, ed è proprio per questo che sono andato nel panico quando ho fatto il primo soft proofing, perché la differenza di contrasto e luminosità, quel velo opaco davanti alla foto, rendevano semplicemente impossibile avvicinare il risultato iniziale con ulteriore PP. Ma pensavo che fosse l'unica scelta possibile per il fotolibro e quindi dovessi adattarmi in qualche modo.
Poi per fortuna ho scoperto che potevo utilizzare un'altro tipo di carta, che si avvicinava molto di più a quanto vorrei vedere stampato, ed agendo su parametri minimi di PP riuscivo a soddisfare le mie esigenze.
Poi chiaramente stiamo parlando di avvicinarsi quanto più possibile, non di eguagliare, perché il gamut è diverso è la carta non è un monitor. Però avvicinarsi tanto è un risultato soddisfacente, non riuscire proprio ad avvicinarsi vuol dire che quella carta non è utilizzabile per stampare come vorrei stampare.
Per capirci meglio, sulla carta che ho scelto, una volta fatte le modifiche (su un paio di foto, per ora) e messe le 2 immagini di confronto una di fianco all'altra a colpo d'occhio non vedo nessuna differenza. Poi ingrandendo, fissando l'immagine a lungo, studiando bene i dettagli... qualche cosina viene fuori chiaramente, ma parliamo veramente di dettagli minimi.
Sulla prima carta invece non c'era verso di venirne fuori, ho provato diversi interventi di PP ma mettendo le 2 immagini a confronto subito a prima vista vedevo sempre enormi differenze.
Poi sicuramente a qualcuno piacerà quel risultato e sceglierà quella carta... io no MrGreen

avatarjunior
inviato il 17 Aprile 2020 ore 14:45

Questo weekend dovrei riuscire a fare qualche prova. Fino ad ora, ho sempre lavorato in modo "passivo", facendo postproduzione fino ad arrivare al risultato desiderato a video e scegliendo la carta mediante il soft-proofing, mettendo in conto che avrei subito una alterazione, ma valutando di conseguenza il risultato (simulato) che ritenevo più adatto all'immagine ed all'idea che volevo rendere. Ora vorrei provare il "riavvicinamento" di cui abbiamo parlato, chiaramente con carte sufficientemente "elastiche" da permettere una compensazione adeguata.
Vi aggiornerò sui risultati.

avatarjunior
inviato il 23 Aprile 2020 ore 8:45

Aggiornamento dopo alcune prove fatte nei giorni passati.
Il test più "aggressivo" è stato con una carta fine art matte non semplice e una foto a colori con un preset applicato. Ho provato ad avvicinare il soft proofing in Lightroom (con spunta di simulazione carta ed inchiostro) al risultato della PP. Il risultato di stampa è stato onestamente troppo marcato, con un paio di colori che sono risultati esageratamente saturi e sbilanciati rispetto al resto. In tutto questo bisogna tener anche conto che la mia Canon 100S non è certo il mezzo più performante su carte fine art matte.
In altre situazioni in b/n sono intervenuto in modo più soft, compensando parzialmente l'effetto "nebbia" della carta ed in parte assecondandolo, con risultati migliori.
Mettendo insieme un po' tutto, le conclusioni a cui sono arrivato sarebbero queste:
1) in generale, è più fedele il soft proofing SENZA simulazione carta ed inchiostro, soprattutto in termini di fedeltà cromatica. La spunta tenta, in un certo senso, di imitare l'effetto "meccanico" della superficie della carta, ma lo fa in modo un po' esagerato ed innaturale: lavorare compensando questo effetto porta a risultati eccessivi all'opposto, a loro volta innaturali in quanto provano ad aggirare caratteristiche e limiti della carta alterando l'equilibrio dell'immagine;
2) la compensazione non può prescindere da una conoscenza approfondita del comportamento di ogni tipo di carta. Il soft proofing aiuta, ma cercare un approccio "algoritmico" per compensare gli effetti della carta è secondo me una strada perdente. Mi aspetto che uno stampatore esperto, che conosce bene la risposta dei tipi di carta che usa più spesso, abbia già una idea delle compensazioni da fare, usando se mai il soft proofing come verifica finale;
3) in tutto questo, la scelta della carta più adatta è ancora secondo me il passo fondamentale. Inutile "forzare" una immagine su una determinata carta a botte di adeguamenti e compensazioni: è più quello che si perde di quello che si guadagna, rispetto a lasciare inalterata la PP originale. Una carta deve anche avere già in origine caratteristiche che ben si sposano allo scatto e, soprattutto, all'effetto che vogliamo creare. In altri termini, è come se la scelta di un certo tipo di carta corrispondesse ad applicare un ultimo "preset" di post-produzione.

