RCE Foto

(i) Per navigare su JuzaPhoto, è consigliato disabilitare gli adblocker (perchè?)






Login LogoutIscriviti a JuzaPhoto!
JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).

Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.

OK, confermo


Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:

Accetta CookiePersonalizzaRifiuta Cookie

L'odio per gli alberi


  1. Forum
  2. »
  3. Tema Libero
  4. » L'odio per gli alberi





avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2024 ore 14:30

Vero troppi sono convinti che foreste hanno bisogno di noi per sopravvivere per centinaia di milioni di anni se la sono cavata egregiamente da sole poi sono arrivati i sapiens Cool

avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2024 ore 16:20

Nel 1936, 6,1 milioni di ettari erano coperti da alberi, pari al 19,4% del Paese. Nel 2018 erano 11,9 milioni di ettari, il 38,6% della superficie del Paese. La foresta italiana cresce di 800 m² al minuto. Cool

avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2024 ore 16:24

Vero troppi sono convinti che foreste hanno bisogno di noi per sopravvivere per centinaia di milioni di anni se la sono cavata egregiamente da sole poi sono arrivati i sapiens

Il fatto è che noi abbiamo bisogno della foresta per sopravvivere, non il contrario. Ma ci sono anche persone e aziende che si guadagnano da vivere coltivando alberi e, quando sono “maturi”, li tagliano e ne piantano di nuovi. Non c'è niente di male neanche in questo: dopo tutto, il legno è una materia prima molto più ecologica della plastica.

avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2024 ore 16:26

Le golene del Po sono appnto "piantagioni" di pioppi: quando sono grandi vengono tagliati e sostituiti.
Che uso ne facciano non lo so, però lo vedo fare da decenni.

avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2024 ore 16:28

La catastrofe climatica che stiamo vivendo ha anche il vantaggio che il limite degli alberi si sta alzando sempre di più. Ciò significa che gli alberi hanno più spazio a disposizione e lo sfruttano. A patto che gli agricoltori non abbiano bisogno di queste aree per il loro bestiame e permettano agli alberi di crescervi.

avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2024 ore 16:29

Per quanto riguarda la conduzione o meno da parte dell'uomo, diciamo che siamo in un momento in cui la realtà sta ad una via di mezzo tra le opposte posizioni.
Un ecosistema forestale "primordiale" potrebbe sopravvivere autoregolandosi in tutto e per tutto solo se avesse ancora dimensioni tali da consentirglielo. In Europa la situazione non è più così da secoli e i pochi brandelli di foreste, che possano essere ancora definite tali, non riuscirebbero a mantenersi in salute da soli; come minimo occorre una serie di regole che consentano di istituire e mantenere, nei territori limitrofi non soggetti a tutela stretta, tutta una serie di corridoi naturali, pratiche agricole, di allevamento, silvicolturali ecc. che non interferiscano con i necessari scambi che le aree soggette a tutela devono poter mantenere con un territorio ben più ampio. Senza queste regole, all'interno del "Parco nazionale svizzero" (in Engadina), che è stato probabilmente il primo in Europa a potersi vantare di essere un "paesaggio selvaggio rigorosamente protetto, in cui animali e piante si evolvono liberamente" (come si autoreclamizza), non ci sarebbero lupi e sarebbe persino troppo piccolo per garantire un'adeguata differenziazione genetica per le specie arboree che ospita. E in quel caso l'attività dell'uomo si può limitare alla corretta conduzione delle aree limitrofe (una sorta di aiuto esterno); immaginiamo però la situazione di tutti quei Parchi, magari un po' più ampi, ma che per forza di cose sono stati istituiti in aree già antropizzate da secoli. In quelle situazioni, se venissero vietate tutte le tradizionali attività all'interno del Parco, magari espropriando le parti di proprietà privata o comunitaria (come sono qui in Val di Fiemme), la successiva battaglia con contadini, allevatori, boscaioli ecc. delle aree limitrofe sarebbe già persa in partenza. Ne deriva che il Parco deve essere "mantenuto" consentendo (pur con una regolamentazione ad hoc) almeno una parte delle attività tradizionali.
Discorso diverso per aree come l'Amazzonia o il Canada (l'Africa ho l'impressione che sia già molto più compromessa da questo punto di vista) dove, nonostante i disboscamenti selvaggi, sussistono ancora zone immense, sufficientemente grandi da far si che l'ecosistema sia realmente "autosufficiente", ovvero che possa provvedere da solo alle esigenze di tutte le specie che lo compongono, che vuol dire soprattutto:
- per gli animali: grandi spazi di migrazione stagionale o per formare nuovi branchi;

- per tutti: un'insieme di comunità sufficientemente ampie, autonome, ma con un forte interscambio che consenta la necessaria variabilità genetica;

- ugualmente per tutti: una dimensione tale che, in caso di epidemie o disastri naturali come gli incendi, vi siano sempre alcune comunità in grado di sopravvivere con numeri tali da ripopolare l'intero areale. Non sono sicuro che questo sarebbe possibile in Engadina

avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2024 ore 16:34

Le golene del Po sono appnto "piantagioni" di pioppi: quyando sono grandi vengono tagliati e sostituiti.
Che uso ne facciano non lo so, però lo vedo fare da decenni.


