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Fu vera arte???







avatarsenior
inviato il 20 Maggio 2016 ore 17:42

Del " come " in realtà non frega nulla a nessuno...
Chiedere all'autore che corpo e che lente abbia usato é ridicolo solo pensarlo... e non importa assolutamente a chi commercia o critica.
Anche qui su Juza chi ha mire artistiche spesso nega i dati di scatto... così da concentrare l'attenzione sul risultato.

avatarsenior
inviato il 20 Maggio 2016 ore 17:48

penso che un'opera possa essere definita artistica, non tanto per il suo valore oggettivo, ma quanto per il processo che ha portato alla sua creazione

una persona crea un'opera d'arte quando, con una certa proprietà tecnica,
dipinge, scrive, con animo libero, creativo e passionale e lo fa per esprimere se stesso
se non ci sono queste premesse, siamo nel campo del manierismo (che può essere meraviglioso e anche più godibile di un'opera d'arte)

poi esistono fotografi, pittori, scultori, musicisti la cui opera è riconosciuta ed ha valore
ma questo riconoscimento segue meccanismi che con l'arte possono anche non avere niente a che fare: operazioni mediatiche, marketing, capacità di fare pesare opinioni, status

credo che l'arte, se poi esiste, sia una cosa estremamente personale

avatarsenior
inviato il 20 Maggio 2016 ore 18:22

bello il discorso dissacrante di Smargiassi!
Sorriso


avatarsenior
inviato il 20 Maggio 2016 ore 18:29

Del " come " in realtà non frega nulla a nessuno...
Chiedere all'autore che corpo e che lente abbia usato é ridicolo solo pensarlo... e non importa assolutamente a chi commercia o critica.


ma io non mi riferivo affatto all'attrezzatura. MrGreen
il come lo fai ovvero il modo di riprendere la stessa cosa.
da uno all'altro la differenza è il come.

avatarsupporter
inviato il 20 Maggio 2016 ore 19:29

L'ho letto da una mezzora quel pezzo di Smargiassi e sto ancora ridacchiando...


Arti liberali, in antico, che si esplicano soprattutto con l'intelletto, con lo spirito (così dette in quanto si confanno all'uomo libero), nel Medioevo a loro volta distinte, in quanto discipline, in arti del trivio e del quadrivio (vedi trivio e quadrivio).
Arti meccaniche, in antico, le attività manuali dell'uomo, cioè i mestieri, che richiedono pratica manuale.


Un momento nodale è quando Leon Battista Alberti rivendica per pittura scultura e architettura uno status superiore rispetto a quello di arti meccaniche.
Circa un secolo più tardi, e precisamente nel 1550, l'uscita della prima edizione delle "Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri" di Giorgio Vasari mostra, già nel titolo, come questo paradigma fosse ormai radicato.
E il paradigma in questione, quello appunto secondo cui quelle al di fuori delle tre arti maggiori dovessero essere considerate arti minori o applicate, è sopravvissuto sino ad epoche recenti.

Quindi nell'Ottocento alla neonata fotografia toccava un rango paragonabile all'ebanisteria, all'argenteria, alla sartoria ecc.
Questa subordinazione è evidente nell'ingenua imitazione della pittura praticata dalla corrente detta appunto del "Pittorialismo".
Nella seconda puntata della serie di documentari "Photo - L'arte della fotografia" curati da Stan Neumann (che viene periodicamente ritrasmessa da Sky Arte), intitolata appunto "Il Pittorialismo", quale sintesi della filosofia di questa corrente si dichiara che "per diventare artistica la fotografia deve rinunciare a se stessa e divenire non fotografica". Vengono individuati come suoi significativi rappresentanti Pierre Dubreuil, Guido Rey, George Davidson, Alvin Coburn, Frank Eugene, Fred Holland Day, Robert Demanchy, Heinrich Kuhn, Paul Havilland, Edward Steichen e Alfred Stieglitz. Sarà proprio la foto di quest'ultimo intitolata "the Steerage" (Il ponte di terza classe) del 1907 a decretare il superamento del "pittorialismo" a favore della "Straight Photography"; e Steichen lo avrebbe seguito di lì a breve.
www.tracce.it/?id=480&id_n=38346
www.ccworld.it/2011/06/alfred-stieglitz-il-primo-streetpher-della-stor
imagoveritatis.blogspot.it/2011/02/alfred-stieglitz-e-la-fotosecession
www.mediastudies.it/IMG/pdf/pittorialismo-modernismo_lezioni_6_e_7_mar
books.google.it/books?id=W1JLGzdHMxAC&pg=PA6&lpg=PA6&dq=stieglitz+pitt
books.google.it/books?id=2vxxG6ICXsQC&pg=PA42&lpg=PA42&dq=pittorialism
Anche Italo Zannier, in "Storia e tecnica della fotografia" (Roma-Bari, Laterza, 1984), parla di questo superamento senza però focalizzarsi su "the Steerage" come momento fondamentale di tale processo.
Significativi di questo passaggio sono questi due autoritratti di Edward Steichen.
Questo è del 1902:






