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Il caso McCurry è un po' particolare: lui non ha mai sostenuto di fare reportage, però non ha mai nemmeno smentito tutti quelli che lo hanno sempre presentato come fotoreporter "fatto e finito"; è questo atteggiamento ambiguo che ha scatenato tutte le polemiche, perché a lungo andare ha avuto come conseguenza paradossale quella di "decontestualizzare" idealmente, nell'opinione pubblica, tutta la sua produzione passata e recente.
Quando lumiere fecero proiettare il loro treno la gente scappava dal cinema terrorizzata, ora sappiamo che non ti arriva addosso il treno e nessuno scappa più, è cambiata la consapevolezza. Si possono fare fotomontaggi bellissimi, quindi falsi, senza per questo volerli rifiutare, basta sapere che sono falsi e capire a cosa servono.
Sul reportage, quel che volevo dire è che secondo me, cercare di fotografare etnie, popoli e culture come erano 100 anni fa prima di vedere l'uomo bianco, non ha senso in zone frequentate da turisti, dovrebbe cambiare il sentire il reportage. Se vado negli USA non voglio fotografare gli indiani nativi con le penne d'aquila mentre dicono augh. E poi: McCurry metteva in posa le persone che riprendeva, le metteva davanti ad un fondale: solo ritratti o reportage di quella cultura? Vattelaepsca! Infine, non è solo questione di vero o non vero, è anche questione di verosimile o non verosimile, il giornalista che scrive non riporta dialoghi ma li riassume e spesso interpreta, così per me il fotogiornalista che fa un reportage. Come mi devo fidare del giornalista, devo fidarmi del fotogiornalista. La reputazione è tutto il suo bagaglio.
“ Quando i Lumiere fecero proiettare il loro treno la gente scappava dal cinema terrorizzata, ora sappiamo che non ti arriva addosso il treno e nessuno scappa più, è cambiata la consapevolezza. „
“ Sul reportage, quel che volevo dire è che secondo me, cercare di fotografare etnie, popoli e culture come erano 100 anni fa prima di vedere l'uomo bianco, non ha senso in zone frequentate da turisti, „
e su questo siamo perfettamente d'accordo, come sul fatto di doversi comunque fidare tanto del giornalista quanto del fotoreporter; quello che mi lascia perplesso è riassumibile con la vicenda di McCurry; nel momento in cui presenta immagini che per ciò che mostrano, e per il contesto in cui le presenta, sono evidentemente altro che non il classico reportage, ebbene proprio su quelle ci si scandalizza perché si scopre che sono state prodotte senza seguire i criteri, reali o presunti, del reportage; sono questi atteggiamenti che mi fanno pensare che in realtà ci sia meno consapevolezza di un tempo, tra quanti osservano una foto: se veramente la gente sapesse riconoscere quanto meno il contesto in cui un prodotto viene presentato, e di conseguenza sapesse valutare la libertà o meno che quel contesto permette, tutta questa bagarre non ci sarebbe stata.
“ La ragazza Afghana era in posa, lui l'ha detto mille volte, non è reportage? Fotografare i ragazzini in posa mentre vengono fotografati da torme di turisti, non è reportage? „
ha essere onesti l'ha detto dopo, molto dopo che la fotografia diventasse famosa, quando ha iniziato a fare conferenze ben pagato per descrivere la sua tecnica fotografica.
Inoltre, non solo l'ha messa in posa, ma aveva assistenti che sceglievano lo sfondo abbinando i colori e gestivano le luci.
Una foto più che bella ma, personalmente, non credo che questo sia reportage.
Ai miei tempi. Lo dicevano anche i miei genitori. E i loro nonni. Ma davvero pensate che i ragazzi di oggi siano meno dotati di conoscenza di chi li ha preceduti, e che quello che osserviamo derivi da ignoranza? Sono esposti a stimoli diversi, hanno un bagaglio diverso, e rigettarlo o svilirlo è il primo segno di ignoranza. Casomai la questione è di tipo morale. E forse in un mondo sempre più veloce il tempo per fermarsi a riflettere su cosa si fa, se è opportuno oppure no, manca un po' a tutti. Se poi vogliamo dare la colpa a un CMOS certo abbiamo trovato la soluzione più veloce
Caccia di premi... se i premi li danno a fotografie stereotipate fatte con lo stampino... è "normale" che per vincere si cerchi di trovare lo stampino giusto. Che poi chi vince è anche bravo eh... ma la foto ha personalità 0.
