| inviato il 18 Novembre 2017 ore 22:10
Prima Storiella esplicativa (alias il paradosso dell'orologio) Due fotografi, A e B, fanno fotografie ad un orologio a pendolo. Tutti e due vogliono fare una foto al momento in cui segna le 3. A attende che arrivi il momento e fa click giusto nel momento in cui il pendolo è alla massima estensione a destra. B invece, fa diversi scatti, uno per ogni oscillazione del pendolo alle 3 e nei secondi successivi, per essere sicuro di prendere il pendolo alla massima estensione, evitando il micromosso. Ovviamente la lancetta dei secondi sarà un secondo più avanti in ogni scatto. Poi va in post produzione, sceglie la foto con il pendolo più nitido e monta la lancetta della prima foto sul quella più nitida in modo che segni lo zero, come quella di A. Le foto risultanti sono quasi del tutto identiche, ma quella di B ha il pendolo senza micromosso. Quando B incontra A, gli racconta cosa ha fatto e A lo prende per il cu.o: "sei una pippa di fotografo! Non sai prendere il momento decisivo". Poi vanno insieme ad una esposizione di foto e presentano i loro lavori. I giudici si accorgono che le foto sono quasi identiche e scelgono quella di B perchè non ha il micromosso. A urla e sbraita: "ma lui non è un fotografo, questa non è una foto, ha usato pezzi di foto". Cercano di calmarlo, ma non riuscendoci chiedono un TSO e di lui non si sa più nulla. Qualcuno dice che in ospedale sia andato in escandescenza quando gli hanno fatto una TAC, urlando: "non è una radiografia vera!!!". Seconda storiella esplicativa Mamma al bambino: "le parole puoi usarle solo per dire cose vere, capito?". Il bambino: "Certo mamma, come no!". Il bambino ha 5 anni...e sorride. Considerazione finale: il ritocco non cambia il senso di una foto, a meno che sia di reportage. Serve solo a risparmiare tempo. Se non avessi un ca..o da fare, starei tutto il giorno seduto su una panchina al parco, aspettando che passi una ragazza, all'ora in cui la luce è perfetta, e di sua spontanea volontà si spogli, mentre sullo sfondo le piante sono in mutazione autunnale. Ci potrebbero volere decenni. Se invece ho anche altro da fare nella vita e ho perfettamente in testa la foto che voglio realizzare, la monto in post produzione facendo foto alle componenti necessarie e intervenendo in post produzione. E' chiaro che se non ho in mente la foto che voglio fare e non so usare gli strumenti digitali, ma l'unica cosa che ho è tanto, ma tanto tempo, allora mi conviene aspettare seduto sulla panchina del parco. |
| inviato il 18 Novembre 2017 ore 22:20
“ il ritocco non cambia il senso di una foto „ Il ritocco no, il fotomontaggio-smontaggio sì. |
| inviato il 18 Novembre 2017 ore 22:23
Dipende solo dallo scopo della foto. Se serve a descrivere un evento reale o un evento scientifico E' OVVIO che anche il ritocco sia eticamente proibito. Per tutti (TUTTI) gli altri casi, e sono un'infinità, ogni scelta è libertà dell'artista. Stirare il primo caso estendendolo a tutti gli altri, serve sono a rende evidente la propria incapacità di gestire linguaggi e strumenti. Crudo, ma chiaro. |
| inviato il 18 Novembre 2017 ore 22:24
Osservo una cosa, nell'esempio proposto di McCurry: il "ritocco" è consistito nel togliere due persone, su una scena che ne conteneva quattro. Ovvero, il 50% delle persone è stato eliminato, un ritocchino piccolo piccolo... Chi è stato in India sa quanta gente c'è in giro, c'è gente dappertutto ( un miliardo e mezzo di abitanti ), le città ed i paesi sono una folla in movimento. Qui invece trovi il bucolico calesse semisolitario: ah che bella foto..... La foto originale esprime confusione, quella appena appena ritoccata esprime calma e silenzio.... |
| inviato il 18 Novembre 2017 ore 22:32
