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Si stava meglio quando si stava peggio, ovvero pellicola vs sensore


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user46920
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inviato il 06 Dicembre 2014 ore 19:06

Scusami Daniele, continuo a non capire su che cosa si basa il tuo ragionamento Eeeek!!! ... non riesco a collegare le varie frasi e i vari termini da te usati, ad un senso compiuto Confuso
... ma è lo stesso, non me ne volere, io continuo a separare termini quali nitidezza e risoluzione ;-) ... forse dovresti leggere qualcosa a riguardo (risoluzione, interpolazione, nitidezza, acutezza visiva, ingrandimento, ropporto di riproduzione, ecc), almeno per fare le "giuste" differenze terminologiche e riuscire ad esprimere al meglio il tuo pensiero :-P

avatarsupporter
inviato il 06 Dicembre 2014 ore 19:27

Grazie Giobol, si penso proprio di usare un sistema simile, stampare una pellicola in negativo e poi usarla per la stampa a contatto in camera oscura. L'importante e' calibrare bene la resa.

user46920
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inviato il 06 Dicembre 2014 ore 21:57

Oppure con questo ???

avatarsenior
inviato il 06 Dicembre 2014 ore 23:12

Attenzione perché spesso si utilizzano termini differenti per caratteristiche che, nell'era digitale, sono differenti solo in parte o, per meglio dire, si influenzano reciprocamente. Oggi termini come nitidezza o acutanza non possono essere analizzati senza un riferimento alla risoluzione perché é proprio la diversa risoluzione il "cul de sac" dello scambio di informazioni tra il sensore e il dispositivo di visualizzazione finale (monitor o stampante). In altre parole, per mantenere e valutare tutte le caratteristiche dell'immagine così com'è stata scattata dovresti mantenere anche lo stesso esatto numero complessivo e disposizione dei pixel, tanto a monitor quanto in stampa, qwualunque sia il rapporto d'ingrandimento; ma questo il più delle volte non è possibile: se ad esempio ho un monitor da 20x30 cm e gli affianco una stampa da 20x30 cm, presumibilmente osserverò le due immagini dalla medesima distanza, ma la quantità di pixel sara parecchio differente perché nella visualizzazione a monitor, per mantenere la foto entro quella dimensione fisica, avrò operato un ridimensionamento (data la minor densità del monitor) con ricampionamento e conseguente interpolazione; un'operazione che altera sempre le caratteristiche di nitidezza e acutanza iniziali. Forse la cosa non ti è chiara perché immagini di partire visualizzando la foto senza essere tu a manipolarla: del tipo "scarico dalla fotocamera la foto da 24 Mp e la osservo subito al computer così com'é", ma questo non è vero, per fartela vedere intera sul monitor, qualunque software di visualizzazione la ridimensiona e ricampiona automaticamente. Quella che stai osservando NON è la tua foto da 24 Mp, ma una versione molto ridimensionata; è il motivo per cui la proiezione tramite computer non può raggiungere la qualità di un vecchio proiettore DIA, perchè deve contenere l'immagine entro il limite massimo di risoluzione della scheda video, che però è tarato per la dimensione fisica del monitor, non per ingrandimenti superiori; quella che si vede in proiezione, tutta in fila a puntini, bella geometrica, è paradossalmente la "grana" del monitor, non il "rumore" del sensore, è la nitidezza del monitor, non della fotocamera.
Ci sarà un motivo se in camera oscura non esisteva il concetto di risoluzione, perché la variazione d'ingrandimento era lineare e non alterava le caratteristiche dell'informazione, non c'era interpolazione, non dovevi aggiungere o eliminare pixel durante il ridimensionamento; in stampa inkJet invece lo devi fare perché altrimenti diminuisce la densità dell'inchiostrazione sul foglio e l'ingrandimento risulta sbiadito; anche a monitor lo devi fare, ma per il motivo opposto, perché un monitor da 30 cm non può fisicamente contenere 24 Mp.

avatarsenior
inviato il 07 Dicembre 2014 ore 0:48

Finalmente una spiegazione chiara dell' inutilità dei tanti mega pixel per poi visualizzare a monitor full hd.

avatarsenior
inviato il 07 Dicembre 2014 ore 1:05


Finalmente una spiegazione chiara dell' inutilità dei tanti mega pixel per poi visualizzare a monitor full hd


