user90373 | inviato il 07 Novembre 2018 ore 14:50
Ok! Il terreno di elezione è la strada, e/o qualsiasi luogo pubblico/privato, all'aperto e/o all'interno di strutture pubbliche/private? |
| inviato il 07 Novembre 2018 ore 15:04
Pur comprendendo perfettamente e ritenendo assolutamente corretto ciò che dicono Mirko e Pierfranco io mi ritrovo sulle posizioni di Matteo e Matteo ho avuto la fortuna di poter mostrare lavori a fotografi e critici di livello e mi sono sempre sentita chiedere prima informazioni su cosa volessi esprimere, dire, raccontare, insomma di parlare del senso del lavoro, mai un cenno su generi d'appartenenza. Credo abbia ragione la Valtorta quando dice che oggi siamo di fronte anche ad una nuova fotografia che non può essere letta con i codici validi fino a vent'anni fa e tanto meno credo abbia bisogno di schematizzazioni...mi sembra che in questa discussione giovanissimi non ne siano entrati, conferma che ai fotografi di domani l'argomento non interessa. |
| inviato il 07 Novembre 2018 ore 15:25
  “ Credo abbia ragione la Valtorta quando dice che oggi siamo di fronte anche ad una nuova fotografia che non può essere letta con i codici validi fino a vent'anni fa e tanto meno credo abbia bisogno di schematizzazion „ Caterina lo spirito del post iniziale credo che se vuole escludere una cosa, questa sia proprio la schematizzazione. Vuol forse anzi superare certi schemi o dare loro un significato diverso dalla mera esclusione. “ nformazioni su cosa volessi esprimere, dire, raccontare, insomma di parlare del senso del lavoro, mai un cenno su generi d'appartenenza. „ Lo stesso può dirsi guardando anche altre forme espressive solitamente visti più come mere e bizzare forme di curiosità. Secondo me è un approccio abbastanza superficiale pensare alla street in senso stretto ed escludente, come una semplice stranezza. Lo è stato come per altri temi a partire dalla disputa sulla necessaria presenza sia di denotazione che di connotazione. Autori intoccabili se ne sono infischiati di attribuire un significato alla propria fotografia limitandosi spesso alla estetica pura. “ mi sembra che in questa discussione giovanissimi non ne siano entrati, conferma che ai fotografi di domani l'argomento non interessa. „ Può darsi, io credo che quando uno ha la possibilità di vedere a 360 gradi possa scegliere più consapevolmente se guardare anche cose diverse per vedere se le ritiene utili o meno. Almeno per me lo è stato, ed anche se non entrerò nella setta degli streeters integralisti, guardo con interesse, rispetto ed anche ammirazione per quello vedo fare. Ogni tanto provo anche a scimmiotare e mi diverto pure. |
| inviato il 07 Novembre 2018 ore 15:31
“ Secondo me è un approccio abbastanza superficiale. „ Direi di no, t'assicuro che di superficiale non hanno nulla al contrario ad essere superficiale la fotografia che punta soltanto all'estetica e ne ho ben lunga esperienza essendo parte del mio lavoro |
| inviato il 07 Novembre 2018 ore 15:34
Caterina scusami ho corretto dopo l'inciso cercando di chiarire quanto avevo espresso perchè mi ero accorto dell'ambiguità. Superficiali non era riferito a quanto ti era stato chiesto ed al comportamento di chi ti aveva visionato i lavori. “ al contrario ad essere superficiale la fotografia che punta soltanto all'estetica „ ehh, questo è un'altro tema. L'ho pensato anche io un tempo, ma dire che kertesz, Leiter e molti altri abbiano voluto esprimere qualcosa di diverso dalla sola bellezza pura non mi ha mai convinto nessuno con motivazioni per me valide. Loro stessi in prima persona lo hanno sempre sostenuto. |
| inviato il 07 Novembre 2018 ore 15:44