Carta, per esempio.

avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2024 ore 18:59

O chitarre e bassi elettrici.

www.raffaeleinghilterra.it/it/scheda/Fender-basso_elettrico_Squier_Pre

avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2024 ore 19:30


avatarjunior
inviato il 10 Settembre 2024 ore 21:16

Guardo il video di Fabio Clauser e poi quella cagata di pista di bob (che ricordo, non userà nessuno dopo le Olimpiadi) e posso solo bestemmiare con il megafono.

avatarsenior
inviato il 11 Settembre 2024 ore 8:20

Giusto per ribadire il concetto che ho già espresso in precedenza, il "Parco nazionale svizzero" che si vanta (giustamente, ma con la riserva che esprimevo più sopra) di essere una zona lasciata crescere naturalmente e senza la mano dell'uomo, è grande 170,3 km2 (circa come il Liechtenstein che, scritto così, sembra una cosa già molto grande; scrivere che è solo 1/3 della Valle di Fiemme già lo ridimensiona parecchio MrGreen).
L'area urbana di Chongqing (la città più grande e popolosa del mondo, semisconosciuta solo perché economicamente non ha l'importanza di Pechino o Shanghai) è di ben 82.000 km2 (direi che il Parco svizzero non solo risulta ridimensionato, ma comincia a scomparire).
Ma fermiamoci alla sola città di New York, non al suo territorio urbano che raggiunge gli 11.000 km2, ma alla sola città vera e propria di "appena" 785 km2; la città di New York potrebbe dunque contenere, al posto di Central Park, l'intero Parco nazionale svizzero.
Potrebbe il lupo tornare autonomamente a colonizzare il parco? Non credo proprio; dovrebbe attraversare una fascia cittadina eccessivamente abitata e controllata, senza contare che prima ancora dovrebbe averne attraversato il territorio urbano, una larghissima fascia a sua volta con una densità di abitanti e attività umane da far impallidire l'interland milanese. Ora, so perfettamente che più di qualcuno sarebbe contento se il lupo sparisse, quindi ripeterò la domanda cambiando animale. Ammettiamo che un'epidemia abbia sterminato la popolazione di scoiattoli del parco (su aree così piccole è il rischio principale che si corre): riuscirebbero a tornare spontaneamente da altre aree boschive, attraversando "di loro iniziativa" le stesse aree che avrebbe dovuto attraversare il lupo?
Insomma, le aree protette europee, senza che l'uomo elabori una gestione "mirata" delle zone circostanti non protette andrebbero comunque a morire. Almeno nelle aree antropizzate con densità e criteri simili a quelli del nostro continente, la mano dell'uomo è comunque ancora necessaria per mantenere vive le zone sottoposte a tutela.
L'attuale rimboschimento del nostro continente, pur essendo dovuto all'abbandono delle tradizionali attività agricole (e non è di per sé un bene, ma ne scriverò poi), è ancora largamente insufficiente a garantire che le aree forestali possano aver raggiunto un'estensione e una serie di collegamenti tali da autosostentarsi in toto.

avatarjunior
inviato il 11 Settembre 2024 ore 14:45

Comunque lupi e scoiattoli fanno molta più strada di quanto si creda, i primi hanno praticamente attraversato la pianura padana, ci sono immagini che li riprendono a molte decine di km dalle ultime colline, fino a raggiungere il lato emiliano del delta del Po. Gli scoiattoli improvvisamente te li ritrovi in parchi e giardini circondati da campagne privi di alberature a perdita d' occhio.

avatarsenior
inviato il 11 Settembre 2024 ore 15:45

Nel parco del delta del Po ci sono da alcuni anni i lupi.

avatarsenior
inviato il 11 Settembre 2024 ore 16:15

Comunque lupi e scoiattoli fanno molta più strada di quanto si creda, i primi hanno praticamente attraversato la pianura padana, ci sono immagini che li riprendono a molte decine di km dalle ultime colline, fino a raggiungere il lato emiliano del delta del Po.


Sono stati avvistati lupi in zona Bondeno (FE) (lato emiliano del Po, ben prima del delta).
E attorno foreste zero, solo le golene del Po e qualche raro ettaro incolto da anni sparso nelle campagne.

avatarsenior
inviato il 11 Settembre 2024 ore 18:11

Certo, ma ad attraversare Milano o New York non ce li vedo, né lupi, né scoiattoli. Che poi, spesso gli scoiattoli dei nostri parchi cittadini sono animali che erano in cattività e sono stati "liberati" senza interloquire con le autorità preposte; è così che ci siamo ritrovati anche quelli di origine nordamericana.
I lupi utilizzano parecchio le aree golenali e ripariali dei fiumi; scoiattoli e altri piccoli animali sono molto meno "mobili", non per incapacità, ma perché rimangono sempre molto legati ai loro "magazzini" (nascondigli) delle riserve di cibo per l'inverno. E' per questo che i fenomeni estremi, come la tempesta Vaia, fanno sempre strage di scoiattoli e non di cervi o caprioli; quelli che non rimangono schiacciati sotto gli alberi schiantati muoiono di fame durante l'inverno.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!

Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 251000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.






Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info)


 ^

JuzaPhoto contiene link affiliati Amazon ed Ebay e riceve una commissione in caso di acquisto attraverso link affiliati.

Versione per smartphone - juza.ea@gmail.com - Termini di utilizzo e Privacy - Preferenze Cookie - P. IVA 01501900334 - REA 167997- PEC juzaphoto@pec.it

www.juzaphoto.com - www.autoelettrica101.it

Possa la Bellezza Essere Ovunque Attorno a Me