| inviato il 01 Dicembre 2017 ore 9:15
“ @Cirillo Donelli : molto interessante quello che hai scritto. La tua esperienza ti ha sicuramente arricchito e probabilmente ha allontanato da te la paura della morte. E' cosi ? „ Si, la morte fisica non mi fa, almeno teoricamente, paura. |
| inviato il 01 Dicembre 2017 ore 9:18
Quando ho inziato questo thread pensavo che ci fosse qualcuno che dopo la propria morte sperasse di incontrare di nuovo persone care che sono mancate. Questa è la mia speranza : ho perso mia/nostra figlia due anni fa e nella nostra vita c'è un vuoto che possiamo colmare solo sperando di ritrovarla un giorno. |
| inviato il 01 Dicembre 2017 ore 9:43
@Cesaregiancarlo penso che tutti, anche gli atei più coriacei, sotto sotto covino questa speranza. E' solo che non tutti sono disposti ad ammetterlo. Io come ho detto sono completamente agnostico sul tema, non so cosa ci sarà dopo la morte e non faccio ipotesi... ma parafrasando non so più chi, credo che un aldilà in cui non si possano rivedere tutte le persone care che ci sono mancate sia un aldilà in cui non vale la pena andare. |
| inviato il 01 Dicembre 2017 ore 9:49
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| inviato il 01 Dicembre 2017 ore 10:01
“ Quando ho inziato questo thread pensavo che ci fosse qualcuno che dopo la propria morte sperasse di incontrare di nuovo persone care che sono mancate. Questa è la mia speranza : ho perso mia/nostra figlia due anni fa e nella nostra vita c'è un vuoto che possiamo colmare solo sperando di ritrovarla un giorno. „ Cesare Giancarlo. non tutti hanno voglia di esternare fatti così importanti e toccanti, ma non siamo di certo gli unici ad averli vissuti. A sei anni ho perso mia sorella piccina e l'esperienza mi ha condizionato a tal punto che il rapporto con la mia attuale compagna e diventata una relazione d'acciaio, abbiamo innanzitutto una legame affettivo e fraterno fortissimo anche se non siamo fratelli di nascita, siamo in grado di affrontare qualsiasi evenienza e abbiamo superato guai belli tosti. Sono convinto che l'amore e la solidarietà con la persona/e adatte sia determinante per superare indenni certi momenti. La vita secondo la mia modesta opinione fluisce ciclicamente in una serie di incarnazioni, alla fine abbiamo sempre la possibilità di riscattarci come esseri virtuosi, questo vale anche per le persone scomparse. |
| inviato il 01 Dicembre 2017 ore 10:12
Cirillo Donelli : è vero c'è sempre un certo timore nel parlare di cose intime e così personali ma d'altra parte un argomento come quello di questo thread non può che essere trattato con animo aperto. Capisco che la tua esperienza ha condizionato il tuo rapporto ed è quello che ha condizionato mia moglie e me se tieni conto che nostra figlia era una persona down che è la nostra primogenita nata quando mia moglie aveva 20 anni . Abbiamo vissuto con lei e per lei e ci ha dato più gioia e felicità di quanto forse noi siamo stati capaci di darle e dopo 47 anni di vita in simbiosi ci ha lasciato. Capirai come è difficile non sperare di ritrovarla un giorno . Scusa questo sfogo personale, non tornerò più sull'argomento. |
| inviato il 01 Dicembre 2017 ore 10:16
Il problema del "cosa c'era prima" e delle eventuali reincarnazioni, però, consiste proprio nella mancanza di una spiegazione del perché (in senso escatologico) di questa serie di reincarnazioni in un mondo materiale che è, evidentemente e innegabilmente, imperfetto, doloroso e spesso demoralizzante. Che senso ha aver iniziato ad incarnarsi in qualcosa di estremamente imperfetto se prima si viveva nella perfezione assoluta e, soprattutto, se lo scopo ultimo di tutta la sequenza è quello di ritrovare la perfezione? Forse abbiamo tutti lo spirito di Tafazzi? P.S. la battuta è per sdrammatizzare ma la domanda rimane |
| inviato il 01 Dicembre 2017 ore 10:21
