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La Profondità di Campo nella fotografia digitale


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avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2016 ore 14:55

Si ha un teorico calo della profondità di campo al crescere della densità del sensore

Cosa intendi per teorico?
Ti porto un esempio banale:
Con una macchina da 3 Mpixel inquadro una scena con sfondo nero e una sola biglia, metto a fuoco oltre la biglia pertanto questa risulta sfocata.
Ripeto il medesimo esperimento con un sensore da 30Mpixel. Tu pensi che la biglia in questo caso sia a fuoco?
Quello che vedresti sarebbe solo uno sfocato più risoluto, ma sempre sfocato.

La misura del cdc non si sceglie, se non nelle stampe. Sui sensori si calcola.

Se ti riferisci ai calcoli che portano a definirlo di 2 o 3 pixel, ti rammento che sono utili per determinare più che altro l'oggetto minimo che può essere "risolto" dal sensore.
Se ti riferisci ad un modo diverso di calcolarlo ti pregherei di illustrarmelo.


avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2016 ore 16:50

@GR8Wings

"dove ci sono notevoli differenze rispetto alla “pellicola” e dove vanno applicati criteri specifici. "

Questa è una emerita razzata, e di quelle bestiali.

Il CoC otticamente non esiste come parametro ottico misurabile, non lo misuri, non lo rilevi.

Il CoC è solo una ATTRIBUZIONE, decide il fotografo quale CoC applicare ad una immagine, e lo decide in base a tre parametri, solo quelli: potere separatore dell'occhio umano medio, dimensione dell'immagine finita e distanza di osservazione.

Il fotografo, di questi tre, ne decide normalmente solo due: dimensione dell'immagine finita e distanza di osservazione

E ne decide di norma solo due, perché il terzo parametro necessario all'ATTRIBUZIONE del CoC ad una determinata immagine, il potere separatore dell'occhio umano medio, è stabilito per convenzione internazionale, peraltro non da tutti riconosciuta.

Una volta ATTRIBUITO il CoC ad una immagine finita, si definisce, tramite il Rapporto d'Ingrandimento, quello del formato del catturatore d'immagine, pellicola o sensore che sia.


Se guardi la foto a monitor, sempre dalla stessa distanza, ed aumenti o diminuisci l'ingrandimento dell'immagine che guardi, altro non fai che cambiare il CoC di quella immagine, ma non cambi le caratteristiche del sensore che l'ha registrata.

Se un sensore ha più risoluzione di un altro, non cambia un razzo di nulla, il CoC dell'immagine finita lo decidi comunque tu, definendo la dimensione e la distanza di osservazione.

Ce ne fosse mai uno che fa tutti i discorsi mettendo in conto l'immagine finita, mai: a parità di dimensione di immagine finita, il CoC dell'immagine per definire il fuoco o meno è definito solo da distanza di osservazione e potere separatore dell'occhio, non con che cosa è stata fatta quella immagine, pellicola o sensore che sia.

Se poi la fotografia è stata scatta con una fotocamera ha maggiore o minore risoluzione, il CoC di quella immagine non cambia.

Che poi una fotocamera sia capace di soddisfare un CoC minore rispetto ad un'altra, è verissimo, ma non è assolutamente vero che una fotocamera ha CoC diverso da un'altra, semplicemente perché il CoC, come ho già detto, come parametro ottico, intrinseco di un apparato, NON ESISTE.

idem per le ottiche: un'ottica può soddisfare un CoC minore rispetto ad una altra, ma non esiste un CoC dell'ottica se non scelgo prima il CoC dell'immagine che devo poi vedere.

Detta in una sola, semplice parola, il CoC, otticamente, non esiste.

E stop.

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2016 ore 18:54

Riporto una definizione tratta da Nadir nella pagina linkata da Vangogh

Se la pellicola venisse a giacere su piani diversi dal piano focale (rappresentati in sezione dalle linee rosse), si avrebbe che questi piani intersecherebbero il cono in punti diversi dal suo vertice, e il risultato di tale intersezione sarebbe non più un punto, ma un cerchio. Il punto immagine P verrebbe reso come un cerchietto di luce diffusa, detto cerchio (o circolo) di confusione.]


