| inviato il 07 Agosto 2014 ore 9:43
Bellissima avventura, è un piacere leggerti, in bocca al lupo e buona continuazione. |
| inviato il 08 Agosto 2014 ore 4:46
Giorno 20 - 7 Agosto Oggi c'è molto poco da raccontare. Ultimi circa 600 km. di panamericana fino a Santiago, tra lavori stradali giganteschi e gli immancabili camion. Rifaccio un giro in una bella spiaggia dell'andata. A differenza dei primi giorni del viaggio, oggi a Santiago c'è il sole e quindi vedo questa famosa corona di vette innevate. Santiago mi appare in un modo completamente diverso. Viva ed elegante. Attraversando vari quartieri per arrivare all'Hotel (sempre il comodo Sahara Inn), ad ogni via incrociata si vedono , sullo sfondo, le montagne. Spettacolare. Avevo prenotato una doppia perché non c'erano singole, ma mi dicono che una si è liberata e posso spendere meno, circa 23 euro, sempre con bagno privato. Il solito puzzo del combustibile delle stufe, ma con il nastro tappo le ampie prese d'aria della porta e risolvo il problema. Devo organizzare il bagaglio per il volo e la seconda parte del viaggio. Domani riconsegnerò l'auto all'aeroporto un po' a malincuore. Mi ha ottimamente supportato in qualsiasi situazione e, nonostante l'abbia messa seriamente alla prova più volte, non ha mai accusato problemi. |
| inviato il 09 Agosto 2014 ore 7:54
Giorno 21 - 8 Agosto Sui voli fatti dico solo che la LAN Chile è una ottima compagnia. A La Paz mi aspetta un taxi per La Posada de la Abuela Obdulia. Ottimo Hostal. Stanza matrimoniale uso singola con bagno 33 euro. Non poco ma voglio stare tranquillo, so di furti in Hostal. Appena ci si muove da El Alto dove sta l'aeroporto, che è il quartiere più? alto ovviamente di La Paz, appare la città tutta attaccata alla parete di una valle. Lo spettacolo incanta. Le case hanno tutte lo stesso color mattone. Un immenso presepe. In centro, finalmente e per la prima volta mi sento realmente in sudamerica, quello che amo. Il Cile è molto avanzato ed europeizzato e la cosa lo fa restare freddo ai miei occhi. Ovviamente parlo dei centri abitati. Qui invece? Ci sono da mezzora, non sono ancora all'Hostal e già adoro questa città. Il centro è un unico grande bazar, la folla che lo attraversa è a tratti impenetrabile, variegata, colorata, stranieri, boliviani, bambini trasportati e bambini che corrono, voci, clacson, i meravigliosi colectivos dai quali si urlano le destinazioni. Semafori, polizia e vigili provano ma non riescono a mettere ordine a questo meraviglioso caos. Dai colectivos la gente scende e sale spesso al volo e spesso nelle corsie centrali della strada in mezzo alle altre macchine che passano, sarebbe troppo tempo sprecato l'accostarsi al marciapiedi, le porte restano quasi sempre aperte. Gli odori si mischiano e creano un'essenza inebriante. Sono estasiato e non vedo l'ora di amalgamarmi al tutto e farmi trasportare dalle mille correnti umane, di mezzi, di voci che si creano e scompaiono in continuazione. Prendo possesso della camera, ottima e devo immediatamente uscire per andare alla Entel dato che la mia sim 4g presa ad Uyuni non ne vuole sapere di funzionare, ma sarei uscito comunque senza disfare le valigie. In strada faccio fatica a rimanere concentrato su quello che devo fare, ad ogni passo c'è qualcosa di interessante. Noto immediatamente una cosa che verrà sempre più confermata con il passare del tempo: nessun turista ha la macchina fotografica, non vedrò neanche una macchina fotografica in mano a qualcuno fino al rientro definitivo la sera. E' significativo. E' un vero peccato, faresti 100 foto ad ogni passo, ad ogni bancarella, negozietto, oggetto, persona, alimento cotto o crudo in vendita. La paura di furti è altissima ed è un freno anche superiore al fatto che i boliviani notoriamente non amano essere fotografati. La prima e unica macchina fotografica non la vedo per strada ma all'interno della chiesa o meglio cattedrale di San Francesco, forse la più interessante della città. Anche qui, dopo molti anni, riassaporo il gusto dolce, a tratti stucchevole, del sudamerica. La tragicità e magnificenza delle chiese di qui non ha eguali, ed i fedeli sono assolutamente parte del tutto. Il miscuglio pagano e religioso che si è realizzato qui nel corso degli ultimi 500 anni è unico. La struttura della chiesa è magnifica, in pietra, niente intonaco, può ricordare alcune delle nostre più belle, mentre l'esterno ricco di decorazioni sempre scolpite nella pietra è ovviamente molto spagnolo. All'interno però, a differenza delle nostre con struttura simile, c'è una profusione di oro da abbagliare. Prevalentemente in legno, teche, tabernacoli, altari, decine e decine di statua di santi, abbagliano. Dicevo della tragicità sudamericana, un cristo in croce è così ricoperto di ferite da avere quasi tutto il busto dipinto di rosso. Dalla ferita più famosa, al costato, fuoriesce tridimensionalmente, come una grossa quantità di cera colata ovviamente rossa, non bastava dipingerlo occorreva scolpirlo questo sangue. Alcune donne hanno le lacrime agli occhi. Si sta celebrando la messa e nell'omelia il sacerdote parla di Santa Clara o Chiara e di come seguì Francesco. Ci faccio caso perché all'improvviso sento "Italia" e la cosa mi fa perdere un po' la trans in cui sto e mi riporta a pensieri meno positivi e più consueti ed interiorizzati sull' "oppio dei popoli" . Non è questa la sede e non ne farò. Alla Entel di La Paz, a differenza di quella di Uyuni mi dicono che il 4g non è compatibile con il mio smartphone 3g, mi cambiano la sim con una 2g e questo lo dico perché non sarà semplice fare gli aggiornamenti, soprattutto per le foto, con i testi forse ce la faccio comunque. Verificherò e saprete più avanti. Consultata la Lonely, vedo che a 50 metri dall'Hostal c'è uno dei migliori Pena o locali con musica e Danze tradizionali dal vivo. Vado immediatamente e trovo posto. Pena Huari con un otimo livello anche di ristorazione. Tra costo spettacolo e cena spendo quanto per la camera ma è il mio primo ristorante da quando sono partito, liberi di non crederci. Stasera per la prima volta ho mangiato e non mi sono solo alimentato. Come avrete notato sono passato da fotografo naturalista (dilettante) a turista, ma qui ne vale la pena. Il posto si riempie poco dopo anche di gente danarosa locale. Spettacolo di buon livello, molto godibile. I costumi sono fantastici soprattutto nelle danze dei carnevali qui molto famosi di San Ignacio de Moxos e di Oruro. Domani mi aspetta una giornata intensa? come quasi sempre. |
| inviato il 10 Agosto 2014 ore 6:36
Giorno 22 - 9 Agosto Girare per La Paz si conferma molto piacevole, nonostante lo debba fare per cercare di organizzare meglio i giorni futuri. Di giorno non mi sembra di percepire una situazione particolarmente pericolosa, certo non mi sogno di tirare fuori la macchina fotografica ed i taxi che prendo sono o ordinati telefonicamente o scelti in strada ma solo tra i radio taxi che hanno sul tettuccio una barra luminosa con il nome della compagnia. Alla compagnia aerea Amazonas qualcosa risolvo ma confermano che la regolarità dei voli dipende dal tempo soprattutto a Rurrenabaque e la cosa mi preoccupa al punto che decido di anticipare di un giorno il rientro a La Paz per essere tranquillo con l'internazionale per Santiago. All'agenzia contattata dall'Italia preferisco comunque non prenotare nulla lo stesso dato che perdurano le incertezze sulla possibilità di dividere la stanza con altri turisti per abbassare gli alti prezzi dei Lodge. Decido di pensarci direttamente a Rurrenabaque, porta di ingresso dell'amazzonia boliviana, e per questo motivo vado molto in anticipo all'aeroporto e mi imbarco su un volo di un paio di ore prima di quello che ho prenotato. Anche in questo caso le paure di non riuscire a fare almeno una parte di ciò che mi sono proposto mi angosciano. L'aereo, piccolissimo ed ovviamente bimotore ad elica, è certamente uno dei più piccoli mai presi avendo solo due file di poltrone. Ho il primo posto, ed allungando la mano quasi arrivo alla cloche di pilotaggio. E' nuvoloso ma, quando scendiamo per atterrare, la sensazione è di aver cambiato continente e invece abbiamo volato solo per 35 minuti. Sotto di me la selva attraversata da tortuosi fiumi. Appena scesi si è immersi nella vegetazione lussureggiante, la temperatura