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Riflessioni sulla diversità dei gusti nei ritratti nella nostra comunità.


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avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2024 ore 11:23

Ha fatto molte foto seguendo la sua idea e mantenendo schemi luce fissi per ogni soggetto della serie, non raccontando qualcosa della persona, ma seguendo uno stile ben preciso e scegliendo la persona in base a quello che voleva mostrare.
Sul sito mischia un po' e non si nota così tanto ma un esempio semplice potrebbe essere il confronto tra la foto di putin e quella di clinton seduti.
Havevo visto uno speciale dove raccontava gli immigrati e faceva ritratti standard con il suo tipico sfondo azzurrognolo e i flash laterali, cambiavano i soggetti ma non il modo di rappresentarli

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2024 ore 11:24

Per me è bravissimo.

Ma so gia' che dovessi vederne una mostra, nonostante la bravura a catturare i caratteri delle persone (tipo questa che è formidabile) ...





...dopo un po' mi annoierei.




avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2024 ore 11:44

Ok e come le chiameresti?


Beh, questo non saprei dire, ma certo che se penso alla foto di una modella sulla quale sia intervenuto un artista di body painting, irriconoscibile, beh, quella fatico a chiamarla "ritratto". Ma anche una foto realizzata per una campagna elettorale nella quale si vede un grandissimo str0nzo colluso con la delinquenza organizzata rappresentato come un sant'uomo tutto casa e famiglia faccio fatica a pensare che sia un "ritratto", o foto di attrici o modelle che sembrano avere due taglie e vent'anni in meno... Saranno immagini artistiche, propagandistiche, pubblicitarie, magari anche geniali e ben riuscite, ma chiamarle "ritratti" è un po' fuorviante.
Il ritratto nasce quando c'è un fotografo intelligente che ci dice qualcosa di sincero e reale della persona che ha davanti alla fotocamera. Le altre sono fotografie, anche bellissime, ma non sono ritratti. Secondo me, vero...

user207727
avatar
inviato il 12 Marzo 2024 ore 11:53

Il ritratto nasce quando c'è un fotografo intelligente che ci dice qualcosa di sincero e reale della persona che ha davanti alla fotocamera. Le altre sono fotografie, anche bellissime, ma non sono ritratti
non credo proprio che questo genere di fotografia debba essere necessariamente sincero e reale. Anzi, può farti pensare cose lontanissime dalla realtà ed essere ambiguo. E questo trovo sia un aspetto bellissimo.

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2024 ore 11:59

Trovo molto interessanti gli esempi.

Peter Lindbergh. Shadows on the wall

È un libro di ritratti a persone famose, in più donne. Il che complica il fattore immagine spontanea e veritiera. Ma ci riesce.
Si capisce che è "confidente" e nello stesso tempo si apprezza la differenza tra la persona e la star.
Si vede il tempo che passa e il coraggio di volersi mostrare. Perché è innegabile che serve qualcuno che " tolga gli strati" e chi sia attento e li "colga".
Più allarghi la visuale e più ti distraggono altri particolari.
Se possibile scatterei solo con luce naturale o con un paio di candele e buio totale. Per concentrarmi sulle piccole magiche particolarità di ogniuno.
Certo che l'attrezzatura fa' la differenza, la scelta della lente fissa e il campo cortissimo nel mio caso ti invitano a seguire il mio percorso visivo.
Mi avete fatto notare delle cose che erano mie senza averle considerate a priori.
Se provate a fotografare delle modelle professioniste conosciute, senza trucco o quasi, e cercando di spiazzarle con scatti estemporanei vedrete che sono ancora più in difficoltà della gente comune.
C'è qualcosa di intimo nel ritratto che necessita di tempo e pazienza.

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2024 ore 12:01

Fatta questa premessa volevo chiedere la vostra opinione su un fotografo famoso un ritrattista di persone importanti che ha rotto spesso a mio avviso lo schema ottica/illuminazione/punto di ripresa.
Voi che ne pensate?


Non è proprio nelle mie corde. Stiamo facilitando il compito alla IA che già vince a mani basse..
MrGreen
Per il grottesco-caricaturale mi faccio bastare Gilden e pochissimi altri.. mi annoia molto.
Sorriso

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2024 ore 12:30

@ Rob: li trovo ritratti apparentemente semplici è diretti. A me piacciono per questo ma è un parere soggettivo. @Miopia: "Il ritratto nasce quando c'è un fotografo intelligente che ci dice qualcosa di sincero e reale della persona che ha davanti alla fotocamera. Le altre sono fotografie, anche bellissime, ma non sono ritratti. Secondo me, vero..." un ritratto è un ritratto, quello che si vuol rappresentare è altro discorso.

