| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 17:16
Capisco ma più l'età avanza queste paure si attenuano, bisogna pensare sempre in positivo, attività fisica e mentale così si inganna anche l'invecchiamento biologico . Avere interessi e muoversi come le generazioni più giovani aiuta la mente e il fisico. Ci vuole anche un po' di culo. |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 17:21
C'è stato un momento della mia vita che giravo per i negozi di biciclette con la bilancia per verificare il peso dei componenti che dovevo acquistare . Nella bici non mettevo nemmeno il porta borraccia per non rovinarne l'estetica, poi col passare del tempo le priorità cambiano. |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 17:30
Più di una volta mi è capitato di cercare un componente per la bicicletta o un accessorio per la fotocamera sulla rete per poi ricordarmi che già ce l'avevo , qualche volta dopo avere già preso il doppione |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 18:02
Sei un essere desiderante, come disse Schopenhauer. Quindi: grotta a 4000 metri sulle montagne del Nepal. e...... Una foto al mese e un pugno di riso. senza vino ovviamente....ma pendolo con cucù con pila 38 luglio. |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 19:41
“ poi col passare del tempo le priorità cambiano. „ Vero... io ho rimesso le borse, quando invece, un tempo, anche lo spallaccio era un orrore! “ qualche volta dopo avere già preso il doppione „ Mi è successo con un paio di libri. Il resto no, perchè so esattamente cosa ho preso e dove è finito. Oddio... proprio sempre no... tipo qualche pezzo di ricambio è arrivato pure lui doppio. “ grotta a 4000 metri sulle montagne del Nepal. e... „ ...e niente forum o siti che parlano di attrezzatura fotografica! |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 19:41
A me Invece dà fastidio possedere troppe cose e vorrei liberarmi di molte di quelle che possiedo già (non solo in campo fotografico). |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 20:07
Beh, un po' di pulizia ogni tanto male non fa. Già il processo di selezione implica una buona autocritica. |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 20:08
Liberarsi di se stessi è la vera sfida |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 20:11
Citando quel vecchio film di Ligabue, Radiofreccia: "Credo che la voglia di scappare da un paese di ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e credo che da te non ci scappi neanche se sei Eddy Merckx." Per cui si: liberarsi di sè stessi, bella sfida. Anche perchè spesso non sei del tutto conscio di quello che sei. |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 20:22
Che si voglia colmare il "vuoto" con lo studio, la fotografia, o con oggetti non cambia nulla secondo me, forse cambia solo il peso del portafoglio. E comprare è semplicemente il tentativo piú facile. Ma piú che sul come colmare quel vuoto mi concentrerei sul perché volerlo colmare, cosa ti fa paura di quel vuoto, cosa rappresenta per te quel vuoto? Cosa speri di ottenere "riempendo" quel vuoto? Una sensazione diversa, migliore da quella attuale? Non ti senti completo con quel vuoto? Senti, ascolta il tuo corpo, le tue ansie, paure, i tuoi bisogni. |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 20:41
“ Ma piú che sul come colmare quel vuoto mi concentrerei sul perché volerlo colmare, cosa ti fa paura di quel vuoto, cosa rappresenta per te quel vuoto? „ Eh sì. Nice approach for a new iscritto (di ritorno? ). |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 20:43
Si, frequentavo il sito lo scorso anno. |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 20:45
Quel vuoto è la vita che se ne va, c'è poco da riempire. Uno può anche girarsi dall'altra parte, pensare ad altro, ma è innegabile che, dopo una certa, si cominci a pensare che ormai hai passato un confine, una linea d'ombra, l'avrebbe chiamata Conrad. E da lì non si torna indietro. Comprare è un palliativo, è voler togliersi qualche sfizio, materiale, per non pensare ad altro, così come andare in bici o studiare qualcosa che ti piace o guardarti le serie in tv. Noi viviamo con il costante pensiero della fine, ma cerchiamo di esorcizzarla in tutti i modi. Solo che certe volte, per tutta una serie di motivi, la cosa riesce un po' meno. E questo è l'aspetto serio. Il vuoto di cui parlavo io, inizialmente, però è un vuoto farlocco, fasullo. È quel momento in cui capisci che hai soddisfatto un bisogno materiale, appagandolo, e ti rendi conto che non ha portato alle conseguenze e al piacere che credevi, lasciandoti un po' lì, in sospeso. Un'eterna rincorsa, insomma. Scopro solo ora che qualcuno più bravo di me, tale Leopardi Giacomo, nel suo Zibaldone, era arrivato alle medesime conclusioni. Devo ammetterlo: la cosa mi riempie d'orgoglio! "[…] Nessun piacere è immenso, […] né per durata né per estensione. […] Quando giungi a possedere ciò che desideravi senti un vuoto nell'anima, perché quel desiderio che tu avevi effettivamente non resta pago. […] E perciò tutti i piaceri debbono essere misti di dispiacere, come proviamo, perché l'anima nell'ottenerli cerca avidamente quello che non può trovare, cioè una infinità di piacere, ossia la soddisfazione di un desiderio illimitato”." Vedi quando uno è bravo a scrivere, e riassume in 4 righe quello che io, malamente ho espresso in qualche centinaio? Aveva ragione chi diceva che scrivo troppo! |
| inviato il 23 Dicembre 2024 ore 20:56
Non sarebbe piú proficuo esercitarsi un pó nell'accettazione e nel presente invece che regalare soldi ai giapponesi? E pensa che rottura di palle sarebbe se la vita fosse eterna. |
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