| inviato il 20 Ottobre 2019 ore 20:28
Ah, ok..... l'avevo presa troppo generalista. |
user86925 | inviato il 20 Ottobre 2019 ore 20:31
“ Le foto perdono di vivacità, si appiattiscono ancora di più ed assumono il tipico aspetto di fotocopie in B&N, è il famigerato "effetto fotocopia". Chi fa quelle troiate lì dice sempre, invariabilmente, che a lui piacciono le foto molto contrastate, ma la realtà è che a fare fotografie modulate bene con grande estensione tonale e cromatica lui non sa, e nemmeno da lontano, da che parte cominciare e tantomeno finire. Ed infatti si vede veramente tanto, ma tanto pattume non solo sul web ma anche in mostre di stampe. „ anche per me è questione di gusti... rispetto il punto di vista di Pollastrini che per certi versi è anche condivisibile ma percepisco da parte sua una limitata visone delle cose perché non tutte le fotografie hanno bisogno dell' impatto artigianale di una buona stampa per arrivare a comunicare l' intento del fotografo. Credo che spesso, sempre più spesso tutta la meticolosità nel raggiungere una buona stampa serve per colmare lacune in immagini senza una forte valenza narrativa. Sono convinto che non sempre sia necessaria un estesa scala tonale, una stampa fine-art, una nitidezza tanto osannata al giorno d' oggi e la conservazione delle "regole" visive...e penso ad alcune immagini di Jacob Aue Sobol, Daido Moriyama, Carmelo Bongiorno, Paulo Nozolino, Michael Ackermann, Ken Schles, Trent Parke, Klavdij Sluban, Antoine D' Agata e perché no, Mario Giacomelli tanto per citare i primi autori che mi sono venuti in mente.... le foto di questi autori mi arrivano dentro anche solo da una miniatura del web o da una fotocopia calpestata per strada, non è necessaria una buona stampa per rimanere indelebile nella mia memoria visiva. quindi la lezioncina che ci ha fatto il buon Pollastrini definendo "troiate" le foto con "effetto fotocopia" non contempla minimamente il fatto che da osservatori e fruitori di immagini abbiamo esperienze percettive diverse e che a me ad es. una bella stampa in stile Ansel Adams mi lascia piuttosto indifferente... |
| inviato il 20 Ottobre 2019 ore 21:03
Mi aggancio a Nove e aggiungo una cosa: le innegabilmente molto curate foto di Pollastrini riportano un numeto elevatissimo di dettagli. Ma, per esempio, l'immagine del tunnel e' a mio gusto piu' evocativa nella prima versione che nella seconda e il laboratorio industriale affollato di oggetti alla fine risulta sovraccarico di particolari, e le ombre e/o le zone scure che avrebbero dovuto guidare lo sguardo verso un punto d'interesse non ci sono piu'.... ed un po' di grana avrebbe aggiunto atmosfera al tutto, ma ripeto che sono scelte che uno fa in base ai suoi gusti.... Per poi agganciarmi anche a Merenda e di nuovo a Nove, conoscere una tecnica alla perfezione puo' portare indubbiamente a risultati tecnicamente eccelsi come le foto di Pollastrini, ma puo' non essere il mio obiettivo/condurre a risultati di sterile tecnicismo/distrarre preziose risorse dalla ricerca di una valida esperienza emozionale che dovrebbe veicolare la mia immagine. In soldoni, uno potrebbe non aver bisogno di studi approfonditi e mezzi sopraffini per produrre validi scatti o stampe interessanti: vedi la fotocopia calpestata o la miniatura di Nove. |
| inviato il 20 Ottobre 2019 ore 21:09
Io ho detto una cosa precisa Jacopo: che una cosa e saperlo fare (un bianconero "perfetto") e decidere di fare altro, altra cosa è essere "creativi" e tirare i contrasti a mille perché altro non si sa fare. Se lo sai fare perfetto, puoi anche inventare. Il contrario no. C'è un libro, che si intitola "Il cre.tino cognitivo", che racconta in modo divertente come "una volta era l'artista, che studiava, ricercava, provava e ancora studiava" Poi è arrivato (appunto) il cre.tino cognitivo e ha inventato la "creatività", al grido di "sii te stesso! Libera le tue emozioni!" Spero di aver reso l'idea |
