| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 19:04
Tieni conto che per battery pack da più di 100wh o una roba del genere, comunque sopra i 25000mah devi chiedere un permesso per portarli in aereo, controlla la politica della compagnia, mi pare sia per tutte però. Io, porterei 5-6 batterie originali, cosi sei tranquillo per la durata, poi per sicurezza un power bank da 24000mah che ti permette secondo me almeno due o tre cariche anche con il freddo. Per sicurezza una macchina piccola ma solida in caso la grande non funzioni. Ricordo un fotografo italiano che andò a fotografare una base russa di addestramento per gli astronauti che per "sicurezza" si portò 5 o sei macchine analogiche e fu fortunato perché una funzionò. |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 19:16
Il limite per i Power bank è di 160Wh e il numero non deve superare le due unità, poi al massimo si imbarcano, non credo che ti rubino i Power bank (spero!) |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 19:25
Io mi preoccuperei più di me stesso.. che delle batterie. |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 22:08
Faccio tre ragionamenti, di cui due molto teorici. 1) Durata delle batterie a temperature molto basse. le temperature basse riducono la resistenza elettrica dei materiali, quindi i circuiti elettrici delle macchine funzioneranno con intensità di corrente maggiore a parità di voltaggio applicato. Questo ridurrà ovviamente la durata degli accumulatori. La carica dipende invece dalla presenza di due reagenti chimici che possono produrre, se messi a contatto, una reazione elettrochimica con conseguente sviluppo di corrente. La temperatura più bassa non dovrebbe mutare la natura chimica della batteria, potrebbe però ridurre la velocità della reazione e quindi la potenza erogata. Penso che non sia deleterio conservarle al freddo, ma che sia meglio usarle alla temperatura ordinaria di impiego. Altro conto sono gli eventuali danni meccanici o strutturali, conseguenti a dilatazioni/contrazioni termiche dei materiali. 2) Conservazione dei power banks Dovrebbero essere considerazioni simili: i PB non si dovrebbero scaricare, ma a temperature molto basse potrebbero fare molta fatica - e impiegare molto tempo - a ricaricare le batterie. Per quanto riguarda la trasportabilità, sono attrezzature di diffusione molto comune e di prezzo contenuto: se fanno difficoltà a imbarcarli, puoi pensare di comprartene due o tre - con relativi caricabatteria - quando arrivi a destinazione, e caricarli durante la notte precedente la partenza della spedizione. 3) Vai e divertiti, fai un sacco di cose interessanti e di belle foto, arriccisciti di cultura e di esperienze. Buon viaggio e buona luce. |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 22:10
“ Quindi, l' aria esterna a -30° è molto secca, non fa danni, invece quella che era presente nella fotocamera tenuta in tenda dove respiriamo noi, o ambienti chiusi a 20°C è molto umida, quella aria può creare condensa quando si porta l' attrezzatura in esterno. Andrebbe ricambiata al più presto con aria esterna secca. „ Si era chiaro, ma l'aria all'interno, oltre che essere relativamente poca, si raffredda rapidamente solo se entra in contatto con l'aria esterna, cioè perde umidità. Che la macchina sia stagna al punto da intrappolare l'area sufficientemente a lungo per farla condensare nel lento raffreddamento secondo me è possibile ma poco probabile. Questo per dire che io mi preoccuperei molto di più del freddo-caldo, dove la condensa è praticamente certa, soprattutto per le ottiche nello zaino, al freddo. In ogni caso, se il viaggio è importante come sembra, io porterei certamente con me un muletto. Io lo faccio normalmente, a prescindere dalla condizioni climatiche del posto, con una a6500 e una a6300. Se avessi una a7x porterei almeno una sony a6x, o valuterei una a7x meno recente. |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 22:21
Non so se è già stato detto, le mie batterie per Canon M5 non originali che hanno il caricatore USB non funzionano con il mio powerbank. Se non ho letto male le specifiche perchè l'output non è sufficiente, quindi da fare occhio ad avere tutto compatibile. |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 22:26
