| inviato il 13 Dicembre 2016 ore 13:13
Madrano: il settore delle compatte è sterminato e collezionarle...bah, non saprei. Una Rollei 35 è sicuramente interessante: dimensioni come un pacchetto di sigarette, ottimi obiettivi, può avere un senso, credo, ma non sono un esperto; penso soprattutto quelle made in Germany, forse con il Tessar, perchè molte altre che io sappia, sono state prodotte più economicamente a Singapore. Interessanti abbastanza anche le classiche Minox. Per le altre, credo che sia meglio piuttosto usarle come fai tu e divertirti. Molte di quelle degli ultimi anni della pellicola hanno un valore praticamente vicino a zero |
| inviato il 13 Dicembre 2016 ore 14:25
Ciao Claudio, se ti interessa lo sviluppo delle reflex a pentaprisma dovrai spostare un po' indietro le lancette. La Contax se non vado errato fu la prima ad introdurlo nel 1949. Qui la versione D del 1952 (credo...).
 Ciao, Roberto |
| inviato il 13 Dicembre 2016 ore 16:56
Da Wikipedia... La storia delle reflex ha inizio con la camera oscura che usa uno specchio posto a 45° (reflex) che riflette l'immagine su una lastra capovolgendola. Nella sostanza il principio usato delle moderne reflex è ascrivibile a questo modello primordiale di fotocamera. Già nel 1860 Thomas Sutton aveva prodotto una gigantesca camera reflex con specchio mobile che faceva vedere cosa inquadrava l'obbiettivo; ma come ampiamente noto il vantaggio di una reflex sta nella possibilità di essere usata più comodamente nella fotografia d'azione o movimento, e questa fotocamera era decisamente troppo grande e pesante per essere usata in azione.[1] Nel 1914 la ICA tedesca introdusse la sua prima reflex con un obiettivo da 180 mm con apertura massima f 6.3 prodotto dalla Carl Zeiss Jena. Altri modelli simili furono prodotte in quegli anni da varie aziende. Solamente nel 1932 la Ihagee tedesca progettò una fotocamera reflex compatta: il modello Exakta-A, messa in commercio nel 1936. Questa non utilizzava il pentaprisma ma un pozzetto di visione ed usava inizialmente una pellicola formato 127.[2] Nei fatti questa è stata la macchina che ha aperto la strada delle moderne reflex. In realtà questo primato è conteso con una macchina sovietica, la Sport (Cnopm), prodotta negli anni trenta dalla "Gosudarstvennyi Optiko-Mekhanicheskii Zavod" (GOMZ) di Leningrado (Russia). Infatti il suo prototipo, chiamato Gelveta, fu realizzato da A. O. Gelgar fra il 1934 e il 1935. L'origine del progetto risalirebbe addirittura al modello Mine, realizzato nel 1929 da A. A. Mine.[3] Nel 1939 fu prodotta dalla tedesca Veb Pentacon, la Pentacon con prisma intercambiabile.[2] Il pentaprisma, anche se era già stato brevettato già nell'800,[4] fu introdotto per la prima volta dalla, per l'epoca rivoluzionaria, Rectaflex[5] italiana e subito dopo dalla Contax S (Spiegel) tedesca nel 1949.[6] it.m.wikipedia.org/wiki/Single-lens_reflex |
| inviato il 13 Dicembre 2016 ore 17:21
Grazie per l'erudita precisazione! |
| inviato il 13 Dicembre 2016 ore 18:28
Buonasera a tutti, ogni tanto scopro di essere in possesso di qualche pezzo che non mi ricordavo neanche più di avere. Letto delle Miranda e riscopro di possedere una Miranda Autosensorex EE con il suo cinquantino d'ordinaza. Bell'oggetto e dopo anni di oblio perfettamente funzionante. Per collezione, visto che sono nato canonista, prediligo soprattutto questo marchio, tra corpi, ottiche ed accessori, ma la ricerca non è mai finita, questo è il cruccio, credo, di ogni collezionista. Poi non disdegno Leica, Olympus, Mamya, Hasselblad, tutto rigorosamente analogico, con copertura temporale dagli anni 20 a seguire. Mi fa piacere parlare con chi apprezza questo mondo vastissimo e qualche volta ci si potrebbe incontrare. Io avevo suggerito di creare sui nostri siti una galleria dedicata a corpi ed ottiche chiamiamole vintage, vedo alcune immagini di bellezze del passato nella galleria still life, ma si perdono parecchio. Saluti. Graziano. |