è tropicale anche se fortunatamente abbastanza secca (questa è la stagione perfetta per l'amazzonia), si sta bene. Il bus della stessa Amaszonas, per 10 boliviani cioè 1 euro ti porta in centro davanti alla sua Agenzia. Accanto vedo la Madidi Travel che prenota il lodge più lussuoso della zona in un'area privata a ridosso della reserva Madidi. Anche se ho intenzione di andare in altri lodge chiedo informazioni ed avrei la possibilità di andare sia come date che come costo. La cosa mitiga molto le mie paure sull'organizzazione di questa parte di viaggio. Con un mototaxi, che è proprio una moto senza la carrozzella attaccata come in altre parti del mondo, con tutto il bagaglio arrivo all'Hostal el Curichal dove ho prenotato tramite Hostelbookers una doppia con bagno a circa 13 euro. C'è anche la piscina. Non male. Ho da fare delle cose urgenti. Mentre il viaggio procedeva, anche se non ne parlavo, continuavo ad avere corrispondenza con l'Agenzia America Tours dove mi sono recato a La Paz e soprattutto con l'Associazione Armonia nella persona del Sig. Gustavo, per cercare di organizzare la visita alla Reserva Barba Azul di cui credo di aver parlato nella quale c'è solo il centro dell'associazione che si occupa della salvaguardia appunto del Barba Azul. Per non farla lunga, devo essere a Trinidad domani 10 per poter partire con loro per la riserva l'11, stare 3 giorni e tornare il 14, prendere il volo per Rurrenabaque il 15 e qui fare attività fino al 21. Per arrivare a Trinidad non ci sono voli da Rurrenabaque il sabato e la domenica e quindi devo provvedere via terra. Alla stazione degli autobus in cui mi reco, sempre su mototaxi (3 boliviani cioè 30 centesimi qualunque corsa) mi confermano delle cose che mi aveva detto Gustavo. Domani molto presto prendo un taxi per San Borja (3 ore nella selva) e da San Borja mi assicurano che posso prendere un taxi per Trinidad (5 ore nella selva), ho anche il telefono di un tizio che possiede 4 cesna e vola a Trinidad in un'ora a prezzi accettabili, ma vedrò a San Borja domani. Questo è quanto. Domani mattina sveglia molto presto e partenza. Fino ad ora non ho volutamente parlato di Rurrenabaque per lasciare la descrizione come dessert. Non è semplice la descrizione, ci provo. E' quello che ti aspetti e molto di più. Adagiato placidamente su una riva del Rio Beni (enorme). Decine e decine di imbarcazioni, le classiche canoe a motore, fanno capire subito quanto il fiume sia importante e vitale.
 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1582847 Case colorate e vegetazione lussureggiante, le colline intorno sono anch'esse un intrico di verde. La vita si svolge in strada e sul fiume, sembra di stare in un racconto e mi viene in mente il Macondo di Marquez. Passeggio prevalentemente sul fiume, è il tramonto, c'è molta gente vicino all'imbarcadero, chi vende frutta, chi chiacchera, chi compra, chi semplicemente passeggia. Una lancia a motore fa la spola continuamente, anche la notte, con l'altra riva dove c'è il paese gemello San Buena Ventura. Le televisioni accese sono all'esterno delle case, addirittura ce n'è una nella pensilina in legno dove si attende la lancia. Faccio la traversata (30 centesimi andata e ritorno) e la visione dal fiume e se possibile ancora più intensa. L'acqua è marrone, siamo in amazzonia, la corrente è considerevole ma il manovratore avrà ormai fatto il percorso un milione di volte e conosce alla perfezione ogni minima variazione nell'interminabile flusso d'acqua. La sicurezza che si respira è totale, non è La Paz, qui si conoscono tutti e quindi estraggo la macchina fotografica. C'è musica e gente dovunque, tanto che chiedo se c'è una festa, mi rispondono che il sabato e la domenica è così. Si canta, si mangia insieme, si balla, si beve. Ritornando in battello, ormai senza quasi più luce, i pipistrelli iniziano a sfiorare l'acqua ed a cenare con gli insetti. Mi spiegano che ce ne sono di varie dimensioni ed alcuni bevono sangue? Un ristorante all'aperto, davanti al fiume mi fa fermare. Mangio uno squisito ed abbondante piatto di un pesce che non conosco con riso, patate e verdure. Ottimo e molto saporito, mi faccio dire il nome ma non lo ricordo. Spesa 4,5 euro. |
| inviato il 11 Agosto 2014 ore 18:29
Giorno 23 - 10 Agosto Mi sveglio alle 5:30 e decido di non perdere tempo. Alla 6 i Taxi compartidos, sono già pronti per partire per le varie destinazioni. Ci sono anche i bus, ma il mezzo migliore è questo più piccolo e leggero. Mi è stato sconsigliato il bus diretto Rurrenabaque-Trinidad perché a San Borja, se molti scendono nei villaggi precedenti e restano pochi passeggeri, può anche fermarsi la notte aspettandone altri il giorno dopo. Anche con i Taxi è lo stesso, partono quando sono pieni ma sono solo sei posti. Devo prenderne uno per San Borja e da lì uno per Trinidad, avvisano loro che sta arrivando una persona che va a Trinidad. Ci sono vari sindacati di collectivos e sembrano ben organizzati. Dopo un'ora che non arriva nessuno decido di comprare io tutti i biglietti per Trinidad e partiamo. Costo totale 50 euro, posso starci. Mentre partiamo arriva uno per Yucumo, che sta prima, paga 50 bolivianos e li danno a me, fino a San Borja adesso il Taxi è mio. Alla fine, con vari altri passeggeri per piccoli tratti, la spesa si abbassa a circa 40 euro. Il Taxista fa la cresta su quello che gli pagano, altrimenti recupererei di più, ma lascio perdere, comunque gli faccio capire che l'ho capito. Strada asfaltata, ma ogni 200 metri ci sono deviazioni, ponti da rifare, sterrati con alti scalini rispetto all'asfalto, insomma i pezzi asfaltati sono solo un problema, si procede con accelerate brevi e brusche frenate. Si balla tanto. La lonely diceva che era la strada peggiore della Bolivia e senza averle viste tutte mi sento di confermare, peggio è difficile. Si passano molti villaggetti e case solitarie, la selva è molto diradata per far posto a pascoli. Devono scansarsi al nostro passaggio uomini, cavalli, mucche, bufali, cani, galline, maiali. Un'iguana o un varano, o comunque un lucertolone di almeno 70 cm, rischia seriamente di essere messo sotto, ne incontreremo altri. Non ci sono cadaveri di animali investiti e penso che o succede di rado viste anche le velocità non elevate o dopo poco i predatori ne fanno sparire completamente le tracce. Abbastanza uccelli anche interessanti. Poco prima di Yucumo la strada è bloccata da due camion che sono rimasti impantanati nel fango.
 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1582872 Immagino la situazione della strada nella stagione delle piogge. E' domenica, i molti cantieri con i mezzi per risolvere il problema, sono chiusi e così i camionisti cercano di arrangiarsi da soli. Dopo un'ora e mezza riescono ad estrarre i mezzi e si può passare, non senza rischi di nuovi impantanamenti. Dopo quasi 5 ore arrivo a San Borja. Mi assaltano appena sentono che proseguo per Trinidad, devono riempire i collectivos, ma telefonicamente mi hanno già prenotato con un sindacato. Il Taxi è pieno, ma ho un'oretta, ne approfitto per mangiare fuori da una baracchetta gestita da tre generazioni di donne della stessa famiglia, l'ultima avrà 3 anni ed è un amore. Pesce e riso con limonata, costo 1,3 euro. Si riparte. Percorso più lungo, almeno 5 ore. Molti meno pascoli e villaggi. Costeggiamo fino a San Ignazio de Moxos la Riserva Biosferica del Benì e la quantità e varietà di uccelli aumenta decisamente, ne avvisto a decine di mai visti, splendidi, alcuni molto colorati, piccoli e grandi? e non riesco a scattare ovviamente nemmeno una foto, molto frustrante. Spero di rifarmi nei giorni seguenti. A San Ignazio, che sembra carino, dopo 3 ore ci sgranchiamo, bagno (di nuovo come sugli altipiani con bidone accanto con l'acqua), rifornimento di benzina e si riparte. All'ingresso ed all'uscita dei paesi più grandi ci sono sempre dei controlli della polizia, mi dicono che servono anche per controllare che non trasportino legno illegalmente tagliato. Sono rincuorato da questo, vuol dire che almeno nelle intenzioni con Morales si sta cercando di preservare questo bene mondiale che è la foresta amazzonica, poi nella realtà non so cosa succede, ma è qualcosa. Poco prima di Trinidad attraversiamo il Rio Mamorè su una chiatta spinta dal motore di una lancia che si aggancia a fianco.
