| inviato il 20 Dicembre 2016 ore 22:22
@Dario Secondo me è un ottimo articolo che affronta e chiarisce bene questa problematica, uno schema sintetico spiegherebbe ben poco di utile |
| inviato il 20 Dicembre 2016 ore 22:25
Personalmente penso di non andare mai nei posti citati, ma ritengo utilissimo la guida di Giovanni. Accorgimento utilissimo anche x le nostre zone umido/ freddo (non estremo)nei passaggi dall'esterno all'interno dei locali nelle nostre città e montagne. Conoscere e sapere ti risolve molti problemi. Ottima recensione. Domenico |
| inviato il 21 Dicembre 2016 ore 0:42
Innanzitutto. GRAZIE. Guida chiarissima e utile. Una domanda. Il problema della condensa è così grave anche in condizioni più normali? Per esempio: sei in giro in una città d'inverno, diciamo 2-3 gradi sotto zero. Entrando e uscendo per edifici (15-20 gradi), la condensa è scontata? E come si può fare se si vuole fotografare gli interni? Immagina per esempio un giro turisitico con un po' di chiese o palazzi. |
| inviato il 21 Dicembre 2016 ore 11:28
Ciao Gio, oltre ad unirmi ai ringraziamenti, ti chiedo un approfondimento: La condensa si forma quando la temperatura della macchina è al punto di rugiada .. che da quanto ho capito dipende dal tasso di umidità ambientale (e non dalla temperatura ambiente, o si?) Sempre con riferimento a tale elemento, se la temperatura della fotocamera torna sopra al punto di rugiada, non dovrebbero esserci più problemi? Chiedo non per puntiglio ma perchè attendere che la fotocamera arrivi a temperatura ambiente, piuttosto che ad una temperatura ancora *molto* fredda ma non pericolosa, può fare parecchia differenza in termini di poter scattare nell'ambiente chiuso dove si è entrati. Esempio tipico di questo periodo: temperatura attorno allo zero all'esterno, locale sui 25 gradi all'interno, magari con molta gente che aumenta l'umidità dell'aria .. potrei usare la fotocamera quando questa raggiunge i 10 gradi (sempre per restare in un esempio) o deve per forza stabilizzarsi con l'ambiente? |
| inviato il 21 Dicembre 2016 ore 11:55
“ Quindi secondo me la temperatura deve essere poco inferiore di quella ambiente „ mmhhhh questa cosa mi convince poco, a meno che il tasso di umidità sia prossimo al 100% e allora qualsiasi superfice di poco più fredda provoca la condensa .. ho provato a cercare in rete i grafici del punto di rugiada, ma sono un *attimino* complessi |
| inviato il 21 Dicembre 2016 ore 12:01
Trovato .. questo è il grafico di riferimento:
 In effetti, quando l'umidità è assai elevata, il comportamento è quello indicato da Andrea: poniamo che il locale sia a 20° con umidità al 80% .. il punto di rugiada si ha a circa 16° |
| inviato il 21 Dicembre 2016 ore 15:16
Fisica tecnica, si chiama così. |
| inviato il 21 Dicembre 2016 ore 20:52
secondo me per capire come si comporta il vapore dobbiamo fare l'esempio del sale nell'acqua quando cuciamo la pasta. se mettiamo il sale nell'acqua quando è fredda il sale resta sul fondo della pentola, perchè l'acqua a temperatura ambiente fa fatica ad assorbire altre sostanze. man mano che l'acqua si scalda il sale si scioglie perchè l'acqua è in grado di assorbire meglio e di più il sale (lo so che il sale si mette quando l'acqua già bolle.. ma mi serve l'esempio ) ...la vanna marchi con questo trucco ha × un sacco di soldi ad un sacco di ""sprovveduti"". il vapore (che è acqua) si scioglie nell'aria come il sale nell'acqua. più l'aria è calda e più vapore c'è. di solito l'aria è sempre piena di umidità