| inviato il 18 Dicembre 2018 ore 21:10
Come in tutte le cose vige il buon senso e sensibilità,spetta al fotografo capire se fotografare un soggetto e come fotografarlo. Ok c'è l'etica ma di essa non bisogna nemmeno abusarne,se l'intento è ad esempio la denuncia sociale,perchè non farlo? Con i dovuti modi ovviamente. A me è capitato di voler fotografare una situazione particolare con protagonista un paio di senzatetto ma ho fatto in modo che non si vedesse il viso (fotografato uno di spalle e l'altro con viso in ombra) Inoltre,se io facessi due chiacchiere con il senzatetto e gli chiedessi di fotografarlo e lui accettasse ben volentieri,non dovrei farlo solo perchè è un senzatetto? (poi perchè lo voglia fotografare chissene importa) Se vedessi una scena divertente,un siparietto,con protagonisti due senzatetto,non dovrei fotografare solo perchè sono disagiati? I casi possono essere innumerevoli,come dicevo sopra bisogna usare il buon senso (e non tutti ce l'hanno purtroppo) ma nemmeno essere eccessivamente moralisti,altrimenti bisogna iniziare a farlo su molte cose Fatto sta che è vietato dalla legge italiana pubblicare le foto di qualunque individuo,se questo è il soggetto della foto e se non c'è la liberatoria firmata ( poi ci sono poche eccezioni) |
| inviato il 18 Dicembre 2018 ore 21:14
Ma infatti. Non volevo certo dire che solo chi è disagiato ha diritto alla privacy. Ma penso che chi vive nel disagio sia più fragile e forse gli dobbiamo un po'di rispetto in più. Del resto ci facciamo delle remore a fotografare persone in difficoltà e non il contrario. Sulla faccia di palta, penso che bisognerebbe sfoderarla con i potenti non con i deboli. Poi ci possono essere le eccezioni. |
| inviato il 18 Dicembre 2018 ore 21:17
Le foto dei senzatetto hanno rotto le palle come le foto dei gattini o della topona al ws di nudo. Le ricerche di sociologia visuale sugli homless risalgono agli anni 70 con Douglas Harper quindi o si fa di meglio, lui visse un anno con i trumper, o si lascia perdere. |
| inviato il 18 Dicembre 2018 ore 21:18
La privacy in Italia è tutelata da precise norme che chi fa street dovrebbe conoscere a memoria |
| inviato il 18 Dicembre 2018 ore 21:25
Tempo fa ho chiesto ad un amico video-reporter che vendeva poi video e video-interviste a tv locali oppure montava sue clip perusi personali, come facesse in mezzo alla strada a fare video riprese. Privacy eccetera intendo. Semplice mi rispose, se tiro fuori di tasca una Leica trovo sempre qualcuno che mi fa storie, se porto in spalla una telecamera con paraluce, microfono esterno e magari monitor, la gente accorre, vogliono tutti essere in televisione. No comment. |
| inviato il 18 Dicembre 2018 ore 21:25
“ Se vedessi una scena divertente,un siparietto,con protagonisti due senzatetto,non dovrei fotografare solo perchè sono disagiati? „ Non è quello il punto, ma il fotografare disagiati o emarginati in quanto tali senza un'idea concreta dietro. “ Quello del "like" è un problema a sé stante. Basta farsi un giro nella galleria "street" per capire che non è tanto l'oggetto della foto quanto, piuttosto, "l'importanza" ( e le frequentazioni ) del fotografo a calamitare commenti ( sempre i soliti ) e mi piace. „ Sì e no: sì se hai la tua cerchia di fedelissimi, no se devi creartela o cerchi un altro target; comunque, non mi riferisco solo a questo sito, ma il meccanismo in generale. “ si fotografano senzatetto e barboni perché, nella maggior parte dei casi, ritenuti soggetti interessanti per svariati motivi „ E sarebbero questi motivi? Lo chiedo perché non li conosco |
| inviato il 18 Dicembre 2018 ore 21:45
Gli ultimi non vanno fotografati. Punto. |
| inviato il 18 Dicembre 2018 ore 22:03
C'è l'interesse a documentare situazioni anche di disagio, anche per scopi "benèfici", di denuncia sociale. Ma c'è anche il giusto rispetto che bisogna portare ad ogni essere umano, ancor più (a mio modo di vedere) per chi stia in condizioni di miseria e degrado. Trovare il giusto equilibrio tra queste due esigenze non è affatto facile. |
user158139 | inviato il 18 Dicembre 2018 ore 22:08
“ La privacy in Italia è tutelata da precise norme che chi fa street dovrebbe conoscere a memoria „ Non si tratta di normativa sulla privacy, peraltro, ma di diritto all'immagine. E ovviamente riguarda solo la pubblicazione, non la ripresa. La normativa in vigore prevede peraltro alcune eccezioni, in particolare quando la pubblicazione abbia uno scopo "culturale". Ad esempio, se ritraggo una persona che sta partecipando ad una cerimonia religiosa (mi vengono in mente quelli che sostengono le statue dei santi nelle processioni), con il chiaro intento di testimoniare l'evento attraverso la persona (il suo sudore, il suo sguardo ispirato, etc.), rimango nei confini del lecito. Un dubbio potrebbe porsi, nel caso di cui sopra, per il fatto che pubblicando quella foto sto rendendo pubbliche