| inviato il 14 Dicembre 2016 ore 9:20
@Mb339: “ Io avevo suggerito di creare sui nostri siti una galleria dedicata a corpi ed ottiche chiamiamole vintage „ Ciao Graziano, è una buona idea la tua. Spero di trovare il tempo durante le vacanze di Natale per fare qualcosa. Per quanto riguarda le ottiche vintage, qualcosa ho già messo online: www.schira.ch/fotografia/test/ Saluti, Roberto |
| inviato il 14 Dicembre 2016 ore 11:22
Bravi Roberto (Skylab59) e Donoterase: ovviamente, come ho già detto, per una collezione è necessario (tornando al tema) decidere di limitare gli interessi o, almeno, l'orizzonte temporale, non si può collezionare di tutto. Io decisi di occuparmi delle reflex anni '60-'70 per nostalgia e per quanto ricordavo da ragazzino. Sarà perchè sto invecchiando? Probabilmente sì. La storia della tecnologia fotografica è estremamente vasta e spesso si deve concentrare l'attenzione, dandosi dei limiti Interessante l'articolo di Roberto: me lo leggerò con maggiore attenzione. Comunque qualsiasi iniziativa in questo campo, da affiancare alla fotografia attiva, fa sempre piacere. Per Graziano: come ho già scritto, negli anni '70 ho avuto tra le mani per un'intera giornata la tua Miranda e mi sembrò un prodotto ben costruito. Ci ho scattato qualche bianconero (all'epoca sviluppavo e stampavo con ingranditore a casa) e qualche dia. Bella, sembrava solida, anche se all'epoca si segnalava qualche problema di affidabilità. Ma sembrava avesse soluzioni all'avanguardia. Peccato che alla fine degli anni '70 (nel '78-79, non vorrei sbagliare) cessò la produzione. Bella davvero |
| inviato il 14 Dicembre 2016 ore 11:29
@Claudio Santoro: ma come faccio a limitare l'orizzonte temporale?!? Mi piacciono tutte! Pensa che mi sono anche comperato un orologio a cucù da restaurare... Ciao, Roberto |
| inviato il 14 Dicembre 2016 ore 11:39
Buongiorno Roberto, non cominciamo a divagare, altrimenti: orologi di qualsivoglia fattura, quadri, tappeti, francobolli, armi, accendini, macinacaffè, palle di vetro, animali di porcellana, pipe, antiquariato, giocattoli in latta, legno, motociclette, auto etc. etc. etc. saluti. Graziano. |
| inviato il 14 Dicembre 2016 ore 11:40
beh, esistono anche gli psicologi per curare certe patologie e dare consigli!!! Però è certamente vero che ognuno si diverte come vuole... |
| inviato il 14 Dicembre 2016 ore 11:45
Graziano e Claudio, avete perfettamente ragione. Ora vado a cercarne uno bravo.... |
| inviato il 14 Dicembre 2016 ore 11:49
Io direi qualsiasi pezzo significativo e funzionante. Io ho una om1, una om2 una om10 una om40 una asahi pentax spotmatic, una zenith ma il pezzo forte è l agfa flexilette. Tute in conduzioni ottime e funzionanti, tranne la om40 schiattata mentre la usavo. Per scelta ho deciso di prendere solo meccaniche massimo anni 70, e che in qualche modo siano state le prime in qualcosa. La om1 per le dimensioni e il metering ttl, la om2 per il meetering sulla pellicola allo scatto, la om10 come prima low level con metering avanzato, la om40 per l'esposimetro esp. E la flexilette per essere una coragiosa biottica 35mm al tempo ruggente delle reflex |
| inviato il 14 Dicembre 2016 ore 11:50
Ok le elettroniche sono le uniche che terrò e non ne prendo altre |
| inviato il 14 Dicembre 2016 ore 11:50
Buongiorno Claudio, concordo con te che ognuno giustamente si diverte come vuole, l'importante è sempre non nuocere agli altri, ma qui ci addentriamo in un discorso complicato. Personalmente quello che mi duole è che una collezione/passione come la nostra, rimanendo anche entro dei parametri ben definiti, non sarà mai conclusa, vuoi per mancanza di oggetti, vuoi per costi. E poi come dice Roberto, anche a me piacciono tutte. Saluti. Graziano. |
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