E' probabilmente stato realizzato col procedimento della gomma bicromata.
Steichen si raffigura nelle vesti di un pittore, e in questo senso, può essere visto come una sorta di manifesto del movimento "pittorialista" americano, di cui è stato il protagonista inseme ad Alfred Stieglitz.
Quest'altro autoritaratto di Steichen è invece del 1917:



Qui non si atteggia più a pittore e sottolinea il fatto di essersi lasciato alle spalle il "pittorialismo".
Certo è che questo modo di concepire la fotografia non scompare nel 1907. Le filippiche che Ansel Adams lanciava nei tardi anni Venti contro i pittorialisti ne sono la dimostrazione.
Penso che sia stato proprio con questa emancipazione dall'imitazione della pittura che la fotografia ha potuto assumere una connotazione artistica propria.

Riguardo all'esigenza di distinguere, all'interno di una disciplina, ciò che è "Arte" da quel che non lo è, in maniera netta, tracciando una sorta di solco in modo da collocare con dogmatica certezza l'Arte da un lato e la non-arte dall'altro credo che occorra disporre di una filosofia ben definita e forse anche un po' assolutistica.
Tale è l'esempio di Lionello Venturi, che in genere giudica in modo lapidario e draconiano ciò che è Arte e ciò che è artigianato. E' evidente l'influenza dell'idealismo crociano e, in un certo senso, sembrerebbe una trasposizione all'ambito delle arti figurative della distinzione tra "poesia e non poesia" che Benedetto Croce applicava alla letteratura (in realtà sto semplificando, il rapporto tra Venturi e Croce è più complesso).

Io mi sento molto lontano dal Neoidealismo Crociano, eppure questa distinzione tra arte e artigianato non mi sembra da buttar via.
Mi pare che una foto per aspirare al livello di "Arte" debba comunque trascendere il dato documentario o la ricerca di un facile piacevolezza o a il far leva sul sentimentalismo oppure...
Non che mi sia sempre chiaro se una foto sia da classificare come "artistica" o "non-artistica" anzi, a dirla tutta, non mi sento sempre tenuto ad appiccicare o meno l'etichetta in questione e uno foto può piacermi o meno, sembrarmi interessante o meno, senza che me ne importi più che tanto se sia da definirsi "artistica" o meno.

Comunque per me è certo che queste sono ARTE:



Alfred Stieglitz




Edward Steichen




André Kertész




Ansel Adams




Andreas Feininger




HCB (bastano le iniziali)




GBG (idem come sopra)




www.flickr.com/photos/fondazionecapri/4580937680/in/album-721576239962
Mimmo Jodice




www.arte.it/notizie/italia/al-westlicht-museum-di-vienna-le-visioni-di
Mario Giacomelli




Gabriele Basilico




Franco Fontana




www.fpmagazine.eu/ita/news/Genesi_di_Salgado_a_La_Venaria-1648/
Sebastião Salgado


Queste NO!
www.juzaphoto.com/me.php?p=39862&pg=allphotos&l=it

user39791
avatar
inviato il 20 Maggio 2016 ore 19:41

Ottimo Roberto.;-)

Questa SI.






Ps. di Mimmo Jodice ho trovato in rete un biografia a cura di Roberta Valtorta.
www.mimmojodice.it/wp-content/uploads/2015/12/Mimmo-Jodice-Biografia-I

avatarsupporter
inviato il 20 Maggio 2016 ore 19:47

Nooo... La sopravvaluti!!!
Figurati che è rimasta nel caricatore per non so quanti anni senza che la rivedessi e me l'ero dimenticata.
Se guardi nei commenti sotto ho messo la digitalizzazione originale, la luce era sbagliata (più o meno mezzogiorno) e i colori facevano schifo.
Ho fatto una ruffianata e l'ho convertita in bianco e nero aumentando a palla il contrasto.

