| inviato il 11 Febbraio 2025 ore 10:30
Sì, ho fatto un po' di confusione ********** ********** Eh si nocti... come con le stampe Ciba degli anni '50, evidentemente il Cibachrome l'ha inventato tuo padre che era certamente un genio nel fare fotografia... un poco meno nel fare figli! |
| inviato il 11 Febbraio 2025 ore 10:45
Sicuramente usava dei Leitz |
| inviato il 11 Febbraio 2025 ore 10:50
Questo è sicuro. Perciò quei ciba sono tanto resistenti! |
| inviato il 11 Febbraio 2025 ore 19:31
mi sembra strano, all'epoca (anni '90) sviluppavo il cibachrome a casa col kit e non mi ricordo di aver mai avuto problemi di "lavaggio", pero é vero che sono molto fragili al minimo graffio. |
| inviato il 12 Febbraio 2025 ore 9:01
Arrivo un po' tardi in questa discussione. Comunque sì, mi ricordo bene, perché il Cibachrome l'ho stampato (poco) e fatto stampare (moltissimo) negli anni '80, dal normale 20x30 fino a grandi formati costosissimi (50x70 e oltre). In Cibachrome feci una mostra nel 1990, con immagini ottenute da esposizioni multiple sullo stesso fotogramma, quasi sempre 6x9 cm perché il 24x36mm non permetteva gli ingrandimenti che desideravo. www.diegocuoghi.it/arte/cielieterra/index.html Ho conservato pure un "provino" gigante, 50x200 cm!
 E le stampe in Cibachrome Metal (base in materiale plastico rigido e lucidissimo) se immerse nell'acqua producevano il distacco dello strato più superficiale, quello con il pigmento giallo, che appariva come una pellicola gelatinosa. Gli strati sottostanti sembravano molto più "duri" e quasi incorporati nel supporto. Non ricordo un problema del genere nelle stampe su Cibachrome Pearl (supporto in carta e superficie per l'appunto di tipo semimatt "resin coated", sembrava la Ilford Pearl in bianco e nero politenata). In casa ho provato a stampare solo il tipo Pearl, con formati al massimo 24x30 (o era 20x25?), perché la Metal richiedeva una lavorazione più accurata e rispettosissima di temperature precise. Perché provai a immergere in acqua alcune stampe Metal? per lo stesso motivo di chi scrive: la superficie si era rovinata infatti quel primo strato era delicatissimo e si graffiava molto facilmente. Succedeva anche se le stampe venivano tenute in album di plastica (tipo portalistini). Qui la storia del Cibachrome: www.photomemorabilia.co.uk/Ilford/Cibachrome.html Il periodo al quale mi riferisco è quello del Cibachrome-A e A2 quindi gli anni '80 e i primi '90. Finisco con i prezzi attuali delle stampe in Cibachrome www.michaelwilder.com/PL.htm Assurdi, ma chi si è accaparrato i materiali prima della totale chiusura può fare i prezzi che vuole. Questo invece ha chiuso definitivamente: www.rolanddufau.com/en/prices.php |
| inviato il 12 Febbraio 2025 ore 9:25
Il vero cibachrome non esiste più da "secoli" se non in qualche stock di stampatori professionali, ho anche visto un documentario alla TV di un famoso stampatore che usava l'ultimo foglio di cibachrome disponibile per stampare la famosissima diapositiva della donna afgana dagli occhi verdi assieme all'autore della foto Steve McCurry che la voleva assolutamente in cibachrome e per puro miracolo é riuscito a trovare un famosissimo stampatore francese che ne aveva ancora qualche foglio grande formato ....mi sembra che esiste un nuovo procedimento "simil-cibachrome" ma non ha assolutamente niente a che vedere e soprattutto non ha la resa del "vero" cibachrome d'epoca |
| inviato il 12 Febbraio 2025 ore 9:27
L'autore è il taroccatore Steve McCurry... |
| inviato il 12 Febbraio 2025 ore 20:41
@Dragonphoto Sei solo patetico, continui a creare troll e ti esprimi sempre allo stesso modo e sempre con le stesse persone. Cambia almeno registro e parla in modo diverso, usa termini diversi, invece no non cambi mai, alla fine sei solo patetico e noioso. Dovrebbero bannarti col numero di serie della scheda madre, così almeno devi cambiare PC per fare un nuovo troll |
| inviato il 12 Febbraio 2025 ore 20:51
Che magnifica collezione di scatole! Peccato siano vuote... |
| inviato il 13 Febbraio 2025 ore 9:40
“ Lo strato del giallo si "decompone" in una specie di gelatina, ... „ Esattamente quello che è accaduto a me. |
| inviato il 13 Febbraio 2025 ore 10:21
Forse bisogna rispettare una certa T°, non mi ricordo a che T° si orocessavani, ma all'epoca lavandole (se ricordo bene) alla fine dello sviluppo ancora dentro la tank non si deterioravano, ma era tutto un processo a T° costante...putroppo non ho voglia di provare con le poche che mi restano |
| inviato il 13 Febbraio 2025 ore 10:21
Come volevasi dimostrare. P.S. - chissà come sarà ridotta, a distanza di due giorni, la "stampina" 10x15 immersa in acqua da noctilux... o chi per lui |
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