 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1582904 Un ragazzo ha in tasca una scimmietta carinissima di tre giorni.
 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1582905 Tutti mi guardano con curiosità, in questo tragitto ho realizzato uno dei miei scopi che è il "turisti zero" o meglio "turisti uno... io". Varie volte ho attraversato fiumi su chiatte nei viaggi, ma resto sempre affascinato da questi posti particolari dove si mischiano tutti i componenti e gli interessi delle comunità della zona, visto che nessuno può evitare di passarci. Comincia a calare il buio e mentre percorriamo l'ultimo tratto di strada dalle cime degli alberi spunta una luna piena enorme ed abbagliante, da restare a bocca aperta. Arrivo. Trinidad è grande, il taxista mi dice 2 milioni di abitanti, poi ci ripensa e dice forse meno. Sulla Lonely c'è scritto 80000, è incredibile come spesso non siano a conoscenza di informazioni di base sui posti dove abitano, lavorano e sono nati. HostalSirari, uno dei migliori, doppia a 10 euro. Incontro Gustavo che mi da una pessima notizia. La jeep con cui domani avremmo dovuto andare alla riserva è tornata guasta da qualche ora. Attendono una nuova jeep. Lui deve comunque andare e quindi devono organizzare un volo per domani o dopodomani in cui mi imbarcherò anch'io. Se sarà dopodomani perderò un giorno nella riserva e mi rompe molto, oltretutto un giorno intero a Trinidad mi interessa poco. Non mi ha entusiasmato mentre arrivavo in Hostal. Mi confermano anche che qualche problema di delinquenza c'è. Come quasi dovunque, più c'è umanità più ci sono problemi. Mangio una cosa immonda in un posto immondo, una specie di fast food che però sta di fronte all'Hostal. Unica cosa positiva è che domani mi riposo. Note a margine. Le prese elettriche in Bolivia sono compatibili con le nostre e presentano sempre anche la possibilità di inserire quella americana con i due rebbi piatti. Vi consiglio di portarvi comunque quella americana perché le nostre entrano ma sono leggermente più piccole e quindi cadono e si è costretti a reggerle manualmente quasi sempre. Con quella americana messa prima, invece, tutto ok e si collegano anche più spine senza problemi. Per gli aggiornamenti del diario vedremo. Trovo internet sempre molto lento. |
| inviato il 11 Agosto 2014 ore 18:33
Sto usando un internet point e con uno schermo decente ho visto che almeno le due foto dell'aggiornamento precedente hanno una elaborazione pessima troppo carica. Prego di comunicarmelo, mica mi offendo... Sto elaborando praticamente alla cieca e non e' semplice. Colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che mi stanno... accompagnando. Gianluca. |
| inviato il 12 Agosto 2014 ore 5:02
Giorno 24 - 11 Agosto Mattinata rilassante, l'unico stress è trovare come aggiornare il diario. Per la prima volta non riesco né con la mia SIM boliviana, nè con il wifi dell'Hostal. Trovo due internet point, nel secondo finalmente ho un po' di linea a velocità accettabile e pubblico. Vedo Gustavo. Oggi no, ma domani mattina partiamo con un volo prima a Santa Ana de Yacuma e poi un altro per la reserva. Ritorno allo stesso modo il 14 o il 15 mattina. Speriamo. Nel pomeriggio, dopo aver letto sulla lonely, affitto un motorino (4 marce, un secolo che non ne porto) ed esco da Trinidad. Santuario Chuchini dove c'è anche altro ma mi intteressa la laguna ricca di uccelli. Dopo un 15 km. con il fedele e preciso GPS e maps.me ci sono e mi tuffo nella stretta sterrata per arrivarci. Appena fuori dal paese si incontrano tantissimi uccelli e sono esattamente come ho visto durante il viaggio e come ci si aspetta in Amazzonia. Grandi, piccoli, con colorazioni marcate dal giallo al blu, bellissimi. Passano in volo, si posano, ripartono. Uno spettacolo. Per i colori che hanno bisognerebbe fotografarli sempre in volo sia beccando il sotto che il sopra. Ecco il problema. Prima cosa evidente è che, almeno qui e tenendo conto che è la mia primissima uscita, sono molto meno friendly che in Africa, appena sei a tiro ed anche prima volano via. E' un problema anche solo fotografarli posati. Pazienza, vedremo nelle Riserve dove sono molto più tranquilli. Mi godo questa solitaria in Amazzonia con motorino assolutamente non prevista. Dopo una mezzoretta, con il sole che cala, non sono più solo e cominciano a passare motorini con varie persone che hanno tutte una cosa in comune: l'avere in mano macete con lame di almeno 60 cm. Non molto rassicurante. Poi vedo anche delle ragazze con lo stesso attrezzo e sono più tranquillo, comunque sono sempre tutti cordiali e sorridenti, un po' stupiti a vedermi imbracciare il 200-400, ma mai ho percepito possibili pericoli o sguardi poco rassicuranti. Qui lavorano sodo ed hanno altro da pensare. Sulla strada del ritorno, con il sole che continua a calare, le occasioni migliori che come sempre basta avere un po' di pazienza ed arrivano.
 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1621414 Per aver fatto un giro veloce e quasi senza soste serie, ho incamerato qualche foto decente. La sudata è stata memorabile, c'è molto caldo e non oso immaginare cosa debba essere nella stagione delle piogge con l'umidità prossima al 100%. Un camion blocca la strada all'altezza di una deviazione per superare un ponte da ricostruire. Stavolta non è il fango, ma gli ha ceduto il terreno sotto perché è andato troppo vicino al bordo. Fortunatamente con il motorino si passa. Trinidad, girata immergendosi nella baraonda dei motorini che la percorrono incessantemente, risulta più piacevole, ma mi resta comunque indifferente. Il Rio Mamorè è troppo distante per regalarle atmosfera. Ai lati delle strade degli scoli dell'acqua molto profondi, alcuni pieni d'acqua e di ogni altro genere di cose, a volte molto puzzolenti, sembrano fogne a cielo aperto, ma ci sono anche i tombini. Non indago, in ogni caso non sono gradevoli, poi magari sono indispensabili quando qui si scatenano i diluvi. Non devo fare tardi. Domani si riparte all'alba. Note a margine. Nonostante la stagione secca gli insetti in generale e le zanzare sono tante. Come repellente, dovunque andiate, cercatene sempre uno che abbia una alta percentuale di Dietitoluamide o DEET, se non c'è non compratelo. Da poco ho trovato quello che ho dietro che si chiama Jungle Formula (il nome dice tutto ma non lasciatevi ingannare dai nomi perché altri con nomi azzeccati non valgono nulla) comprato in farmacia che ne contiene ben 50g su 100g di prodotto. Vanno comunque abbastanza bene anche con 20g o 30g, ma dipende dove andate. Questo vi assicuro che fa scappare le zanzare a gambe levate. Poi ovviamente ci possono sempre essere le kamikaze, ma ve la vedete solo con poche e non con tutto l'esercito. Da ricordarsi, prima di addormentarsi di spruzzarne un po' sulle mani e passarlo su tutto il viso. Lo so fa schifo, ma le zanzare vi possono pungere anche sulle labbra se è l'unico posto non protetto. |
| inviato il 15 Agosto 2014 ore 7:47