Ecco, questo è un commento molto più sensato perchè si riferisce ad una singola foto ed al suo scopo: rappresentare ciò che si può vedere andando in quel territorio. Sono anche perfettamente d'accordo. Aggiungo che aver tolto il tipo che sorride, altera il "mood", dando l'idea che la gente in quel luogo sia depressa. Ma RIPETO, è una considerazione che riguarda quella foto e lo scopo che le viene attribuito (sto ipotizzando quale possa essere). Se invece fosse inserita in un album dal titolo "calessi del mondo", sarebbe perfettamente lecito aver tolto anche tutte le persone. Se l'autore non avesse fatto nessuno dei ritocchi che ha fatto e avesse aggiunto sullo sfondo un paio di passanti, giusto per dare l'idea della confusione e dell'affollamento di quel luogo, perchè in quel particolare momento c'erano stranamente poche persone dietro, sarebbe stato giustificabile? |
| inviato il 19 Novembre 2017 ore 9:10
Certo lo era e ne ha fatto fruttare benissimo l'ultimo rullo prodotto adesso usa il digitale e ha più sucesso di prima vendendo un prodotto diverso e più adatto alle richieste odierne del mercato fotografico, tutto qui. Uhmmm ... sicura che sia proprio così? Sicura che non sia piuttosto che oggi ha successo per quello che è stato capace di fare anni addietro e che adesso, complice appunto la rivoluzione (o forse si dovrebbe parlare di involuzione ?) digitale è conosciuto da centinaia di milioni di persone mentre una volta le sua capacità fotografiche erano patrimonio, quasi esclusivo, condiviso solo dai dieci milioni di lettori del National Geographic Magazine? Detto in altre parole: una volta per conoscere certi fotografi e le loro opere dovevi acquistare delle riviste, sulle quali oltretutto avevi anche modo di arricchire il tuo patrimonio culturale, quindi la cosa era alla portata solo di coloro che erano davvero interessati mentre ora invece, allorquando cioè ti basta cliccare un nome a caso sul web e sei inondato da miliardi di immagini, quello stesso fotografo si ritrova inopinatamente conosciuto da centinaia di milioni di persone, miliardi di persone addirittura che però, come contraltare, sono infinitamente meno competenti di quanto non fossero i dieci miserabili milioni di utenti di una volta! Ovvio quindi che il fotografo abbia più successo di prima ... ma a quale prezzo? |
| inviato il 19 Novembre 2017 ore 10:02
“ Peda, sai cosa faccio io ( che non valgo nulla, sia chiaro ) se vedo un elemento di disturbo ? Ci giro intorno, mi sdraio, mi capovolgo, mi faccio km a piedi per aggirare l'ostacolo. Se poi non ci riesco, la foto non la faccio. E allora siamo in due. Oltretutto a me un fotogramma di Velvia costa grosso modo modo 70 centesimi, e francamente non ho alcuna voglia di buttarli nel cesso per un elemento di disturbo che mi ritroverei davanti ogni volta che proietto! „ E siamo in tre |
| inviato il 19 Novembre 2017 ore 10:05
“ Considerazione finale: il ritocco non cambia il senso di una foto, a meno che sia di reportage. Serve solo a risparmiare tempo. Se non avessi un ca..o da fare, starei tutto il giorno seduto su una panchina al parco, aspettando che passi una ragazza, all'ora in cui la luce è perfetta, e di sua spontanea volontà si spogli, mentre sullo sfondo le piante sono in mutazione autunnale. Ci potrebbero volere decenni. Se invece ho anche altro da fare nella vita e ho perfettamente in testa la foto che voglio realizzare, la monto in post produzione facendo foto alle componenti necessarie e intervenendo in post produzione. E' chiaro che se non ho in mente la foto che voglio fare e non so usare gli strumenti digitali, ma l'unica cosa che ho è tanto, ma tanto tempo, allora mi conviene aspettare seduto sulla panchina del parco. „ E perché non prendere una modella in una giornata di sole invece di creare un falso? |
| inviato il 19 Novembre 2017 ore 10:06
