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Ma quando dite "sviluppare un raw"...


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avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2024 ore 0:21

Detta in altre parole, fotograficamente parlando, e ciliegina sul dolce, se non sviluppi il RAW in un file immagine, te lo sbatti.

Dove, lo lascio a preferenza tua.


non scendo a questi livelli, non ci riesco

in ogni caso ti sei contraddetto da solo: quella che chiami immagine è a sua volta solo un file di dati che origina da un altro file di dati

anche un file jpeg è un insieme di dati

un'istanza tra miliardi di istanze possibili, la risultante di una combinazione di parametri

avatarsupporter
inviato il 02 Aprile 2024 ore 0:28

seguo

avatarjunior
inviato il 02 Aprile 2024 ore 0:45

Insomma io non sviluppo nessun raw

Ma quindi alla fine con quale termine rinomineresti la scheda "Sviluppo" (o "Develop" se lo usi in Inglese) in Lightroom?

avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2024 ore 1:02

Invece di dire sviluppo forse potresti preferire il termine epifania (dal greco antico, verbo epifàino che significa "mi rendo manifesto").
Quindi si potrebbe dire "ho fatto l'epidemia del RAW"MrGreen
In alternativa, sempre per la succitata etimologia potresti dire "rendere manifesto un file RAW" o ancora, in in mancanza del verbo "epifanizzare" ( ma potremmo sempre inventarlo, come qualcuno ha inventato l'orribile "scannerizzare"), potresti dire "manifestare un file RAW"MrGreen
Tra l'altro pensate che bel nome (ovviamente in Inglese) per un softwarevdi sviluppo (pardon di "epifania") dei file RAW: Epiphany ;-) Dai, questo è bello davvero, quasi quasi lo registro.

Ecco lo sviluppatore (in tal caso si può dire "sviluppatore"?) del software:
upload.forumfree.net/i/ff13792755/SpectacularReasonableDogwoodclubgall

avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2024 ore 2:20

Ma quindi alla fine con quale termine rinomineresti la scheda "Sviluppo" (o "Develop" se lo usi in Inglese) in Lightroom


convertire

avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2024 ore 2:24

comunque ribadisco che il problema non è solo lessicale. per convenzione chiamiamolo come ci pare, ma da quando c'è LR si tratta solo di muovere degli sliders, non importa in quale momento.

e tutto avviene a valle, non a monte.

il contrario dello sviluppo come lo si intendeva nel non digitale.

avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2024 ore 2:27


Si usa il termine sviluppo per creare a livello concettuale un ponte tra due operazioni tecnicamente molto diverse tra loro che portano allo stesso risultato finale, cioè una immagine. Il passaggio dalla fotografia argentica a quella digitale è stata una rivoluzione e l'utilizzo dello stesso termine, magari improprio, serve a facilitare il lavoro alla nostra mente, che ama le analogie per rappresentare gli eventi. Ovviamente si tratta di una semplificazione, un comodo stratagemma, che infatti porta con sé dei fraintendimenti, visto che la tecnologia digitale funziona in maniera molto diversa rispetto a quella argentica


quoto anche le virgole

ma quello che voglio far risaltare è il fatto che in tanti non capiscano questa differenza e credano che quel termine sia esatto

avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2024 ore 6:07

In realtà Lorenzo è proprio sbagliata l'affermazione secondo la quale un RAW "si sviluppa"... nella realtà dei fatti si sviluppa una Pellicola... un RAW al limite si elabora!

avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2024 ore 6:18

La demosaicizzazione non è un'operazione a monte, ma a valle delle modifiche.
(l'import iniziale è solo una delle demosaicizzazioni possibili)
*********************

Beh Lorenzo quelle rare, rarissime volte che adopero una macchina digitale, una o due volte all'anno, la adopero come se il sensore fosse una rullino di diapositive: curo le operazioni a monte: inquadratura, composizione, esposizione, messa a fuoco etc etc come se stessi esponendo un fotogramma di Velvia, dopo prendo il j-peg così come me lo ha dato la macchina e lo adopero... proprio come faccio con un fotogramma di Velvia.

Qualcuno dirà che mi fido delle scelte fatte in sede di progetto dai tecnici di Canon... e chissenefrega... in fondo faccio la stessa cosa quando mi affido alle scelte fatte dai tecnici di Fuji ;-) in definitiva: mi fido delle scelte che faccio IO in fase di ripresa... le considero IMMUTABILI ecco.

avatarjunior
inviato il 02 Aprile 2024 ore 6:37

@Lorenzo P

Condivido la tua riflessione al 100%.
Nel mio caso, però, non ha implicazioni tecnologiche bensì sensoriali e filosofiche.
Essendo nato come fotografo a pellicola (lo sono tutt'ora), la smaterializzazione degli strumenti di lavoro ha comportato un cambio di paradigma metodologico che ho percepito, a vari livelli, con un po di sofferenza e disagio.

