| inviato il 25 Settembre 2015 ore 16:04
sì, praticamente avevi un 80. Per fare le stesse foto, su FF, dovrai comprare un 85. Chiaramente potrai giocare di più con la profondità di campo, ma la foto è quella. |
| inviato il 25 Settembre 2015 ore 17:45
faccio un esempio; io ho due corpi macchina, di cui uno ff ed uno apsc. Se monto il 50 sul ff ho realmente 50 mm.; se lo monto sul apsc è come se avessi 75 mm. Altra questione interessante che domandava chi ha messo il post, che non mi pare ancora risposta, è se su apsc ci sia anche fattore moltiplicativo della massima apertura oppure no: es. 50 f. 2.8 su apsc diventerebbe 75 f. 4.5 (ossia come montando un moltiplicatore di focale che perde luminosità per quanto moltiplica, nel caso dell'esempio 1,5x). Io ho sempre creduto, abbastanza convinto, che l'apertura del diaframma sia realmente quella anche su apsc (anche perchè il corpo macchina quell'informazione rende sul display, non altre), ma mi pare di aver letto in un altro forum che per legge ottica si debba invece ritenere la caduta di luce corrispondente a quella del fattore di moltiplicazione. Chi mi risponde con la regola certa? |
user46920 | inviato il 25 Settembre 2015 ore 21:44
“ es. 50 f. 2.8 su apsc diventerebbe 75 f. 4.5 (ossia come montando un moltiplicatore di focale che perde luminosità per quanto moltiplica, nel caso dell'esempio 1,5x). „ esatto, per quello che so è proprio come montare un moltiplicatore di focale (1.5x), il quale non fa altro che ampliare l'angolo di campo della lente dal lato della proiezione (parte posteriore) e quindi presentare sul sensore una parte ristretta della ripresa originale (quella della lente senza il TC), ingrandendo così il soggetto rispetto alla dimensione del sensore, moltiplicata del fattore specifico (1.4x, 1.7x, 2x, 3x, ecc). L'unica differenza è che croppando, la luce per superficie rimane la stessa e quindi anche la luminosità della lente (ad esempio f/8 rimane sempre f/8 come luminosità del diaframma e quindi come calcolo dell'esposizione, mentre aumenta soltanto la pdc - che è un effetto ottico dipendente dall'ingrandimento), mentre nel passaggio dentro al moltiplicatore, la luce subisce una "riduzione ottica" (si spostano le posizioni delle pupille) ed il nuovo sistema (lente + TC) "assorbe" la luce e "chiude il foro" di una quantità pari al fattore di moltiplicazione (teoricamente - perchè dipende anche dalla buona trasmissione dei vetri, dallo schema, ecc). |
| inviato il 25 Settembre 2015 ore 21:48
Io qui sono scettico. Credevo che 2.8 rimanesse 2.8. Credevo che un obiettivo montato su apsc sfruttasse la stessa pdc e la stessa apertura. E che la pdc variasse solo perché per avere lo stesso angolo di campo della focale equivalente occorre avvicinarsi con appunto effetto sulla pdc |
| inviato il 25 Settembre 2015 ore 21:49
No, l'aps è un crop, il diaframma resta lo stesso. |
| inviato il 25 Settembre 2015 ore 22:02
“ faccio un esempio; io ho due corpi macchina, di cui uno ff ed uno apsc. Se monto il 50 sul ff ho realmente 50 mm.; se lo monto sul apsc è come se avessi 75 mm. Altra questione interessante che domandava chi ha messo il post, che non mi pare ancora risposta, è se su apsc ci sia anche fattore moltiplicativo della massima apertura oppure no: es. 50 f. 2.8 su apsc diventerebbe 75 f. 4.5 (ossia come montando un moltiplicatore di focale che perde luminosità per quanto moltiplica, nel caso dell'esempio 1,5x). Io ho sempre creduto, abbastanza convinto, che l'apertura del diaframma sia realmente quella anche su apsc (anche perchè il corpo macchina quell'informazione rende sul display, non altre), ma mi pare di aver letto in un altro forum che per legge ottica si debba invece ritenere la caduta di luce corrispondente a quella del fattore di moltiplicazione. Chi mi risponde con la regola certa? „ hai fatto ( avete fatto, anche quelli che hanno risposto) un po' di confusione per punti, e una volta per tutte: LA LUNGHEZZA FOCALE DI UNA LENTE E' UNA PROPRIETA' DELLA LENTE. non dipende dal sensore o dalla pellicola. Quindi un 50 è SEMPRE un 50 mm. Quello che cambia è l'angolo di campo che il sensore riesce a riprendere con quella particolare lunghezza focale. Va da sè che a parità di lunghezza focale un sensore più grande riuscirà a "catturare" un angolo di campo più ampio. Ora, il casino che c'è nei forum è generato dal fatto che sugli obiettivi è indicata la lunghezza focale, e non l'angolo di campo che quella lunghezza focale permette di avere sul formato della macchina su cui si monta. Per cui la gente nei decenni si è abituata a pensare che il 50 mm su pellicola inquadrava in un certo modo, e quindi il 50 mm è diventato "automaticamente" sinonimo di "lente che inquadra quell'angolo di campo", dimenticandosi il ruolo fondamentale svolto dal sensore (o dalla pellicola). in sintesi: Se monto un 50 mm su FF farò delle foto che hanno un angolo di campo orizzontale di circa 40°. Se lo monto su una aps-c farò delle foto che hanno un angolo di campo orizzontale di 25-26° che è lo stesso angolo di campo che un 80 mm permette di avere su una FF. L'apertura, in termini di luce che entra (quindi, per il calcolo dell'esposizione) rimane sempre quella. Se una lente è 1.8, è un 1.8. Quindi NON è come montare un moltiplicatore. MA (c'è ovviamente un ma) la profondità di campo cambia, perché avendo un angolo di campo minore (più stretto) ti tocca allontanarti dai soggetti, e con l'aumentare della distanza aumenta anche la profondità di campo. Per cui un 50 1.8 su aps-c si comporta come un 80 2,9 su FF, in termini di campo e di profondità di campo. L'esposizione però sarà sempre quella di un 1.8, perché la luce non diminuisce. |
