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Atmosfere magiche e colori pastello


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avatarsenior
inviato il 21 Gennaio 2018 ore 8:18

Andrea lo stile è la somma di tutte le tecniche e le scelte persino di attrezzatura che un artista/artiguano compie per realizzare i suoi lavori.....
Lo stile di eddie van halen è caratterizzato anche dagli effetti che utilizzava tra chitarra e amplificatore.....giusto per fare un esempio extra fotografico....
Trovo strano che il modo in cui un fotografo produce i suoi scatti non possa essere accettato come parte del suo stile...
Lo stile di mccurry (non quello in bw dei reportage in afghanistan) non era influenzato dal tipo di pellicola che usava? Mi pare ovvio che la risposta sia un enorme SI....

Ps
Quello che dice pode nell'ultimo intervento è giustissimo....

avatarsenior
inviato il 21 Gennaio 2018 ore 8:36

Lo stile personale ha sempre prodotto "manierismo", che ne è sempre stata la sua variante in forma di "moda" cioè di quello che il committente chiedeva di riprodurre, indipendentemente dal fatto che oggi sia il mercato stesso a "indurlo" a fare quella richiesta; c'era manierismo, cioè moda, nella richiesta di copie di statue greche da parte dei patrizi romani, c'era manierismo nella richiesta di dipinti "alla Michelangelo" o nello stile della "Scuola veneta" ecc.; è normale che ci sia anche nella fotografia. Forse ce ne rendiamo conto solo adesso perché è solo adesso che la fotografia ha raggiunto determinati livelli di richiesta da parte di quel pubblico che in precedenza si rivolgeva ad altre forme d'arte.
Infine, come è sempre accaduto, è normale che chi si trova alle prime armi chieda consigli su come apprendere le tecniche che già vengono applicate da tanti altri: anche questa è scuola

avatarsenior
inviato il 21 Gennaio 2018 ore 8:41

Come non riconoscere lo stile! Un esempio bellissimo a chitarra.
Il problema non è lo stile di chi lo ha creato, il problema siamo noi che lo copiamo, più o meno bene. A quel punto, uno stile conosciuto, riconoscibile, diventa stucchevole. Per questo a me lo stile del post iniziale stanca, diventa "maniera". E' la differenza che passa tra essere Botticelli e dipingere come Botticelli, essere Dante o scrivere una commedia allo stile di Dante.

Chiaramente non credo si possa pretendere da un amatore, ma neppure da un professionista, di essere innovativo, artistico, rivoluzionario, pena l'esclusione dalla fotografia e il divieto dell'utilizzo del mezzo. E non è neppure vero che adesso è più difficile fare fotografie nuove che in passato: giudicare ora le foto del passato, dicendo che erano facili da pensare è errato, come dire che era facile fare la Gioconda perché qualunque studente di Belle Arti è in grado di rifartela identica pure nelle sfumature

avatarsenior
inviato il 21 Gennaio 2018 ore 8:46

Mtdbo, hai pienamente ragione, ed è esattamente questo che fa la differenza tra quanti si cimentano in una forma espressiva e chi raggiunge il livello dell'arte

