user117231 | inviato il 23 Settembre 2018 ore 16:19
Amen. Ma tanto che mi frega... tra 25/33 anni sarò da tutt'altra parte. È questo che mi fa ridere. Arrivo lavorando fino a 67 anni... per prendere la pensione 8/16 anni. Boh... |
| inviato il 23 Settembre 2018 ore 18:52
“ -Rispondo ad Ooo, dato che verso, poco o molto, ho diritto a qualcosa... o no? Qualsiasi pensione integrativa prevede il rimborso in caso non si raggiungano i requisiti minimi per una pensione.Cool „ hai diritto ad una quota di pensione se hai i requisiti + importanti per averla. tali requisiti contrariamante a quanti molti credono non dipendono dalla vita lavorata ma dall'età o dalla disabilità che ti allontanano dall'abilità lavorativa. Il tuo duro lavoro innesca la pensione quantitativamente, per migliorare la tua vita da pensionato. se hai cominciato presto potrai andare prima dei 62 anni, riconducibile anche questo fatto ad un allontanamento dall'abilità lavorativa a causa del logoramento precoce. Supponendo che tu abbia cominciato a 16 anni puoi andare a 58 anni. (58+42=100). Questo dovrebbe essere. Ma la pretesa di lavorare dai 20 ai 40 e prendere la pensione per quei 20 anni lavorati già a 40, essendo ancora abile al lavoro, è del tutto assurda. Avresti diritto solo alla buonuscita, secondo me anche immediata, al momento del licenziamento, ma nessuna pensione e trovo sia giusto così. Quella pensione scatterà solo quando avrai un allontanamento dall'abilità lavorativa per età o disabilità. |
| inviato il 23 Settembre 2018 ore 19:05
“ Ma la pretesa di lavorare dai 20 ai 40 e prendere la pensione per quei 20 anni lavorati già a 40, essendo ancora abile al lavoro, è del tutto assurda. „ Quoto. |
user117231 | inviato il 23 Settembre 2018 ore 19:59
A 40 si...assolutamente assurdo. A 50 / 55 no. Sopratutto se hai perso il lavoro e nessuno te ne da un altro... e rimani in un limbo con magari 30/35 anni di contributi pagati. E magari non ce la fai e ti passa anche la voglia di vivere. |
| inviato il 23 Settembre 2018 ore 20:19
felix non posso darti torto ma neanche ragione. Dovrei dire come la penso in materia di lavoro, ed è un discorso troppo lungo e articolato che non si esaurisce in un post. ho le mie idee riguardo alla quota minima e massima di retribuzione, sulla formazione, sul lavoro, sul lavoro nelle varie fasi della vita, ma è solo un mio personale pensiero e come dicevo è lunghissima la faccenda per esporla tutta. Posso dire che un lavoratore dipendente o in proprio che a 50/55 anni si trovi fuori dal mondo dal lavoro non per sua volontà ma per cause indipendenti da lui vive certamente un dramma. Credo che i prossimi provvedimenti in materia saranno presi anche per queste persone. |
user117231 | inviato il 23 Settembre 2018 ore 20:37
Eccomi, sono pronto. Che facciano questa finestra d'uscita agevolata a costi ridotti per cinquantenni/cinquantacinquenni. La chiamino " Fuga per la Libertà ". Quella è un'età difficile.... si va in andropausa, ti vengono le emorroidi, ti si cominciano a cariare i denti, gli acciacchi diventano cronici. Aiutiamo questa particolare categoria di uomini a rischio. |
| inviato il 23 Settembre 2018 ore 21:29
Vedo solo ora questo bellissimo 3D. Non discuto dell'argomento pensioni perchè non ho la preparazione tecnica per farlo. Mi domando, però, come facessero le vecchie generazioni a cavarsela . . . es. Mio padre classe 1915 cominciò a lavorare duramente in campagna a 15 anni perchè diventò improvvisamente orfano di padre e poi di madre e doveva portare a casa il pane per i 5 fratelli minori che poi gradualmente con gli anni incominciarono anche loro a darsi da fare, comunque lavorò intensamente alzandosi tutti i benedetti giorni dell'anno alle 5 di mattina fino a 78 anni di età (63 anni di lavoro effettivo), poi rimase al lavoro con metodi + soft fino a 82 anni, poi da un giorno con l'altro mollo tutto dicendo: mi son stancato . . . . di fare il contadino ora voglio godermi la vita e in effetti se la godette per 10 anni come piaceva a lui. Riflessioni: Ma che razza di fibra e resistenza fisica/psicologica avevano queste vecchia generazioni ? io dopo 39 anni di professione ne ho già piene le palle. Per non parlare delle motivazioni . . . Oggi giorno siamo tutti stressati e prima andiamo in pensione meglio è. Attendo le vostre riflessioni . . . |
user117231 | inviato il 23 Settembre 2018 ore 21:35
Tu parli di contadini. Chi lavora la terra e tira fuori nutrimento.. è mille volte avanti a qualunque altro lavoro. Di fatto..sfamano tutti gli altri. E la terra li tempra come il fuoco con l'acciaio... |
| inviato il 23 Settembre 2018 ore 21:37