| inviato il 20 Ottobre 2019 ore 21:15
Direi che mi riconosco decisamente nel secondo ! |
| inviato il 20 Ottobre 2019 ore 21:16
Diciamo che il secondo se la gode sicuramente di più |
| inviato il 20 Ottobre 2019 ore 21:22
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| inviato il 20 Ottobre 2019 ore 23:04
"se uno non stampa in proprio ma si rivolge ad uno stampatore (peraltro online), come fa? " Gli stampatori DOVREBBERO usare le stesse stampanti che usa uno che stampa in casa con stampante professionale, ma non mancano laboratori che usano stampanti più vili. Uno deve preparargli bene il file da dargli per farselo stampare, chiedere che spazio colore e quale tipo di files vogliono per la stampa, ed è buona cosa farsi dare il Profilo ICC della carta con la stampante che usa, ed usarlo nella messa a punto delle stampe, soprattutto se a colori. Se hanno stampanti professionali serie e sanno il fatto loro, accettano anche Tiff a 16 bits in ProPhoto per la stampa, ma ci vuole gente veramente che sa il fatto suo, altrimenti stampano anche Tiff a 16 bits ma in Adobe RGB. La grande maggioranza dei laboratori però vuole dei Jpeg, 8 bits, in sRGB, che danno stampe un pochino più vili, ma abbastanza buone. Alcuni laboratori manco sanno che cosa è un profilo ICC di stampa, e quelli sarebbe bene non utilizzarli per la stampa. |
| inviato il 20 Ottobre 2019 ore 23:17
"Credo che spesso, sempre più spesso tutta la meticolosità nel raggiungere una buona stampa serve per colmare lacune in immagini senza una forte valenza narrativa." Io affermazioni tipo questa le vedo tipiche dei micci che non sanno stampare, della serie, "Nondum matura est; nolo acerbam sumere"! La stampa trascende dal contenuto artistico della foto, completamente, ed una stampa di cattiva qualità di stampa è solo un atto di cia ltroneria nei confronti dell'osservatore, e lo è sempre stata, da sempre, anche ai tempi della pellicola. Una stampa fatta male costa certamente meno di una buona stampa, in tutte le sue componenti di costo, ossia conoscenza, tempo e soldo in materiale ed attrezzatura, ma è roba fatta male e sgradevole. Chi presenta stampe fatte male, manca di rispetto rispetto chi gli osserva le fotografie, non ha riguardo per chi gli dedica del suo tempo, compie un atto di cial troneria nei suoi confronti, e chi lo fa è solo un cial trone, nulla più. Io non ho mai visto gente fotograficamente esperta e colta dedicare del tempo a delle cialtronate, mai, uno dà un'occhiata alla fotografia e se è stampata male, passa immediatamente oltre, ma il più delle volte, alla seconda cialtronata, ne va via subito dalla mostra (io gli lascio anche pessimi commenti sul registro delle firme, con la mia firma), mentre quelle stesse cialtronate spesso fanno colpo sui novellini ignoranti. La cattiva qualità grafica non è ammessa in Fotografia seria, non è mai stata ammessa e non lo è nemmeno oggi. |
user177356 | inviato il 21 Ottobre 2019 ore 0:54
“ accettano anche Tiff a 16 bits in ProPhoto per la stampa „ Fotocromie lo fa, infatti. “ Io non ho mai visto gente fotograficamente esperta e colta dedicare del tempo a delle cialtronate, mai, uno dà un'occhiata alla fotografia e se è stampata male, passa immediatamente oltre, ma il più delle volte, alla seconda cialtronata, ne va via subito dalla mostra (io gli lascio anche pessimi commenti sul registro delle firme, con la mia firma), mentre quelle stesse cialtronate spesso fanno colpo sui novellini ignoranti. „ In linea generale sono d'accordo, ma ci sono fotografi capaci di costruire immagini di tale impatto che la qualità della stampa diventa un elemento relativamente marginale. Per essere più chiaro: in alcuni casi conta il 30%, in altri il 3%. Certo, potendo è sempre avere un risultato al 100% che al 97%, ma è ovvio che si tratta di uno scarto accettabile. |