Si riferisce alla pellicola e a differenze nel piano di messa a fuoco, penso che la definizione vada bene anche per il fuori fuoco, inteso come punto immagine che iniziando a divenire sfocato si trasforma in un cerchietto.
Se si presenta questo fenomeno, di sfocatura, è chiaro che una macchina che ha più potere risolvente, vuoi per il sensore denso o per l'ottica più nitida, renderà il fenomeno chiaro ed evidente molto prima.
Da qui, teoricamente, deriva la minore profondità di campo di cui parlano i teorizzatori, diciamo così.
Per inverso, se l'obiettivo e/o il sensore sono poco risolventi questi non saranno in grado di risolvere con precisione il punto in cui si inizia ad avere il micro sfocato perché l'immagine è già offuscata in partenza. Dunque servirà andare un passo oltre per notare la differenza tra un'immagine poco nitida e un'immagine chiaramente sfocata, cioè con questo sdoppiamento o formazione del cerchietto di confusione.
Ecco perché in teoria il sensore e l'obiettivo meno risolventi hanno più profondità di campo, ma in pratica una qualità di definizione maggiore porta chiaramente a un'immagine più nitida nei fatti.

Riguardo all'individuazione del COC anche se nessuno lo dice mai in queste discussioni, a me pare chiaro che si riferiscano alla visione di un'immagine a monitor visualizzata al 100% di ingrandimento. Dunque è anche palese che al variare della risoluzione varia l'ingrandimento e il confronto diventa impari. Però, se per esempio si manda una foto a un'agenzia fotografica di stock, questi la controlleranno al 100%. Quindi per evitar problemi è meglio rimpicciolirla. Non fanno certo considerazioni di questo tipo.

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2016 ore 19:50

Se si presenta questo fenomeno, di sfocatura, è chiaro che una macchina che ha più potere risolvente, vuoi per il sensore denso o per l'ottica più nitida, renderà il fenomeno chiaro ed evidente molto prima.

Il fenomeno è chiaro se ingrandisci, ed equivale a un'operazione di ingrandimento su pellicola.

Per inverso, se l'obiettivo e/o il sensore sono poco risolventi questi non saranno in grado di risolvere con precisione il punto in cui si inizia ad avere il micro sfocato perché l'immagine è già offuscata in partenza.

Queste sono problematiche legate alla risoluzione del sensore e alla qualità della lente. Una lente poco risolvente darà un risultato pessimo sia su pellicola che su sensore digitale.

Riguardo all'individuazione del COC anche se nessuno lo dice mai in queste discussioni, a me pare chiaro che si riferiscano alla visione di un'immagine a monitor visualizzata al 100% di ingrandimento.

Questa è un'affermazione importante che non può essere implicita.
Se una foto è guardata da una certa distanza su un monitor di tot pollici, con visione al 100% implica la scelta di un ben determinato Cdc. Naturalmente con gli stessi analoghi concetti della fotografia a pellicola.

A parte questo, anch'io guardo di tanto in tanto le foto al 100% sul monitor, ma all'atto pratico ho sempre stampato massimo 50x70cm. Le mie foto poi le osservo tipicamente a una distanza di alcuni metri (dal divano), pertanto il mio CdC di fatto lo calcolo in base all'uso finale. Quindi aver trovato PdC insufficiente con vista 100% a monitor non cambia affatto il risultato finale.

user46920
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inviato il 05 Dicembre 2016 ore 21:01

Cit. Nikon school:" "la tecnologia digitale, ovvero la sostituzione della pellicola con sensori a diverse risoluzioni, ha portato a dover definire la PDC non solo in base a lunghezza focale e diaframma, come eravamo abituati prima, ma anche in base alle caratteristiche del sensore."
"
L'affermazione è corretta, ma non entra nel merito.

Infatti non entra in merito ... e quindi è soggetta ad interpretazioni che possono rivelarsi anche erronee (come abbiamo visto e vedremo in futuro).

La questione dell'ingrandimento al 100% a video, e roba del genere, per chi non l'avesse ancora capito né compreso, ha la stessa valenza dell'ingrandimento in stampa. Quindi non c'entra tanto il pixel di per sé, ma piuttosto la dimensione reale dell'immagine dopo l'ingrandimento ... che sia fatto con un monitor o con un foglio di carta, non fa nessuna differenza.



Secondo me la profondità di campo cambia, ma come?

