| inviato il 07 Luglio 2017 ore 11:41
National geographic produce documentari veramente mostruosi diffondendoli su tutto il pianeta. Non credo sia più un esempio da seguire: la spettacolarizzazione dell'aggressivita' e della violenza animale è l'obiettivo di tutta la loro produzione. In fotografia pubblicano bellissimi fotomontaggi escludendoli puntigliosamente dai loro concorsi. Attittivita' di foto spazzatura, mi sembra. Tutto per soldi, per fare audience su Sky. |
| inviato il 07 Luglio 2017 ore 11:58
Non generalizziamo per cortesia. In piú almeno leggerei prima di giudicare. Leggerei anche il mensile. L'attendibilità scientifica, il tipo di nozioni, il linguaggio utilizzato, la tipologia di prove mostrate la portano ad essere una delle più importanti del campo. Non sono santi, ovviamente... Giudicare solo alcune delle produzioni video della ng ed accamparle come esempio è fazioso. In questi giorni c'é la serie tv su Albert Einstein, che è semplicemente fenomenale. O anche il master di fotografia (che non c'entra nulla con i manuali), che è simpatico. Vabbé... |
| inviato il 07 Luglio 2017 ore 12:49
Ho posseduto l'intera collezione di National Geographic in Inglese. Anziché venderla ho preferito gettarla riciclandola come carta. Prima di parlare ti invito a fare un giretto su Sky. Tutta la produzione attuale di National Geographic è spazzatura. Altro che generalizzare: migliaia di ore di documentari di natura che spettacolarizzano i comportamenti animali spacciandoli come violenza naturale. La predazione, come la difesa del territorio, non hanno alcuna connotazione morale di violenza: gli animali NON sono cattivi come National Geographic li fa sembrare per aumentare l'audience. Chiuso l'ot. |
| inviato il 07 Luglio 2017 ore 12:57
Mah... Sono in completo disaccordo. Mi citi solo i documentari, ma non vedo questa ferocia che sostieni. Vedo invece una varietà di argomenti simpatici e ben gestiti. La serie tv su einstein, scemi al quadrato, il master di foto, antichi misteri... questi sono solo alcuni... i documentari beh... Vabbé è ot... Il mio riferimento era a delle righe scritte in un buon manuale di fotografia, che ben si addiceva a questo contesto. Dubito tu l'abbia letto... |
| inviato il 07 Luglio 2017 ore 12:59
Sto parlando di riprese naturali. Di documentari di natura. Ma siamo ot. Suggerisco di aprire un 3d su questo spinosissimo argomento. Di manuali di fotografia ne ho letti diversi. Sicuramente hanno una buona tradizione di fotografia naturalistica. Ma hanno completamente tradito la difesa dell'ambiente e la divulgazione naturale con quintali di documentari spazzatura. |
| inviato il 07 Luglio 2017 ore 13:02
Si, buona idea... Veramente vedi tutta questa crudeltà? In questi giorni proverò a guardarli con altri occhi! A parte casi più evidenti! |
| inviato il 07 Luglio 2017 ore 13:03
Concordo. |
| inviato il 07 Luglio 2017 ore 13:11
.... Ultimamente passo più tempo incollato al binocolo che a scattare .... e devo ammettere che la cosa mi procura enorme soddisfazione! - non so dove questo atteggiamento mi collochi ma nello stesso momento in cui scatto, sento il bisogno di documentari, conoscere le abitudini del soggetto, imparare a riconoscerlo nelle varie mute stagionali - scattare solo x postare .... con la valanga di foto spettacolari già presenti ... mmm |
| inviato il 07 Luglio 2017 ore 13:34
Beh... la fotografia produce immagini. Pubblicare immagini è una necessita' di chi scatta, specie quando l'abilità o l'attrezzatura migliorano. Così fioriscono i siti di fotografi e nei forum vengono pubblicate milioni di fotografie. Osservare senza scattare e' bello e nobilissimo, ma non fa "catturare" qualcosa, anche solo un'immagine dei soggetti osservati. |
| inviato il 07 Luglio 2017 ore 14:31
Osservare senza scattare, è un'esigenza che può nascere in alcune persone. A me è successo...e da allora, il mio approccio alla fotografia naturalistica è cambiato totalmente. “ Pubblicare immagini è una necessita' di chi scatta „ Per una larga fetta di fotoamatori, non è una necessità...è una malattia dettata dallo spirito di competizione. E' su questo che si basano i social e la loro fortuna. Piccolo OT: Recentemente ho incontrato un "collega" dal quale mi ero allontanato (anche se in maniera pacifica) per il differente modo di intendere e vivere la nostra passione. Ebbene, me lo ha ribadito chiaramente...lui ha bisogno che i suoi scatti vengano apprezzati e posta UNICAMENTE per ricevere "mi piace" / "Like" e commenti positivi. Non a caso, uno dei suoi idoli è un fotoamatore che pubblica quotidianamente delle immani c@g@te su questo sito e vive sullo scambio di voti e apprezzamenti. ...contenti loro Ma con persone che vivono la fotografia naturalistica in questo modo, di cosa vogliamo parlare? scusate l'OT |
| inviato il 07 Luglio 2017 ore 15:48
esternazioni un po " brutali" ma .... Quoto! |
| inviato il 07 Luglio 2017 ore 15:57
Mi permetto un piccolo esempio! - in primavera arrivano sulle NS spiagge i migratori, si fanno traversate spesso al limite delle loro forze e possono atterrare stremati - Noi siamo li, ad attenderli ... alcuni di noi sdraiati, aspettano che si avvicinino, altri, di soppiatto o maldestramente li rincorrono facendo esaurire ai poveretti le poche energie rimaste ... che servivano giusto x alimentarsi o sfuggire ad eventuali predatori --- ecco da questo a mio avviso, si può già fare una distinzione tra fotografo naturalista e uno di animali da postare ( a tutti i costi) --- e di esempi di altro genere ne esistono a vagonate, come usare uno spray x intorpidire il soggetto nei close-up ambientati o in macro, ecc |
| inviato il 07 Luglio 2017 ore 16:12
“ esternazioni un po " brutali" ma .... Quoto! „ Sorry...certe volte non filtro! |
| inviato il 07 Luglio 2017 ore 16:34
Però si parla di "fotografi" naturalisti o di animali. Chi osserva è un naturalista ma se non scatta non è fotografo. Gli animali rientrano nella natura come fiori, piante ed insetti. Quindi per me foto di animali se fatti in natura sono "naturaliste". Diversa è la foto di animali allo zoo. |
| inviato il 07 Luglio 2017 ore 16:49
“ " Pubblicare immagini è una necessita' di chi scatta" Per una larga fetta di fotoamatori, non è una necessità...è una malattia dettata dallo spirito di competizione. E' su questo che si basano i social e la loro fortuna. „ Concordo in pieno! Forse l'intento originario di chi aveva aperto il topic era proprio riflettere su questo aspetto. Al termine "fotografo naturalista" si associa spesso un'aura positiva, di interesse per la natura, di rispetto per l'animale, di voglia di conoscenza. Per il cosiddetto fotografo naturalista la condivisione dell'immagine è la condivisione della conoscenza. Al contrario il "fotogrado di animali" è spesso inteso in senso dispregiativo,come il fotografo da il-fine-giustifica-i-mezzi, oppure da devo-avere-anch'io-quella-foto. Per il fotografo di animali la condivisione dell'immagine è la condivisione della preda. |
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