Comunque ti ringrazio per l'apprezzamento.

avatarsupporter
inviato il 20 Maggio 2016 ore 19:48

Ps. di Mimmo Jodice ho trovato in rete un biografia a cura di Roberta Valtorta.


Ottimo! Me la leggerò stasera.
Grazie anche per questo.

user39791
avatar
inviato il 20 Maggio 2016 ore 19:48

Non importa come l'hai ottenuta ma è davvero buona.

Ottimo! Me la leggerò stasera.
Grazie anche per questo.
;-)

avatarsenior
inviato il 20 Maggio 2016 ore 20:06

L'alta cucina è vera arte!

Tutto il resto è ...

fame...

SorrisoSorrisoSorriso

avatarsenior
inviato il 20 Maggio 2016 ore 20:18

Ps. di Mimmo Jodice ho trovato in rete un biografia a cura di Roberta Valtorta.
">www.mimmojodice.it/wp-content/uploads/2015/12/Mimmo-Jodice-Biografia-I

Grazie mille FilibertoSorriso
p.s
Hanno dedicato una puntata della terza stagione di "fotografi" su sky dedicata a Mimmo JodiceSorriso

user39791
avatar
inviato il 20 Maggio 2016 ore 20:37

;-)

avatarjunior
inviato il 24 Maggio 2016 ore 20:20

La dico grossa, tanto non sono nessuno.

L'arte è morta.

Mettevi l'anima in pace. L'arte non esiste ( quasi ) più.
Domandatevi perché i nostri tempi non riescono più a tirar fuori un Michelangelo, uno Giotto, un Canova, un Mozart, un Cartier Bresson, un Lucio Battisti, una Electric Light Orchestra, un Federico Fellini, un Lev Tolstoj. La risposta è appunto: l'arte è morta, uccisa dalla globalizzazione e dal determinismo tecnologico. Non c'è più il terreno di coltura affinché nuovi Brahms, nuovi Hemingway, nuovi Tintoretto possano esistere.
L'arte è una componente fondamentale della cultura. Cosa è la cultura ? E', per definizione, l'insieme dei valori e degli elementi di riferimento che caratterizzano una comunità. Il presupposto è, quindi, che esistano comunità differenti, tali da identificarsi in riferimenti diversi, per generare arte. Le comunità possono identificarsi e definirsi in maniera trasversale: si può essere italiani, occidentali, interisti, buddisti, vegetariani; dipende dal contesto e dal sentimento: ma i confini sono sempre più sfumati.
Il progresso scientifico, andando alle basi fisiche chimiche psicologiche dell'uomo, ne ha appiattito i valori, pretendendo di spiegare qualsiasi cosa in modo esatto. Questo progresso, fonte di conoscenza, si diffonde ovunque allo stesso modo, in quanto uno più uno fa due dappertutto, e con questo metro vuole misurare il mondo.
L'arte, fino a qualche decennio fa, era il tentativo dell'uomo di interpretare il significato della realtà alla luce del fatto che la vita appare tremendamente inutile, soprattutto quando di questa realtà non erano conosciute le basi materiali. Un Vincent Van Gogh era un artista, oggi sarebbe solo un disadattato in cura presso reparti psichiatrici, qualche goccia di prozac e via, altro che artista. Ad un Wolfgang Amadeus Mozart oggi verrebbe consigliato di studiare ingegneria, perché la musica non rende, meglio dedicarsi al successo materiale del denaro con attività misurabili, “scientifiche”. L'arte è trascendenza, oggi soppiantata e derisa dalla Scienza.
L'istruzione di massa, grandissima conquista sociale, è uno dei fattori che ha determinato la ricerca assoluta del successo materiale, successivamente intesa come misura della felicità e della vita: guardate quanta enfasi oggi sui problemi dello sviluppo economico. E l'arte è pian piano diventata economia: è arte quando il prezzo è alto. Oggi andiamo alle mostre di “arte” perché ce lo dice il giornale o il critico che quella è arte: sfido chiunque di voi a riconoscere l'arte di un Renoir se i suoi quadri fossero esposti in un qualsiasi mercatino rionale.
Le comunità, con la globalizzazione tecnologica, tendono a diventare “scientifiche” nella ricerca dei significati e dell'interpretazione dell'esistenza. Appiattendosi le comunità, si appiattiscono i valori culturali di riferimento, dando luogo alla lenta scomparsa sia della cultura che dell'arte. Che senso hanno le file chilometriche per vedere il Colosseo, il Taj Mahal o la mostra di Caravaggio, se non un consumismo culturale teso a far pagare un biglietto, a rendere quindi l'arte un soggetto economico ? Ecco perché un orinatoio capovolto è diventato “arte”: perché non serve più la creatività ( per creare cosa, poi, se c'è già tutto ? ) ma solo il marketing. Il successo di questi “artisti” è il medesimo successo dei cartomanti, basato sulla credulità popolare: e infatti quanti ce ne stanno di fattucchieri e maghi !
Siamo però talmente abituati a considerare l'arte come parte della nostra vita, da non capire più che l'arte come la intendevamo non c'è più. Pensiamo alla musica come arte: il benessere ha messo nelle mani di una smisurata quantità di gente chitarre, pianoforti, violini eccetera: una valanga di MP3 affolla il web, i negozi di CD e vinili chiudono, soppiantati da una liquefazione della produzione dove c'è più gente che suona di quella che ascolta. Non a caso, ancora oggi ci sbomballano con le storie “segrete” di beatles, rolling stones eccetera, perché loro erano, alla fin fine, gli ultimi: hanno interpretato il passaggio dal dopoguerra alla società del benessere, dove non c'è più alcun bisogni di pensare, perché c'è un sacco di roba che pensa per te. C'è benessere, c'è la pancia piena, non c'è alcuna necessità di interpretare il mondo, la vita, l'esistenza: la morte è banalizzata dalla valanga di violenza televisiva a tutti i livelli, la tecnologia e la scienza ci fornisce solo certezze misurabili, il significato della vita è guadagnare soldi, l'arte non serve più.
L'articolo riportato di Smargiassi non è divertente o umoristico: è tragico. E' tragico perché è vero, perché l'arte ora si misura, si va per categorie, e non può più esistere alcun apprendista artigiano che diventa Maestro, perché il meccanismo sociale non lo consente più. Le categorie indicate da Smargiassi sono più o meno quelle che anche noi sotto sotto sapevamo, ma i primi arrivati ci si sono seduti sopra e non mollano la presa. E perché, forse, tutto o quasi tutto è stato detto scritto e anche fotografato. Che altro vuoi dire di nuovo, in un mondo che pubblica centinaia di migliaia di nuovi libri ogni anno ( pensate al periodo d'oro della letteratura, 1850-1950; quanti erano allora ? ), e alcune decine di miliardi di fotografie. Cosa pensate che possa esserci di nuovo ? L'arte è morta, è rimasto solo il marketing. Celebriamo solo il passato, perché l'appiattimento del presente non può esprimere più niente se non stranezze, bizzarrie, esagerazioni trite e ritrite ( le noiosissime “provocazioni” l'arte “dissacrante”, espressioni che sento da quarant'anni ) per le quali, ogni tanto, valga la pena di pagare il biglietto.