“ " il ritocco non cambia il senso di una foto" Il ritocco no, il fotomontaggio-smontaggio sì. „ Ed è qui il nocciolo, fin dove spingersi in maniera eticamente accettabile? |
| inviato il 19 Novembre 2017 ore 10:08
“ Osservo una cosa, nell'esempio proposto di McCurry: il "ritocco" è consistito nel togliere due persone, su una scena che ne conteneva quattro. Ovvero, il 50% delle persone è stato eliminato, un ritocchino piccolo piccolo... Chi è stato in India sa quanta gente c'è in giro, c'è gente dappertutto ( un miliardo e mezzo di abitanti ), le città ed i paesi sono una folla in movimento. Qui invece trovi il bucolico calesse semisolitario: ah che bella foto..... La foto originale esprime confusione, quella appena appena ritoccata esprime calma e silenzio.... „ Concordo pienamente e l'ho appena scritto, uno a dove è eticamente corretto spingersi? Lungi da me l'idea di demonizzare qualcuno o qualcosa ....negli anni il fotomontaggio si è sempre fatto, ma forse prima era solo più facile scoprirlo |
| inviato il 19 Novembre 2017 ore 10:17
“ Uhmmm ... sicura che sia proprio così? „ “ Ovvio quindi che il fotografo abbia più successo di prima „ Ti sei risposto da solo , ha più successo di prima, quindi si sono sicura, il resto è solo dietrologia, la rivoluzione digitale è avvenuta per tutti se qualcune ne ha tratto più vantaggi degli altri è perchè ha saputo interpretarla meglio |
| inviato il 19 Novembre 2017 ore 10:27
“ E perché non prendere una modella in una giornata di sole invece di creare un falso? „ Il termine "falso", rende evidente il preconcetto e mi chiedo perchè tanta ostinazione su quel termine. Cosa nasconde? Quali paure? Inoltre ho già dato risposta alla tua domanda, in modo elementare e comprensibile, ma è chiaro che se non si vuole capire, non saranno altre parole a convincere. “ Ed è qui il nocciolo, fin dove spingersi in maniera eticamente accettabile? „ Anche questo l'ho già spiegato, con la storiella del bambino di 5 anni. Cinque anni! |
| inviato il 19 Novembre 2017 ore 11:14
2 casi: 1) C'è una cartaccia per terra in un paesaggio bellissimo I mistificatori e falsificatori del vero-mondo a) tolgono la cartaccia in PP, oppure b) tolgono la cartaccia da terra e la mettono nel cestino e poi fanno click. Il vero fotografo vero che più vero non si può, ci gira intorno, si sdraia, si capovolge, si fa km a piedi per aggirare l'ostacolo. Se poi non ci riesce, la foto non la fa 2) Fotografo una donna Le faccio mettere il rossetto, ombretto. Fondotinta su cui applico creme chiare sulla fronte e linea del naso e più scure sotto gli zigomi e al lato del naso per ridurne i volumi. E poi corsetto stringente per i fianchi, reggiseno iper-imbottito per farla diventare una sesta abbondante. Non mi piace la luce che c'è e quindi uso luci spot, luci di riempimento, colorate, pannelli rifettenti color oro. Faccio click, sono un grande fotografo e la donna è una gran bella donna tutta vera. Se uso PP per dodge&burn o liquify sono un mistificatore. Bah! oppure... |
| inviato il 19 Novembre 2017 ore 11:27
Anche io cerco di aggirare l'ostacolo e se non ttovo la soluzione nkn scatto. È QUATTRO! (e penso che in quattro rimarremo ) |
| inviato il 19 Novembre 2017 ore 11:40
“ Il vero fotografo vero che più vero non si può „ Quello è il pensionato appassionato di fotografia, non il vero fotografo. Quello vero, che deve portare a casa la pagnotta, non ha tempo da perdere. “ oppure... „ Fammi capire: pensi che la gente guardi i porno perchè vuole contattare l'attrice e sposarla o per ....altro? Davvero romantico! Sì, penso anche io che sarete in quattro, sebbene il pensionato che ha tempo e soldi da buttare stia diventando il modello di riferimento per le aziende che sfornano una fotocamera all'anno o le startup che riesumano obiettivi vintage. Il marketing sa bene quali portafogli e debolezze andare a colpire. |
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