No, non cambia. punto.

Ma bisogna aver voglia di capire e comprendere che la risoluzione in pixel è solo il limite fisico inferiore al quale poter attribuire un valore di CdC.

user46920
avatar
inviato il 05 Dicembre 2016 ore 21:40

Alessandro, bisogna che fai attenzione anche tu a non dare definizioni incoerenti:

Il CoC otticamente non esiste come parametro ottico misurabile, non lo misuri, non lo rilevi.

esiste e si misura tranquillamente in millimetri, del suo diametro!
altrimenti non avrebbe senso deciderne una dimensione per poter calcolare la PdC.

Il CoC è solo una ATTRIBUZIONE, decide il fotografo quale CoC applicare ad una immagine, e lo decide in base a tre parametri, solo quelli: potere separatore dell'occhio umano medio, dimensione dell'immagine finita e distanza di osservazione.

NON è il
potere separatore dell'occhio umano medio
!!!
Non è quello il valore attribuito al CdC convenzionale, utilizzato fin'ora dall'industria fotografica.
Ogni volta devo ripeterlo ... mi sembra di capire che non lo vuoi comprendere né accettare, quindi lo riscrivo:
il valore medio umano è 10/10 di acutezza visiva e corrisponde a 14 l/mm (linee per ogni millimetro) discriminate da 25 cm di distanza, mentre il valore convenzionale del CdC è pari a 5 l/mm da 32cm di distanza, ovvero 6.4 l/mm da 25cm di distanza.

CdC convenzionale = 6.4 l/mm da 25cm = 4.6/10 di acutezza visiva
Acutezza media = 14 l/mm da 25cm = 10/10
Acutezza Massima = 28 l/mm da 25cm = 20/10

spero che così, ora, sia più chiara la differenza! Cool

Quindi, è quel termine
medio
che è incongruente, errato, falso, irreale, incorretto, non è il valore giusto, ecc ...


Ce ne fosse mai uno che fa tutti i discorsi mettendo in conto l'immagine finita, mai

esatto! .. bisogna sempre stabilirlo ogni volta. Purtroppo è un errore che fanno spesso i novellini e gli iscritti ai Circoli di Confusione ;-)

avatarsenior
inviato il 06 Dicembre 2016 ore 14:20

Credo che ci voglia un piccolo vademecum sulla PdC. Magari con delle FAQ per fugare ogni dubbio. ;-)

user46920
avatar
inviato il 06 Dicembre 2016 ore 21:58

Esatto! .. a questi articoli manca totalmente una premessa iniziale, che riassuma a grandi linee la situazione, in maniera chiara e semplice.

ad esempio:

La PdC è un effetto ottico che a parità di tutti gli altri fattori, cambia in base alla acutezza visiva dell'osservatore.

Questo vuol dire che davanti alla stessa immagine (stampata e/o proiettata a muro o a monitor), ognuno di noi potrebbe avere un effetto di PdC, in quantità differente rispetto ad altri soggetti.


poi, per spiegare la cosa, si potrebbe aggiungere:

Per poter far vedere la stessa profondità di campo a tutti (quella decisa dal fotografo), sarebbe necessario stabilire un preciso ed adeguato valore di CdC per ogni osservatore e quindi scattare le varie foto in base ad ogni valore, cambiando il diaframma che è l'unico fattore regolabile, se si vuole mantenere, come è giusto che sia, la stessa ripresa uguale per tutti.

Naturalmente, per semplificare le cose e per riprendere una sola immagine fotografica ideale per tutti, è stato adottato un valore di CdC molto blando, in modo che vada più o meno bene per tutti gli osservatori (naturalmente non è così ed ognuno dovrebbe/potrebbe adottare un valore di CdC, perfettamente adatto alla personale situazione visiva).

Il valore di CdC adottato industrialmente è poi il valore convenzionale , utilizzato fin'ora dal settore cine-fotografico e che più o meno, arrotondato, lo si trova come valore assegnato automaticamente in tutte le applicazioni di calcolo della PdC, disponibili in rete e sulle ghiere indici dei barilotti di molti obiettivi, soprattutto quelli meno moderni.


ecc, ecc ..

user46920
avatar
inviato il 14 Dicembre 2016 ore 14:31

Roberto, hai corretto i pdf?

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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