Ok, mi sembrava strano  “ Secondo me è un approccio abbastanza superficiale pensare alla street in senso stretto ed escludente, come una semplice stranezza. „ Infatti non è così, solo che nella fotografia di oggi faccio fatica a vedere la street come genere isolato al contrario come detto da Matteo la vedo inclusa in progetti, scusa il termine abusato che sta antipatico pure a me ma in questo caso è efficace, che comprendono altre tipologie d'immagini, ciò che conta è l'efficacia del lavoro nel suo complesso non una purezza di genere e a quel punto perde senso parlarne anche del genere dei singoli scatti. Non so se mi sono spiegata, via post è sempre difficile |
| inviato il 07 Novembre 2018 ore 15:51
In kertesz la visione del fotografo è fortissima, è arrivato per primo a fare moltissime cose, poi chiaro che dopo un secolo di fotocopie alcune sue immagini possono sembrare scontate ma non lo erano al momento dello scatto. Questo è il limite di riferirsi ad epoche lontane, se parliamo della fotografia oggi dobbiamo rapportarci all'oggi e torniamo alla Valtorta |
| inviato il 07 Novembre 2018 ore 15:57
“ Pur comprendendo perfettamente e ritenendo assolutamente corretto ciò che dicono Mirko e Pierfranco io mi ritrovo sulle posizioni di Matteo e MatteoMrGreen ho avuto la fortuna di poter mostrare lavori a fotografi e critici di livello e mi sono sempre sentita chiedere prima informazioni su cosa volessi esprimere, dire, raccontare, insomma di parlare del senso del lavoro, mai un cenno su generi d'appartenenza. „ Tu mi conosci. Sono un fotografo, che è anche uno street photographer, ma i cui lavori principali sono progetti che durano anni e producono un sacco (fin troppe) di fotografie, legate fra loro da un concept ben preciso, da uno sviluppo (ahimé) altrettanto pragmatico, da una traducibilità visiva pianificata e studiata a tavolino, che subiscono nella fase finale un editing articolato e selettivo...etc. Mai mi sognerei di mischiare le due cose né di confonderle. E neppure di permettere che qualcuno le confonda quando valuta le mie fotografie. Sono due campi da gioco completamente differenti. La street photography nasce e muore in uno scatto, è fotografia Zen. La faccio ogni volta in cui voglio stare "leggero". Il lavoro per progetto, concettuale o anche reportagistico, è altra cosa. Due cose distanti, ma che possono tranquillamente coesistere nello stesso fotografo. Basta stare attenti a non confonderle. |
| inviato il 07 Novembre 2018 ore 16:05
Mi viene in mente un particolare curioso che non si tiene presente sulla progettualità proprio richiamando Rodin. Il suo progetto a lungo termine, il suo capolovoro, non ha mai visto la luce perchè è stato talmente lungo che la propria personalità, visione ed interpretazione erano completamente cambiati nel corso degli anni, ed alla fine, dopo tutto il suo lavoro, il lavoro di una vita professionale, ha distrutto lui stesso la sua opera perchè non lo rappresentava più! Meglio volare bassi bassi... |
| inviato il 07 Novembre 2018 ore 16:08
Mirko, quello scatto dove lo mettiamo...street, paesaggio urbano, architettura? Non ha importanza, siamo d'accordo? E anche se li è presentato come scatto singolo non è affatto uno singolo, fa parte di un lavoro Pierfranco, capisco benissimo ma simili divisioni non sono nelle mie corde, per me non ci sono campi di gioco ma solo fotografia, poi ci sono foto che funzionano o non funzionano, che servono, anche per gli scopi più umili o che non servono, che devono essere documenti o che non devono esserlo, tutto il resto è catalogazione e non mi appassiona. |
| inviato il 07 Novembre 2018 ore 16:11
Capito |
| inviato il 07 Novembre 2018 ore 16:12
“ Beh dovrebbe spiegarmi perchè oggi il senso estetico non ha senso. „ Mai detto, ho scritto invece “ la fotografia che punta soltanto all'estetica „ cosa molto molto diversa |
| inviato il 07 Novembre 2018 ore 16:12
“ tutto il resto è catalogazione e non mi appassiona. „ Vero. Ma prova troppo! Argomentando a contrario è altrettanto vero che tutto il resto è omologazione e lo trovo irragionevole. Le peculiarità sono una ricchezza, guarda il lardo di colonnata! “ al contrario ad essere superficiale la fotografia che punta soltanto all'estetica „ ho capito male allora. |
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