| inviato il 12 Marzo 2020 ore 16:20
secondo me, parlando di economia, sarà un po' come spegnere la TV per un mese (speriamo anche meno). Succederà che poi, alla ripresa si tenderà a rifarsi del tempo perduto, senza ovviamente recuperare del tutto ma il recupero ci sarà. La D6 me la comprerò un mese dopo , in montagna ci andrò un mese dopo, ecc. Alla fine credo che gli effetti saranno meno gravi di quanto ci si possa immaginare. Se poi il PIL si ridurrà di 1/12 amen... |
| inviato il 12 Marzo 2020 ore 17:21
Non è proprio così .. lo sarebbe se si fermasse di colpo tutta l'economia in tutto il mondo, ma siccome c'è chi si sta fermando e chi va avanti, questi ultimi cercano alternative ai fornitori che si stanno fermando. E quando l'economia riprende, non è detto che il tuo ex cliente lasci il nuovo fornitore per tornare da te. Sta succedendo in Cina, con marchi internazionali che stanno rilocando la produzione in Bangladesh e in Vietnam, ed il rischio è che accada anche per noi, che in alcuni settori produciamo moltissimo per l'estero, ad esempio nell'automotive. |
| inviato il 12 Marzo 2020 ore 17:25
io ho semplificato ovviamente..... ma credo che la realtà sarà grossomodo così. |
| inviato il 12 Marzo 2020 ore 18:13
Dab, il processo non è così lineare come lo descrivi tu, ieri era la Cina in affanno ed oggi un po alla volta ne sta uscendo, oggi tocca a noi ed usciremo spero prima di altri. Domani, essendo una pandemia e non essendoci cure efficaci, se non l'isolamento coatto, toccherà anche ai settori produttivi di altre nazioni. Quindi cambiando fornitore rischi di passare dalla padella alla brace. O pensi che Bangladesh o Vietnam ne siano immuni. |
| inviato il 12 Marzo 2020 ore 18:47
come se cambiare un fornitore sia una cosa da 2 settimane |
| inviato il 12 Marzo 2020 ore 19:01
Da noi cambiare un disegno da un fornitore già esistente ha un lead time medio di 8 settimane |
| inviato il 12 Marzo 2020 ore 19:43
Confermo la versione di Dab963, noi stiamo lavorando proprio per quelle ragioni. |
| inviato il 13 Marzo 2020 ore 18:29
Prova a spiegarti meglio Stefano. Voi chi? E per quali ragioni? |
| inviato il 13 Marzo 2020 ore 21:54
Ci provo. Dico noi bel senso di azienda per cui lavoro. Prendo come esempio il settore automotive che, come dice Dab923, lavora molto con l'estero. Se vendi in Lapponia (tanto per fare un nome a caso), e la Lapponia non si è fermata, non puoi fermarti nemmeno tu. Perchè? Rischi di pagare delle penali, il tuo punteggio come fornitore cala, vieni declassato e finisci con il perdere il cliente. Nel mio caso ci sono clienti che acquistano componenti da tre o quattro fornitori. Se non consegni calano la tua quota a favore dei concorrenti. Se persisti ti tagliano fuori. Il lato positivo è che finora non ci è stato annullato nessun ordine, anzi, ne abbiamo ricevuti di nuovi, segno che il mercato conserva un pò di ottimismo. |
| inviato il 13 Marzo 2020 ore 22:01
Ciao Stefano, certo capisco benissimo quello che dici, ma non mi sembra sia esattamente ciò che asseriva DAB. E' vero, se all'improvviso ti rivolgi ad un fornitore chiedendogli di alzare la produzione in tempi brevi, non è semplice ed automatico ritornare alle vechcie consuetudini. Chi ti fa un "favore", lo fa per proprio tornaconto. Negli articoli linkati però, si parla di ben altro. |
| inviato il 13 Marzo 2020 ore 22:04
Ah il WCM... Noi serviamo principalmente Komatsu, Manitou FR ed ITA, Toyota, CNH ITA, Turkey e FR Nessun ordine calato Però sono calati i fornitori attivi |
| inviato il 13 Marzo 2020 ore 22:05
Infatti il problema è stato nella stragrande maggioranza dei casi legato alle materie prime (o quanto meno a semilavorati "di primo livello", se mi passate il termine poco tecnico) ... |
| inviato il 13 Marzo 2020 ore 22:09
quoto: "Well before a deadly virus began spreading across multiple borders, a world defined by deepening interconnection appeared to be reassessing the merits of globalization. The United States, led by the unabashed nationalist Donald J. Trump, was ordering multinational companies to abandon China and make their goods in American factories. Britain was forsaking the European Union, almost certainly reviving customs checks on both sides of the English Channel, while threatening to disrupt a vital trading relationship." è un inizio molto forte che detta la linea di entrambe gli articoli scritti ad un mese di distanza l'uno dall'altro. Nn condivido l'analisi, ma concordo sul riassetto in corso. La pandemia sarà una bella prova delle armi ma non una scusa. Le produzioni non si spostano in 2 mesi e , al contrario, chi prima ne esce, è avvantaggiato. Osserviamo le mosse dell'europa soprattutto nei confronti dell'italia, la cina la zampata l'ha già fatta, l'inghilterra si è mossa d'anticipo come ci si doveva aspettare. Io credo che l'Italia abbia tutto l'interesse ad adottare una politica estera aggressiva in questo periodo, ma...ricordatemi: Chi è il ministro degli esteri? |
| inviato il 13 Marzo 2020 ore 22:25
Dobbiamo essere onesti e vedere cosa è successo...... A me hanno cambiato e di molto la mia visione del mondo. Da Europa e USA abbiamo avuto solidarietà solo a parole, ma anche chiusure e supponenza, dalla Cina è arrivato ieri un aereo cargo con medici, infermieri, attrezzature di analisi e di rianimazione. Queste cose dobbiamo ricordarcele eccome. |
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