| inviato il 04 Marzo 2024 ore 16:52
io ho visto l'unico che propone la sekonic, cioè il C800U, e costa ben più di 1000€. Quale costa 300 per curiosità? |
| inviato il 04 Marzo 2024 ore 16:56
Dai 300 euro in su...non mi pare una cifra inaccessibile... ********************* Dai 300 in su trovi gli esposimetri esterni, che avevano una buona diffusione e se ne trovavano anche di economici, perlomeno relativamente... i termocolorimetri invece avevano una diffusione limitatissima, in media costavano più degli esposimetri, e quindi anche da usati sono piuttosto rari... e costosi. |
| inviato il 04 Marzo 2024 ore 18:44
Uhm. “ Dai 300 euro in su...non mi pare una cifra inaccessibile... „ Per risparmiare 2 minuti tre volte all'anno non so se è conveniente… Comunque ci sono app tipo ESPOSIMETRO per iphone che danno i k della luce. Mancherebbero verde-magenta, magari c'è qualche app più precisa, ma neanche ai tempi delle diapositive avevo visto l'utilità di compensare precisamente il colore della luce. |
| inviato il 04 Marzo 2024 ore 18:53
“ ...ma neanche ai tempi delle diapositive avevo visto l'utilità di compensare precisamente il colore della luce. „ Scherzi? Ai tempi delle diapositive come dici te, per le riprese in interni ed anche esterni o con luce mista insomma, il fotografo andava in giro con una valigetta con dentro decine di filtri Kodak di correzione o conversione...e il termocolorimetro, in base ad una tabella, ti diceva quale/i filtri usare in ogni occasione... Vabbè che erano altri tempi, ma il termocolorimetro era una cosa seria e veniva usato più di quanto si pensi...poi con il digitale è andato in vacca anche lui, come il bilanciamento del bianco per capirsi che oggi si fa in Auto il più delle volte... |
| inviato il 04 Marzo 2024 ore 18:56
Il Minolta lo conosco, è eccellente. |
| inviato il 04 Marzo 2024 ore 19:10
Scherzi? Ai tempi delle diapositive come dici te, per le riprese in interni ed anche esterni o con luce mista insomma, il fotografo andava in giro con una valigetta con dentro decine di filtri Kodak di correzione o conversione...e il termocolorimetro, in base ad una tabella, ti diceva quale/i filtri usare in ogni occasione... ********************** Precisamente. Ai tempi delle diapositive, in particolare per certi lavori particolarmente critici come la riproduzione fotografica dei dipinti, quella di misurare e di correggere di fino la temperatura della luce era, semplicemente, una conditio sine qua non. Anche perché, pur adoperando pellicole tarate per 3200° K con lampade a 3200° K, questa corrispondenza è precisa e sicura per la prima ora di vita della lampada, dopo inevitabilmente la temperatura della luce cambia con l'invecchiamento... e le correzioni le devi fare per forza, sempre che, ripeto, sia obbligatoriamente richiesta una corrispondenza quanto più possibile precisa. |
| inviato il 04 Marzo 2024 ore 19:15
Dimenticavo: ai lati dei dipinti fotografati poi era obbligatorio riprendere sia la scala dei colori che quella dei grigi... altrimenti non si poteva certificare l'assoluta rispondenza degli stessi |
| inviato il 04 Marzo 2024 ore 19:16
Ma erano altri tempi... e questa è solo una delle millanta semplificazioni indotte dalla "rivoluzione digitale"! |
| inviato il 04 Marzo 2024 ore 19:48
Io ho un esposimetro esterno Gossen Profisix che ha come accessorio il termicolorimetro. Ma per ii tipo di fotografia che faccio io non è fondamentale. Anzi in genere le dominanti della luce naturale mi piacciono. |
| inviato il 04 Marzo 2024 ore 20:00
Grazie per le risposte, si il termocolorimetro sarebbe lo strumento definitivo ma come dice Maurese la spesa non sarebbe giustificata per l'uso sporadico che ne farei. |
| inviato il 04 Marzo 2024 ore 20:01
Per i lampisti travolti dalle gelatine un consiglio può essere questo. Con un target di colore grigio neutro certificato, si verifica prima di tutto la reale temperatura K del proprio flash. Questo per due motivi: 1) perché non è detto che corrisponda a quella nominale (anzi può variare da lampo a lampo…); 2) perché va misurata con lo strumento che di fatto utilizziamo per correggere il colore, cioè il nostro convertitore raw. Che può avere un'idea tutta sua del valore K di un illuminante. Ma importa poco perché se facciamo il WB con quello… quello comanda. La stessa operazione la si fa variando in camera il valore K fino a che il lampo del flash produce uno scatto con il grigio perfettamente neutro. In questo modo scopriamo cosa "pensa" la fotocamera della temperatura K del flash. Non è affatto detto che le due misure corrispondano. A questo punto ogni variazione introdotta da una gelatina (che dovrebbe riportare il valore in K) diventa compensabile variando la regolazione manuale dei K in macchina. È già un passo in avanti. |
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