| inviato il 26 Settembre 2015 ore 22:15
Lo strumento finale di verifica è l'occhio. Per esempio che temperatura colore imposti a monitor e per quale motivo? Fai il test a fine calibrazione, il test risulta buono, ma se poi la stampa non torna a monitor butti la stampa o correggi i parametri del monitor? Anche la mia é solo curiosità, tanto x capire come mai si consiglia sempre D65 come bianco. |
| inviato il 27 Settembre 2015 ore 3:55
La bontà di un monitor o di un profilo non va giudicata in base a quanto ciò che visualizza sia più o meno simile ad una stampa presa per qualche motivo come riferimento e pure visualizzata come capita. Quello è soft prof alla buona, ma la soft proof è uno strumento di lavoro e non dovrebbe interessare affatto a meno che non si lavori alla prestampa. La soft proof è uno strumento e rappresenta una anteprima veloce ed economica di ciò che potrebbe essere successivamente una stampa reale. Non si parla di immagini visualizzate nel loro spazio di lavoro o di salvataggio, né di confronti effettuati come capita, luce che entra dalle finestre la mattina, lampadine accese la sera ecc... La stampa deve essere illuminata e visualizzata in un determinato modo, e sopratutto deve essere sempre quello, altrimenti la soft proof (lo strumento di lavoro) va a farsi benedire. Per un monitor dedicato alla soft proof gli standard consigliano un punto del bianco analogo a quello del D50 e luminanze superiori a 80cd/m2, sopra i 120 preferibilmente, ma... a chi importa? Il problema delle stampe scure è che gli standard con cui sono certificate le stampe stesse (quando lo sono...) è che essi sono validi per condizioni di visualizzazione che sono distanti dall'album di matrimonio sfogliato mentre si è seduti sul divano in una stanza di 30 m2 illuminata da delle lampadine oer un totale di 1500 lumen. Si parla piuttosto di luminanze tra i 500 (inteso proprio come minimo!) e i 1000, ovvero l'analogo di 1000 lumen diretti esclusivamente su un'area di 1 mq. Condizioni da esposizioni e musei praticamente. Un monitor va profilato per l'uso che ne si fa e casomai adottare un flusso di lavoro che nel caso si debbano preparare delle stampe per uso quotidiano tenga conto di questo problema, magari con una curva nel giusto spazio di lavoro frutto dell'esperienza. Facendo diversamente, introducendo soggettività, va a farsi benedire lo scopo stesso della profilazione, che è quello di avere strumenti sparsi per il mondo che parlino la stessa lingua. Se si introducono soggettività per adattare il monitor a qualcosa o ad un gusto personale tanto vale non profilare affatto! Profilare una periferica non serve per ottenere riproduzioni più belle ma per avere una base comune di riferimento. Per le condizioni di visualizzazione secondo lo standard attuale (ISO3664:2000) è possibile trovare le informazioni al paragrafo 4.5 sovsib.ru/color/iso3664_en.pdf In breve: accenno al fatto che non si tratta di valori per soft proofing punto del bianco simile a quello del D65 (compresa motivazione) luminanza superiore a 75 cd/mq ma preferibilmente maggiore di 100 ecc... |
| inviato il 27 Settembre 2015 ore 9:38
Allora ripartiamo. Non so se hai mai usato il software della Eizo, o quello della Quato, monitor e software dedicati alla prestampa in ognuno di questi software c'è una voce che serve x aggiustare punto di bianco e colori con la stampa, dopo che si sono corretti parte la nuova calibrazione, si controlla nuovamente con la stampa, se è a posto si è finito. Io lavoro in prestampa, non ho mai visto una calibrazione via software che non avesse bisogno di correzione. D65 è un valore troppo freddo x calibrare il monitor se si ha intenzione di stampare, viene spesso ripreso postando interventi di boscarol dal suo blog, ma sono articoli che hanno quasi dieci anni, e già allora non andavano bene. E ti parlo di stampe sotto il visore e monitor a fianco |
| inviato il 27 Settembre 2015 ore 13:23
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=1497601&show=2 “ Master, di beauty in particolare mi occupo di lingerie, quindi capirai che la pelle ce n'è tanta da ritoccare MrGreen „ “ Master su non scherzare, non saprei identificarle... mah nella discussione precedente hai postato foto di Gucci, lo sai che lavoro anche per loro? ma anche il nome Guess ti dice nulla? „ Lavori per Gucci e Guess e beauty di lingerie ma anche alla prestampa sempre sullo stesso monitor a 5000K e 100cd/mq calibrato ad occhio? |