Non so s eè già stato suggerito, io per emergenza mi porterei un caricabatterie a dinamo. |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 22:52
Andrea Ferrari, ho fatto tante foto in montagna e il problema è molto meno serio di quello che si pensa, gli oggetti scendono di temperatura in tempi moooolto lunghi soprattutto all'interno. Juza andò in Islanda con la A7 prima versione che non aveva neanche una guarnizione e non ha avuto problemi di sorta... Insomma non fasciamoci la testa prima di rompercela. Andrea_g, con Sony questo problema non c'è. |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 22:54
Perché Sony ce l'ha calda ?! |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 22:54
Perché Sony si ricarica con un powerbank |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 23:07
Tropppoooooo avantiiiii questa Sony !!!! |
| inviato il 10 Gennaio 2020 ore 23:10
Litionite tanker da 50.000 mAh, versione piatta, giusto compromesso. Se ti serve caricare in AC ci sono versioni meno comode anche più capaci ancora. Oltre i 100Ah non conviene andare per i limiti delle compagnie aeree e per pesi/ingombri/prezzo. |
| inviato il 11 Gennaio 2020 ore 0:22
“ Si era chiaro, ma l'aria all'interno, oltre che essere relativamente poca, si raffredda rapidamente solo se entra in contatto con l'aria esterna, cioè perde umidità. Che la macchina sia stagna al punto da intrappolare l'area sufficientemente a lungo per farla condensare nel lento raffreddamento secondo me è possibile ma poco probabile. „ Secondo me potrebbe raffreddarsi prima il metallo del corpo macchina / obiettivo e l' umidità dell' aria interna aderisce al lato interno di metallo, condensa in goccioline di rugiada che poi diventerebbero ghiaccio... o brina. In questi casi mi pare che i corpi tropicalizzati sarebbero ancora più esposti a questo problema ( hanno meno fessure e l' umidità resta intrappolata più a lungo ). Comunque in tutti i casi concordo sul fatto che il passaggio lento freddo-caldo e viceversa è sempre migliore rispetto ad un cambiamento veloce. |
| inviato il 11 Gennaio 2020 ore 12:07
Grazie mille, I consigli e le considerazioni sono state tante. Sicuramente presterò molto attenzione al passaggio tra caldo/freddo e viceversa che avvera la mattina e la sera quando si entra in tenda. In questo caso proteggerò la fotocamera utilizzando sacchetti e mettendola nell'apposita custodia come avete indicato. Per lo shooting in giornata, le temperature dovrebbe essere intorno i -10 -20 con picchi di -30 la sera/notte e la mattina presto. Durante la giornata sarò principalmente sempre fuori (quello che vado a fare è documentare la transumanza dei nomadi mongoli), quindi pensavo di tenere sempre la fotocamera a tracolla dentro un'apposita custodia in modo che almeno non sia esposta a vento e poi la tiro fuori al volo al momento dell'utilizzo. Oppure utilizzarla in una di quelle custodie che protegge dalla pioggia, cosi almeno ho un minimo di riparo dal vento freddo che comunque spero di non beccare per tutte e 6 le giornate. inoltre batterie e power bank nella tasca interna. L'altro fotografo che viaggia con me ha anche lui sony quindi a questo punto penso di prendermi su amazon un corpo di riserva, poi se fa come spero, lo restituisco entro i 30 spero senza mai aprirlo, oppure eventualmente affitto una volta arrivato in citta un corpo macchina per quei 10 giorni di shooting. Ho visto che Sony come le altre risponde bene a queste temperatura, pio se sei sfigato è un'altra cosa, al massimo per limitare al massimo le parti in movimento, potrei utilizzare electronic shutter almeno nelle ore freddissime. Mi munirò anche di strisce assorbi umidità che potrebbero sempre fare comodo e sicuramente al ritorno se sopravvivo vi farò sapere come è andata. Dovrebbe esserci un van ex unione sovietica a seguire la cosa, ma non so bene come siano attrezzati, magari mi informo prima sulla cosa! |
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