avatarsenior
inviato il 21 Gennaio 2018 ore 8:53

Pode mi spiace che tu ti senta offeso ma io non intendevo proprio offendere nessuno. Sia chiara una cosa: io stesso sono andato a leggermi tutte le risposte di Angus e sono andato, molto incuriosito, a vedermi il video su light bleeding e sul dodge&burn. Io stesso ho postato due foto che mostrano di essere state prodotte con tecniche apparentemente diverse nell'intento di conoscere come erano state fatte (anche se purtroppo finora non mi è stato chiarito) e questo ti dimostra che anche io ho delle curiosità come le tue ed anche a me fa piacere che tu abbia postato quelle foto e che Angus mi abbia spiegato come sono eseguite. Arricchire il bagaglio personale di esperienze e tecniche diverse è cosa SEMPRE positiva in sé.
Anche l'aneddoto che ho raccontato era solo uno spunto di ulteriore riflessione, se vogliamo rappresenta a ben vedere una leggera deviazione fuori tema, tant'è che l'ho proposta come nuovo 3D a sé stante altrove qui nel forum. Quella mia riflessione non è una critica personale verso te o alcun altro: ognuno a buon diritto cerca la sua difficile strada nella sua vita e carriera fotografica. Volevo solo esprimere il mio restare amareggiato di fronte al fatto che, credendo che la foto possa essere forma di espressione artistica, me la ritrovo a usare metodi tipici dell'industria della moda, produrre foto come camicette. E quando si dice che una foto mostra un look della PE 2017, possiamo stare certi che nella PE 2018 sarà datata, sorpassata e dimenticata, e quindi non ci troviamo di fronte ad uno stile artistico (e sono convinto che questo valga anche per le foto e lo "stile" delle due foto di Milano da me postate). Anche qui non dovrei essere troppo manicheo, in realtà la fotografia è sempre stata e sempre sarà borderline tra industria, lavoro ed arte. Resto comunque convinto che la difficile fatica di trovare uno stile personale non trova la soluzione in una azione o in due slider. Forse nemmeno esiste la soluzione ed il nostro desiderio è destinato a rimanere inevaso (leggilo il saggio della Sontag se puoi Pode). Forse è per quello che oggi la foto artistica è "virata" sempre più e si è "ibridata" nel concettuale, dove lo stile in sé appartiene più al rappresentato che non al medium di rappresentazione.
Sono tutti pareri personali ovviamente magari pareri sbagliati e nella discussione sono aperto al contraddittorio ed a rivedere le mia convinzioni se sono sbagliate.
Aggiungo infine che sia le foto paesaggistiche da te postate che quelle di Milano che ho io stesso postato sono foto che denotano una perizia "con i fiocchi", non voglio fare la volpe con l'uva ed ammetto apertamente che... sapessi farle io quelle foto. Però metto l'avviso ai naviganti: dobbiamo distinguere l'arte dalla perizia tecnica e lo stile dalle mode.

avatarjunior
inviato il 21 Gennaio 2018 ore 9:10

No no Andrea....forse mi sono spiegato male....MrGreen Sorriso io non mi sento offeso e NESSUNO MI HA OFFESO......era esattamente il contrario....mi stavo IO scusando se qualcuno si sentiva offeso dalle mie parole....perché non era mia intenzione offendereSorriso

avatarsenior
inviato il 21 Gennaio 2018 ore 9:22

Pode, comunque siamo in tanti a cercare lumi su quelle tecniche e a provare ad applicarle anche solo per capirle, magari per avere un'idea più chiara e precisa su quale possa essere un possibile confine, o più appropriatamente una "terra di nessuno", tra fotografia e altre forme espressive; magari per trovare il modo di recuperarne un uso minimale che possa essere funzionale ad una foto senza snaturarla

avatarsenior
inviato il 21 Gennaio 2018 ore 10:29

Rispondo a Pode e Angus.
Lungi da me l'idea di dividere i fotografi in serie A e serie B. Ognuno segue le proprie inclinazioni che hanno pari dignità.

Concordo con chi mi ha preceduto sulle tecniche che diventano manierismo e sulle mode fotografiche che hanno un ciclo di vita di qualche stagione e poi cadono dimenticate per sempre.

Sempre nella mia modestissima opinione, il nodo sta in cosa ci sia di "importante" in un paesaggio.
L'esasperazione degli "effetti speciali" che allontanano il risultato finale sia dalla realtà percepita dall'occhio umano, sia dalla riproduzione fotografica possono essere una ricerca tecnica stimolante ma non un fine espressivo per un fotografo.
Sta lì l'essenza di un paesaggio? Non mi pare (tranne ovviamente le molte eccezioni positive).

Che domande si pone il fotografo di fronte al suo soggetto?
Se si pone lo scopo di come fare a ridurre la scena dentro un cliché estetico, questo mi pare un obiettivo piuttosto riduttivo.
Se invece, ad esempio, il fotografo si mette in ascolto di cosa quel paesaggio prova a suggerirgli, allora può provare a raccontare quello. Che è sempre una storia personale e non la maldestra copia di una tecnica inventata da altri.
E una storia personale si racconta in modo diretto non con un'iperbole.

Quindi Pode va benissimo studiare la "carbonara" (incuriosisce anche me) però, proprio perché dici di essere all'inizio, vorrei solo suggerirti di non incamminarti su un'unica via.