le convinzioni religiose del soggetto, ma questi non ha fatto nulla per nasconderle e io non sto trattando i suoi dati personali sensibili, perché non sono in grado di associare la sua immagine alla sua identità. Edit: ricordate che la normativa sulla privacy regolamenta il trattamento dei dati personali, non altro. Immaginiamo di ritrarre il primo piano di un clochard sullo sfondo di una vetrina di un marchio di lusso nel quadrilatero della moda milanese: stiamo effettuando un'operazione culturale attraverso la contrapposizione delle due immagini o stiamo illecitamente utilizzando l'immagine di un terzo? Come vedete, la questione non è poi così chiara come si vorrebbe sostenere. I limiti, credo, sono costituiti soprattutto dalla propria sensibilità ed etica. |
| inviato il 18 Dicembre 2018 ore 22:19
“ C'è l'interesse a documentare situazioni anche di disagio, anche per scopi "benèfici", di denuncia sociale. „ Denuncia sociale? Una foto rubata al volo? Nei forum di fotografia? Scusa ma mi paiono scuse non molto mature |
| inviato il 18 Dicembre 2018 ore 22:28
Si continua a confondere. La foto rubata di un senza tetto non è .denuncia sociale. |
| inviato il 18 Dicembre 2018 ore 23:09
Personalmente non scatto questo genere di foto ma ... ma per lavoro ho scattato migliaia di foto in posti colpiti da calamità naturali più o meno gravi, per me è ovvio fotografare case distrutte o a pezzi, e spesso ci capita chi è intorno. Di rado queste foto vengono pubblicate, ogni tanto in qualche rapporto di evento, ma queste sono reali foto documentaristiche che non finiscono nei social, in quel caso non mi sento in imbarazzo. Su juza io non vedo nessuno scopo documentaristico. L'unico fine della pubblicazione su juza è dimostrare estro tecnico e compositivo, le foto vengono esclusivamente apprezzate in quanto tali, e se raccontano qualche cosa sono belle perché raccontano, ma non conta cosa raccontano. In qualsiasi altro forum tematico è normale parlare per immagini, qui è sostanzialmente proibito e considerato di cattivo gusto, un po' come imporre una volta in più le proprie foto; le foto viste come fine a se stesse e non come mezzo. Quindi qui la foto del clochard non racconta un clochard, dice che sei bravo a raccontare un clochard, la funzione di denuncia è solo teorica. Tempo fa poco sotto il mio ufficio, in pieno centro ma nei pressi di un palazzo non più usato da anni, si era formato un assembramento di senzatetto, che avevano creato una situazione incresciosa malgrado il tentativo di includerli in strutture di assistenza. Volevo questa volta davvero per denuncia testimoniare la cosa, banalmente con lo smartphone, ma alla fine non me la sono sentita. Hanno trovato una sistemazione il giorno dopo. Hai fatto bene a non scattare. Uno fotografa un clochard perché sa che non può permettersi l'avvocato, triste a dirsi ... |
| inviato il 18 Dicembre 2018 ore 23:16
“ Le foto dei senzatetto hanno rotto le palle „ Non è questo il punto. Quello che a te ha rotto le palle ad un altro può piacere da matti. Il punto non è fotografare o meno ma pubblicare la foto. Perchè anche se io facessi una foto al senzatetto,per qualunque motivo e senza rompergli le palle io comunque non posso pubblicarla senza il suo consenso. E se avessi il suo consenso allora l'etica non c'entrerebbe più nulla perchè a lui andrebbe bene così. Quindi tutto il discorso non dovrebbe nemmeno esistere. Il problema sono le persone che fanno foto ad cazzum ai disgraziati e le pubblicano senza ritegno |
| inviato il 19 Dicembre 2018 ore 0:18
“ Il problema sono le persone che fanno foto ad cazzum ai disgraziati e le pubblicano senza ritegno „ Che era esattamente il punto “ Uno fotografa un clochard perché sa che non può permettersi l'avvocato, triste a dirsi ... „ Ecco il primo motivo: ne avevo chiesti qualcuno, prima, ma ancora non erano arrivati e mi sa che non arriveranno |
| inviato il 19 Dicembre 2018 ore 0:31
“ Il punto non è fotografare o meno ma pubblicare la foto „ la legge in merito è chiara e molte foto di street anche belle e significative non hanno le liberatorie, quindi sono illegali; un fotografo con una forte personalità ed una buona dose etica avrebbe la forza interiore per chiedere agli interessati di poter documentare situazioni di disagio e instaurare un dialogo in un'ambito comunque progettuale. Chiaramente e in molti casi gli interessati direbbero di No! mi è capitato di ricevere dei no in situazioni di un progetto che sarebbe andato a beneficio della comunità, non tutti hanno l'apertura mentale per capirne il valore. Il guaio e che viviamo nel mondo della diffidenza, del sospetto e del pericolo, in altri tempi fare foto di reportage sarebbe stato naturale e quasi spontaneo, oggi lo puoi fare in una manifestazione pubblica o in eventi di un certo tipo e serve sensibilità e credibilità. |
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