| inviato il 28 Gennaio 2024 ore 18:27
Mah, secondo me l'importante e' avere delle idee. E aiuta guardare cosa c'e' in giro di nuovo, non per scopiazzare ma per capire come puo' associarsi al quello che gia' conosciamo. Dopo di che e' utile, anche se non indispensabile, capire cosa puo' aiutarci tra le nuove tecnologie, ma senza diventarci matti, solo per prendere quel che serve. Quanti sono quelli che conoscono esattamente TUTTE le funzionalita' della loro fotocamera? Credo siano pochissimi, perche', giustamente, ci siamo interessati solo a quello che ci serviva. Non e' che se hai passato i 50 sei fuori dal mondo... |
| inviato il 28 Gennaio 2024 ore 19:17
Quanti sono quelli che conoscono esattamente TUTTE le funzionalita' della loro fotocamera? ****************** Non lo so quanti siano ma io non sono fra loro. In compenso però conosco bene le poche pellicole che adopero. |
| inviato il 28 Gennaio 2024 ore 19:21
Non v'è nulla di più patetico di chi cerca l'eterna giovinezza. ******************** |
| inviato il 28 Gennaio 2024 ore 22:22
“ @Istoria La chiamano "pace dei sensi". E' quello stato in cui la soddisfazione nel quì ed oggi è tale per cui ogni tipologia di cambiamento, evoluzione, pseudo miglioramento non si ritiene più necessario. Si chiama altresì appagamento. E' nell'ordine naturale delle cose che la gioventù porti con se lo stimolo necessario della continua ricerca, è funzionale all'evoluzione e viene alimentato da un sentimento del non so dove e come ma... devo partire per nuovi lidi. Per me l'estrema tristezza non è rappresentata da chi ha raggiunto la propria maturità ma da chi ad una certa veneranda età non sa ancora bene dove andare. Non v'è nulla di più patetico di chi cerca l'eterna giovinezza. Venendo al concreto chi non comprende che la sua "maturità" è un valore cercherà di stare al passo con la tecnologia ma dal momento che è "umanamente" non più idoneo all'esplorazione non potrà fare altro che capitolare nella frustrazione e nell'eterna insoddisfazione. Certo che si diventa nicchia ma l'errore più grosso sarebbe cercare il confronto col nuovo che avanza inesorabile. Inizio a sentirmi "felicemente" arrivato e non mi lamento se alcune automazioni oggi possono sostituire la mia maturata esperienza, non correrò dietro al cambiamento per il semplice motivo che comprendo i miei limiti e cerco di esaltare al meglio le competenze maturate. Alcuni settori della produzione di immagine sono già appannaggio non del nuovo che avanza ma che è avanzato da tempo. Bisogna essere realisti, accettarlo e cercare uno sbocco di esistenza FELICE la dove la propria conoscenza fa ancora la differenza rispetto ad una generazione "inesorabilmente" più ignorante in quel contesto per il semplice motivo che non hanno nemmeno mai avuto il bisogno di avere quei fondamentali. Il boomer che si reinventa uno smarth photopgrapher è semplicemente ridicolo perchè chi è passato per la "goduria" del click e ne ha trovato appagamento sia dal punto di vista produttivo che di esperienza sarà semplicemente come un 50/60nne che cammina dietro alle teenagers. Non conta solo il viaggio ma anche l'esperienza del cammino, l'unico rammarico (cui porrò rimedio al termine della mia carriera) è quello di non aver potuto approfondire maggiormente l'analogico (anche lo sviluppo in camera). Quindi la mia prossima tappa sarà un felicissimo "ulteriore passo indietro" „ +10 I passaggi in grassetto li trovo semplicemente da manuale. |
| inviato il 28 Gennaio 2024 ore 23:39
-10 Solo per pareggiare simpaticamente i conti, in quanto mi sembra "patologismo" da bar al quale, clinicamente, viene facile replicare che la suddetta "pace dei sensi" altro non sia che uno stato depressivo endogeno (non di uno stato psicogeno, e quindi nevrotico, quanto piuttosto di uno stato somatogeno, e dunque psicotico). Disconosco, con tenacia, qualsiasi attribuzione di "malattia" [patologia] a chi è in cerca di senso e come conseguenza di piacere, anche se - spesso - non ne condivido le modalità. Una volta messi in guardia dai possibili effetti "centrifuga", personalmente preferisco ricordare, come diceva Kierkegaard, che la felicità è una porta che si apre solo verso l'esterno. Anche a novanta anni. |
| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 1:14
