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Photoshop lo abolirei per legge


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avatarjunior
inviato il 28 Maggio 2018 ore 10:48

Secondo me non è questione di non sapere usare un computer ma è una scelta individuale di non volere, e questo proprio perché come detto, le generazioni cambiano in tutto la mentalità.

avatarjunior
inviato il 28 Maggio 2018 ore 11:13

Per estensione dei divieti:
"Io vieterei le macchine fotografiche, o sai dipingere o nisba" (cit, 'n amigo mia, 1987)

Trovi sempre un puro più puro di te che ti epura

avatarjunior
inviato il 28 Maggio 2018 ore 12:01

le foto le han sempre ritoccate. non capisco perchè ci sia ancora gente che non vuole semplicemente dire che si tratta di avere buongusto ed "equilibrio".

invece che togliere photoshop sarebbe meglio togliere i cavi dell ENEL che sono OVUNQUE , qui nella bassa padana , prime colline comprese....

comunque la foto del Sig. Berengo " Berengo Gardin – Normandia, 1933 " mi sembra ... sottolineo mi sembra ... che abbia le nuvole un po' troppo scurette per essere così al naturale.

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2018 ore 15:06

Al di là dell'elemento "personal brand", che credo esca abbastanza evidente dai discorsi di Berengo Gardin, mi pare che i due aspetti che più di tutti stanno sulle scatole al di cui sopra siano:

1 - il fatto che Photoshop, come ogni strumento "nuovo" per eseguire un lavoro "vecchio", abbia facilitato tutto il lavoro, ma fatalmente anche tutti gli eccessi e manomissioni;
2 - il fatto che la tecnologia digitale nel suo insieme, più ancora di Photoshop, abbia dato eccessiva visibilità a chiunque senza mantenere alcuna logica di "merito" e, sempre più spesso, nemmeno di indirizzo concettuale, col risultato che sempre più persone si sentono in diritto di ricercare qualunque tipologia di risultato in qualunque contesto, smorzando di fatto l'intera valenza culturale del mezzo fotografico.

Come non dargli ragione; però, più mi guardo intorno e più mi rendo conto che oggi questo discorso vale per ogni aspetto della comunicazione, visiva e non, per cui (con buona pace dei detrattori di Photoshop) credo che il vero problema sia da ricercare ad un livello più alto che non quello dello strumento utilizzato

user90373
avatar
inviato il 28 Maggio 2018 ore 15:47

Il discorso tecnologico ormai permea ogni aspetto del quotidiano, non solo della comunicazione. Sembra che senza un computer, un software, uno schermo, e alcuni pulsanti non sia più possibile nemmeno far crescere l'insalata, la quale dal tempo dei tempi lo fa con ben meno.

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2018 ore 16:24

;-)MrGreenSorriso

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2018 ore 16:43

Contestualizziamo e cerchiamo di capire ciò che intende Gardin.
Da contro un uso "a caso" dei mezzi di sviluppo, non allo sviluppo in se delle foto.
Poi, se usciamo dai soliti fotografi e ci accingiamo a qualche festival, magari vediamo le varie differenze dei vari tipo di post produzione.
E ancora poi, UN altro cavallo di battaglia di Gardin è sempre stato "il digitale non lo tocco", fino a che Leica non gli ha dato la Monochrome in mano, allora "EH, come la monochrome non ce n'è".
La Leica non gli ha dato solo la fotocamera in mano, ovviamente.

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2018 ore 17:06

Monochrome in mano, allora "EH, come la monochrome non ce n'è".
La Leica non gli ha dato solo la fotocamera in mano, ovviamente.


Io mi ricordavo che ci aveva fatto giusto un paio di fotografie per poi lasciarla a prendere polvere.
Ma forse ricordo male e/o mi confondo con Scianna.

Il fatto è che Berengo Gardin, da come la vedo io, ha sempre usato la fotografia come strumento di "documentazione". Per cui, anche se possibile taroccare una foto in vari modi, è comunque contro per partito preso a tutti quegli strumenti che facilitano la manipolazione delle immagini e rendono ingarbugliato il districarsi fra "vero" e "ricostruito".
Poi possiamo discutere di quanto abbia sicuramente una mentalità chiusa e anacronistica e che avrebbe pure dei problemi a cambiare metodologia di lavoro. Ma non sono sicuro che faccia queste esternazioni solo per marketing. Magari anche, ma penso che ci creda veramente in quello che dice.

avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2018 ore 1:09

No, non le fa per marketing, le fa perchè ci crede, perchè è così che vede la fotografia, documentaristica, ecc.
È un grande fotografo, ed è una sua opinone rispettabilissima, basta che quando si tiri fuori si contestualizzi.
Già con Adams con il classicone "se devi spiegare una foto, vuol dire che non è venuta bene", viene presa fuori contesto e causa più danni che la grandine.

avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2018 ore 2:04

No, non le fa per marketing, le fa perchè ci crede, perchè è così che vede la fotografia, documentaristica, ecc.