perché il mondo è fatto di acqua a cominciare da noi stessi, o dalle piante, per non parlare di quando cuciniamo, ci facciamo la doccia o puliamo il pavimento. cosa succede se raffreddiamo l'aria ? beh ... l'aria perde la capacità di assorbire il vapore e questo viene espulso sotto forma di acqua, cioè la condensa che si appiccica alla vostra macchina fotografica. un pò come se metteste la pentola della pasta in frigo ... sul fondo ritrovereste i cristalli di sale come quando ce li avevate buttati (però non lo fate a casa ) il grafico che ha postato Dab è molto complesso da leggere, ed io mi rendo conto di essere arrugginito. il concetto cmq è molto semplice. se l'aria è ad esempio a 25°C ha un umidità dell'80%, basterà raffreddare l'aria a 24 °C (un solo grado) per avere il 90% di umidità (perchè il vapore non scompare, mentre con la temperatura si riduce la capacità di assorbirlo). e basterà arrivare a 22-23°C per raggiungere il 100% .. a questo punto se la temperatura scende ancora, tutto il vapore che non può essere assorbito viene buttato fuori come acqua. è per questo che quando si entra in un locale gli occhiali o la macchina fotografica o qualunque altra cosa fredda può provocare condensa, perchè l'oggetto freddo farà abbassare la temperatura dell'aria intorno ad esso e localmente del vapore sarà espulso, e dove finisce ? sull'oggetto stesso che ha fatto abbassare la temperatura ... |
| inviato il 21 Dicembre 2016 ore 22:29
Bravo, consigli utili. |
| inviato il 21 Dicembre 2016 ore 22:32
A questo punto facciamo un passo in più. Siamo al freddo, sigilliamo la macchina nel sacchetto e entriamo nel locale caldo e umido. Quanta aria lasciamo nel sacchetto? Dopo un po' di ripensamenti direi: il meno possibile. Se ci lascio tanta aria, il riscaldamento della macchina sarà molto graduale. Ma perchè mi dovrebbe interessare? L'aria contenuta nel sacchetto ha un contenuto di vapore costante, sia all'aperto che nel locale. E scaldandosi il tasso di umidità non può che scendere: quindi all'interno del sacchetto niente condensa. Se il sacchetto ha poca aria, lo sbalzo di temperatura è alto sulla superficie ESTERNA del sacchetto, che inizierà a condensare. Quindi nessun problema per la macchina. Ma, essendoci poca aria a fare da isolante, la temperatura della macchina salirà più velocemente e potro iniziare prima a fare foto. Dove sto sbagliando? |
| inviato il 21 Dicembre 2016 ore 22:42
Vas, quasi tutto giusto. certamente meno aria lasci dentro il sacchetto, più in fretta la macchina si scalderà. infatti l'aria come tutti i gas è un ottimo isolante, potremmo dire il migliore che esista. per lo stesso motivo avere condensa sul sacchetto è molto difficile. il velo di plastica di cui è fatto il sacchetto non ha un'inerzia termica tale da formare lui stesso condensa. cmq come hai osservato anche se succedesse chissenefrega ... |
| inviato il 21 Dicembre 2016 ore 22:44
Quindi sacchetto quasi sotto vuoto e via. Grazie ancora |
| inviato il 21 Dicembre 2016 ore 22:51
Il problema è cambiare obiettivi. Si tende farlo in zone riparate con temperature più alte e li la condensa sul sensore si spreca. Grazie delle info molto utili. |
| inviato il 07 Gennaio 2017 ore 10:23
Ottimo articolo,utilissimo e ben spiegato Grazie Ciao Gianpietro |
user44306 | inviato il 07 Gennaio 2017 ore 10:51
Oggi sto usando questo metodo, unica cosa ho attivato il Wi-Fi sulla macchina e sto trasferendo le foto, con la macchina ancora nello zaino |
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