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Per una critica del giudizio esperto







avatarsupporter
inviato il 31 Marzo 2016 ore 13:28

Pensa che sono appunto paesaggi, ma non cartoline, i pixel se sai fare post non li vedi, ovviamente cala la nitidezza ma non li vedi, per come l'immagine va fruita è indispensabile tenere conto di come è stata pensata, altrimenti si finisce con dare giudizi frettolosi come è capitato spesso con l'opera di Gursky

avatarsupporter
inviato il 31 Marzo 2016 ore 13:34

Comunque si ci sta spingendo Ot non potendo sapere quale fosse l'entità del presunto difetto nelle immagini di quella mostra, da quanto scrive Smargiassi doveva essere davvero molto lieve e limitato a poche immagini, ma non è questo il punto, far prevalere minuzie tecniche sul messaggio, andare a vedere Genesis e portarsi fuori l'orizzonte storto, la coda tagliata, la grana in alcuni scatti, piuttosto del messaggio che il lavoro trasmette, questo è il punto;-)

avatarsenior
inviato il 31 Marzo 2016 ore 13:36

piuttosto del messaggio che il lavoro trasmette, questo è il punto

avatarjunior
inviato il 31 Marzo 2016 ore 13:46

Secondo mia modesta opinion l'articolo fa parte del "ti piace vincere facile" pensiero. Dice cose corrette, quasi banali, ma trascura un aspetto fondamentale: la fotografia non e' solo arte, e' anche il connubio tra meccanica e tecnologia. E quindi.... nell'istogramma, tra il nero, 0, ed il bianco, 255, ognuno si "concentra" in maniera diversa, chi piu' spinto verso la sola espressione artistica e chi devote all'analisi dell'ultimo ritrovato innovativo.

Molte volte anche io penso "quanto tempo speso a fare tests, uscissero a fotografare..." poi pero' mi convince che a questi tester bisogna solo dire grazie. Ed alla tecnologia bisogna solo dire grazie. Ed all'innovazione, che nasce dalla maniacale attenzione al miglioramento, sostenuta dalle migliaia di amatory/fanboy/neofiti che la comprano, bisogna solo dire grazie.

Altrimenti non avremmo quello che abbiamo oggi.

Il tempo per i buonismi ed per le logiche banali dei benpensanti mi sembra sterile...

Buona Luce!
Ciao!

avatarsupporter
inviato il 31 Marzo 2016 ore 13:50

L'unica cosa che a me appare banale è l'apologia della tecnologia fine a se stessa;-)

avatarsenior
inviato il 31 Marzo 2016 ore 14:08

L'unica cosa che a me appare banale è l'apologia della tecnologia fine a se stessa;-)

sono d'accordo, ma se sono state espresse critiche tecniche probabilmente il messaggio fotografico era valido e nessuno l'ha messo in discussione, ma una critica da qualche parte ci deve essere, se no che critica è?MrGreen

io vedo molti fotografi/artisti che non accettano critiche, perché ritengono giusto il loro operato sempre e comunque. In questo modo non c'è crescita professionale.


avatarsupporter
inviato il 31 Marzo 2016 ore 14:15

Il discorso di Smargiassi era diverso, poi lui è un critico non un fotografo...e non mi sembra lo si possa accusare di buonismo viste tutte le volte che i suoi articoli hanno fatto imbufalire i fotografi o presunti tali in reteMrGreen, quindi credo che sia abbastanza convinto del valore della critica...quando c'è da criticare veramente e magari non solo la voglia di tirarsela;-)

avatarsupporter
inviato il 31 Marzo 2016 ore 14:24

Io vedo anche molti amatori che comprano la reflex, guardano un paio di tutorial di Ps e poi dopo sei mesi sono pronti a stroncare il lavoro Giacomelli e compagni nel nome della libera critica senza neppure aver fatto un tentativo di comprenderlo...per far seriamente critica fotografica ci vuole una preparazione immensa altrimenti il rischio è quello di piazzare immense cavolate;-)