| inviato il 27 Settembre 2015 ore 14:58
Correggo a occhio il punto di bianco per avvicinare la stampa al monitor, lo trovi strano? È la norma in prestampa, i software attuali leggono il punto di bianco della carta per regolare il monitor, lo trovi strano? Io trovo strano affidarsi esclusivamente al colorimetro senza un riscontro su stampa, cosa stai calibrando? In pratica nulla in modo accurato se non hai modo di verificare con la stampa. Comunque non calibro a 5000K ma a 5500k e visualizzo la stampa su carta certificata fogra (o iso 12647 se ti piacciono i numeri) sotto visore just a 5000K. Tu invece con cosa controlli il monitor x sapere se la calibrazione va bene? Con quello che scrivono sui blog? Con lo strumento e basta? |
| inviato il 27 Settembre 2015 ore 15:32
Quindi la risposta è sì? Fai grafica per importanti aziende su una postazione da soft proof? Ottimo! Trovi strano il seguire uno standard perché non ti è chiaro qual'è lo scopo di uno standard. Fai un mix tra grafica e stampa, non discerneri la natura completamente diversa delle due cose. La natura confusa e soggettiva del tuo modo di operare emerge quando dici “ Io sul mio ho fatto un po' di prove e 2.0 è un valore accettabile, n'è troppo ne poco contrasto „ . Si legge proprio il fatto che tu abbia cercato un comoromesso tra ciò che dice lo stumento e ciò che dicono i tuoi occhi provando a trasformare una postazione presumibilmente da grafica (scusami, ma non si capisce cosa fai) in una postazione da soft proof. E magari fai anche soft proof visualizzando le immagini nel loro spazio colore di lavoro? |
| inviato il 27 Settembre 2015 ore 16:04
Con il termine prestampa penso si capisca il lavoro, potrei dirti cromista o fotolitista, provo con pre press. C'è poco di soggettivo, ogni strumento usato x calibrare ha un errore strumentale, due strumenti di marca diversa non danno lo stesso risultato. Il mio scopo è avere il monitor corrispondente alla stampa, nel max di precisione che si può raggiungere, perché credo che anche te quando correggi una foto lo fai ad occhio, o ti fidi del bilanciamento automatico? |
| inviato il 27 Settembre 2015 ore 16:10
Husky, potremmo andare avanti all'infinito. Sono due modi diversi di concepire il colore. Uno è corretto e l'altro no. Ognuno sceglie quale è l'uno e quale è l'altro. Ma gli standard, che non sono qualcosa di freddo e asettico fine a sé stessi, ma servono ad evitare guerre mondiali tra operatori o situazioni di stallo alla messicana in cui non si capisce chi abbia torto o ragione, danno la risposta. Permettimi di suggerirti un altro lavoro aggiuntivo che potresti fare, scherzosamente: il certificatore di colorimetri e spettrofotometri :) P.S.: però non prendermi in giro, non è che non capissi qual'è il tuo lavoro per una mia limitatezza, ma perché tu a seconda del post in cui cerchi di dar maggiore peso alle tue affermazioni cambi mestiere. In quel post ritoccavi fotografie di donne in lingerie per Guess e Gucci e qui fai il topo da laboratorio in un centro stampa (perché questa è la pre-stampa, per indicare il legame quasi meccanico tra monitor e stampante in un monitor preparato per tale uso). Ora, può essere che tu effettivamente faccia entrambe le cose, anzi, è così, ma la domanda che ti ho fatto sopra a questo punto era: fai entrambe le cose sulla stessa postazione? |
| inviato il 27 Settembre 2015 ore 16:51
Allora la fotolito è staccata dalla stampa intesa come tipografia, ovvio ci sono alcune realtà in cui questa viene inglobata nell'insieme, come anche la fotografia, ma sono pochi centri. La maggior parte delle tipografie hanno si un operatore addetto alla prestampa, ma generalmente prepara il lavoro per le lastre, o si limita all'imposition su lastra, ne conosco pochi che correggono il colore, da qui il termine cromista. Il mio post non era a presa in giro, è solo che con un termine tipo prestampa si pensa a quella figura che prepara il lavoro in lastra ma che non pensa alla postproduzione. Il mio lavoro consiste nel correggere il colore, ritocchi, fotomontaggio, prestampa e consegna lavoro finito con prove colore alla tipografia, poi qualche lavoro lo seguo anche dallo scatto sia dentro che fuori studio. Ritornando un po' in topic, x me il monitor è calibrato quando mi mostra il risultato che ho in stampa, se non lo fa e lo strumento mi dice che va bene è solo perché sta calibrando con valori sbagliati rispetto a ciò che deve simulare. Aggiungo e concludo che non solo gli strumenti hanno rese diverse, ma anche i software per calibrare a pari parametri danno risultati visibilmente diversi, quindi dimmi te cosa rimane di scientifico? |
| inviato il 27 Settembre 2015 ore 18:01
Non è strano che sw diversi forniscano risultati diversi, perché persegueno l'intento della corretta riproduzione dei colori in maniera diversa, magari anche con diversi tipi di scelte effettuate di default o inconsapevolmente dall'utente, come la versione e il tipo di profilo utilizzato ecc... La colorimetria non è una scienza esatta e ad oggi ha tutt'altro che esplorato ogni campo della percezione visiva. Comunque risultati diversi sì, ma entro livelli di errore accettabili e comunque quantificabili e verificabili dai risultati forniti dalla validazione del profilo. Gli errori sono già noti al sw che ha effettuato la profilazione, sa già che non ha riprodotto ogni colore con scarto nullo rispetto al valore di riferimento, ma ha cercato di riprodurre meglio in media i vari colori usati per la profilazione. Da lì con una correzione tramite LUT può diminuire ulteriormente l'errore, ma sta(rebbe) poi all'utente andare a verificare le statistiche del profilo e decidere se provare con un set di colori differente, scegliere un tipo di profilo differente ecc... Tutto è documentato comunque. “ x me il monitor è calibrato quando mi mostra il risultato che ho in stampa „ sì, se stai parlando di soft proof, ovvero "anteprima di stampa". Ma in questo la procedura di profilazione è diversa perché va simulato lo spazio colore di destinazione della stampa . |
| inviato il 27 Settembre 2015 ore 18:58
Ok ma sta a Photoshop simulare il profilo di destinazione, la procedura di cui parli te è diversa solo se i programmi non sono in grado di gestire i profili colore, ma non è questo il caso. Quello di cui parlo io con l'aggiustare i colori è una procedura prevista nel software della Eizo è una funzione avanzata che permette di migliorare la simulazione della stampa, li non ci sono numeri va fatta ad occhio ed la funzione più importante del programma, perché permette di avvicinarsi molto alla stampa. |
| inviato il 27 Settembre 2015 ore 19:36
Husky... Photoshop non deve entrarci niente con la procedura di profilazione per soft proofing. Io parlavo della simulazione dello spazio colore di stampa fatta dal sw di profilazione. Quello di cui parli tu è la scelta del valore di crominanza del bianco del monitor, non è una funzione "avanzata", è un passaggio fondamentale e va fatta seguendo uno standard oppure "ad occhio" se si hanno gli strumenti giusti e ripetibili per osservare una stampa (ma solo in caso di profilazione per soft proofing). Forse tu ti riferisci alla selezione del guadagno digitale dei tre canali, anziché all'utilizzo di un preset. Essendo la retoillumimazione fissa, statica, è così che si può cambiare la temperatura colore (e ciò riduce la luminosità massima), anche se ci sono monitor con lampade a colore variabile. Qui www.argyllcms.com/doc/Scenarios.html ci sono alcuni consigli per generare target specifici per il tipo di riproduzione che si vuole ottenere, profili di collegamento ecc... |
| inviato il 27 Settembre 2015 ore 21:44
Pagina 4 del PDF, per una calibrazione più accurata: www.eizo.it/pool/support/kompetenzcenter/ColorNavigator_6_How-to-Use-G Ti mostra cosa puoi fare nella regolazione avanzata, colori, saturazione, bianchi, in rgb e cmy ecc ecc P.s. Se devi certificare il monitor perché corrisponda ad un determinato profilo colore, il software interagisce con Photoshop e va a leggere i valori direttamente dai documenti che crea in automatico di alcuni target. |
| inviato il 27 Settembre 2015 ore 23:28
:) |
| inviato il 27 Settembre 2015 ore 23:41
Un altro software che permette di fare cose simili al color navigator si chiama icolor display, lo produceva la quato, ma ormai hanno chiuso sono rimasti solo qualche vecchio monitor e software un po' datati (che non girano più bene su mac) però se usi pc e vuoi fare una prova è un programma molto valido, con un sacco di funzioni, compresa la certificazione fogra (il primo software a dare questa possibilità circa 8 anni fa) :-) |
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