“ è vero c'è sempre un certo timore nel parlare di cose intime e così personali ma d'altra parte un argomento come quello di questo thread non può che essere trattato con animo aperto „ . Sono d'accordo questo 3D va discusso con animo aperto e sincero. Cesare, lo sfogo è umano e terapeutico allo stesso tempo, e noi siamo proprio umani e non c'è ne dobbiamo vergognare, anzi dobbiamo considerarci previlegiati perchè attraverso le esperienze ,anche le più dure, abbiamo la possibilità di percorrere la via della virtù. “ Scusa questo sfogo personale, non tornerò più sull'argomento „ per quanto mi riguarda nessun problema, ti comprendo. |
| inviato il 01 Dicembre 2017 ore 10:46
“ Che senso ha aver iniziato ad incarnarsi in qualcosa di estremamente imperfetto se prima si viveva nella perfezione assoluta e, soprattutto, se lo scopo ultimo di tutta la sequenza è quello di ritrovare la perfezione? „ Daniele. Domanda interessante. Il cardine della questione è proprio questo: noi nasciamo come forma di coscienza decisamente imperfetta e bisognosa di esperienze, questo è il motivo del ciclo delle incarnazioni (non reincarnazioni coscienti) che con la pratica virtuosa e la ricerca della conoscenza del se porta alla realizzazione, nella teologia Buddista il fine ultimo è il raggiungimento del nirvana. P.s. comunque non sono un'esperto di buddismo e nemmeno un praticante di tale via almeno per ora , ma in linea di massima e filosoficamente parlando, accetto che la ciclicità della vita può avere queste motivazioni, l'evoluzione del se cosciente e il miglioramento della specie umana in una forma perfetta o quasi. |
| inviato il 01 Dicembre 2017 ore 11:11
Mi scuso pubblicamente per aver inquinato il 3D con le mie battute. Me ne rammarico e tenterò di offrire il mio modo di vedere la questione. A presto. |
| inviato il 01 Dicembre 2017 ore 11:16
“ Mi scuso pubblicamente per aver inquinato il 3D con le mie battute. Me ne rammarico e tenterò di offrire il mio modo di vedere la questione. A presto. „ Maurizio il tuo precedente post . . . mi è piaciuto tantissimo, mi ha messo di buon umore. |
| inviato il 01 Dicembre 2017 ore 11:31
c'è una grande varietà di opinioni che riflettono anche l'approccio verso la vita di ciascuno di noi. Una mia grande amica sostiene che la metempsicosi è la sua risposta. Noi non muoriamo ma rinasciano in altra forma , animale, pietra, albero e che proveniamo appunto da altre forme : quindi ad esempio ora sei un medico ma prima eri uno scarafaggio e dopo sarai magarai una prostituta o una regina. (già perché anche il sesso non è fisso) La realtà è che nessuno è mai tornato indietro e raccontarci cosa c'è "dopo" |
| inviato il 01 Dicembre 2017 ore 11:35
“ La realtà è che nessuno è mai tornato indietro e raccontarci cosa c'è "dopo" „ una bella fregatura non avere testimonianze dirette . . . di ritornati. |
| inviato il 01 Dicembre 2017 ore 12:45
Scusate ho pubblicato il video nel momento più serio e quindi meno idoneo.. lo trovo simpatico basato selle religioni norrena e quella cristiana Personalmente la mia visione è più scentifica che ideologica, io non riesco a concepire che ci possa essere una vita dopo la morte o una reincarnazione. Non ne trovo una logica. Anche se, sapere che c'è qualcosa dopo la morte, mi conforterebbe molto di più. Filosoficamente/mentalmente parlando bisognerebbe credere in ciò che ci rassicura/preferiamo; è un modo migliore per vivere la vita attuale. |
| inviato il 01 Dicembre 2017 ore 13:51
“ Il problema del "cosa c'era prima" e delle eventuali reincarnazioni, però, consiste proprio nella mancanza di una spiegazione del perché (in senso escatologico) di questa serie di reincarnazioni in un mondo materiale che è, evidentemente e innegabilmente, imperfetto, doloroso e spesso demoralizzante. Che senso ha aver iniziato ad incarnarsi in qualcosa di estremamente imperfetto se prima si viveva nella perfezione assoluta e, soprattutto, se lo scopo ultimo di tutta la sequenza è quello di ritrovare la perfezione? Forse abbiamo tutti lo spirito di Tafazzi? „ Per risponderti, prima di tutto occorre capire cosa è la morte. Hai presente il collo lungo delle giraffe, o gli occhi da talpa? Sono due caratteristiche