| inviato il 22 Settembre 2016 ore 10:41
Secondo il mio parere scattano a F20 perchè non conoscono bene le problematiche di diffrazione del sensore |
| inviato il 22 Settembre 2016 ore 11:13
Non credo ci sia molto da dire per questa discussione:a parte l'effetto stella che si può ottenere anche con diaframmi un po' meno chiusi, si chiude il diaframma per due ovvi motivi che sono già stati ampiamente riportati: 1-per allungare i tempi di scatto e ottenere il soggetto in movimento (se non si hanno filtri ND o non si vuole adoperarne) 2-per ottenere un adeguata profondità di campo e avere tutto a fuoco, da pochi centimetri all'infinito. Rifacendosi all'esempio riportato, usare un diaframma f/8 su full-frame (un sensore più grande riduce la pdc), significa che se utilizzi un obiettivo 16 mm , regolando la distanza iperfocale a 1,08 m. avrai a fuoco da 0,54 m all'infinito. Se hai un soggetto in primissimo piano (una roccia, un ramo ecc) a meno di mezzo metro non risulterà a fuoco. Se hai un bel grandangolare come un 20 mm le cose peggiorano ancora: a f/8 potrai avere a fuoco da 84 cm all'infinito all'iperfocale di 1,69 m. E qui il ramo in primissimo piano te lo perdi sicuro. Bisogna utilizzare il valore più utile. Ovvio che esagerare a chiudere non serve e peggiora la resa dell'obiettivo. L'alternativa, per aumentare la pdc è quella di fondere più scatti Consulta la celebre tabella delle distanze iperfocali (disponibile anche come app sul cellulare) su ww. dofmaster. |
| inviato il 22 Settembre 2016 ore 11:14
Ripeto che il problema della diffrazione va rapportato anche all'ingrandimento finale a cui osserveremo l'immagine. Negli apparecchi a banco ottico, f/64 non corrispondeva ai diaframmi più chiusi di una normale reflex; era tuttavia un diaframma che faceva comunque insorgere il problema della diffrazione. Allora perché veniva utilizzato? Perché l'ingrandimento ottenuto dalla stampa di una lastra di quelle dimensioni lo rendeva comunque inavvertibile. Oggi in molti casi è possibile ottimizzare il file in modo tale che per stampe di dimensioni non esagerate (per lo meno fino al formato A3) il problema della diffrazione sia trascurabile a fronte di scelte che privilegiano una maggior profondità di campo. Ma poi se ne parla da almeno 60-70 anni; se il problema fosse così "invalidante" perché le case costruttrici (almeno le più serie come Zeiss e Leica) avrebbero continuato imperterrite a consentire diaframmature ben più chiuse di quella ottimale? Non sarebbe il caso di giudicare sull'immagine "finita" (cioè alla dimensione di visualizzazione definitiva) anziché sempre e solo su ingrandimenti a pixel reali osservati a monitor? Il vero problema è sempre quello di chiedersi preventivamente cosa vogliamo ottenere da quello scatto e cercare di realizzare la mediazione migliore, caso per caso, tra tutti i possibili vincoli, senza farsi troppi "attrezzi da falegnameria" mentali e finire per lasciarci influenzare da un solo aspetto tecnico. |
| inviato il 22 Settembre 2016 ore 11:15
Quando ho necessità che tutto nella foto racconti qualcosa e sia maggiormente fuoco e non posso fare due o tre scatti a vari punti di MAF da fondere poi in PP, es. paesaggio, chiudo il diaframma ben oltre i limiti della diffrazione. Mi capita spesso in foto Street che spesso sono in bianco e nero con aggiunta di grana in PP. In questi casi rinuncio a priori alla nitidezza massima. Poi molto raramente come ripiego se ho necessità di tempi lunghi e non ho i filtri ND (raro perchè li ho sempre) o possibilità di attendere la luce giusta. |
| inviato il 22 Settembre 2016 ore 11:24
A proposito di iperfocale: a parte il fatto che il risultato, per distanze sempre maggiori dal punto di effettiva messa a fuoco, è comunque spesso paragonabile all'effetto della diffrazione, come la mettiamo con gli zoom su cui diventa pressocché impossibile stabilire a quale focale stai lavorando (con buona pace delle relative tabelle di calcolo)? Non tutti possono permettersi un corredo composto di sole ottiche fisse di vario tiraggio, di filtri ND ecc. Dovremo pur lasciare un margine di manovra anche in questi casi, o no? |
| inviato il 22 Settembre 2016 ore 11:38
Daniele Ferrari ha ragione: sugli zoom non è possibile facilmente lavorare in iperfocale come sui fissi. Probabilmente anche per questo motivo si lascia un maggior margine di errore chiudendo anche un po' più del dovuto |
| inviato il 22 Settembre 2016 ore 17:50
Si l'effetto sole a stella si ottiene proprio chiudendo, uno dei pochi casi come si diceva in precedenza in cui ha senso chiudere così tanto |
user28347 | inviato il 07 Settembre 2017 ore 21:02
www.juzaphoto.com/galleria.php?t=2474488&l=it io questa stamattina ,obbligato con 100 iso a fare il tempo lento per fare il mosso,certo che f29 è meglio non usarlo mai ps scusa ho sbagliato settembre 2017 |
| inviato il 07 Settembre 2017 ore 21:28
Io, per i panorami - di là di casi particolari - scatto da f9 a f11. Mi pare che le poche foto che ho postato sull'argomento (anch'io ho esperienza limitata) rispondano a questi requisiti. |
user12181 | inviato il 08 Settembre 2017 ore 0:03
Io non ho mai scattato (paesaggi) a diaframma più chiuso di F/11, tranne un paio di volte a f/13, se mi serviva profondità di campo facevo uno stack. Quest'estate ho scattato quasi sempre a F/22 con il flash. Se vai molto vicino al soggetto (distanza di messa a fuoco meno di 17cm, distanza di lavoro meno di 7) con un grandangolo, il close up diventa più complesso, devi comporre come in una foto di paesaggio e vorrai avere qualche minimo dettaglio dello sfondo, che i monti siano riconoscibili come monti, non come macchie di colore. In questo caso F/22 è praticamente obbligato. Il flash aiuta a contenere la diffrazione. Chi guarda è poi realmente fatto entrare nella foto, come il grandangolo dovrebbe fare, entra cioè fra i fili d'erba, perché la macchina è sempre a terra per avere il cielo (se si è sopra il limite degli alberi) nello sfondo. |
| inviato il 08 Settembre 2017 ore 12:16
Dipende anche dall'obiettivo. Io - basandomi sulla mia esperienza ad esempio - molti panorami con il Canon 17 - 40 f4 L li scatto a f13. Poi come detto, ci sono gli effetti ricercati di mosso, di luci a stella, di primi piani che scappano via, etc etc etc |
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