user72446
avatar
inviato il 31 Marzo 2016 ore 14:27

io quando guardo le foto di Caterina, rimango spesso basito dalla bellezza dei suoi scatti (a mio parere il top su Juza)
spesso li riguardo, pensando che mai minimamente potrei avvicinarmi a tale bravura (e spero un giorno di essere soddisfatto dei miei lavori al 50% di quanto li fa bene lei)

pero' quando riguardo le mie foto, quelle che io reputo belle, non posso fare a meno di pensare al ''quando'' ''perche'' e ''come'' ho fatto quello scatto.......le emozioni che mi trasmettono le foto, non riesce a trasmettermele nessun altra foto di altri.......proprio per le emozioni del momento in se, non per la composizione-scatto-postproduzione.

avatarsenior
inviato il 31 Marzo 2016 ore 14:34

Io vedo anche molti amatori che comprano la reflex, guardano un paio di tutorial di Ps e poi dopo sei mesi sono pronti a stroncare il lavoro Giacomelli e compagni nel nome della libera critica senza neppure aver fatto un tentativo di comprenderlo...per far seriamente critica fotografica ci vuole una preparazione immensa altrimenti il rischio è quello di piazzare immense cavolate;-)
non c'è dubbio, ma dal lato artistico è molto + difficile avere parametri di critica, entrano in gioco diversi fattori, dal lato tecnico se si ha esperienza i difetti saltano subito all'occhio.

Almeno è quello che mi succede spesso, ma perché fo un tipo di fotografia + tecnica/commerciale, niente di artistico ;-)

pero' quando riguardo le mie foto, quelle che io reputo belle, non posso fare a meno di pensare al ''quando'' ''perche'' e ''come'' ho fatto quello scatto.......le emozioni che mi trasmettono le foto, non riesce a trasmettermele nessun altra foto di altri.......proprio per le emozioni del momento in se, non per la composizione-scatto-postproduzione.
qui hai colto il senso, quando guardi le foto di altri (Caterina) e ti trasmettono emozioni, significa che la foto funziona, chiaramente le tue ti rimangono impresse perché le hai vissute, ma quando guardi una foto di paesaggio e non ti dice niente anche se è bella, non ha colto nel segno.

user15476
avatar
inviato il 31 Marzo 2016 ore 15:06

Io vedo anche molti amatori che comprano la reflex, guardano un paio di tutorial di Ps e poi dopo sei mesi sono pronti a stroncare il lavoro Giacomelli e compagni nel nome della libera critica


Di quella stessa libera critica però fa parte anche questo:

io quando guardo le foto di Caterina, rimango spesso basito dalla bellezza dei suoi scatti (a mio parere il top su Juza)


Mentre una "critica del giudizio esperto" (con un tocco di provocazione) si sovrapponeva in modo diverso:

«in tante foto di paesaggio che vedo (belle, per carità) ma quale progettualità c'è?»

Di conseguenza, questa critica porta a stimolare la propria abilità di apprezzamento che in un dato momento puà essere inquadrata nel cosidetto "pubblico medio" ma può sempre migliorare.

Nell'articolo in questione comunque c'è sia la domanda...

«E se queste persone escono soddisfatte da una mostra che per i competenti e gli esperti è pesantemente difettosa, cosa dobbiamo pensare? Che hanno torto? Sono ingenui? Sono da compatire? Vanno rideucati? Il pieno e vero godimento di un'opera è riservato solo a chi possiede gli strumenti più raffinati, mentre gli altri godono di un apprezzamento debole, inngannevole, condizionato, succube, di rango inferiore?»

