| inviato il 28 Novembre 2016 ore 23:45
"Ciao maxter, no non va ri-lavorata, la lasci inguardabile." Per stampare al meglio con il profilo ICC di una determinata stampante con una determinata carta, DOPO aver calibrato il monitor in cromatismo e luminosità e lavorando in uno spazio di colore abbastanza ampio da contenere il più possibile il gamut associato a quel profilo di stampa, fai il softproofing, come ha spiegato Blve. Quando passi dallo spazio di lavoro al profilo ICC, dipendendo dall'immagine, la foto diviene a volte anche abbastanza diversa dall'originale: - si affiancano le due immagini, quella nello spazio colore di lavoro e quella nel gamut di stampa, e... si pensa agli interventi da fare per rifarle uguali. - si cerca l'intento di rendering che più la fa avvicinare a quella originale (nello spazio colore di lavoro), e di solito è il Colorimetrico Relativo o il Percettivo, dipende dal tipo di immagine (di solito va bene il Percettivo se ci sono colori molto saturi ma bassa ampiezza cromatica, pochi colori), ma non basta ed allora bisogna fare ulteriori interventi. - io cerco anche i fuori gamma prima di fare le correzioni di softproofing, controllo che poi rifarò dopo. - nelle stampe, se sulla immagine originale c'è del nero, è bene assicurarsi che ci sia il nero, altrimenti vengono male, ossia cì si impone con un livello di selezione, che il punto del nero dell'immagine sia nero: faccio la correzione strumentale dei toni molto scuri per avere un tono sicuramente nero in stampa. - Poi si riprende l'immagine nel gamut di stampa dove va ripresa perché sia il più possibile uguale, NEL GAMUT di stampa, a quella nello spazio colore di lavoro: si riprende con livelli vari in luminosità e cromatismo, con Curve, etc, e si settorializza se necessario, maschere e scontorni, etc, - Va poi rifatto ex novo il controllo dei fuori gamma, e se non mi convince quello che presuppongo farà il driver della stampante (.....bisogna conoscerla bene) faccio manualmente la correzione al meglio dei fuori gamma. Se uso carte che non uso sempre, carte che non conosco, io faccio anche un controllo del metamerismo sulle stampe B&N : il metamerismo si manifesta sui toni intermedi, mai sugli scuri profondi o sui toni chiari tenui ed a volte faccio un paio di provini formato cartolina e li guardo in luce controllata per vedere se presentano del metamerismo, ma le stampanti di oggi e le carte di oggi in pratica ne sono quasi esenti, ma........ non si sa mai. Finito il lavoro di affinamento in softproofing, ci va dato lo sharpening di stampa per inkjet: io uso tre valori diversi in funzione del tipo di immagine e di fotoritocco fatto, basso, medio o forte. Alla fine, mando in stampa. In due parole, da quando dico che l'immagine, nello spazio colore di lavoro, è quella giusta da stampare, quella che mi piace, il più delle volte ci devo lavorare un'altra oretta, a volte di più di un'ora, per stamparle al meglio. Non faccio provini di stampa piccoli, dato che non danno un'idea esatta della stampa completa. Finita la stampa, c'è SEMPRE qualcosa che io noto che si poteva fare meglio, spesso particolari minori, minutissimi, ma io ci vedo sempre dei possibili miglioramenti, sono un perfezionista convinto: NON va dato seguito a questa ricerca della perfezione, perché non ha limiti, ed a volte, il giorno dopo, quella immagine che ho ristampato tre volte, la terza, quella buona considerata buona dopo piccole variazioni....... non è più quella buona, andava meglio la seconda, il giorno dopo il mio metro di giudizio è cambiato, e va bene così, ma va saputo. A me hanno insegnato a stampare così in uno studio di grafica all'estero, e non è una stampa per grandi volumi di immagini, è molto specialistica, non c'è nulla di automatico, e punta solo alla qualità, non tiene conto del costo, il tempo impiegato è molto, ma io sono un fotoamatore e per me il tempo è irrilevante, mentre nello studio dove mi hanno insegnato, facevano pagare cifre astronomiche per fotoritocco e stampa, ma il mercato per certe stampe c'è, eccome. Io ho adattato, su imput del grafico, il mio modo di lavorare alla mia attrezzatura, loro usavano stampanti migliori della mia, ma la metodologia è la stessa. |
| inviato il 29 Novembre 2016 ore 14:48
Grande Alessandro, ottimo riassunto! |
| inviato il 29 Novembre 2016 ore 19:14
Concordo con tutto, il mio non lavorarla è DOPO che è stata affinata prima della stampa quando viene salvata col profilo indicato dal laboratorio. Questo dipende dal laboratorio e dalle istruzioni che ti da in funzione al tipo di stampa (ink fine art offset chimico). Per chi ha chiesto info, penso sia più utile partire col capire come impostare i profili richiesti, vedere i risultati e poi piano piano cominciare a lavorare con l'affinazione pre stampa. |
| inviato il 29 Novembre 2016 ore 23:39
La stampa vecchio stile (ingranditore ) secondo voi è meglio o peggio di quella moderna fatta con stampante professionale? |
| inviato il 30 Novembre 2016 ore 8:35
Parere personale da semplice amatore, ingranditore e pellicola colore o bn: magnifico; sviluppo chimico con minilab da file: ottimo se non viene toccato il file e foto a colori (il b&n non mi piace, meglio vecchio sistema o nuove stampanti); sviluppo chimico e scansione pellicola: non mi piace; inkjet: mi piace solo il b&n se gestito da chi lo sa fare. Tutto questo senza parlare di carte, tipo di lavoro finito ecc. Almeno oggi, domani non so, visto che la tecnologia si muove velocemente. |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 251000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |