| inviato il 04 Dicembre 2013 ore 1:33
“ (...) Quindi per me è un misto di fattori tra cui indubbiamente sensore/lente ma anche luce e punto di ripresa... „ Si, esattamente, è proprio un misto di fattori, molti fattori più o meno importati ma tutti indispensabili alla "causa". L'argomento mi è molto familiare Guidoz, mi occupo di 3D dal 1986 e ho scritto la guida a Maxwell Render (edizioni FAG), un simulatore di luce della iberica Next Limit. Sono argomenti che ho toccato spesso e comprai la mia prima Reflex anche per verificare la veridicità dei risultati realizzati con i motori di rendering 3D. Oltre agli argomenti classici (come PdC, luce etc.. etc..), quello che generalmente si è portati a trascurare in fotografia sono gli aspetti legati all'enviroment (l'ambientazione), quindi geometrie, linee di fuga, punto di ripresa etc... Ma come anticipavo il discorso è ampio, per meglio farmi capire stavo già preparando qualche rendering per meglio esporre le mie tesi, non sono ancora pronti, ma quando lo saranno aprirò magari un topic ad'hoc. |
| inviato il 04 Dicembre 2013 ore 1:43
“ ma quando lo saranno aprirò magari un topic ad'hoc. „ facci sapere però, che altrimenti magari ci sfugge! |
| inviato il 04 Dicembre 2013 ore 2:16
Da sempre sostenitore delle tesi o presunte tali di Cos, come delle mie o di altri intrepidi partecipanti. Il voler NON dare spiegazioni tecniche è frutto di stanchezza mischiata all'ironia, visti i numerosi thread e precedenti - a tratti - fastidiosi. |
| inviato il 04 Dicembre 2013 ore 3:56


 Cosa conta di più? Il formato? l'apertura (relativa al formato) utilizzata? La gradualità dello sfocato? La capacità di leggere le ombre? La distanza di visione? Oppure conta soprattutto l'avere delle transizioni chiaroscurali, delle ombre riportate che ci rimandino inconsapevolmente all'idea di ''reale'', di ''scultoreo''? Spesso vedo immagini con l'appellativo ''tridimensionali'' usato in maniera secondo me inappropriata, quando cioè non si ha ''plasticità'' ma solo uno stacco tra primo piano e sfondo. Quella, secondo me, non è vera e propria tridimensionalità. L'effeto risultante è soltanto quello di una immagine incollata su di uno sfondo, come incollata dopo essere stata ritagliata. Quello è isolamento, è stacco, ma non è per me vera e propria tridimensionalità. Chi conosce Arnheim? Se non ricordo male in ''arte e percezione visiva'' parlava anche di queste cose. Qui sopra cosa abbiamo? Grande, piccolo e medio formato? 4x5'', 24x36mm e 6x6cm? Cosa cambia tra le immagini? Cosa le caratterizza aldilà del, probabilmente non riuscito, approccio ''narrativo''? |
| inviato il 04 Dicembre 2013 ore 4:05

 Qui due esempi a colori invece, secondo me con altri elementi, diversi, che possono concorrere alla tridimensionalità. Se vi va di rispondere alla precedente domanda (cosa cambia tra le immagini dal lato visivo, non contenutistico quindi), ve ne pongo una nuova: quali elementi nuovi introducono queste due? |
| inviato il 04 Dicembre 2013 ore 4:33
delle prime tre sinceramente solo la terza mi da un senso di 3d (ma come dicevano sopra può essere personale) la prima delle due a colori rende bene, forse qui gioca anche la proporzione tra l'uomo e fontana/palazzi (che sono anche sfocati), e quindi la prospettiva? Anche la luce laterale però, che da dimensione all'uomo mentre il resto sembra più piatto.. per la seconda a colori forse abbiamo un concetto diverso di 3d... sicuramente il vetro sporco e le linee di fuga del palazzo creano una sensazione di profondità, ma 3d io non ne vedo.. |
| inviato il 04 Dicembre 2013 ore 4:34
“ Da sempre sostenitore delle tesi o presunte tali di Cos, come delle mie o di altri intrepidi partecipanti. Il voler NON dare spiegazioni tecniche è frutto di stanchezza mischiata all'ironia, visti i numerosi thread e precedenti - a tratti - fastidiosi. „ però chi non ha letto le discussioni precedenti mo' che fa? Rimane con la suspance? Almeno un linkino! |
| inviato il 04 Dicembre 2013 ore 6:42
Ci sono fattori come l'apertura, ma anche la dimensione del formato. E secondo me non conta sfocarae e basta Guardatevi questo video: Il formato usato da questo fotografo arriva a 2 metri di lato, le stampe che si vedono sono tutte negativi (alla fine del video si vede anche la sua macchina fotografica) Dopo che ho visto una sua opera dal vivo è diventato il mio riferimento per ariosità e enorme formato. Tra l'altro, come si può chiamare una lastra di negativo di un metro e mezzo o due? ) |
| inviato il 04 Dicembre 2013 ore 8:20
*Personalmente* trovo che le immagini mi forniscano il maggior senso di tridimensionalità quando ho: - luce di un certo tipo (non piatta) - focale normale o medio grandangolare (niente tele o medio tele) - distanza di fuoco non vicinissima (quindi non troppo bokeh sfocatissimo) - buona apertura in corrispondenza del formato (es. un 35/1.4 o 2.0 su 24x36 o un 55/2.8 o 4.0 su 645) - un'ottica con piano a fuoco ben corretto (e qui c'é uno dei vantaggi dei formati più grandi, che anche a diaframmi non apertissimi -e "facili" da progettare e correggere bene- permettono comunque un buon stacco dei piani). |
| inviato il 04 Dicembre 2013 ore 8:26
Penso che il post di Guidoz abbia dato una risposta definitiva! (quello con i rendering.) |
| inviato il 04 Dicembre 2013 ore 8:38
@Cos78 Sei un Grande (per il Cabernet Franc) |
| inviato il 04 Dicembre 2013 ore 9:07
Forse, e dico forse ma ne dubito , bisognerebbe separare ciò che è peculiare nella fotografia, e quindi a mio avviso la relazione lente/sensore, da ciò che invece interessa tutta l'arte visiva, a cominciare dal disegno. la pittura, la scultura il cinema e via dicendo. Le regole della composizione, della prospettiva e tutti gli aspetti che concernono la rappresentazione di una scena (vera o simulata, un set) sono il pane quotidiano degli istituti d'arte e delle accademie di tutto il mondo da....sempre. In ogni caso sono tutti aspetti imprescindibili e strettamente legati, io che abito nella terra di Piero lo sò bene. |
| inviato il 04 Dicembre 2013 ore 9:20
Premessa: apprezzo sempre moltissimo gli interventi di Cos e mi dispiace che si astenga dalla discussione, privandoci delle proprie indubbie competenze. Mi verrebbe da dire che farebbe meglio a fregarsene di chi fa polemica, concentrandosi invece su chi (e sono la maggioranza), dialoga con civiltà e rispetto per il prossimo. Anche perché, e lo dico senza polemica, intervenire per dire che non si interverrà, sa un po' di chi se la tira... Detto questo, dal basso della mia incompetenza, devo dire che 'sto concetto di tridimensionalità mi sta facendo arrovellare da un po' e personalmente sono giunto a queste (non definitive) conclusioni: - spesso si confonde la tridimensionalità con un forte stacco dei piani. In questo senso, i formati maggiori consentono un maggior stacco e dunque appaiono più idonei all'ottenimento di questi effetti. A me personalmente, il solo forte stacco dei piani, non induce tridimensionalità e se eccessivo/ingiustificato, mi disturba anche un poco. Ciò che invece per me contribuisce alla tridimensionalità è invece una transizione graduale tra piani fuori fuoco/a fuoco e possibilmente il fatto che vi siano più di due soli piani di lettura; - geometria della scena, punto di ripresa/focale utilizzata: a mio avviso questi elementi contribuiscono non poco al senso di 3d. Personalmente, a corroborare anche il punto di cui sopra, avverto forte tridimensionalità anche in alcuni scatti dove tutto è a fuoco (penso a certi paesaggi, anche urbani), ma dove le linee geometriche e le fughe prospettiche mi buttano "dentro" alla foto; - Luce e contrasti: questo penso sia l'aspetto più importante e anche quello più difficile da comprendere e da "domare". Qui, sapere come sfruttare la luce e al contempo avere una macchina che ti permetta di riprodurre al meglio le gradazioni tonali e le sfumature incide moltissimo. Io ammetto che ancora non domino del tutto questo aspetto. Riesco ormai a capire quando una luce è "bella" per un certo tipo di foto, ma ancora mi sfugge quanto quella luce, unita alle variabili già viste, possa o meno contribuire a un senso di plasticità e tridimensioanlità. Spesso avdo un po' a c..o - infine le caratteristiche degli obiettivi contano un botto, non so perché, ma contano. Quando usavo il cinquantino 1,8 per esempio, non capivo il perché, ma le foto proprio non mi convincevano (e infatti ben presto ho smesso di utilizzarlo), al punto da autoconvincermi che quella focale semplicemente non mi piacesse. Da quando l'ho sostituito, con molte iniziali titubanze, con il Sigma 50/1,4, ho scoeprto non solo che la focale mi piace assai, ma che i risultati hanno tutt'altra ariosità, anche quando scatto a f/8. Non mi so spiegare il perché, ma non posso negare ciò che i miei sensi percepiscono nettamente... |
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