“ Tu parli di contadini. Chi lavora la terra e tira fuori nutrimento.. è mille volte avanti a qualunque altro lavoro. Di fatto..sfamano tutti gli altri. E la terra li tempra come il fuoco con l'acciaio... „ Verissimo il lavoro della terra li tempra eccome, poi lavorare immersi nella natura non è come la fabbrica o l'ufficio. ma secondo me ci sono persone che hanno una resistenza fuori dal comune, io non riuscirò mai ad eguagliare mio Padre. |
user117231 | inviato il 23 Settembre 2018 ore 21:41
Idem. Mi ha costretto fin da piccolo ad alzarmi alle cinque tutte le domeniche per aiutarlo in campagna. L'unico giorno che avrei potuto dormire. Ho finito per odiare i campi. Sbagliando. Ho due miti. Nelson Mandela e mio padre. Ma nessuno glielo dica... Tutti e due contadini. Uno di uomini, l'altro di campi. |
| inviato il 23 Settembre 2018 ore 21:47
Beh se non mi danno la pensione . . . . non mi rimane che tornare a fare il contadino come da giovanissimo . . . |
| inviato il 23 Settembre 2018 ore 21:50
“ Ho finito per odiare i campi. Sbagliando. Ho due miti. Nelson Mandela e mio padre. Ma nessuno glielo dica... Tutti e due contadini. Uno di uomini, l'altro di campi. „ ottima riflessione. anche mio padre è per me un mito. |
| inviato il 24 Settembre 2018 ore 1:07
"Ma la pretesa di lavorare dai 20 ai 40 e prendere la pensione per quei 20 anni lavorati già a 40, essendo ancora abile al lavoro, è del tutto assurda. " Non ho mai detto 40 anni di età, ho detto dopo i 60 anni uno potrebbe chiedere di andarci, poi prenderà poco ... è ovvio che dei paletti bisogna metterli, ma avrò almeno il diritto di poter calcolare quanto mi basta, per chi ha perso degli anni di contribuzione si raggiunge l'età pensionabile a 67 anni come vecchiaia e per raggiungere la massima si parla di andare ben oltre i settant'anni. Teniamo presente che non tutti i lavori possono essere equiparati e nemmeno le persone. Io preferirei una possibilità più ampia di scelta, ovviamente percependo in modo proporzionale la pensione, a mio avviso poter scegliere di andare in pensione dopo i sessant'anni potrebbe essere un giusto compromesso. Anche quota 100 potrebbe essere lontana per tante persone. La scelta delle baby pensioni non l'ho mai condivisa per tutta una serie di motivi che non sto ad elencare. |
| inviato il 24 Settembre 2018 ore 8:40
Uno dei problemi rimane sempre il lavoro che scarseggia, se non c'è crescita e occupazione scarseggiano le persone che con i contributi pagano la pensione a chi ha diritto di andarci. L'Italia perde posizioni nella classifica mondiale dei produttori manifatturieri sotto la pressione dei Paesi emergenti, il calo produttivo medio del 5% registrato tra 2007 e 2013 ci è costato il sorpasso di India (sesto posto) e Brasile (settimo posto). Negli ultimi dodici anni, dal 2001 al 2013, nel manifatturiero, l'Italia ha perso un milione e 160 mila lavoratori e 120'000 imprese hanno chiuso i battenti. In sei anni l'Italia è passata dal quinto all'ottavo posto nella graduatoria internazionale dei maggiori paesi produttori, è chiaro e lampante che se riuscissimo a fare riforme strutturali nell'artigianato e nell'industria e aumentare gli occupati del milione che abbiamo perso sarebbe anche molto più semplice fare anche una buona riforma delle pensioni perchè avremmo più risorse per pagarla, poi del resto sono d'accordo che sarebbe meglio andare in pensione un po prima a patto di creare più occupazione. |
| inviato il 24 Settembre 2018 ore 9:12
la quantità di lavoro sul mercato è sempre una volontà politica. è sufficiente guardare in che condizioni riversano le nostre strade, scuole, case. è pieno di lavoro da fare, ce n'è così tanto in Italia che se assumessimo 10milioni di persone in più forse tra cento anni e dico forse, sarebbe terminato il solo lavoto nella ristrutturazione urbanistica. Lo stesso vale per altri settori. Lavorare non significa unicamente produrre un oggetto da immettere sul mercato come può essere una pentola o una lastra di vetro. Lavorare significa anche assistere chi è in difficoltà di salute, riparare un'automobile, ristrutturare una scuola, ecc... Certo si dice sempre la solita cosa, con quali soldi si paga questa gente? è una domanda demoniaca perchè è il serpente che si morde la coda. Noi possiamo dire che non ci sono i soldi per pagare chi ristruttura e poi le strade e gli edifici si sgretolano. Avremo così un Paese peggiore, minore capacità di accogliere turisti che portano denaro. Non ci rendiamo conto che pagare chi rimette a posto la baracca è uno dei migliori investimenti che possiamo fare. Ragionare dall'oggi al mal di pancia successivo è un modo di fare che spesso ha caratterizzato lo Scarpone. Speriamo che possa tornare ad essere lo Stivale perchè per un Paese occorre fare proiezione che superano i decenni, non dall'oggi al poi per una manciata di consensi elettorali. |
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