Essendo nel terreno delle opinioni, non voglio certo convincere qualcuno ma, proprio contestualizzando, la mia opinione quella è: personal brand. Marketing ben praticato.
Poi, in partenza, che ci sia anche un certo grado di convinzione lo trovo normale, credibile, logico. Come per ogni imprenditore di questo paese ;-)

avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2018 ore 8:23

Mah, ovviamente difficile sapere cosa gli passa effettivamente per la testa. In un workshop che avevo fatto l'insegnante lo conosceva (o almeno diceva di conoscerlo) e dal poco che ne aveva detto mi ero fatto l'idea che ormai vivesse nel suo mondo. Consideriamo anche cheha quasi novant'anni... Non credo abbia voglia di mettersi a studiare Capture One adesso.


Comunque mi autocito:
Io mi ricordavo che ci aveva fatto giusto un paio di fotografie per poi lasciarla a prendere polvere.


Da: www.nikonschool.it/sguardi/89/Gianni-Berengo-Gardin.php

Dunque il digitale non lo hai usato mai?

No, mai. Anzi, una foto. Una su un milione e cinquecentomila.

E quale?

È esposta anche a Milano. La Leica, a suo tempo, mi aveva dato da provare la Monochrom, l'ho provata e in effetti ha una resa eccezionale. Però a me l'idea della postproduzione... O sei bravissimo a farla tu, e ti costa una follia di tempo (noi non calcoliamo mai il tempo che ci vuole dopo) o la dai da fare fuori e ti costa altrettanto. Invece il mio stampatore, ormai, sa da vent'anni come le voglio. E me le stampa come voglio io. E quindi io continuo con la pellicola.


Per la cronaca, dovrebbe essere questa:
www.clickblog.it/galleria/leica-m-monochrom-per-il-momento-decisivo-di

avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2018 ore 10:52

Opisso, in quella risposta data nell'intervista si capisce bene che per lui è anche e soprattutto una questione di feeling con una tecnologia che giustamente, vista l'età, non si sente più di mettersi a studiare; direi che fa pure bene, perché se il suo stampatore di fiducia lavora ancora con lo standard qualitativo a cui è abituato, non c'è motivo di rischiare di doversi creare un nuovo stile personale, o di perdere tempo per adattare alle nuove tecnologie lo stile che già lo contraddistingue, non ne avrebbe probabilmente nemmeno più il tempo.

avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2018 ore 11:16

Essendo nel terreno delle opinioni, non voglio certo convincere qualcuno ma, proprio contestualizzando, la mia opinione quella è: personal brand. Marketing ben praticato.


è troppo vecchio per questo concetto. È fuori dal suo tempo.

noi non calcoliamo mai il tempo che ci vuole dopo) o la dai da fare fuori e ti costa altrettanto. Invece il mio stampatore, ormai, sa da vent'anni come le voglio. E me le stampa come voglio io. E quindi io continuo con la pellicola.


grazie al caz.zo che pensa che ci voglia tanto tempo, ha il suo stampatore.

avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2018 ore 11:25

Essendo nel terreno delle opinioni, non voglio certo convincere qualcuno ma, proprio contestualizzando, la mia opinione quella è: personal brand. Marketing ben praticato.


è troppo vecchio per questo concetto. È fuori dal suo tempo.

noi non calcoliamo mai il tempo che ci vuole dopo) o la dai da fare fuori e ti costa altrettanto. Invece il mio stampatore, ormai, sa da vent'anni come le voglio. E me le stampa come voglio io. E quindi io continuo con la pellicola.


grazie al caz.zo che pensa che ci voglia tanto tempo, ha il suo stampatore.

avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2018 ore 14:30

Sicuramente le sue idee sono un mix di scopo, metodo e età avanzata.

Comunque, allargando il discorso, mi fa sempre un po' sorridere questo prendere come riferimento il fotografo tal dei tali per dimostrare/rafforzare una determinata asserzione.
Nel senso che è certamente utile per avere un parere su cui riflettere o per cercare di inquadrare meglio il lavoro di un autore. Ma se uno è bravo lo è non tanto per le idee in se, ma perché è riuscito a perseguirle con metodo e le capacità (tecnica, occhio, fantasia ecc.) in suo possesso hanno permesso di concretizzarle in lavori degni di nota.
Dicendola in maniera più semplice tra i grandissimi nomi si trova chi è un purista e usa la post al minimo, chi elabora pesantemente le proprie immagini, chi non sposta un capello, chi mette il soggetto in posa, chi consuma dieci rullini all'ora, chi scatta tre foto al mese, chi scatta solo se ha un progetto, chi prende quello che viene, chi scatta a colori, chi in bn, chi col banco ottico, chi col cellulare... ecc,
Alla fine se ha senso cercare di seguire le orme di quello più affine e/o incrementare la propria cultura, ne ha molto meno estrapolare la "ricetta per tutte le stagioni" da imporre a tutti.

Cioè alla fine Gardin è per un determinato tipo di fotografia. Le parole, per adesso, sono confermate dal suo lavoro (che può non piacere ma ha fatto la storia della fotografia italiana).
Una volta compreso e il suo pensiero sta a me seguire le sue orme o quelle di Gursky. Senza ritenermi migliore/più furbo per cosa decido...

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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