evoluzionistiche vincenti. Il collo lungo della giraffa vince per brucare le acace e per vedere predatori da lontano. Gli occhi da talpa vincono perchè eiettare sangue su occhi da falco è troppo dispendioso per un animale di abitudini ipogee, inutile, meglio eiettarlo su arti per scavare. Quindi anche gli occhi ridicoli della talpa sono un esempio di evoluzione vincente. Bene, cosa è la morte? è una caratteristica evolutiva vincente. Supponi i primi organismi unicellulari, la morte non era prevista. Certo se cadeva un sasso l'organismo poteva essere distrutto, o morire di fame, ma non era scritto nel suo DNA "tu hai da mori'", cosa che invece c'è scritta nel nostro. In pratica i primi organismi erano genericamente immortali e si sono protratti per lungo tempo, riproducendo altri immortali. ben presto hanno occupato lo spazio disponibile, e all'avvento della riproduzione sessuata un matusalemme poteva accoppiarsi con una giovincella. Che c'è di male? C'è che l'organismo giovane era frutto di un'evoluzione più recente, sulle ultime caratteristiche dell'ambiente che si modificava, il matusalemme era ancora uno standard di millenni precedenti. In pratica accoppiarsi con individui della stessa razza ma del passato era un enorme fregatura per la discendenza, diciamo così... non aggiornata. ed ecco che la natura ci mette, con la casualità, qualcosa di incredibile che rivoluzionerà la vita sul Pianeta, la morte. Casualmente finisce nel cromosoma, hai un periodo a termine, dopodichè hai da mori'. In poco tempo i nuovi individui, quelli mortali, hanno il sopravvento sugli immortali, che vengono spazzati via nella competizione. Questo perchè il rinnovo genico dei MORTALI è garantito sempre, causa periodo di vita breve, a termine. ecco perchè LA MORTE è UNA CARATTERISTICA EVOLUTIVA VINCENTE. la natura non si interessa al singolo, si occupa della specie. fatta questa premessa andiamo alla tua osservazione. Prima non si stava affatto nella perfezione assoluta. la perfezione assoluta non esiste e mai esisterà, questa condizione è una risorsa. la perfezione assoluta è il nulla. L'anemia mediterranea ed il favismo oggi sono considerati nella schiera delle malattie, ma hai tempi della malaria erano un notevole vantaggio perchè questi soggetti sopravvivevano megli degli altri. L'errore genico (sarebbe meglio dire la variabilità) se non ha successo scompare ma se ha successo si perpetua, vedi appunto quanto sopra. La reincarnazione è una parola che fa effetto e spesso è si fa vedere peggio di come è davvero. Il problema interpretativo maggiore, come ho già detto nel precedente intervento, è che si tende a fare considerazioni personali a causa del nostro ego (IO muoio), ma come ho già detto questo è irrilevante agli affetti evolutivi, e anche agli effetti della reincarnazione. Ci si può affezionare ad un paio di pantaloni, ma se si distruggono si buttano. giusto? Allora questo reincarnarsi non è altro che un cambio d'abito, e il cambio è necessario perchè l'insieme (non fissiamoci sul noi, sull'io, noi siamo una cosa diversa dal nostro ego), necessita di nuove vesti nella progressione. In ogni istante, per quanto possa sembrare strano, siamo al massimo di quanto potremmo essere, in un certo senso è quella la perfezione, è c'è sempre, da quando eravamo unicellulari fino ad essere pesci e poi essere quello che siamo oggi. ed anche gli organismi unicellulari del passato erano al top per l'epoca come quelli di oggi lo sono oggi. Che senso ha cambiare vestiti, siamo dei Tafazzi? No, siamo semplicemente come il resto delle cose dell'universo in evoluzione. La sofferenza fa parte del processo evolutivo, ed è anch'essa una caratteristica evolutiva vincente. Chi non sente dolore muore bruciato o dissanguato. La sofferenza permette di salvarsi e progredire. Quindi la sofferenza è una compagna utile, necessaria, chi non la ha perisce, come sono periti gli immortali. chi la ha progredisce, con passaggi di sofferenza e morte. |
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