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Una discussione molto interessante che però mi fa tornare in mente l'antico adagio secondo il quale: si stava meglio quando si stava peggio.
In altre parole direi che alla fine la cara, vecchia, e per molti versi anche superata pellicola tanti dei problemi posti al giorno d'oggi dai moderni sensori digitali non sapeva proprio dove fossero di casa a cominciare, tanto per fare un esempio banale, dalla semplice difficoltà di focheggiare con precisione che ormai sembra affliggere praticamente tutti gli obiettivi e che invece, ai temi della pellicola appunto, era di fatto sconosciuta ai più ... e non venitemi a dire che allora si stampava solo in formato 10x15 (e quindi nessuno se ne accorgeva) perché sapete meglio di me che ciò non è assolutamente vero!
Allora scrivevano così. Lessi diversi test riguardo a quell'ottica che poi comprai e confrontai con l'Apo 280 2,8 che già avevo. In effetti era un 'ottica straordinaria.
Non sono d'accordo Paolo. Sicuramente con l'analogico si poteva (e oggi si può) ottenere una fotografia di grande qualità anche stampata in formati grandi o grandissimi: questo è tanto più vero, quanto più si usano pellicole di formato maggiore al 35mm. Questo però non significa - rimanendo al formato 35mm, oggi "full frame", e prendendo a riferimento le migliori pellicole ed i migliori sensori, a parità di iso - che la pellicola abbia vantaggi sul sensore digitale in termini di dettaglio.
Se poi c'è una cosa che è migliorata (ma non è una questione di pellicola o sensore, bensì di elettronica e motori miniaturizzati) negli ultimi decenni è la possibilità di mettere a fuoco con precisione ed estrema rapidità in situazioni in cui prima non era possibile o le percentuali di errori erano elevate, grazie ai moderni sistemi autofocus (ovviamente foto a soggetti in movimento si son sempre fatte, ma oggi ci sono meno limitazioni).
Alcuni pezzi della mia collezione: un Leitz apo-Telyt-R 180mm f/3,4 assieme a due "colleghi" d'alto rango appartenenti alla stessa generazione: il Nikkor AiS 180mm f/2,8 ED e lo Zeiss Contax Sonnar 180mm f/2.8 T* ; questo esemplare di Apo-Telyt è uno dei primi ad essere equipaggiato con tre camme e la già citata compattezza (sia pure non ricercata specificamente durante il progetto) appare evidente nel raffronto con gli altri modelli, peraltro leggermente più luminosi; l'apo-Telyt 180mm f/3,4 è un obiettivo otticamente perfetto, e con film a bassissima sensibilità sviluppati in rivelatori con elevato effetto bordo arriva a risolvere sull'asse a piena apertura fino a 300 l/mm, un valore eccezionale ed incredibile nel suo contesto cronologico...
Io sono un incompetente e rispetto moltissimo Cavina ma riporta e basta. Ho cercato a lungo di capire come funziona quei test. i parametri utilizzati, i parametri, le tipologie di misurazione etc etc ed è un argomento talmente tecnico che lo lascio ai veri esperti. Ma anche prendendo per buoni i valori di 300 e 400 non vuol dire che tali obiettivi saturerebbero un sensore da 50 mp. Non che questo serva a dimostrare la bontà di quelle lenti sia ovvio... Mi piace quella resa, non sono un fanatico della risolvenza ad ogni costo ma le parole hanno un senso.
@Giuliano1955 mi fido di quello che dici. Non lo metto in dubbio minimamente.
Non ho letto tutto, ma un pensiero che mi viene in mente è che il filtro antialiasing sui sensori viene messo per ridurre l'effetto moirè, che a sua volta si crea quando la risoluzione dell'ottica è superiore a quella del sensore. Tant'è che all'aumentare della risoluzione dei sensori l'effetto moirè si riduce fino a rendere non più necessario o indispensabile il filtro antialiasing. Morale, se mettono questo filtro dovrebbe significare che la gran parte degli obiettivi ha una risolvenza più alta di quella del sensore, vale l'opposto se lo tolgono.
Propongo di chiamare in causa il mitico ELIO di NIKONCLUB.IT (chi frequenta sa bene di cosa parlo) e solo allora ne leggeremo delle belle in questo thread cui tanto manca per arrivare a 15 pagine!
i sensori Bayer hanno un grosso handicap rispetto alla pellicola, in fatto di risoluzione: la demosaicizzazione. Quindi, anche andando a sfruttare appieno le potenzialità di una lente, non conterranno mai tutta l'informazione corrispondente a quel numero di pixels. Lo dico perché si parla delle pellicole come se queste non fossero in grado di competere con i sensori digitali. Inoltre, qui nel thread si stanno tirando in ballo lenti eccezionali, sviluppate in un contesto dove il budget non era un problema, come il mitico Leica APO Telyt 180 f3,4. Dunque, stiamo dando ragione a chi dice che le lenti non di fascia alta siano limitanti per i sensori ultradensi e che per sfruttarli appieno siano necessarie lenti ad alte prestazioni? Le lenti sono frutto di lavorazioni meccaniche, e le lavorazioni meccaniche si pagano: più le tolleranze sono ristrette, e più si pagano care, da qui non si scappa. Se poi ci aggiungi dei vetri speciali per azzerare le aberrazioni cromatiche, come nel caso del Leica APO Telyt ancora peggio: ma non possiamo dire che qualsiasi lente vada bene su sensori da 50 MP, quando un 18-55 da kit genererebbe 5-6 pixel solo di aberrazioni cromatiche in quel caso
Dal basso della mia ignoranza fisico-scientifica, e anche fotografica, mi sento di dire che la bontà di un sensore mette in risalto le qualità di un 'vetro' o le sue carenze. E l'eccellenza di una lente, non necessariamente è commisurata ad un prezzo di vendita o valore di mercato esorbitanti.
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