Just my two cents.


( nota, non so perché il testo è uscito in corsivo )

avatarsupporter
inviato il 24 Maggio 2016 ore 20:35

non so proprio che dire e allora seguo. Per dire qualcosa mi dovrei sentire perlomeno vicino ad una dimensione artistica , anche solo a livello ipotetico. Credo che l'attivita' che svolgo facendo fotografie abbia poco a che vedere con l'arte.
Capisco che una foto di qualche autore ha un valore perche' so che e' apprezzata da molti, la trovo pubblicata, e' famosa insomma ma, da solo e senza averla mai vista prima, non saprei riconoscerla. Mi accade, nel mio infinitesimo piccolo, anche con le mie quando vedo apprezzate foto cui non avevo dato un soldo di fiducia e viceversa anche il contrario, foto su cui contavo passate inosservate.

avatarsenior
inviato il 31 Maggio 2016 ore 22:48

Mi intrometto in questo interessantissimo thread solo per dire che non è vero quanto ho letto da parte di qualcuno nelle pagine precedenti (chiedo scusa ma non ricordo chi) che l'opera d'arte è tale solo se ha un valore economico.
Il valore di un opera d'arte prescinde dalla sua valorizzazione economica perché sono tanti i motivi che potrebbero non farla apprezzare appieno o per niente: è troppo avanti rispetto ai tempi in cui è realizzata, l'autore vive in ambiente che non lo apprezza, l'autore non è interessato a farsi conoscere, accanimento della sfortuna, chissà che altro.
Si pensi ad esempio a Van Gogh che barattava i suoi quadri per una cena in trattoria mentre oggi valgono decine di milioni.
Il criterio di valutazione dell'opera d'arte non deve essere economico.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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