No aspettate, non ho capito: so che è una pratica che parecchi considerano deleteria, che così non è fotografia, che è autogodimento, etc, etc, ma se io guardo una foto al 100%, cioè vado a vedere il dettaglio perchè voglio farmi del male, o al contrrario, voglio godere... sto vedendo la foto alla sua grandezza originale, ed il monitor non la comprende tutta, ma la definizione è superiore alla diapositiva che vedo sul proiettore... e questa non è un'opinone, credo.

avatarsupporter
inviato il 07 Dicembre 2014 ore 8:06

Paolostok dipende dalla diapositiva e dal proiettore.
Dipende anche dalla stampa.

L'occhiodelcigno sia Devere che Durst producono quell'ingranditore, purtroppo non funziona oltre ingrandimenti minimi, si vedono velocemente i cristalli dello schermo proiettati dalla lente.
Sono giunto alla conclusione che se voglio un 50x60 mi conviene stampare una pellicola 50x60 da digitale e poi stamparla a contatto in camera oscura.

user46920
avatar
inviato il 07 Dicembre 2014 ore 8:40

col negativo ... non c'erano elementi "oggettivi" che influenzassero la risoluzione in base al rapporto d'ingrandimento, come invece avviene con l'interpolazione software necessaria oggi.

Forse ho capito cosa intenedevi dire con "la massima risoluzione era data con la stampa a contatto" ;-) e anche con "ma a livello di nitidezza rimane comunque in vantaggio la stampa rispetto al monitor" ... ma c'è un però, che è dato dalla acutezza visiva e quindi torniamo alla distanza di osservazione, indipendentemente dal "media" utilizzato (stampa o monitor, ecc).

Ci sarà un motivo se in camera oscura non esisteva il concetto di risoluzione, perché ... non dovevi aggiungere o eliminare pixel durante il ridimensionamento...

... ma non lo devi fare nemmeno adesso !!! Eeeek!!! ... ed è chiaro il perché:
Data un'immagine di superficie = tot Mega Pixel, la risoluzione di stampa (dpi) aumenta o diminuisce la dimensione dell'immagine, mantenendo i tot Mega Pixel inalterati !!!
In base all'acutezza visiva "desiderata" o "considerata" (linee per millimetro), si calcola la massima dimensione di stampa per una determinata distanza di visualizzazione: sia col digitale che con la pellicola, tutte le misure più piccole di questa, saranno "sovradimensionate" per l'acutezza visiva a quella distanza !!!

Perché ti complichi la vita, facendo differenze che non ci sono ??? :-P
... l'interpolazione, se la conosci non ti uccide MrGreen è sufficiente non usarla o non valutare le differenze in sua presenza Eeeek!!!

Si stava meglio quando si stava peggio ??? ... mi sembra una presa per il naso, già in partenza ;-): come si fa a razionalizzare un paradosso ???

Daniele, vorrei farti una domanda secca e chiara: puoi quantificare l'acutezza visiva binoculare umana media ???

user46920
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inviato il 07 Dicembre 2014 ore 8:56

Marinaio:
Sono giunto alla conclusione che se voglio un 50x60 mi conviene stampare una pellicola 50x60 da digitale e poi stamparla a contatto in camera oscura.


... cavolo Eeeek!!! non ho molte conoscenze di ingranditori digitali, ho visto che questo vecchio modello arriva a 17Mp, che non è male !!! ... magari nel frattempo hanno messo in catalogo altri modelli che arrivano a 24Mp (oltre non serve).

Ma come fai a produrre la pellicola 50x60 ???

avatarsenior
inviato il 07 Dicembre 2014 ore 9:28

Cigno:non mi risulta che esistesse una velvia 25.
Posso dire una cosa? Quando proietto a 100 pollici una velvia 50 ,proiettore p2000 e supercolorplan 2.5 90mm. .....sento il reale davanti a me. La prima cosa che vedo è che i colori sono un'altra cosa.
Trasparenza,tridimensionalità,un altro mondo.

avatarsenior
inviato il 07 Dicembre 2014 ore 10:47

Posso dire una cosa? Quando proietto a 100 pollici una velvia 50 ,proiettore p2000 e supercolorplan 2.5 90mm. .....sento il reale davanti a me. La prima cosa che vedo è che i colori sono un'altra cosa.