Come in tutte le cose, specialmente nelle arti, importante è essere bravi, ma altrettanto importante è essere buoni venditori (promotori) di sé stessi. Solo così si sale nell'Olimpo dei big.
“ Una foto più che bella ma, personalmente, non credo che questo sia reportage. „
Non dico che hai torno ma non sono sicuro che tu abbia ragione, se faccio 2mila ritratti di una popolazione sto facendo reportage o ritratti? E' importante lo sfondo che uso o se altero i loro vestiti o i loro colori tribali? Giacomelli faceva reportage? (ho una fissa per lui)
“ Ma davvero pensate che i ragazzi di oggi siano meno dotati di conoscenza di chi li ha preceduti „
Concordo e aggiungo una frase di mio padre: ai miei tempi all'Università studiavamo molte meno materie, perché ce ne erano molte meno di adesso, logico che approfondissimo molto. Ora ci sono molte più cose che si sanno e molte più cose da studiare.
Si ma alla fine finisce sempre alla stessa maniera: a parlare di McCurry! Guardate che McCurry è il classico Signor Nessuno ... nel senso che per quanto sia un ottimo fotografo, anche se a me personamente non piace molto, è solo uno degli innumerevoli fotografi, tutti peraltro quantomeno alla sua altezza quanto a capacità professionali, che girano intorno al National Geographic Magazine ...
Beh, signor nessuno. Non è il mio fotografo preferito ma l'afgana, vista dal vero è la gioconda fotografica.
Comunque: Due vite sono state distrutte, e io prendevo dei soldi. Ero un eroe
«...Il generale ha ucciso il Viet Cong; io ho ucciso il generale con la mia macchina fotografica... Il Viet Cong, si credeva fosse stato il responsabile dell'uccisione della moglie e dei sei figli di uno degli ufficiali di Loan...»
Secondo me c'entra con il fotoreportage e con la verità
Non conoscevo la storia Grazie per averle dato risalto. Mi fa riflettere sul perché fotografo e non faccio mai un video. La fotografia isolando un singolo istante lascia aperta l'immaginazione su tutto il contorno nello spazio e nel tempo. Condivido che quanto va bene nella fotografia artistica tanto va considerato con cura nella fotografia di reportage che merita un discorso a parte. La prima può essere verosimile la seconda deve essere veritiera e chi le premia dovrebbe tenerne dovuto conto, credo
Ma infatti la foto dell'esecuzione del Viet Cong è fotoreportage; si pretende, come si pretendeva allora, che quella foto racconti la verità. Bèh, quella foto è la verità, solo che non è il concetto di verità che si pretende da un racconto complesso e che una foto non può restituire; quell'immagine è la verità di un gesto, una verità puramente fisica. Una foto non potrà mai raccontare da sola i retroscena di quell'istante, potrà solo raccontare quell'istante, e per giunta solo relativamente al campo inquadrato; è per questo che anche la fotografia di reportage può dare luogo a più interpretazioni, ma questo non inficia il fatto che racconti la verità fisica di quell'istante. Il problema nasce quando quell'istante viene preparato ad arte per quella foto; in quel caso è possibile che quell'immagine racconti ancora uno spezzone di verità legata a quel racconto e che quindi sia ancora reportage, ma è anche altamente probabile che non la si possa considerare tale. Se l'esecuzione fosse stata eseguita solo per essere fotografata, ma comunque il morto fosse reale, sarebbe ancora reportage, perché testimonierebbe comunque un fatto drammaticamente autentico, anche se messo in piedi ad hoc per realizzare l'immagine, se invece anche il morto fosse una finzione, allora in quel caso ci andrei molto più cauto a definirla ancora reportage, altrimenti che differenza ci sarebbe tra una notizia e una fake news? Poi bisogna vedere il testo dell'articolo corredato da quella foto, ma questa è un'altra faccenda.
Sto facendo un reportage sui tossici. Chiedo a uno di poterlo fotografare. Quello accetta, si siede su una sedia sgangherata e tira fuori la siringa e usa uno straccio blu elettrico come laccio. Gli chiedo di spostarsi 5 metri più in là perché la luce non è adatta, poi di cambiare il laccio usando un altro straccio rosso che ha. Sto facendo reportage o una foto costruita che non è reportage?
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