| inviato il 21 Febbraio 2020 ore 9:46
“Per regalarsi un paio d'ore di grande emozione, come tutti ormai sappiamo, bisogna guardarsi "Il sale della terra".” Grazie per lo spunto Leo. |
user177356 | inviato il 21 Febbraio 2020 ore 12:00
McC e Salgado non sono paragonabili sia per l'approccio, sia per il risultato. Salgado è un intellettuale che conosce il mondo (o almeno una parte di esso) e usa la fotografia per spiegartelo , McC è un esploratore che scopre il mondo (o almeno una parte di esso) e usa la fotografia per mostrartelo . |
| inviato il 21 Febbraio 2020 ore 12:34
siamo tutti emuli, pure Mapplethorpe, non è nato nel vuoto pneumatico, foto simili di torsi femminili con punti di vista "arditi" erano già stati fatti |
| inviato il 21 Febbraio 2020 ore 14:22
Degas!!!! |
| inviato il 21 Febbraio 2020 ore 14:50
Degas, complimenti. |
| inviato il 21 Febbraio 2020 ore 17:02
Secondo me c'è una differenza di punto di vista tra Salgado e Mccurry: il primo guarda soprattutto alla società, alla somma di individui, alle conseguenze sociali. Mccurry mi pare più interessato al singolo individuo, che soffra o meno. |
user177356 | inviato il 21 Febbraio 2020 ore 18:05
“ una differenza di punto di vista tra Salgado e Mccurry: il primo guarda soprattutto alla società, alla somma di individui, alle conseguenze sociali. Mccurry mi pare più interessato al singolo individuo, che soffra o meno. „ Per me questo è conseguenza della differenza di approccio che delineavo sopra. La fotografia di Salgado ha una forte matrice intellettuale e politica, coerente con il suo background e la sua storia personale. Sulla nascita del progetto Genesi c'è un suo discorso su Ted chiaro e illuminante (è in inglese, ma per linguisticamente meno dotati si possono selezionare i sottotitoli in italiano): www.ted.com/talks/sebastiao_salgado_the_silent_drama_of_photography Non direi che si tratti di un progetto che nasce da una crisi, piuttosto da una rinascita dopo una crisi. |
| inviato il 21 Febbraio 2020 ore 18:16
Un progetto purificante, per espellere le tossine accumulate, se non ricordo male |
user177356 | inviato il 21 Febbraio 2020 ore 20:58
Non esattamente. Salgado racconta di essersi ammalato, nello spirito e nel corpo, in Rwanda e di aver voluto ritornare nell'azienda agricola di famiglia in Brasile, che nel frattempo era andata quasi in rovina, abbandonando la fotografia. Qui ha deciso di farla rivivere, ma come un parco naturale. Una volta completato il progetto, ha ritrovato la voglia di fotografare, questa volta non gli uomini ma la natura (lui usa un'espressione tipo "fotografare noi prima di noi"). Quindi c'è stata una crisi, ma non è stata la fotografia a "curarla", anzi. La fotografia è rientrata nella vita di Salgado quando è stato di nuovo pronto. |
| inviato il 21 Febbraio 2020 ore 21:54
Ok. Professionalmente preferisco il Salgado sociale, anche se molte sue foto della natura hanno comunque una forte componente non-natura, non so se mi spiego. Sono foto in cui si sente comunque il suo tipo di sguardo sociale anche negli animali |
| inviato il 21 Febbraio 2020 ore 22:08
L'esperienza vissuta da Salgado, la sua crisi profonda dopo anni passati come fotografo di reportage dall'inferno in terra, lo accomuna ad un altro fotografo, Don McCullin che, dopo avere documentato i peggiori orrori in numerose guerre e catastrofi naturali o meno, ad un certo punto della sua vita volge l'obbiettivo al paesaggio inglese per l'impossibilità di reggere ulteriormente il peso delle tenebre e per la convinzione profonda che la documentazione degli scempi compiuti non porti alcune possibile ravvedimento o presa di coscienza e non sia che una manipolazione estetizzante dell'orrore dove il fotografo è al contempo manipolatore ed oggetto di manipolazione da parte dei media. |
user177356 | inviato il 22 Febbraio 2020 ore 11:21
“ Ok. Professionalmente preferisco il Salgado sociale, anche se molte sue foto della natura hanno comunque una forte componente non-natura, non so se mi spiego. Sono foto in cui si sente comunque il suo tipo di sguardo sociale anche negli animali „ Salgado, nel video che ho linkato, dice ad un certo punto: E questa volta, il mio desiderio non era più fotografare solo un animale che avevo fotografato per tutta la vita: noi. Volevo fotografare gli altri animali, fotografare i panorami, fotografare noi umani, ma noi dall'inizio, quando vivevamo in equilibrio con la natura. In gran parte della fotografia naturalistica gli animali e l'ambiente sono "altro" rispetto al fotografo e all'osservatore. Quelle foto sono una finestra sul mondo. Le foto di Salgado sono sempre uno specchio , invece. Questo è il motivo per il quale lo adoro e credo sia il più grande fotografo vivente. Perché non è (solo) un fotografo. |
| inviato il 22 Febbraio 2020 ore 21:00
Per me il 90% delle foto di nudo sono semplicemente pornografia pura. Cosa rappresenta la modella nuda sul letto con il sedere inarcato? Poi c'è una percentuale di foto con della tecnica, composizione, luce, il nudo è solo uno degli elementi, questa è fotografia Infine ci sono pochissimi che riescono a fare dell'arte |
| inviato il 22 Febbraio 2020 ore 21:15
Il nudo artistico è per pochi, il resto è buono solo per rallegrare le chat maschili su whatsapp, volgare spazzatura. |
user177356 | inviato il 22 Febbraio 2020 ore 21:18
A me il nudo piace, pure quello pecoreccio, purché sia consapevole di esserlo. Anzi, quello pecoreccio mi sembra ancor più una sfida, una salutare pernacchia. Il nudo più deprimente è quello banale, convinto di essere arte o raffinato erotismo. |
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