Giorno 25 - 12 Agosto Gustavo mi passa a prendere ed andiamo all'aeroporto. L'aerotaxi funziona come il taxi compartido. Appena si raggiunge il numero di persone che riempiono l'aereo, si parte. Dovrebbero essere 5 + pilota (parliamo di cesna) ma siamo in 6 + pilota. Tolto il volo fatto nella mongolfiera con cesto da due posti di un amico, è il mezzo più piccolo mai preso per volare (300 boliviani cioè 30euro). In tre, me compreso, stiamo su una panchinetta richiudibile che viene sistemata in mezzo alla sole 4 poltroncine esistenti, una delle quali è del pilota. Senza schienale e leggermente inclinato all'indietro, devo reggermi al poggiatesta della poltrona davanti per non cadere. In tre stiamo come sardine, la panca non supera il metro e 20. Immaginavo decolli ed atterraggi con botte e sobbalzi ed invece quasi non ci fai caso. L'unica cosa che distingue il pilota da noi sono i RayBan ed i guantini. Il volo però è incredibile, a non più di 500 metri da terra vedi tutto. A Santa Ana de Yacuma, con due mototaxi, andiamo in centro. La struttura è la stessa di Trinidad con la plaza central e le vie tutte con porticati, ma è molto più curata e risulta decisamente gradevole. Gustavo fa la spesa per la Riserva e ripartiamo per l'aeroporto. Il volo adesso è completamente privato e solo per la Riserva e non pago nulla. Sto approfittando di un loro volo. Gli spazi dedicati all'allevamento sono immensi, a perdita d'occhio, un mare d'erba. Ogni tanto c'è un'isola di selva. Mi dicono che questa è la situazione naturale della pampa, mi sembra ci sia troppo poca selva ed infatti mi confermano che via via sono state eliminate sempre più isole. Pare non ci sia la mano delle multinazionali, ma le fattorie sono immense con migliaia di capi. Tutta questa area immensa, durante la stagione delle piogge, è sotto 2 metri d'acqua e le isole di selva (e qui si capisce meglio perché le chiamano isole) che sono più alte, sono le uniche aree fuori dall'acqua totalmente o solo parzialmente. Dopo una breve camminata dalla pista d'atterraggio si arriva al campo della Riserva. In questo momento, e già dai primi di Luglio, nella riserva c'è un gruppo di studio dell'Università di Glasgow incaricato di conteggiare i Barba Azul ed i Caimani neri. Questi ultimi, dopo essere stati sfruttati dall'industria per la pelle, adesso sono in via d'estinzione. Il campo è recintato, hanno tre cavalli con i quali hanno anche trasportato i viveri dalla pista, la struttura ricettiva è buona. Vedo 4 stanze ognuna con 4 grandi letti a castello per un totale di 16 posti. Un'intera stanza è mia. Ci sono due bagni in tutto. La doccia è fredda ma con il caldo che c'è non sarà un problema, inoltre non esce certo alla temperatura prossima al congelamento a cui usciva dai rubinetti sugli altipiani. Partiamo alle 4 con la barca per attraversare la laguna qui davanti, dall'altro lato mi portano subito a vedere i Barba Azul. Relativamente piccola ma dovuta parentesi. Il Barba Azul o Ara o Paraba o Pappagallo o scientificamente Ara glaucogularis è molto simile all'Ara Azzurro-Gialla relativamente comune e ne differisce per collo e corona sulla testa azzurri invece che nero il primo e verde la seconda in quella comune. Sono differenti anche la forma delle ali, il modo di volare e soprattutto il grido che è la cosa con cui si riesce a distinguere anche da lontano. Esiste ormai in pochi esemplari, solo in Bolivia e solo in un paio di siti in cui trova condizioni favorevoli, come questo. L'associazione, oltre a gestire la riserva, si occupa di campagne informative in ambito locale. Nelle cerimonie vengono da sempre usati dei copricapi decorati con penne di Paraba. Alla gente del posto si sta insegnando a distinguere la Barba Azul dalla più comune e soprattutto ad utilizzare penne artificiali. Non mancano i problemi. Lo status ufficiale di riserva non c'è ancora ma è in corso il riconoscimento e ci possono volere anche anni. La riserva è circondata da immense fattorie i cui proprietari non vedono affatto di buon occhio e nemmeno comprendono le limitazioni che la riserva impone e che al momento non sono nemmeno rispettate visto che le mandrie pascolano anche qui davanti al campo appena fuori dalla recinzione. Storia questa abbastanza comune ovunque. Anche qui si stanno verificando cambiamenti climatici dovuti anche alla deforestazione di queste stesse zone, ma proprio i problemi portati da questi cambiamenti potrebbero aiutare a migliorare la situazione. L'anno scorso ben 170.000 capi di bestiame e solo in questa limitata zona, sono morti a causa delle piogge molto più intense che hanno allagato la pampa così rapidamente da non permettere agli animali di rifugiarsi nelle isole e ciò sensibilizza gli allevatori ad appoggiare progetti di reincremento di aree di foresta negli stessi luoghi prima massacrati dalle ruspe. Direi che può bastare, torno al diario. Prima di partire mi danno degli stivaloni di gomma, dicono che è secco ma me li danno lo stesso. Il giro in laguna è bellissimo, gli uccelli sono tanti ma posso subito confermare che scappano quando ancora si è distanti. Mi dicono che anche qui c'è gente che viene a cacciare e che è una cosa comune, quindi uomo uguale cacciatore. Tante foto, alcune solo dignitose, pochissime accettabili.
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 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1657330 Si scende dal lato opposto e si percorre un tratto a piedi che sotto un sole ancora potente si trasforma in un bagno di sudore. Finalmente i Barba Azul e la loro cena sugli alberi preferiti. Qualche foto va a segno ma le distanze restano complessivamente proibitive.
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 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1657382 Si capisce che le stiamo disturbando e ce ne andiamo. Nel ritorno, sulla laguna, uno spettacolo inconsueto. A parte i caimani neri (che non sono enormi come i parenti coccodrilli o alligatori) che iniziano ad uscire dall'acqua, al nostro passaggio dei pesci di anche uno o due chili buoni iniziano a fare dei salti mostruosi fuori dall'acqua. Superano abbondantemente in altezza me seduto sulla barca. Molti colpiscono la barca che è di metallo, saltando troppo vicino e le botte allo scafo mettono paura. Come era prevedibile almeno 4 concludono il salto all'interno della barca ed è una vera impresa prenderli e ributtarli in acqua. Uno dei lavoranti del campo (non posso definirlo guida e si capirà meglio nel seguito) ne tiene 3 e Gustavo fa fatica a fargli almeno rigettare in acqua il più piccolo, a dimostrazione che ci vorrà ancora molto tempo affinchè la consapevolezza della ricchezza che si ha a disposizione faccia breccia. Tramonto.
 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1657420 Rimettiamo piede a terra e Gustavo fa un salto, è già praticamente buio e con le torce illuminiamo un serpente che chiamano all'incirca vipera?. Chiedo, ma mata? Si! A beh? ecco che torno all'improvviso a rendermi conto di dove sono. Gli stivali di spessa gomma che comunque sono stati indispensabili, alla faccia del secco, visto che al limitare della laguna e non solo si affonda parecchio, sono fondamentali anche per evitare possibili morsi. Il serpentello è ancora giovane, ma proprio per questo più letale perché non avendo ancora imparato bene a dosare la quantità di veleno da iniettare, tende a emetterne molto e sei spacciato in 24 ore. Si c'è la radio e l'emergenza aerea, ma sinceramente non ci tengo a sperimentare quanto sono efficienti e tempestivi. Dopo cena riesco a malapena a scaricare le foto sul computer e crollo. Domattina sveglia alle 5. La brutta notizia è che pare ci sia un fronte freddo con pioggia che sta arrivando e la cosa potrebbe complicare non poco i movimenti qui e per il ritorno. Giorno 26 - 13 Agosto Dopo aver dormito discretamente nonostante ci sia caldo anche di notte, colazione e si parte. Mi faccio lasciare dall'altro lato della laguna e resto solo fino alle 11. Qui non è per turisti e loro hanno da lavorare e la cosa mi sta bene. Non mi convince molto solo il camminare sotto il sole cocente, il non poter procedere al limitare dell'acqua perché si affonda e l'impossibilità quasi totale di avvicinare a distanza di tiro i vari soggetti. Ma tant'è. Mi godo il girovagare solitario. Mi infilo nel folto della selva, si riesce a passare bene e ci sono anche delle aree abbastanza libere in corrispondenza dei gruppi di palme. Molti uccelli, bellissimi, ma troppo in alto, all'ombra e soprattutto in mezzo alle fronde. Dei forti versi gutturali. Sono tenuto d'occhio dalle cime più alte dal maschio-alfa tutto nero di un gruppo di scimmie urlatrici. Accanto anche un paio di scimmie cappuccino.
 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1691725 Passano anche molto velocemente nella macchia dei capibara. Mi hanno mostrato ieri sera, perché non ci credevo, anche foto di maiali selvatici ovvero cinghiali. Se ne incontro uno mi sembrerà di stare a casa. Loro non credevano che in Italia centrale è pieno di cinghiali. Riesco nella pampa, fa caldissimo, mi apposto tranquillamente all'ombra di alcuni alti arbusti. Ogni tanto qualche scatto.
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 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1691940 La situazione e le sensazioni sono indimenticabili. Non essendo turistico non ci sono percorsi, moli, capanni né vere guide che sanno dove portarti. Una grossa risorsa turisticamente è la laguna, due ore in giro con la barca sarebbero sufficienti, ma non ci pensano proprio. Mi hanno detto che stanno attrezzandosi per incrementare questo aspetto, ma sono ancora lontani? e penso anche che forse non è un male al di là delle mie esigenze. Spingendomi un po' più vicino all'acqua non vedo, perché non si poteva vedere con la fitta ed alta vegetazione, che il terreno più duro finisce, e mi ritrovo in ginocchio. Macchina salva ma i jeans si bagnano ed entra anche un po' d'acqua dentro gli stivali. Torno al mio piccolo rifugio, mi levo tutto e stendo ad asciugare. Resto per un bel po' in mutande con solo gli stivaloni addosso, imbraccio sempre il 200-400 in attesa ed immaginando quello che vedrebbe uno di passaggio mi viene da ridere, ma ovviamente non passa nessuno. All'avvicinarsi dell'ora in cui mi recuperano il tempo inizia a peggiorare. Il sole si copre ed il vento è abbastanza forte. Non fa più così caldo. Vado all'appuntamento e sono puntuali. E qui cominciano i veri problemi. Dopo 5 minuti finisce la benzina. Non hanno remi. Solo due pertiche che non servono a nulla perché sotto è profondo. Un pezzo di legno piatto è l'unica cosa simile ad un remo. Uno dei tre si impegna, ma sia per il forte vento sia perchè è evidente che non è un esperto rematore, continuiamo ad andare verso il lato sbagliato della laguna. Fortunatamente cala il vento per 10 minuti e si riesce ad accostare. Chiedo se da lì si può andare al campo a piedi. Si. E come no? Tutto secco. Sono molto più pesante di loro ed ho anche l'attrezzatura. In un punto affondo di botto una gamba fino a oltre il ginocchio. Mi aiutano ma ormai la frittata è fatta. Il tipo della barca mi dice che tengo piedras, cioè sono pesante. Per decenza non commento come vorrei. Ma come si fa a non controllare la benzina dell'unica barca del posto e rischiare di doversela fare a nuoto o chissà che giro di chilometri a piedi? E solo perché si capisca meglio la situazione dico che nel lago ci sono i pirana con i quali puoi anche nuotare e fare il bagno ma se non ti accorgi di avere una ferita con delle goccioline di sangue beh, sei finito. Non solo, ci sono anche delle specie di siringhette, molto molto sottili che intercettano tracce di urina e cercano di entrare nei condotti urinari, non so se mi spiego. Non ho parole. Torniamo al campo e mi lavo. Fortunatamente ho altri pantaloni che mi sono fatto lavare e sono già asciutti. Mi riposo e scrivo. Non credo che andrò in giro nel pomeriggio anche perché sembra che possa effettivamente piovere, il vento è forte, la temperatura si è abbassata bruscamente e sto con la giacca che mettevo a La Paz. Che succederà? magari starò qui bloccato per vari giorni. Vedremo. Spero proprio di no. Decido invece di uscire nuovamente qui intorno cercando qualche altro scatto. Adesso c'è proprio freddo e servono scaldacollo e cappello di pile, da non credere.
 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1692052 Gustavo, tramite radio, ha conferma dei voli di ritorno di domani. Si parte alle 11. Mi danno una trapunta. Dato che le stanze non hanno vetri ma solo zanzariere, c'è freddo e vento anche dentro. Domani mattina non credo che mi alzerò prima dell'alba. Giorno 27 - 14 Agosto Con calma alle 7 faccio colazione ed ultimo, spero, giro fotografico.
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 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1692064 Conferma del volo che dovrebbe arrivare al campo alle 11:30, c'è vento ma pare che si possa volare. Tutto fortunatamente regolare. Voliamo prima a Santa Ana de Yacuma e successivamente a Trinidad. Vedere dall'alto a 360 gradi l'immensità dei pascoli e l'esiguità delle aree di foresta mette l'angoscia. L'associazione Armonia ha una sede molto carina attrezzata anche per accogliere scolaresche. Pago la non modica cifra di 150 USD al giorno per i due giorni di riserva. Volendo fare un bilancio: adesso che so com'è riandrei comunque perché è l'occasione unica per entrare realmente in contatto con questi posti. Dai lodge turistici nei parchi dove adesso spero di andare, le realtà e le problematiche del territorio non si percepiscono. Quelle che ho scritto sono solo una piccola parte delle informazioni ricevute e delle situazioni viste. Poi c'è da mettere, sempre come pro, il non turistico che comprende anche Trinidad e Santa Ana de Yacuma, dove probabilmente qualcuno mi ha scambiato per trafficante di cocaina che in queste zone si produce. Gustavo, quando dopo il tramonto abbiamo sentito un aeroplano, ha detto che era un'emergenza o un volo per la cocaina e qui le emergenze sono rare. Per contro direi l'arrivare alla riserva da Santa Ana de Yacuma per cui è indispensabile approfittare di un volo della stessa associazione, il prezzo, ed il rischio di restare bloccati per il maltempo. Due o tre giorni vanno bene, di più sarebbe frustrante. Anche se ancora mi resta da vedere qualcosa, oggi dalla Riserva Barba Azul ha avuto inizio il percorso a ritroso che mi riporterà in Italia. Domani ritorno a Rurrenabaque e ridiventerò un turista. Come non mi stancherò mai di ripetere le elaborazioni delle foto sono fatte quasi senza monitor e quindi potrebbero presentare problematiche anche molto evidenti. |
| inviato il 16 Agosto 2014 ore 4:36
Giorno 28 - 15 Agosto Qui a Trinidad sono in festa per l'Asunta, ferragosto in Bolivia. In questa occasione tutte le scolaresche elementari organizzano una grande parata intorno alla piazza. Le bambine agghindate e truccate da majorettes ed i bambini con i tamburi. I più grandicelli ed adulti, in costume tradizionale, si siedono in chiesa per la funzione e probabilmente entreranno in azione in seguito con le danze. Il traffico, per una volta, è bloccato intorno alla piazza ma nel resto del paese continua sempre serrato. Dato che circolano al 95% moto e motorini i semafori sono adeguati al ritmo frenetico e scattano ogni 15 secondi, l'ho cronometrato. Devi essere veloce anche come pedone. Comunque, come avevo costatato affittando un motorino, il tutto è abbastanza fluido e funziona. Saluto i tre tucani giocherelloni nel giardino dell'Hostal. L'altra volta due di loro hanno provato ad assaggiare, con il loro becco gigante e coloratissimo, le mie scarpe mentre ero fermo sulla scala, così per gioco. Mi aspetta Rurrenabaque, nuovamente e stavolta non di passaggio, ed il Parco Madidi. In poco tempo prenoto tutto per gli ultimi giorni di Amazzonia. Giro classico che fanno in molti. Domani parto per il Chalalan ecolodge 3 giorni 2 notti nella foresta pluviale amazzonica sul lago Chalalan allla rispettabile cifra di 400 USD, poi altri 3 giorni 2 notti nella pampa al Caracoles con escursioni sul fiume a 240 USD. Entrambi gestiti direttamente dalle comunità locali. In mezzo di nuovo una notte a Rurrenabaque finalmente all'Hostal Horiental finora trovato pieno. Dove sono adesso, cioè ancora il Curichal non va proprio. All'inizio sembrava una buona sistemazione, ma l'altra volta non funzionava l'acqua calda e non mi hanno cambiato stanza, adesso dopo avergli chiesto specificamente una stanza dove l'acqua calda funziona, ovviamente non funziona. In 20 minuti un ragazzetto cambia dei fili e rifunziona. Devono venire a pulire il bagno sporcatosi (più di quello che già era) con i lavori e nisba. Pulisco io con il secondo asciugamano che diventa nero, cavoli loro. Il proprietario e probabilmente il figlio sono abbastanza scostanti e perennemente attaccati ad internet che peraltro come wifi non funziona proprio. L'ho trovato attaccato al computer anche alle 6 di mattina avendocelo lasciato la sera alle 11. L'altra volta fino alle tre c'è stato casino in piscina che è in mezzo alle stanze. Fortunatamente in viaggio ho sempre i tappi che immancabilmente servono in qualche occasione. Rurrenabaque mi riaffascina nuovamente con la sua aria magica sudamericana. Gironzolare per le strade ed il lungofiume è estremamente piacevole e faccio qualche scatto.
 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1699117 Al mercato coperto altre situazioni da immortalare tra chi rifiuta di farsi riprendere, chi consente ma vuole vedere le foto scattate e dopo approvare o no e chi invece gioca e si diverte davanti all'obiettivo.
 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1699116 Condivido quanto dice la lonely, ci si possono anche passare dei giorni in totale relax. Non al Curichal anche se occorre una rettifica, il wifi adesso va anche relativamente veloce. Cena di Surubì (un tipo di pesce) a la plancha squisito al Restaurante La Cabana dove ho mangiato anche l'altra volta, davanti al tramonto sul Rio Beni. Ottimo. Bevo due buonissime spremute di Pomelo (ne ho bevute tante nei giorni scorsi) che è una specie di pompelmo ma il gusto è meno aspro. Il tutto 5,60 euro. Domani partenza alle 7:20 per 5 ore di canoa a motore prima sul beni e poi su un affluente per arrivare al lodge Chalalan. |
| inviato il 16 Agosto 2014 ore 4:43
Una cosa che forse è tardi specificare a questo punto, ma tant'è... Le foto stanno tutte in mie gallerie qui su Juzaphoto ed è quindi possibile vedere tutti i dati di scatto andando appunto alle gallerie che portano il nome di Cile e Bolivia. |
| inviato il 19 Agosto 2014 ore 2:24
Giorno 29 - 16 Agosto Tralasciando l'inutile, ecco che ci imbarchiamo per le 5 ore di fiume. La canoa a motore si rivela abbastanza confortevole, ha dei sediletti ed il tettino per il sole. Poco agevoli salite e discese ma non troppo, sulla riva c'è fango ma è compattato anche se un po' scivoloso. All'inizio un gran freddo dato che la canoa corre veloce controcorrente. Il fondo è ricavato da un unico tronco scavato, ed il resto è stato attaccato sopra. Arrivano schizzi, e per questo ieri, mentre giravo, ho rimediato due buste capienti che presentavano strappi e fori sigillati però con il nastro da pacchi. L'attrezzatura è protetta. Capisco subito che non è il caso di usare il 200-400 dato che sporcherei le lenti e la pulizia sarebbe complessa. Molti uccelli ma spero che li ritroverò alla laguna del lodge. Il tragitto è affascinante, la corrente è forte, ogni tanto delle leggere rapide, viaggiamo in mezzo alla selva amazzonica che è fitta immediatamente sopra le sponde che sono a volte alte anche una ventina di metri, a volte basse e fangose, altre ancora spiagge di sassi. La natura si esprime con tutta la sua forza. Enormi tronchi giacciono fortunatamente arenati anche in mezzo al fiume dato che l'acqua a volte è bassa. Siamo nella stagione secca. Il motorista deve più volte rallentare e trovare la via migliore, mentre il collega che si mette a prua con un bastone verifica l'altezza e la possibilità di passare. 5 ore volano, quello che ad ogni ansa scopri non ti può stancare. Passano imbarcazioni piene di gente che vive nei villaggi intorno. Sbarchiamo. 20 minuti di camminata che sarebbe anche facile se non fosse per gli zaini da portare. Io ho anche i notevoli pesi del mio hobby. C'è più umidità che a Rurrenabaque, ma siamo in piena foresta, la temperatura non è altissima dato che il fitto degli alberi protegge dal sole cocente. Tutto sommato si sta bene. Il Chalalan è un posto fantastico. La cabana dove sto da solo è splendida, la selva è tutta intorno e la vedi sempre dato che è tutta aperta senza vetri, ma accuratamente sigillata dalla zanzariere. Tetto di paglia ed anche qui decine e decine di metri quadrati di zanzariere a protezione anche delle fessure tra le assi di legno. Infatti dentro non ci sono insetti o comunque sono così pochi gli infiltrati che non si percepiscono. In più i letti hanno un grande telo di cotone trasparente da usare la notte. Il bagno è migliore di tutti i bagni visti fin qui in viaggio e già questo basta a far capire che è una sistemazione di lusso. Pranziamo e si va per la prima uscita. La laguna è proprio davanti e si può fare il bagno ma non mi interessa. Subito un gruppo di scimmie cappuccine passa di albero in albero con dei salti anche notevoli. Dopo poco uno degli uccelli che mi interessa di più, il Serere. La difficoltà di riprenderlo tra le fronde è notevole.
 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1704314 Arriviamo ad un punto panoramico da cui si vede solo uno scorcio del Parco Madidi. Dall'altro lato della laguna prendiamo una canoa. Siamo in 6 compresa la guida ed il bordo della canoa sta a solo una decina di centimetri dall'acqua. La preoccupazione per l'attrezzatura e la necessità di evitare movimenti che farebbero imbarcare acqua non mi permettono che un paio di scatti panoramici.
 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1704369 La laguna, che è alimentata da una fonte sotterranea, è splendida e tutt'intorno la selva è come un muro. Dall'alto probabilmente si vedrebbe come un buco nel verde. Nessuno è disposto, e nemmeno io, a fare un giro notturno. Domani andrò per conto mio. Vista la difficoltà di avvistamenti nella selva, cerco di organizzarmi qualcosa in barca. Inizialmente chiedo di andare a San Josè che sta ad altre 3 ore di navigazione, ma il costo di 150 euro mi frena ed opto per un giro dalle 6:00 alle 11:00 al costo di 75 euro. Devo dire che cercano di soddisfare le esigenze di tutti. Tutti quelli che lavorano qui sono della comunità di San Josè. Quando ho chiesto se hanno problemi con le compagnie petrolifere che cercano di aprire pozzi anche nei parchi, mi rispondono che hanno dovuto andare in manifestazione a La Paz un paio di anni fa e sono orgogliosi della lotta fatta. Hanno ottenuto per adesso un po' di serenità. Di tutto ciò ero già a conoscenza, ma volevo sentirlo da loro. Il costo alto pagato per essere qui, proprio per questo pesa molto meno. Il lodge è ormai praticamente l'unica fonte seria di sostentamento della comunità e dà loro la forza per resistere alle lusinghe delle multinazionali del petrolio. Per tutta la notte la foresta piange. I rumori sono quelli di una pioggia costante nemmeno tanto leggera, ma è l'effetto di ciò che per la foresta è la vita. L'umidità della notte non contrastata dal caldo sole, si condensa in acqua e dalle cime degli alberi giunge al suolo solo dopo aver urtato decine e decine di foglie grandi e piccole nella sua caduta. Un pianto notturno perenne e vitale. La torcia accesa, nel buio più totale dove la luce della luna non riesce farsi strada, illumina questa pioggerella finissima che entra dalle zanzariere. Ovviamente tutto è inumidito, ma la bellezza della situazione supera abbondantemente qualsiasi disagio. Giorno 30 - 17 Agosto Colazione alle 6:00, 1,5 km a piedi per il fiume e partenza. Sul fiume, fino a verso le 9, la "neblita" di umidità nasconde il sole. Molti gli uccelli, ma il fiume è grande e per l'acqua bassa la canoa ha dei percorsi obbligati non sempre vicini alle sponde ed ai volatili. Pochi scatti a segno,
 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1709400 ma il giro fatto a bassa velocità si rivela in ogni caso indimenticabile. Le stesse cose viste ieri nelle 5 ore di tragitto, ma adesso riesco ad avere una visione dei dettagli e, da solo, ad assaporarli. Cito il pranzo solo per specificare che è buono ma le porzioni sono piccole. Decido di andare, sempre da solo e partendo un'ora prima degli altri, verso un fiume che sta oltre la laguna. Passo tre ore molto faticose per il peso ed il percorso che si impenna e ridiscende bruscamente. Scimmie urlatrici dal pelo rosso mi passano sopra lanciandosi da un ramo all'altro e perdo un'oretta per cercare di avere una foto decente e pulita di due picchi dalla testa rossa, bellissimi. Non ci riesco, poi se ne vanno.
 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1714439 Alcune di quelle fatte necessitano di un lavoro accurato che qui non posso fare. Faccio un salto alla piattaforma sulla laguna per vedere se c'è lo stesso effetto specchio anche la notte. Ho con me l'attrezzatura, ma non si vede nessun riflesso. Illuminando casualmente l'acqua vedo una leggera nebbiolina che spiega l'assenza di riflessi. Domani si ritorna a Rurrenabaque, ma prima ci sarà tempo per un altro giro. Giorno 31 - 18 Agosto Solo un giretto nei sentieri vicini per non rifare una gran sudata prima del ritorno. Comincio ad affinare l'orecchio e l'occhio. Due altre specie di picchio ed un grosso uccello si aggira nella selva a terra. La D700 purtroppo in questa situazione mostra i suoi limiti. Qui occorre un autofocus più performante data la costante presenza di un'infinità di piante poste su decine di piani che lo confondono e la possibilità di scattare tranquillo anche a 6400 iso se non oltre. Uno dei due picchi però lo immortalo in quella che dovrebbe essere la foto migliore fatta qui.
 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1718658 Nel percorso di ritorno saremo a favore di corrente e ci sarà meno rischio di bagnare l'attrezzatura e quindi preparo per fotografare con il 200-400 che all'andata non ho usato. Come immaginavo, anche con la velocità della canoa, le foto migliori le faccio qui.
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 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1722278 Di nuovo a Rurrenabaque per la terza volta. L'Horiental è effettivamente migliore e mi costa anche qualcosa meno. Verifico per la partenza di domani. La pampa del Caracoles. Anche qui un piccolo bilancio ed occorre distinguere due aspetti. Da turista e viaggiatore direi ottima esperienza di foresta amazzonica, emozioni e sensazioni indimenticabili. Tutti molto attenti ed il posto, se non fosse per il prezzo, sarebbe ottimo per rilassarsi e goderne anche senza andare in giro per i sentieri. Fotograficamente invece occorre avere coscienza dei limiti a cui si va incontro e certamente non si può venire pensando di catturare molte prede. Comunque nel mio piccolo e muovendomi autonomamente, dato che in gruppo con guida sarebbe impossibile, non è andata male e certamente con una ammiraglia Nikon avrei incamerato parecchi ottimi scatti in sole 48 ore. |
| inviato il 22 Agosto 2014 ore 5:07
Giorno 32 - 19 Agosto Partiamo. Ci saranno 3 ore di jeep fino a Santa Rosa de Yacuma e due minuti di canoa per andare dall'altra parte del Rio Yacuma che da il nome alla Provincia, dove si trova il Caracoles. Le tre ore passano nella polvere. E' incredibile, sulla strada uno strato di almeno 20 centimetri è sollevato dai molti mezzi che transitano in entrambe le direzioni. Hai sempre un'auto o peggio un camion o un bus davanti che alza un muro di polvere così spessa che a volte occorre fermarsi dato che non si vede nemmeno lateralmente il bordo strada. E dire che in questo viaggio ne ho presa di polvere, ma mai così. Per almeno 20 metri in entrambi i lati della strada la vegetazione è completamente coperta dalla polvere ed il verde non si vede proprio, è tutto marrone chiaro. Circa a metà del viaggio una delle tre auto della nostra carovana si ferma ed all'inizio non si capisce perchè. Una delle guide ha visto un "Peresoso" su un albero al lato della strada. Un bradipo.
 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1732500 E' la prima volta che ne vedo uno. L'inizio promette bene. La struttura è meno appariscente della precedente ma comunque ottima. Divido la camera con un ventinovenne inglese in viaggio da due mesi in tutto il Sud America, viaggio che finirà solo a Dicembre. Partiamo dopo il pranzo e stiamo fuori in barca sul Rio Yacuma che dà il nome alla regione. Dalle 3 a quasi le 8 di sera lo spettacolo di uccelli e di animali in generale è assolutamente incredibile. Già solo queste 5 ore meriterebbero da sole un viaggio. Mai fin ora avevo fatto in un'unica sessione la stessa quantità di foto e le specie diverse viste superano la quarantina. Nelle foto solo un piccolo assaggio
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 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1733563 Il giro finisce in notturna e lo spettacolo del tramonto e dell'accendersi delle stelle visto dal fiume è toccante. Tra le prime ad apparire le quattro che formano la croce del sud. Domani andremo alla ricerca dei delfini di fiume. Giorno 33 - 20 Agosto Inizio con qualche breve informazione in più. La riserva è addirittura solo municipale di Santa Rosa de Yacuma e sta cercando di ottenere il riconoscimento nazionale. Reserva del Rio Yacuma. Comprende una parte del fiume e dalle sponde va all'interno al massimo per 150 metri. Tutto intorno, anche qui, i soliti campi da pascolo sconfinati di proprietari contrari all'area protetta. Sul fiume, come ho già detto, c'è di tutto ed i giri in barca permettono in assoluta comodità di fare tante ottime foto. Oltretutto, se il campo non è pieno come ora, si può anche concordare di avere una guida ed una barca personali. Quasi subito intercettiamo un gruppo di delfini di fiume. Riemergono regolarmente per espirare ed inspirare nuovamente. Sono rosati. Vederli in questa situazione assolutamente unica ed insolita ed in un'acqua dove ciò che si trova 5 centimetri sotto non si vede, risulta strano ed inverosimile, eppure li ho davanti. La guida ha una piccola palla che getta in acqua per farli giocare. Un paio di volte un muso affiora per toccarla. Ad un certo punto viene afferrata e trascinata giù per un po' di secondi, poi riemerge con un salto. Sembra l'inizio di un gioco, ma finisce subito. Solo 2 volte riesco a vedere la testa per qualche secondo e di foto non se ne parla. Quando c'è più acqua invece sono molto più rilassati e vengono fuori a giocare facendo anche dei salti. Periodo migliore da marzo a maggio. Se l'acqua diminuisce troppo tornano al Rio Mamorè a molti chilometri da qui, lo stesso che ho attraversato arrivando a Santa Ana de Yacuma. In mezzo ancora tanti scatti.
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 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1734213 La guida ci porta a riva fra gli arbusti. Ha avvistato delle piccolissime scimmiette che si precipitano dentro la barca attratte dal frutto che costituisce la loro dieta e che abbiamo in barca.
 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1743613 Nel pomeriggio, dopo aver cercato un posticino all'ombra per ormeggiare la barca, parte la pesca ai Pirana. I pesci presi vengono ovviamente rigettati nel fiume. Pesca sportiva. Il primo pirana è il mio. Nonostante le avvertenze della guida cerco velocemente di togliere l'amo ed il pirana, ancora vispissimo, mi assesta un morso al mignolo della mano destra abbastanza profondo. Molto sangue. Fortunatamente altri hanno un cerotto medico e fermo il sangue. Andato per pescare, sono stato pescato. Se un piccoletto di meno di 10 centimetri fa questo e fuori dall'acqua, immagino i grandini dentro l'acqua. Ecco, adesso, con il mignolo insanguinato, penso sarebbe letale per me finire in acqua. Fortunatamente non succede altro di negativo. Rientriamo e provvedo subito a disinfettare e tamponare la bella ferita. Ho tutto l'occorrente. Domani si va a vedere l'anaconda, ma il rischio di bagnare l'attrezzatura è alto dato che si cammina nell'acqua della laguna e so già cosa significa, inoltre ci sono anaconda di soli 2 metri massimo, I grandi che hanno anche 30 o 40 anni e sono lunghi anche 10 metri stanno dove non c'è presenza umana e da quanto so sono ormai pochissimi. C'è da aggiungere che, anche se la guida mi ha assicurato che non lo tirano fuori dall'acqua a forza, se non lo trovano su un albero fuori dall'acqua che fanno? Per questa serie di motivi probabilmente resterò al campo. Giorno 34 - 21 Agosto Come avevo pensato, non vado per l'anaconda. Resto in cabana e preparo le borse per il volo a La Paz. Sono stracarico di foto e non ho più tanta voglia di andare ancora in giro qui al campo a fotografare. Unica remora un tipo di martino che è stato impossibile riprendere dato che è molto timido e scappa molto prima di averlo a tiro. Seduto a scrivere il diario mi sento già fuori dall'Amazzonia e stasera a La Paz sarà così. Nuovamente 3 ore immersi nella polvere e stavolta vediamo un armadillo ed un "pio" che poi sarebbe uno struzzo di qui, un po' più piccolo dell'originale. Niente foto, ho già tutto in borsa smontato per volare fino a Santiago. Queste sono dei giorni precedenti.
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 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1743612 All'aeroporto ecco la sorpresa. E mica tutto può sempre filare liscio. Mi hanno tolto il posto dall'aereo perchè non ho riconfermato 24 ore prima e dovevano piazzare gente di un volo annullato di due giorni fa. Dovunque ho chiesto e mi è stato detto che non c'era bisogno, avevano il mio numero telefonico boliviano ed invece hanno mandato una mail con mittente non amazonas ma il nome della signorina che mi dà la notizia all'aeroporto e mia moglie giustamente non l'ha aperta pensando ad una spam. Mi in× ma non c'è nulla da fare e poi qui non ci sono nemmeno capi dirigenti a cui rivolgersi. Tornato a Rurrenabaque trovo libero all'Hostal Santa Ana che costa meno dei due precedenti e si rivela nettamente migliore in tutto. Unica consolazione. Dovrei volare domani alle 7:30. Mi salta un giorno a La Paz che avrei fatto volentieri e se non trovo un posto per le valigie devo stare in aeroporto fino a quasi le sei del pomeriggio quando ho il volo per Santiago. Tocca ingoiare il rospo e sperare che non ci siano altri intoppi. Valutazioni finali. Il tour al Caracoles ed a questa Riserva del Rio Yacuma è assolutamente da non perdere se si viene da queste parti. Se non vi interessa la foresta o altro di particolare, potete anche optare per questi soli giorni in Amazzonia e dedicarvi ad altre zone che magari vi interessano di più. Se venite per fotografare avifauna e non solo è una meta da inserire senza alcun dubbio. Note a margine. Non so se l'ho già specificato prima, ma una informazione che avevo cercato un po' ovunque senza trovarla chiaramente nemmeno da chi già aveva volato con Amaszonas è il come si regolano per il bagaglio a mano. Le loro indicazioni sono di max 3 o 5 chili a seconda del volo ed io sono abbondantemente fuori. In più le dimensioni massime sono veramente ridottissime. Bene, poichè non vogliono assolutamente in stiva oggetti come computer e macchine fotografiche ed in genere cose costose e fragili, con un bagaglio a mano con solo questi oggetti non creano alcun problema nemmeno con i miei 10 chili. In pratica sono cavoli tuoi. Ho usato il mio zainetto modificato (su qualche discussione in proposito qui su juzaphoto l'ho descritto) in cui entra tutto e non ho avuto problemi. Ovviamente fino ad ora, vedremo domani che succede. Scommetto che se c'è la stessa tipa non perderà l'occasione per crearmi altri problemi stavolta per il bagaglio a mano. |
| inviato il 24 Agosto 2014 ore 5:59
Giorno 35 - 22 Agosto Oggi ci sarà molto poco da scrivere ed anche poco interessante. Notte passata quasi in bianco per la prima volta e nel giorno peggiore. Ma sono ancora imbufalito per l'accaduto. Alle 6 salgo sul bus Amazonas che mi porta all'aeroporto. Fortunatamente non ci sono altri intoppi e quindi posso confermare quanto scritto ieri sul bagaglio a mano. A La Paz arrivo alle 8:00 che è prestissimo anche per andare in centro perchè aprono tutti con calma sudamericana tra le 9:30 e le 10:30. C'è fortunatamente il deposito bagagli così posso prendere un taxi ad alle 9:30 sono in centro. Non è stato esattamente come pensato, ma qualche ora in giro a La Paz riesco a farla lo stesso. Confermo tutto quanto detto in precedenza. Affascinante ed unica. Segnalo il bellissimo cafè Angelo Colonial. Dopo un paio di settimane a quota bassa ho certamente perso l'acclimatamento alla quota ed infatti ogni passo è faticoso ed ho il fiatone oltre ad un leggero mal di testa. L'intontimento che sento però è anche dovuto alla nottataccia. In aeroporto torno alla 1 e posso fare il check-in per il volo per Santiago che parte alle 17:50. A Santiago ancora un intoppo. Non trovo nessuno della Chileanrentacar ad attendermi. Giro per un bel po' per tutte le uscite, niente. Il telefono dell'ufficio squilla a vuoto data che siamo fuori dall'orario di servizio. Mi viene in mente di guardare le mie mail e c'è una mail in cui mi danno il cellulare della persona che mi attende. Sta con altri clienti al parcheggio. Risolto. Arrivo in Hostal all'una di notte e sono stanchissimo. Giorno 36 - 23 Agosto Mi dirigo abbastanza presto verso Valparaiso. L'auto, la strade di Santiago, l'autopista, i pedaggi, gli autogrill, i benzinai, tutto mi è ormai così familiare che mi muovo con la stessa disinvoltura delle famiglie che stanno andando a passare fuori il fine settimana nonostante il tempo pessimo. Diluvia. La zona è piena di vigneti, le colline sono dolci e verdissime, a tratti ricorda vagamente la toscana. Camera singola con bagno in comune con un'altra (meno di 20 euro) all'Hostal Costa Azul con grande panorama sulla baia e sulla città. Nonostante il tempo pessimo Valparaiso è una tavolozza di colori. Le case hanno colori vivaci e sono abbarbicate ai 42 cerros che si impennano subito alle spalle della piccola zona pianeggiante a contatto con l'Oceano. E' patrimonio dell'umanità e non si fa fatica a capire perché. Girando su e giù per i cerros, ad ogni angolo si aprono degli scorci magnifici.
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 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1745125 I cerros più poveri e malandati sono quelli più ricchi di meravigliosi murales quasi tutti di pregevole fattura. Molti decorano i grandi cancelli delle abitazioni ed è evidente che sono stati commissionati.
 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1745126 La conformazione geografica fa si che le strade siano dei grovigli inestricabili, molte sono a fondo cieco e se non avessi il gps e maps.me sarebbe praticamente impossibile venire fuori da quello che a tutti gli effetti è un labirinto. Visite. La splendida Sebastiana, la casa museo di Pablo Neruda che era innamorato di Valparaiso. Il Museo Lukas (al secolo Renzo Pecchenino) dedicato a questo eclettico architetto, illustratore e vignettista curiosamente nato in Italia ed arrivato a Valparaiso all'età di un anno. Due delle molte, affascinanti e più che centenarie funicolari che aiutano a superare i fortissimi dislivelli e regalano splendide viste della città. La più antica risale alla fine dell'800 ed inizialmente andava a vapore.
 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1745141 Mentre lentamente il viaggio si trasforma in ricordo, queste ultime ore mi offrono ancora esperienze interessanti. I bagagli intanto assumono la forma definitiva per il lungo balzo che mi riporterà a casa fra breve. |
| inviato il 25 Agosto 2014 ore 3:24
Giorno 37 - 24 Agosto Altra giornata nuvolosa e piovosa. Esco comunque presto per vedere ancora qualcosa di Valparaiso. Museo a cielo aperto con bei murales realizzati da universitari. Questo è un particolare tanto per non fare l'ultimo aggiornamento senza foto. L'attrezzatura è già in posizione viaggio ed oggi ne ho fatte solo un paio al volo.
 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1745148 Non riesco, nonostante ci provi per un po' anche chiedendo a trovare il posto da dove è possibile vedere un grande murales, che unisce in un unico disegno più palazzi, realizzato da Inti che è l'artista più noto non solo qui dato che ha realizzato mostre in tutto il mondo. Ci rinuncio e mi dispiace. Vado alla vicina e qui molto apprezzata e frequentata Vina del Mar. Palazzoni, viali, verde tutto molto curato, pulito e senza sbavature, direi perfetto. Bah? c'è veramente un abisso con Valparaiso. Dieci, quindici minuti in giro in centro in macchina e decido di andarmene. A questo punto ho ancora tempo. Mi piacerebbe dare un ultimo saluto al Pacifico, chissà quando lo rivedrò. Quello che si vede da Valparaiso, checchè ne dica Neruda, non ne ha l'anima. C'è il porto ed il golfo e la forza del gigante è molto? addomesticata. Forse negli anni 60 non era così, comunque negli ultimi anni Neruda si è spostato in una casa ad Isla Negra, un po' più a sud. Piccolo paesino sulla costa e lì è certamente un'altra cosa. Faccio quasi lo stesso e vado a Quintay, a sud sulla costa. Usciti dall'autopista la strada si sviluppa tra boschi di conifere ed è un incanto. Ripide discese portano all'Oceano. Quintay è un grazioso paesino di pescatori. Sul piccolo porticciolo molti ristoranti di pesce sono schierati in attesa dei cittadini in gita domenicale. Finalmente esce un po' di sole. Sugli scogli molti pellicani danno il saluto d'onore ai nuovi arrivati mentre si scaldano al sole. Non ci pensavo proprio ma decido di regalarmi un ultimo pasto. Sono a 100 km. da Santiago, devo riconsegnare la macchina alle 19, ma per non correre rischi mi metto in marcia con molto anticipo. Aeroporto ed ultimo aggiornamento del diario, a meno di sorprese dell'ultimo momento che spero non ci siano. Si conclude questa lunga cavalcata che mi ha portato dal freddo intenso dei polverosi altipiani al caldo sole dell'Amazzonia Boliviana. Senza grandi problemi il programma che avevo in mente è stato rispettato. L'attrezzatura ha fatto il suo dovere e la sto riportando a casa senza che abbia corso particolari rischi. Seduto a scrivere mi ripassano nella mente mille immagini. Come sempre il tempo ne cancellerà molte. Vorrei ringraziare quanti hanno avuto la pazienza di leggere questo particolare racconto dal vivo. E' stato come aver avuto dei compagni di viaggio con cui condividere le emozioni e questo, sarò sincero, non è stato sempre positivo. Molte notti avrei preferito, stanchissimo, abbandonarmi vinto al sonno. Ma un impegno è un impegno e l'ho portato in fondo. Mi piacerebbe che su juza altri seguissero questo esempio per poter a mia volta partecipare delle avventure di altri. Ho cercato inoltre di dare tutte quelle informazioni pratiche che possono servire più delle guide, qualora qualcuno si avventurasse negli stessi luoghi e resto disponibile per ulteriori domande. Questo scritto adeguatamente corretto e forse supportato da altre immagini o dalle stesse meglio elaborate, lo inserirò tra i racconti sempre qui su juza... ma non so quando. Mi attende ancora una giornata di voli con scali a Sao Paolo e Madrid, ma spero vivamente come dicevo che non ci sia nulla da raccontare. Ciao a tutti. Il diario ha qui termine. Gianluca. |
| inviato il 25 Agosto 2014 ore 9:47
Complimenti per il racconto, l'ho letto con grandissimo interesse, aspettando di volta in volta gli aggiornamenti sui tuoi spostamenti, i consigli pratici e le piccole considerazioni sulle realtà locali. L'ho letto con grandissimo interesse perchè tra 10 giorni esatti anch'io, insieme alla mia compagna, partirò per la Bolivia, e il tuo diario mi ha aiutato a entrare nell'ottica del viaggio, in queste giornate di lavoro che precedono la partenza... Complimenti ancora e grazie per aver condiviso la tua avventura con noi! Simone |
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