| inviato il 08 Febbraio 2018 ore 14:03
“ Il valore di una fotografia risiede in larga parte nella difficoltà per realizzarla. „ assolutamente d'accordo. Situazione del genere sono uguali anche nella naturalistica, ricordo tempo fa una serie di foto super wow postate sul forum. Un Martino che pesca un pesce scattata sott'acqua dove posa,nitidezza e colori ecc tutto al top. Ed è stata spacciata come tutto naturale tanto manico e molto fortuna  |
| inviato il 08 Febbraio 2018 ore 14:15
“ Il valore di una fotografia risiede in larga parte nella difficoltà per realizzarla „ Dipende per quale target si pubblica una foto. Se il target sono i fotoamatori/fotografi, probabilmente è vero. Se invece è il resto del mondo, cani, gatti, gorilla e alieni inclusi, allora è del tutto falso. |
| inviato il 08 Febbraio 2018 ore 14:28
@Astore @Patrizio È il solito discorso in cui dire “fotografia” vuol dire nulla e tutto. Se parliamo di foto di reportage e naturalistica è vero che il valore di una foto sta anche nelle difficoltà, tecniche e di altra natura, che il fotografo ha affrontato. Ad esempio su Natural Geographic di qualche mese fa c'era una foto a due pagine di una femmina di Leopardo con i cuccioli. La foto era in notturna e nella giungla, rumorossissima e sottoesposta, ma il valore della foto stava nell'aver immortalato un animale schivo e raro, per giunta con due cuccioli. Si può fare la stessa foto, fatta 10mila volte meglio ad animali in cattività, ma va da se che sono due scatti per nulla comparabili. Stesso discorso vale per il reportage, prendete come esempio “estremo” la foto vincitrice del WPP 2017 (assassinio dell'ambasciatore russo in Turchia). Ovviamente per altri generi valgono tutt'altre considerazioni. Nello Still Life o nelle foto di moda la luce e la composizione sono tutto. In una foto ricordo la tecnica e la composizione non contano per nulla, anche una foto sovraesposta di un nostro caro può suscitare ricordi ed emozioni inestimabili. E con questo finisco la mia fiera delle ovvietà :) |
| inviato il 08 Febbraio 2018 ore 14:32
La preoccupazione principale non dovrebbe essere di carattere fotografico ma antropologico. Gli Uros del lago Titicaca non esistono più, sulle isole galleggianti vivono controfigure che li impersonano. Gli Hamer d'Etiopia inscenano, non sempre sia chiaro, la cerimonia del salto del tori a beneficio dei turisti. Intere culture scompaiono e vengono sostituite dalla versione plastificata delle stesse, è un processo in gran parte inarrestabile ma di cui si potrebbe anche evitare di rendersi complici. |
| inviato il 08 Febbraio 2018 ore 14:49
Il discorso di Gerontosauro non è da sottovalutare: quando si prendono solo alcuni elementi di una cultura e li si banalizza stereotipandone l'aspetto puramente folcloristico-estetico, si perde di vista il vero valore di quella cultura e passa sotto silenzio la scomparsa di intere popolazioni. Credo che in questo caso il fotografo ottenga il risultato diametralmente opposto rispetto alle foto di Gardin all'interno dei manicomi negli anni '70: forse possono ancora essere considerati entrambi casi di reportage, ma hanno il medesimo valore? |
| inviato il 08 Febbraio 2018 ore 14:51
@Gerontosauro idolo subito. |
| inviato il 08 Febbraio 2018 ore 15:06
@ LeonardoB Saranno ovvietà, ma le hai esposte come meglio non si poteva ;-) |
| inviato il 08 Febbraio 2018 ore 15:15
“ E con questo finisco la mia fiera delle ovvietà :) „ Non sono ovvietà... Aggiungo che la foto ricordo può avere un valore affettivo enorme... ma se si spaccia la foto ricordo per una foto di reportage allora non si ha capito una fava! il 90% delle macro agli insetti che si vedono ora sono foto fatte ad insetti allevati. Si può apprezzare l'estetica, la tecnica ecc... ma non hanno valore naturalistico. Stessa cosa per le foto dai capanni dove i volatili sono regolarmente alimentati al punto che ti planano sulla mano. Ora va bene tutto ovviamente. Se non fosse che poi c'è gente che grazie all'ignoranza di qualche credulone ci vive pure sopra e si innalza a profondo conoscitore della fotografia. E alla fine nelle prime pagine dei siti si vedono i soliti monaci, pescatori, passeriformi da 500 is, mantidi esotiche ecc... belle ma tolgono posto a lavori più significativi. Ad ogni modo mi tocca dare ragione a Zen... poi alla fine mi vien da dire: ma stica//i |
| inviato il 08 Febbraio 2018 ore 15:23
Io invece vado controcorrente: i fotografi centrano ben poco con questa situazione ed essere definiti complici è davvero brutto. Perché quelle culture già non esistono più, travolte sì dalla "modernizzazione" ma soprattutto da un loro scelta: meglio perdere le tradizioni e avere lo stomaco pieno e un tetto sulla testa che essere poveri e affamati ma fotogenici e genuini. Gli Uros preferiscono vivere al caldo dentro ad una casa di mattoni in qualche sobborgo di Puno piuttosto che congelare al freddo nelle capanne di paglia sul lago, così come gli Himba appena possono scappano dai loro greggi di capre e vanno a cercare di sopravvivere nelle cittadine più moderne della Namibia; oppure ancora gli aborigeni australiani o i nativi americani, che preferiscono bersi il sussidio statale o vendere ninnoli "made in china" agli angoli delle strade piuttosto che portare avanti le loro gloriose tradizioni secolari. Che poi sia un peccato che determinate tradizioni vadano perdute, è vero: che però quasi si auspichi che tali persone rimangano povere e disagiate perché così le foto sono "più vere", non mi sembra una gran idea. |
| inviato il 08 Febbraio 2018 ore 15:58
Scusate se vado OT. Sapete mica dirmi se bisogna pagare il dazio anche ai pontili protesi tra mare e cieli tempestosi? |
| inviato il 08 Febbraio 2018 ore 16:02
Catand, fammi capire. Se una cultura scompare allora un fotografo può allestire un set? Come per la prostituzione insomma solo colpa della prostituta che si vende e vuole i soldi? |
| inviato il 08 Febbraio 2018 ore 16:03
“ Sapete mica dirmi se bisogna pagare il dazio anche ai pontili protesi tra mare e cieli tempestosi? „ No li mi sa che ci arrivi ancora liberamente. Avessi detto Plitvice allora il biglietto costa 150kn nei periodi più interessanti, man mano che le foglie cadono diminuisce... |
| inviato il 08 Febbraio 2018 ore 16:04
È uno solo, sempre lo stesso. Oramai la pesca col cormorano è solo roba per turisti. Non la pratica più nessuno a parte quel vecchietto. Difatti quando vedo queste foto non mi emoziono più visto e rivisto 100 volte. Piuttosto mi spiace che una tecnica così antica presto sparirà per sempre, ma almeno avremo migliaia di foto ricordo |
user81826 | inviato il 08 Febbraio 2018 ore 16:05
Per me il discorso si riduce alle intenzioni del fotografo più che al realismo della scena e per valutare realmente il valore di una fotografia è necessario il più possibile conoscerle; questo è valido quantomeno in un ambito per così dire "naturalistico" dove almeno io valuto anche il "viaggio" e non solo il risultato finale. |
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