user46920 | inviato il 25 Settembre 2015 ore 23:14
“ Quindi NON è come montare un moltiplicatore. „ forse Perbo ha colto meglio la domanda/dubbio di Marmor ... io mi riferivo all'analogia solo col fattore di crop e il fattore moltiplicativo del TC, specificando bene la differenza per quello che riguarda la luce. L' esatto di partenza, era riferito alle corrette convinzioni di Marmor: “ Io ho sempre creduto, abbastanza convinto, che l'apertura del diaframma sia realmente quella anche su apsc „ , ma evidentemente, scritto così, non si capisce !!! ... e comunque hai fatto bene, Perbo, a ri-sottolineare anche tu questa differenza (i Circoli di Confusione sono sempre aperti a tutti, il tesseramento è gratuito  ) |
| inviato il 25 Settembre 2015 ore 23:50
Un 50 mm rimane tale altrimenti ci scrivevano 80 mm sopra I formati ridotti ti limitano nel grandangolo mentre hai vantaggi nei tele e nella profondità di campo ( con i suoi limiti però imposti dal sensore ) Nel formato 35 mm invece il contrario, un 14 o 18 o 20 è abbastanza comune mentre su formati ridotti necessità di progetti più difficili, già su aps mentre se vai su formati ancor più piccoli per avere un 14 mm ( equivalente ) devi imparare il giapponese per poter pregare piangendo al cospetto di olympus panasonic e compagnia bella. Già arrivare a 90° di angolo di campo è una bella impresa ( 90° orrizzontali si intende perchè quelli indicati nelle schede sono invece di diagonale, in entrambi i casi niente hanno a che fare con le posizioni amorose, non confonderti ) Sono certo di aver contribuito a farti fare una notte insonne sopra a riviste del settore per capirci qualcosa in mezzo ai tanti numeri scritti |
| inviato il 25 Settembre 2015 ore 23:55
“ MA (c'è ovviamente un ma) la profondità di campo cambia, perché avendo un angolo di campo minore (più stretto) ti tocca allontanarti dai soggetti, e con l'aumentare della distanza aumenta anche la profondità di campo. „ Perbo, ti prego dimmi che quello che hai scritto è dovuto alla stanchezza del fine settimana lavorativo |
| inviato il 26 Settembre 2015 ore 0:00
no, Perbo ha scritto semplicemente quello che dice la formula . Se ti allontani dal soggetto , a parita' di lunghezza focale e diaframma, diminuisce lo sfocato e l'isolamento di un soggetto perche' aumenta la profondita' di campo. |
| inviato il 26 Settembre 2015 ore 0:03
@L'occhiodelcigno: il maiuscoletto era solo per essere sicuro che venisse letto, non volevo essere scortese e non mi riferivo a te in particolare: stavo rispondendo al suo post. @matef: ha già risposto correttamente Lorenz71, nessuna stanchezza del fine settimana lavorativo :) |
| inviato il 26 Settembre 2015 ore 0:04
“ Io qui sono scettico. Credevo che 2.8 rimanesse 2.8. Credevo che un obiettivo montato su apsc sfruttasse la stessa pdc e la stessa apertura. E che la pdc variasse solo perché per avere lo stesso angolo di campo della focale equivalente occorre avvicinarsi con appunto effetto sulla pdc „ 2.8 è, e 2.8 rimane, stessi tempi di scatto ma maggiore pdc nel formato ridotto e anche maggiore diffrazione Se vuoi avere la stessa inquadratura su entrambi i formati a parità di focale devi avere diverse distanze dal soggetto e di conseguenza cambia anche la prospettiva |
| inviato il 26 Settembre 2015 ore 0:09
Ok, ma la frase di Perbo è sbagliata, ok che se si aumenta la distanza aumenta la pdc questo sempre e comunque Ma la pdc aumenta a priori a seconda del formato a parità di distanza e diaframma. |
| inviato il 26 Settembre 2015 ore 0:21
Perbo, mi scuso, stiamo dicendo le stesse cose in due modi diversi |
| inviato il 26 Settembre 2015 ore 0:25
“ Ok, ma la frase di Perbo è sbagliata, ok che se si aumenta la distanza aumenta la pdc questo sempre e comunque Ma la pdc aumenta a priori a seconda del formato a parità di distanza e diaframma. „ se ti riferisci al circolo di confusione, conta poco o nulla... la frase non è sbagliata. E' sbagliato invece dire: “ Nel formato 35 mm invece il contrario, un 14 o 18 o 20 è abbastanza comune mentre su formati ridotti necessità di progetti più difficili, già su aps mentre se vai su formati ancor più piccoli per avere un 14 mm devi imparare il giapponese per poter pregare piangendo al cospetto di olympus panasonic e compagnia bella. „ perché dimentichi sempre il termine EQUIVALENTE. I 14 si possono avere tranquillamente su aps-c o micro4/3: basta montarci il samy 14 o il canon o qualsiasi altra lente da 14 mm. Che, ovviamente, avrà un angolo di campo minore e non si comporterà come un 14 mm su FF, ma come un 22 mm su FF (nel caso delle apc-c, mentre sarebbe un 28 equiv sulle m4/3). Considerato che ci sono persone che stanno cercando di capire come funziona il tutto, dimenticare un termine così importante non fa altro che aumentare la confusione. |
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