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Sigma 70mm f/2.8 EX DG Macro ed il suo successore ART


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avatarsenior
inviato il 17 Aprile 2019 ore 10:23

Paolo è un po' riduttivo come discorso. Questa lente ha una risolvenza eccellente e aberrazioni ridottissime.
Non esattamente da tutte le lenti.

avatarsenior
inviato il 17 Aprile 2019 ore 11:39

No aspetta Paolo... questo è un vero macro 1:1, non è come altri dichiarati macro, e poi non lo sono... ovvio non è l'unico

user92023
avatar
inviato il 17 Aprile 2019 ore 11:45

Non saprei proprio cos'altro aggiungere alle osservazioni del mio amico Paolo! Game over! G.

avatarsenior
inviato il 17 Aprile 2019 ore 14:29

Paolo è un po' riduttivo come discorso. Questa lente ha una risolvenza eccellente e aberrazioni ridottissime.
Non esattamente da tutte le lenti.




ok Maserc, ora ho capito ... diciamo insomma che la sua qualità (intesa principalmente come nitidezza) ultra elevata potrebbe non interessare tutti i potenziali utenti, e quindi esso finisce per essere un obiettivo NON per tutti non in quanto specificamente adatto alla macrofotografia ma in quanto estremamente nitido e laddove, questa nitidezza estrema appunto, potrebbe non servire a tutti.

Va bene, onestamente lo vedo un poco contorto come discorso ... purtuttavia non è certo infondato.

avatarsenior
inviato il 17 Aprile 2019 ore 14:36

No aspetta Paolo... questo è un vero macro 1:1, non è come altri dichiarati macro, e poi non lo sono... ovvio non è l'unico



Non proprio Paolo, come tutti i macro ... beh ... quasi tutti, esso millanta una qualità che nella realtà dei fatti non possiede o, per meglio dire, possiede solo in minimissima parte!
Nella realtà dei fatti la macrofotografia propriamente detta comincia al RR 1:1 e continua fino a circa 22/25:1 laddove poi inizia la microfotografia, ossia la fotografia ad atissimo ingrandimento che si effettua con l'ausilio di un microscopio.
In altre parole, come peraltro tutti i macro normali, esso raggiunge la soglia di ingresso della macrofotografia senza però oltrepassarla; diciamo insomma che la macrofotografia la assaggia ... ma di certo non la gusta appieno ecco ;-)

avatarsenior
inviato il 17 Aprile 2019 ore 14:55

Ma che discorso è? Se vuoi maggior ingrandimento vai di tubi o bellows.
Non conosco lenti che vanno a 22:1.

avatarsenior
inviato il 17 Aprile 2019 ore 15:28

Paolo, ho l'MP-E 65mm per rapporti maggiori, ma su gran parte delle macro si usano gli obiettivi con RR 1:1... come dice anche Maserc per rapporti maggiori si usano tubi o soffietto... o obiettivi invertiti.

avatarsenior
inviato il 17 Aprile 2019 ore 19:21

I vecchi macrofoto Canon 35/2,8 e 20/3,5 da soffietto, chiaramente, sono appunto quelli che arrivano rispettivamente a 10/12X e 22/23X

avatarsenior
inviato il 17 Aprile 2019 ore 19:38

Ma non solo loro, ci arrivano pure gli omologhi, e altrettanto antichi Olympus Zuiko, Leica e se non ricordo male pure Carl Zeiss.

avatarsenior
inviato il 17 Aprile 2019 ore 19:45

Appunto Paolo, l'MP-E 65 è un vero macro, diciamo che è la versione moderna dei macrofoto di cui sopra, infatti, come essi del resto, non è strutturato per la focheggiatura all'infinito.

avatarsenior
inviato il 17 Aprile 2019 ore 21:14

Qualsiasi macro può andare su soffietto...
Più che altro i "veri" macro erano ottimizzati per rendere al meglio a diaframmi molto chiusi.
Cosa che non accade con quelli moderni.
Ma è il digitale che ha posto questo nuovo genere di problema. La pellicola erano meno influenzata dalla diffrazione.

avatarsenior
inviato il 17 Aprile 2019 ore 22:59

Il soffietto non è una discriminante, qualsiasi obiettivo, anche un non macro quindi, vi si può montare.
Qualsiasi obiettivo, sia esso macro o meno non ha alcuna importanza, soffre una perdita di nitidezza (più o meno marcata a seconda del pregio dell'ottica stessa) allorquando lo si adoperi a diaframmi più chiusi di 5,6/8.
La diffrazione penalizza la nitidezza indifferentemente dal supporto di registrazione dell'immagine, questo per il semplice motivo che la stessa, cioè la diffrazione, è un limite proprio dell'ottica e non certo dell'elemento sensibile, al limite il digitale tende a evidenziare maggiormente questa perdita di nitidezza a causa dei molti milioni di microlenti sparse sul sensore stesso, questo si, ma il difetto si manifesta sempre con la stessa entità.

avatarsenior
inviato il 17 Aprile 2019 ore 23:34

Non credo sia così. Nella pellicola anche raggi molto inclinati venivano raccolti dall'emulsione.
Nel sensore, i diodi proprio non la vedono la luce, oltre un certo angolo. Le microlenti servono proprio a poter raccogliere la luce inclinata.

avatarsenior
inviato il 18 Aprile 2019 ore 0:32

I vecchi macrofoto Canon 35/2,8 e 20/3,5 da soffietto, chiaramente, sono appunto quelli che arrivano rispettivamente a 10/12X e 22/23X

Sono sempre macro 1:1... con il soffietto arrivano a quei rapporti che citi; le lenti macro arrivano al massimo 1:1... gli Zeiss diversi arrivano al RR 1:2, si usavano con il duplicatore, ora c'è il Zeiss Touit 50mm f/2.8 Macro che arriva 1:1.
Ora altre lenti ci sono i Venus Laowa
www.juzaphoto.com/recensione.php?l=it&page=obiettivi_VenusLaowa
che hanno obiettivi oltre il rapporto 1:1, e tutti in manuale.

avatarsenior
inviato il 18 Aprile 2019 ore 8:57

Non credo sia così. Nella pellicola anche raggi molto inclinati venivano raccolti dall'emulsione.
Nel sensore, i diodi proprio non la vedono la luce, oltre un certo angolo.
Le microlenti servono proprio a poter raccogliere la luce inclinata.




Vero, ma in genere i macro sono ottiche estremamente corrette e quasi sempre vanno dalla focale 50 mm in su ... in pratica sono telecentriche di loro e non mostrano le problematiche tipiche dei grandangolari ;-)

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