Giuliano, sui colori non discuto, io proietto la stessa diapositiva con lo Zett, che non è malaccio, ma la definizione resta a favore del digitale.

avatarsenior
inviato il 07 Dicembre 2014 ore 11:56

Cigno, certo che entra in gioco il rapporto tra ingrandimento e distanza dell'osservatore, ma fino a che punto rispettare questo rapporto mantiene inalterata la sensazione di nitidezza?
Ho provato a fare qualche calcolo e prova (le stampe relative le avevo già).
Ho una fotocamera (10 Mp) che sforna file da 3872 pixel sul lato maggiore, che corrisponde a 32,7 cm per una stampa a 300 ppi da visualizzare a circa 30-32 cm di distanza; impostando l'EXIF a 100 ppi ne scaturisce invece un lato lungo da 98,3 cm per una distanza di visualizzazione di 90 cm (mantenendo la proporzione). Ti assicuro che senza photoshoppare ulteriormente il file, le differenze di nitidezza tra le due stampe si notano, seppur di poco, anche rispettando i rapporti di distanza, e sospetto che superando quella dimensione anche il "seppur di poco" vada a farsi benedire. Quindi non è vero che la nitidezza si mantenga inalterata rispettando il rapporto geometrico lineare; dovrei allontanarmi un po' di più, ma così percepisco l'intera immagine come un po' più piccola dell'altra osservata a 30 cm di distanza; probabilmente l'occhio umano, nonostante i suoi limiti, lavora con meccanismi un po' più sofisticati della semplice linearità geometrica. C'è anche un altro problema: anche impostando l'EXIF a 100 ppi per il file da 98,3 cm, non lo puoi stampare a quella risoluzione perché ci sarebbe poco inchiostro e inizierebbe ad affiorare per trasparenza il bianco della carta, con diminuzione della saturazione dei colori; devi comunque lasciare la stampante impostata a 300 (o superiore), quindi la stampante compie in ogni caso un'interpolazione se vuole aggiungere punti di stampa, e questo, se il rapporto tra ingrandimento/risoluzione di stampa non ti da un multiplo esatto dei pixel originari, aggrava ulteriormente il problema, magari di poco, ma lo aggrava; se le cose non stessero così non si consiglierebbe di non superare la stampa da 1 metro per file da 10 Mp.
In realtà non sono un maniaco degli ingrandimenti; come ho evidenziato all'inizio a me interessa di più vedere cosa succede a monitor perché questa è diventata la visualizzazione standard.
Ad esempio, il monitor del portatile che ho di fronte in questo momento ha il lato maggiore di 33,1 cm, quindi paragonabile fisicamente alla stampa di cui sopra, ma supporta al max 1600 pixel, per una risoluzione di 123 ppi. Sfido chiunque a darmi la prova che la nitidezza (intesa in linee per mm) sia paragonabile.
Poi, per rispondere a Paolo, il punto di forza della visualizzazione a monitor consiste nel fatto che questo lavora in sintesi additiva e restituisce contrasto generale, profondità e brillantezza difficilmente avvicinabili in stampa

avatarsenior
inviato il 07 Dicembre 2014 ore 12:04

Si OK Daniele, non mi riferivo alla stampa verso il monitor, ma pellicola verso digitale, il quesito del topic, credo

avatarsenior
inviato il 07 Dicembre 2014 ore 12:11

Beh, Paolo... allora spezziamo una lancia anche a favore del digitale (a cui comunque anch'io mi sono convertito).
Ad esempio non devi fare i conti con la "grana" delle pellicole di 30 anni fa, e se questo non è molto influente a bassi ISO, a 3200 la differenza è stratosferica.
Oppure: la velocità con cui puoi realizzare esposizioni multiple, ad esempio il focus stacking, o montare panoramiche.

avatarsenior
inviato il 07 Dicembre 2014 ore 12:11

Quoto Daniele... tenete anche conto del fatto che solo i sensori digitali, i monitor e i proiettori digitali hanno una disposizione regolare dei "punti", tutto il resto utilizza o è naturalmente regolato da sistemi casuali.
In passato fu tentato anche un sistema di quadricromia che prevedeva una dispozione dei punti diversa dalla "Rosetta" classica. La stampa inkjet adotta sistemi di distribuzione dei punti differente proprio per aumentare la risoluzione percepita.

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