Personalmente, dopo aver cercato di seguire la corrente della digitaliizzazione tout-court, sono tornato sui miei passi ed ho eliminato dagli hard disk tutti i cataloghi e le "elaborazioni" (file tiff e jpg) conservando in Bridge unicamente i raw grezzi, di default come usciti nel momento dello scatto. Ho ridotto all'osso, insomma.

Ora, quando ne ho il tempo, passo dal raw alla stampa, via CameraRaw+PS, utilizzando il monitor esclusivamente come "ingranditore" temporaneo. La finitezza, a cui fai appello tu, e che personalmente interpreto come una questione sensoriale ma anche intellettuale, la vado a ricercare unicamente nella fotografia stampata ed archiviata, anche in sue successive elaborazioni, negli album fisici.

In generale rimango dell'idea che il digitale accompagni la fotografia magnificamente fintantoché c'è necessità operativa di "contare" ma la tradisca, irrimediabilmente, nel momento in cui ad essa viene richiesto di "raccontare".

avatarjunior
inviato il 02 Aprile 2024 ore 6:56

Io ho la personalissima opinione che tutti coloro che portano avanti queste battaglie 'concettuali' contro i mulini a vento, semplicemente non sappiano scattare (correttamente) in digitale.

Non tutti escono e scattano a caso milioni di foto per poi forzare la 'manifestazione' (sposo le teorie DiebuianeMrGreen) del RAW in post. Potrebbe sorprendere scoprire quante analogie possono esserci tra lo scatto in digitale e la fotografia analogica, se solo lo si praticasse con la medesima cura, soprattutto per chi è abituato a stampare anche in digitale.

avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2024 ore 7:44

A parte che si è sempre fatto lo sviluppo, poi l'arresto, seguito dal fissaggio e il lavaggio. Una serie di attività che portano all'ottenimento del negativo pronto per la stampa.

Ovviamente il negativo può subire delle alterazioni chimiche volontarie o involontarie per cui non si può considerare immutabile.

Dallo stesso negativo si possono ottenere differenti stampe utilizzando tecniche apposite per aprire le ombre, aumentare o diminuire i contrasti, sovraesporre o sottoesporre, insomma si applicano tutta una serie di modifiche per ottenere la stampa desiderata.

user112805
avatar
inviato il 02 Aprile 2024 ore 7:49

[Quando sviiluppavo un rullino, era un'operazione irreversibile. Qui muovo degli slider, e lo posso fare milioni, anzi miliardi di volte senza perdere neppure un'informazione. Con i filtri AI (ad esempio quello del denoise) poi posso creare un'immagine ex novo, che contiene informazioni non presenti in quella iniziale.

Insomma io non sviluppo nessun raw, li importo, li modifico e poi li esporto in Jpeg. Il tutto in modo non distruttivo]



quello che più di ogni altra cosa accomuna il digitale all'analogico è lo scopo di riprodurre, ovviamente nel senso soggettivo, una bella immagine e avere la possibilità di farlo in modo reversibile a mio modo di vedere è un enorme vantaggio. Ancora oggi succede che qualche volta vado a riesumare telo e proiettore per rivedere le vecchie diapositive e le rivedo con piacere, con lo stesso piacere però che provo a vedere un bel file in una tv full hd da 52". La stampa: nella stragrande maggioranza dei casi su 100 foto ne vengono stampate si e no 3, le altre vengono proiettate o viste in un monitor. Insomma cambia il metodo di stampa e di visualizzazione ma il risultato, almeno per il colore, non cambia: per me il fine giustifica i mezzi.

avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2024 ore 8:01

Ma quando dite "sviluppare un raw"...

Il termine è più che appropriato.
Sviluppare vuol dire portare alla luce l'immagine latente del Raw, concetto identico ai negativi pellicola.
E non è irreversibile.
Il file Raw lo puoi importare e sviluppare da capo all'infinito.
Visionare il raw nel display o pc come anterpima jpeg è già di suo uno "sviluppo".
Nel software il raw lo sviluppi come più ti aggrada.

avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2024 ore 8:04

Non scriviamo inesattezze marchiane per favore, il JPEG è un file IMMAGINE, non è un file grezzo.
Non è interpretabile, ha uno standard preciso e un contenuto non interpretabile a posteriori se non con ulteriore perdita di dati.
Che sia un' istanza fra le tante ottenibili è ovvio, così come lo è un negativo o una stampa, ma una volta ottenuto, benché riproducibile, quello è e quello resta, ed è ulteriormente interpretabile solo entro determinati limiti e solo in virtù del mezzo informatico e della natura stessa dei file digitali in quanto tali.

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