Come fotografo, tu sei lo sciamano che ascolta la voce delle montagne. Di cosa ti parlano? Di silenzio? Solitudine? Forza? Quello devi raccontare.
E non ci sono tutorial, devi fare la tua strada. Pensa alla fine che soddisfazione...


avatarsenior
inviato il 21 Gennaio 2018 ore 10:38

Ale z
Molto brevemente
La produzione di uno scatto deve essere fatta in funzione di quali parti del racconto vogliamo enfatizzare....
È parte del linguaggio fotografico. Non scadere nel manierismo, non omologarsi....questo è ovvio....

avatarsenior
inviato il 21 Gennaio 2018 ore 11:14

@Ale
Sempre nella mia modestissima opinione, il nodo sta in cosa ci sia di "importante" in un paesaggio.
L'esasperazione degli "effetti speciali" che allontanano il risultato finale sia dalla realtà percepita dall'occhio umano, sia dalla riproduzione fotografica possono essere una ricerca tecnica stimolante ma non un fine espressivo per un fotografo.
Sta lì l'essenza di un paesaggio? Non mi pare (tranne ovviamente le molte eccezioni positive).


L'equivoco nasce dal fatto che si stanno mischiando due generi differenti, in special modo per il loro fine. Ale, stai parlando di fotografia naturalistica, portandola a paragone di un genere commercial, legato alla fantasia dell'autore, ma anche (in alcuni casi) atto a creare fenomeni di massa (assolutamente da non intendere come eccezione negativa). Per l'autore é fondamentale averne consapevolezza. Il fruitore invece deve essere capace di sapere distinguere. Un saluto a tutti dalle Highlands scozzesi! Cool

user90373
avatar
inviato il 21 Gennaio 2018 ore 11:16

Credo che lo "stile" sia una cosa innata poi, con l'impegno e lo studio, possiamo affinarlo, adattarlo, renderlo fruibile ma, impararlo, no. Sorriso

avatarsenior
inviato il 21 Gennaio 2018 ore 11:40

Beckerwins:
L'equivoco nasce dal fatto che si stanno mischiando due generi differenti, in special modo per il loro fine. Ale, stai parlando di fotografia naturalistica, portandola a paragone di un genere commercial

Concordo sulla necessità di questa distinzione.
Ma mentre ad esempio nel ritratto è più chiara questa differenza di scopo, mi pare (mi sbaglierò...) che sia più diffusa la convinzione che il "paesaggio iperbolico" sia il modo "giusto e desiderabile" di fare fotografia di paesaggio.


Ettore:
Credo che lo "stile" sia una cosa innata poi, con l'impegno e lo studio, possiamo affinarlo, adattarlo, renderlo fruibile ma, impararlo, no

Non sono così pessimista. Credo che uno stile proprio sia alla portata di quasi tutti. Ma si tratta di riuscire a svilupparlo. E non tutti fanno le mosse giuste.

avatarsenior
inviato il 21 Gennaio 2018 ore 12:02

Ma mentre ad esempio nel ritratto è più chiara questa differenza di scopo, mi pare (mi sbaglierò...) che sia più diffusa la convinzione che il "paesaggio iperbolico" sia il modo "giusto e desiderabile" di fare fotografia di paesaggio.

Dipende dal contesto. Infatti, dato che si parla di massificazione, il genere "fantasy" ha piú successo se circoscritto nel web e piú specificamente nei socials. Fuori da questo contesto, le cose cambiano in maniera importante. Trattasi, anche di una questione di tematiche. La fotografia naturalistica va discussa e approfondita, anche oltre la purissima estetica (che rimane comunque un aspetto oggi importante anche in questo ambito). ;-)

avatarsenior
inviato il 21 Gennaio 2018 ore 13:15

Io volevo solo chiedere una cosa a tutti quelli intervenuti in questa discussione.
È una cosa davvero molto semplice, e molto terra terra, ma secondo me fondamentale per capire di cosa state parlando.
Secondo voi le foto di Fabio Marchini, linkate come esempio all'inizio di questa discussione, rientrano nello stile "fantasy" o autunno inverno 2017 come mi è parso di aver letto da qualche parte?
Ringrazio fin da subito per la risposta.

avatarsenior
inviato il 21 Gennaio 2018 ore 15:33

Io mi riferisco alla piega presa dalla discussione. Ben diversa rispetto al post iniziale.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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