Opinioni personali, sottolineo.

avatarsenior
inviato il 23 Aprile 2020 ore 8:57

Condivido.
Sei arrivato a conclusioni che avevamo in parte anticipato.
Ma lo hai fatto giustamente facendo la tua esperienza personale e ragionata.

avatarjunior
inviato il 23 Aprile 2020 ore 9:23

Ale z: su questo forum non ci sono molti interventi relativi a questi temi. Tolti quelli in cui si chiede il modello di stampante più adatta per un dato budget, se è meglio la stampante X o la stampante Y, quante stampe A4 faccio con un set di cartucce, etc, di thread orientati a gestire il workflow di stampa ce ne sono proprio pochi. E, oltretutto, la condivisione di un tema veramente molto soggettivo senza potersi interfacciare dal vivo diventa complicata. Ecco perché quando si trova il modo di scambiarsi qualche bit di informazione in questo ambito è come se qualche piccola luce si accendesse in un mondo oscuro e misterioso Sorriso

avatarsenior
inviato il 23 Aprile 2020 ore 10:02

Io stampo in proprio ormai da circa tre anni, canon pro100, carte lucide e semilucide, il softproofing lo uso solamente per guardare i fuori gamut e basta.
Ormai stampo solo su quelle tre quattro carte che ho scelto con il tempo e so già a priori come rendono con il contrasto e la lucentezza.
In questo modo la soft proof è praticamente veloce e mirata e non ho mai sorprese strane.

avatarsenior
inviato il 23 Aprile 2020 ore 10:17

Aggiornamento dopo alcune prove fatte nei giorni passati.
...
3) in tutto questo, la scelta della carta più adatta è ancora secondo me il passo fondamentale. Inutile "forzare" una immagine su una determinata carta a botte di adeguamenti e compensazioni: è più quello che si perde di quello che si guadagna, rispetto a lasciare inalterata la PP originale. Una carta deve anche avere già in origine caratteristiche che ben si sposano allo scatto e, soprattutto, all'effetto che vogliamo creare. In altri termini, è come se la scelta di un certo tipo di carta corrispondesse ad applicare un ultimo "preset" di post-produzione.


Edosax, ho seguito tutta la discussione mentre anch'io facevo delle prove e ti confermo che anche la mia esperienza va nella direzione indicata da te.

Colgo l'occasione per ringraziare Nessunego perchè il suo intervento iniziale mi ha chiarito in modo risolutivo un dubbio che avevo.
Saluti a tutti

avatarjunior
inviato il 10 Maggio 2020 ore 19:55

Visto che mi è nel frattempo arrivato l'album stampato provo a trarre le mie conclusioni, che però non sono vere e proprie conclusioni...
Innanzitutto l'intervento di PP che ho dovuto rifare su tutte le foto da mandare in stampa non è stato per niente agevole, perché se in alcune immagini è vero che è bastato intervenire su un paio di cursori per aggiustare il tutto, su altre ho dovuto penare un pò di più, e su altre ancora ho avuto l'impressione che non potessi raggiungere del tutto i risultati sperati. Parliamo comunque sempre di dettagli, non di gigantesche differenze.

Ora che l'album è arrivato mi rendo conto di aver fatto decisamente bene ad intervenire sui parametri di nitidezza e contrasto et similia, perché le stampe sono venute anche meglio di come mi aspettassi: davvero soddisfatto da questo punto di vista.
Quello che invece mi ha lasciato perplesso è la luminosità, che è mediamente superiore a quanto visualizzavo a video con il soft proofing, e non ne capisco in motivo.
Per cui il risultato è che alcune immagini sono venute un pelo troppo luminose (1 su 100 mi disturba un pò, per le altre niente di grave), mentre altre immagini che pensavo di non essere riuscito a schiarire come volessi (per non bruciare le luci o non perdere certi toni) sono venute meglio di quanto mi aspettassi.

Insomma un risultato complessivamente più che soddisfacente con qualche piccolo neo, ma purtroppo un risultato non completamente sotto controllo.

La fattura dell'album mi piace molto e ho già deciso che stamperò con loro anche gli altri album che sono in procinto di preparare, però francamente non sono sicuro di come procedere per ottenere i migliori risultati.
Stando a quanto vedo dovrei fare PP sulle immagini con il soft proofing attivato senza curarmi della luminosità, su cui dovrei intervenire in maniera minima rispetto all'elaborazione iniziale, un pò a naso...
Non molto scientifico :)

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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