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2024 ore 12:53

Voglio riallacciarmi con quanto scritto da Mioplastica in maniera costruttiva.
Parliamo di Reportage un genere dove il racconto è molto importante.
Riporto 2 foto molto famose:

la madone algerienne di Hocine

cdn.essentiels.bnf.fr/media/images/cache/crop/rc/Z8VZNABR/uploads/medi

La seconda è la pietà del kossovo di Merillon

images-cdn.9gag.com/photo/aL9n556_700b.jpg

Ora queste sono foto di persone, magari non un ritratto "stretto", ma sono ritratti e sono presi da reportage che sono stati anche presentati al famoso world press photo.
Le cito perchè sto leggendo un libro che nè parla e sottolinea come da un certo punto in poi nel Reportage è diventato importante lo stile e un certo tipo di racconto adatto appunto per essere presentato in mostra o nei musei.
In questo caso 2 foto molto distanti sono riportate a un'iconografia occidentale atta a essere presentata a un certo tipo di pubblico.
Come collochiamo questa cosa con quanto detto da Mioplastica sul ritratto?
Sono infondo due falsi?
Ovviamente il fotografo non ha organizzato nulla ma é stato modo e scelta della foto a creare un racconto per l'osservatore non legato alla cultura delle persone riprese

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2024 ore 13:06

Ora queste sono foto di persone, magari non un ritratto "stretto", ma sono ritratti e sono presi da reportage che sono stati anche presentati al famoso world press photo.

Per me non sono proprio ritratti, nemmeno in senso "largo".
Non è che tutte le foto ove siano presenti persone sono ritratti. Il WPP ha una categoria di ritratto, dubito che fosse in questa.
Che poi il reportage sia altrettanto soggetto a stili e interpretazioni diverse credo vi sia poco da aggiungere. Ormai poi lo storytelling impera ma sono fuori tema..

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2024 ore 13:10

Concordo con chi definisce ritratto il risultato di uno scambio conoscitivo tra il soggetto ed il fotografo.

www.phocusmagazine.it/josef-koudelka-zingari/

Nonostante non siano ritratti ad esempio si capisce che "partecipano" al risultato. C'è uno scambio, una frequentazione, un invito ad essere parte della quotidianità.

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2024 ore 13:10

Io vado poco alle categorie per me una foto é una foto, le categorie servono solo a facilitare catalogazione e ricerca.
Però il discorso é uguale, raccontano davvero le persone riprese?
O si rifanno a un'iconografia del dolore diffusa?

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2024 ore 13:20

Matteo cosa è al centro del contenuto?
Nel ritratto la persona. Non il suo ambiente o cosa accade. Per me il ritratto è questo.
Poi ci sono gli eventi, Hendrix a Monterey, JFK a Dallas.
Poi Terry Richardson e le celebrità con cui gioca, o LaChapelle e le messe in scena.
Se qualcuno guarda la sua immagine e si ritrova rispecchiato nello scatto mentre è semplicemente sé stesso, quello è un ritratto.

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2024 ore 13:37

Quindi nelle 2 foto che ho presentato dove sono ritratte delle persone e in particolare nella prima l'ambiente non é presente non sono ritratti.
Nemmeno se vi ritrovano rispecchiata la propria sofferenza?
Perché?

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2024 ore 13:50

Nel ritratto pero' hai un legame tra il soggetto e col fotografo.
Il fotografo "dirige" il soggetto, o per lo meno ne è complice.
In queste tue foto che hai proposto non so nemmeno se ne siano accorte di essere fotografate.
Non c'è nessuna interazione.


avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2024 ore 13:53

Perché l'intento è differente.
Se qualcuno viene da te perché si fida ha fatto una scelta, vuole mostrarsi.
Io credo che quelle persone siano più perse dentro la situazione per rispecchiarsi nello scatto.
Ops.
Mi sovviene l'aneddoto di Richard Avedon con Marilyn, in cui dopo una seduta estenuante, lei ridiventa Norma e lui scatta.
La stessa Norma che si reca per lo shooting di Bert Stein con il risultato che conosciamo!

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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