| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 18:04
Perchè non è forse vero che alcuni utenti trovano la capacità di trasformare nel bello, o nel molto bella o una fotografia? E non vale soltanto per le fotografie. Se per puro caso, il solito rompicocomeri, tentasse di elencare brevemente, le qualità che questa ipotetica fotografia dovrebbe avere, cosa protrebbe mai uscire fuori? E se questo fallace tentativo di selezionare le fotografie,fosse riformulato all'interno di cosigli mirati, alla costruzione di un portfolio,l'esito sarebbe diverso? Tornando al punto di discussione ,prendendo l'affermazione per buona,si parlava di corso, l' istituzione parascolastica con ordinamento didattico non governativo,che impartisce "insegnamenti" di tipo professionale e tecnico.Non si tratterebbe quindi di imposizione o legge approvata da qualche costituzione di tipo giuridico, nemmeno di formula matematica.Probabilmente "lo studiare a memoria" cosa non fare o fotografare è suonato come imposizione forzata,ma non è cosi' e l'avviso non è vero, in senso assoluto. Ad un certo punto mi sono chiesto, se fosse ammissibile come prova processuale ,un libro di matematica trattandosi di disciplina umanistica ma tecnica. |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 18:07
“ quello che dici è poi alla base di questo topic, se ben leggi, no? „ Sì, Francesco, hai perfettamente ragione. Infatti, scherzavo solo sul fatto che le foto dei gatti sono ritenute lo stereotipo dell'immagine insulsa ma, forse, sono appaiate da altri generi. Un gatto (ne ho 5) è, per natura, quanto di meno espressivo tra i mammiferi, eppure, a scorrere la galleria dei ritratti, è in ottima compagnia di soggetti umani Dai, scherzo, io non ho abilità in nessun genere, non sono capace di fotografare. Ma se una foto è insulsa me ne accorgo, a partire dalle mie (praticamente tutte). |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 18:09
“ Tornando al punto di discussione ,prendendo l'affermazione per buona,si parlava di corso, „ Oibò Caputo... non è che ti confondi con un altro topic aperto? |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 18:11
Tohr, giuro che non sono tra coloro che non ce l'hanno comunque coi gatti (né coi gattini) |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 18:20
Si infatti.Qui serve la bilancia bilanciata, per gli interventi formativi a carattere educativo, che qualche volta confermano buona parte di quello che era stato ipotizzato,ma senza trarre giudizi ovviamente... |
user68000 | inviato il 10 Gennaio 2020 ore 18:22
“ fauna selvatica su juza in jpeg e senza post produzione.... „ scusate l'OT ciao Ales5a78, fondiamo la LDJPP? Lega per la Difesa del Jpg contro la PP Fine OT |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 18:23
“ Qui serve la bilancia bilanciata „ Ma no, dai! Qui si fanno chiacchiere. “ per gli interventi formativi a carattere educativo... „ Ripeto: altri non so, io amo di più le chiacchiere Se poi qualcuno riesce anche a essere educativo (senza esagerare) bene |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 18:24
Porcellana, la smetta di autopromuoversi a scopo di lucro! |
user68000 | inviato il 10 Gennaio 2020 ore 18:31
“ la smetta di autopromuoversi a scopo di lucro! „ hahahaha |
user177356 | inviato il 10 Gennaio 2020 ore 18:38
Come potete notare, non ho mai pubblicato mie foto su Juza, e al momento non ce ne sono su alcuna piattaforma web (molti anni fa avevo in account su Flickr). Premesso questo, io credo che il kitsch, gli HDR improbabili, i tramonti (i gatti no, li detesto), e tutte le banalità da fotografo dilettante siano forche caudine necessarie per migliorare. Io ho spesso scopiazzato foto che avevo trovato sul web, imparando molto (ad esempio, che certi tipi di foto li detesto, anche se ho fatto di tutto per imitarli). Sicuramente, si rischia di più ad imitare lo stile di qualcuno davvero bravo che a fare foto-cartolina perfettamente esposte e nitidissime, ma credo sia necessario per sviluppare la propria fotografia. |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 22:10
Francesco, ho letto con interesse l'articolo di Smargiassi ma non mi e'stato utile a chiarirmi le idee, per mia incapacita' ed ignoranza in materia, sicuramente. Nel suo mirino ci sono le fotografie con velleita' pseudoartistiche dei fotografi dilettanti e questo l'ho capito. Poi dice che una fotografia non deve solo suscitare emozioni (aggiungerei io che dovrebbe anche nascere da un contatto empatico con cio' che si fotografa per creare emozioni sincere). Pero' non mi pare che nell'articolo dica cosa altro deve contenere la fotografia... un progetto? Un messaggio di tipo sociale? Ma non si diceva che l'arte e' un qualcosa che non serve a nulla? Altre domande... E' piu' pericoloso frequentare siti come 1 x piuttosto che facebook? L'arte e' solo quella riconosciuta come tale dai soliti addetti? Snobbando milioni di fotografi che nel mondo postano i loro lavori questi signori non rischiano di essere tagliati fuori loro da una parte rilevante del presente della fotografia? Io un'idea mia ce l'ho, ma spero di portarla avanti con le foto, sono un inguaribile ottimista!  |
user177356 | inviato il 10 Gennaio 2020 ore 22:14
“ L'arte e' solo quella riconosciuta come tale dai soliti addetti? „ Si. |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 22:26
The RealB, allora e' facile! Grazie! |
user177356 | inviato il 10 Gennaio 2020 ore 23:07
Non stavo scherzando: un'opera d'arte è qualsiasi cosa sia riconosciuta come tale dal "mondo dell'arte" ( artworld ), ovvero l'insieme di galleristi, critici, curatori di musei, docenti universitari, insomma tutti coloro i quali si interessano professionalmente di arte. Ovviamente, lo stesso artworld non è in grado di definire l'arte in astratto, ma solo di identificare un'opera d'arte. Ovviamente, quanto sopra è una grossolana semplificazione dell'approccio istituzionale all'arte di Arthur Danto & C., ma ai nostri fini è sufficiente. |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 23:11
RealB... punto di vista che trovo interessante. Perché fa un distinguo significativo: scelte, gusto, errore (se è errore ovviamente) attribuibili a un "pezzo di percorso". E quindi non espressione de "la fotografia", ma di una fase che si potrebbe definire di "avvicinamento alla fotografia". Parlando di (cito) "forche caudine necessarie", credo si possa intendere l'idea che c'è un percorso. In cui puoi sbagliare, cadere, perdere qualcosa. Ma dove le cadute non sono il punto d'arrivo: sono anzi le prove necessarie per arrivare da qualche parte, come nella vita di chi si evolve e arriva un po' diù avanti di comera quando è partito. E in questa chiave io leggo una buona quadra: per collocare il sacrosanto diritto i fare quello che si vuole (che tutti rivendicano), ma anche quello, altrettanto legittimo, di aumentare il valore di quel che si fa, per vie non solamente casuali. Edit: non avevo ancora letto il post subito sopra. Mi riferisco, qui, a quello precedente |
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