...che la soluzione:

«Penso che il pubblico "medio" abbia molto da imparare dalle analisi critiche del più esperto»

avatarsupporter
inviato il 31 Marzo 2016 ore 15:14

Le foto vanno scelte e proposte in base al contesto;-)
Poi bisogna capire cosa intende per esperto...

avatarsenior
inviato il 31 Marzo 2016 ore 19:16

Marameo, indubbiamente c'è sempre da imparare da chi è più esperto, ma anche l'esperto è un essere umano, non ha n'aura di perfezione che gli aleggia intorno e, soprattutto, non è necessariamente esperto in tutti gli aspetti del problema che affronta. Così come si tende ad estremizzare il ricorso all'espediente tecnico (vedi i maniaci della nitidezza photoshoppompata), mi pare che oggi si tenda anche a vedere negli esperti altrettanti Messia, intoccabili e non criticabili (loro possono lanciare anatemi, noi nemmeno misere critiche! Ma chi l'ha detto!). Hai mai visto due "esperti" di pari livello che siano perfettamente d'accordo sulla scala di valori da assegnare alle varie sfaccettature di un'opera? Questo significa che anche nel giudizio esperto si annida un margine di soggettività, che lo espone a sua volta alle critiche. Per questo credo che quelle frasi di Smargiassi che tu consideri "la domanda", in realtà siano solo domande retoriche e contengano già la risposta: se il pubblico medio esce soddisfatto dalla mostra significa che il messaggio è giunto in qualche modo a segno e che anche tale pubblico è in grado di costruirsi una scala di valori quantomeno accettabile. La verità è che c'è sempre chi vorrebbe escludere il "pubblico medio" dalla fruizione dell'Arte e, per farlo, si barrica dietro la critica del pelo nell'uovo.

avatarsenior
inviato il 01 Aprile 2016 ore 18:12

Il giornalista cronista ci racconta la storia,anche un pochino romanzata,il fotografo compone l'immagine la presenta al pubblico,cercando il consenso, la partecipazione del pubblico,per continuare nel loro mestiere.
Nella risposta del fotografo nel blog trovo una chiave di lettura diversa della vicenda ,che non riguarda solo i 24 o 36 milioni di pixel o la nitidezza,ma il riflettere insito nel vedere,l'intenzione di fermarsi un po' di piu' sull'immagine,di suscitare dubbi..
Iil giornalista ha la sua storia ,l'appassionato torna a casa pensando,la rifaccio e il fotografo non è convinto della qualita' della stampa,("c'è qualcosa,che non va",dice).Ognuno ha il suo finale.Quell'uomo di notte solo nella cattedrale al buio che illumina il marmo con la luce della candela,nel tentativo di mostrare la materia,e tanto splendore è la per vedere, e domanda:come si vede?E' troppo buio l'immagine è sgranata e non importa,la stampa non è perfetta,va bene cosi',forse gia' visto gia' fatto,ma sono tutti contenti.Cosa voleva dirci,l'autore?
Nella cronaca il chi e cosa contano meno...Eppure qualcuno si domanda come mai continua a vedere,che forse forse dopo tutto...il dubbio sorge spontaneo e domanda tu come la vedi?Non importa,è bellissima comunque,ma avevo chiesto se notavi qualcosa..

avatarjunior
inviato il 01 Aprile 2016 ore 22:16

Intanto grazie a Caterina per la segnalazione..
Alcuni punti che mi sono sembrati particolarmente significativi e che spero possano essere oggetto di approfondimenti:
- l'artista deve essere fedele al proprio progetto presentandolo al meglio e non cercare il facile consenso del pubblico (facile a dirsi.... ma forti sono le lusinghe delle sirene dei likes MrGreen)
- chi è più "attrezzato" per capire il messaggio dell'artista aiuti chi è meno "preparato" a rispondere alla domanda: che cosa vuole dirmi l'autore? (Io sono stufo di critici che per capire quello che dicono devi leggerli con Il Devoto-Oli sempre aperto)
- l'aspetto formale è sicuramente importante quando è parte del messaggio stesso, ma non può essere l'unico metro di giudizio di un'opera (se una persona come Smargiassi non ha dato peso alle imperfezioni delle stampe, mi sa che stiamo proprio parlando del classico pelo nell'uovo).
marco

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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