| inviato il 21 Ottobre 2019 ore 1:17
Sono spesso d'accordo con Pollastrini ma questa volta proprio no. Ad una mostra non mi soffermo davanti ad una foto stampata a regola d'arte ma davanti ad una che mi emoziona, che attira la mia attenzione, che “parla”, la valutazione tecnica è secondaria, a volte marginale. Se una foto mi colpisce manco mi interessa sapere con cosa sia stata scattata e da chi sia stampata, l'autore ha colto nel segno e questo per me è più che sufficiente. Le esibizioni di tecnica senza contenuti lasciano il tempo che trovano. |
| inviato il 21 Ottobre 2019 ore 1:30
“ Se una foto mi colpisce manco mi interessa sapere con cosa sia stata scattata e da chi sia stampata, l'autore ha colto nel segno e questo per me è più che sufficiente. Le esibizioni di tecnica senza contenuti lasciano il tempo che trovano. „ Però non credo che il senso del discorso sia quello di contrapporre la qualità di una stampa al valore espressivo di una fotografia, a cui nessuno nega il primato. L'idea è che una stampa fatta bene (cosa che non ha ovviamente un senso necessariamente univoco) non può essere in discussione, se si parla di fotografia di livello. Nemmeno io visito una mostra guardando all'aspetto tecnico, ma non ricordo una sola esposizione di livello (fosse Cartier-Bresson o Salgado) in cui le stampre non fossero di elevatissima qualità. Questo non perché necessariamente l'osservatore debba rilevarlo (in genere non ne ha gli strumenti), ma perché un prodotto di livello alto non può che esserlo in tutte le sue componenti. E la stampa, nel bianconero, è da sempre è una di quelle più importanti. Opinione personale ovviamente |
| inviato il 21 Ottobre 2019 ore 7:39
Ripeto, la stampa trascende dal contenuto artistico dell'immagine. Il contenuto artistico può essere buono o cattivo, ma in foto seria, la stampa DEVE essere sempre e comunque di qualità elevata, indipendentemente dal contenuto artistico. E lo deve essere semplicemente perché non ci sono interpretazioni personali da dare ad una stampa di alta qualità, è ben definita tecnicamente, la si può fare, in fotografia seria è sempre stata fatta e dunque va fatta. Se uno non la fa, manca di rispetto all'osservatore, compie un atto di cial troneria. E non si perde tempo coi cial troni. In nessuna mostra seria si vedono stampe di qualità che non sia molto alta. Poi ci sono mostre stampate molto bene, benissimo, di foto insulse, o su argomenti e contenuti a mio avviso deprecabili, tipo quelle sulle disgrazie altrui (mostre di malati, bambini sbudellati in guerra, etc) ma sono comunque foto che hanno un pubblico che viene rispettato dal fotografo. Su di me quelle foto lasciano il tempo che trovano, ed a me quelle foto non piacciono, ma se sono stampate bene, chi le fa non mi manca di rispetto, ha investito nel suo lavoro, ci crede, ma semplicemente la pensa solo diversamente da me, e dunque a me va bene così, deve essere così. Ma uno che chiede il mio tempo e/o i miei soldi per presentarmi delle stampe vili, perché non vuole spendere in stampa, fa una cialtronata e mi manca di rispetto, e questo io non lo tollero. |
| inviato il 21 Ottobre 2019 ore 9:58
Condivido la logica del tuo pensiero Alessandro, sei senz'altro persona preparata e fotografo capace. Ritengo da considerare anche la difficoltà che può avere una persona ad uscire dalla propria ignoranza. È estremamente difficile imparare cosa va bene e cosa no, quale pp sia buona e quale esagerata, quale risultato sia corretto (pp o stampa) e quale una cialtronata. Salvo errori grossolani ovviamente. Si può leggere, studiare, partecipare a forum, ma imparare e migliorarsi senza un mentore a fianco e un processo difficile, lento e dai risultati incerti. |
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