Pesante come un incudine sui c0glioni |
user126772 | inviato il 29 Gennaio 2024 ore 5:55
“ Pesante come un incudine sui c0glioni „ Perche' mettere in gioco i gioielli ? Potrebbe essere solo un piccato smart photographer con reminiscenze scolastiche rinverdite che, pur essendo passato dalla goduria del click, non si riconosce nella definizione di boomer reinventato. Potrebbe piu' realisticamente essere solo uno dei tanti che hanno combattuto e combattono contro la "pace dei sensi", in ogni sua forma, per cui solo leggere quelle parole innesca il processo di offesa, vedendo in altri il proprio stato. Ai posteri l'ardua sentenza. |
| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 7:42
“ Non starò più a cercare parole che non trovo Per dirti cose vecchie con il vestito nuovo. (F. Guccini) „ La "nouvelle photographie" sembra sia più una questione di mezzi, nel senso più esteso del termine, che effettiva innovazione culturale, scevra da condizionamenti di mercato. |
user126772 | inviato il 29 Gennaio 2024 ore 8:10
Low art. |
| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 8:52
Ettore, complimenti per la citazione di gran valore ma, magari il tema è dire cose nuove con il vestito vecchio |
| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 9:35
“ "La fotografia è in un momento di profondo cambiamento, sono i fotografi che non cambiano" cit. „ . . . la fotografia come stile, modalità generale e fruizione è già profondamente cambiata da un pezzo ! . . da parecchi anni, non sono d'accordo sul generalizzare che sono i fotografi a non cambiare . . piuttosto ci sono frange che magari non cambieranno e altre (la maggior parte) che il cambiamento l'hanno recepito pienamente e altri ancora che sperimentano ulteriori modalità. Il tutto è mediato dalla costante curva di apprendimento ma alla fine vale il pensiero di Giacomelli già citato prima: "La fotografia è una cosa semplice a patto di aver qualcosa da dire". . per dire: chi non ha le idee chiare su poetica, linguaggio e sul messaggio che deve trasudare dalle sequenze fot. è fregato. |
| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 9:46
Oggi troppi pulsanti, troppe paturnie mentali, troppo di tutto perchè si possa ancora parlare serenamente di fotografia allo stato "brado". |
| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 9:49
Parlare, rilassati, serenamente di fotografia in effetti è difficile . . troppe distrazioni e compulsioni. ! |
| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 9:51
Tanto è vero che nessuno è riuscito finora a spiegare qual'è questo "profondo cambiamento della fotografia", che stiamo vivendo (lasciando da parte il mezzo) |
| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 9:53
Raggiungere la pace dei sensi per me non ha un connotato negativo dal momento che in quella pace la visione confusa e schizzofrenica viene ad assumere mete ben precise e delineate che non significa "fermarsi" ma "aver capito dove si vuole andare" il che include anche l'ammissione pacifica del "dove non si vuole andare". In gioventù si ha un giusto sperpero di energie che sovrabbondano nella maturità si cerca di indirizzarle ed ottimizzarle. Questo non significa assolutamente abbandono del percorso di crescita. E' giusto lasciare spazio alla schizzofrenia dei giovani, è il loro tempo. E lo si deve fare astenendosi dal giudizio (o quanto meno lasciare il beneficio del dubbio). Venendo al tema "La fotografia è in un momento di profondo cambiamento, sono i fotografi che non cambiano" lo condivido a pieno ed è sempre stato così. Siamo passati dall'analogico al digitale ma chi aveva raggiunto la "maturità di quel sistema" non lo ha di certo abbandonato nè per supponenza nè per spirito di contraddizione. A livello professionale sono nato col digitale ma la fotografia che cambia proprio non mi interessa e la condivisione ossessiva la trovo scarna e poco appagante. Perciò ben venga ciò che può agevolare il mio lavoro ma per quanto riguarda la mia "passione" il mio percorso è segnato, alzerò l'asticella della sfida e passerò all'analogico. E la fotografia di che cambi pure io ormai so cosa mi da piacere. Comunque, per la cronaca, sono al quinto "18mo" in 2 mesi quindi significa che anche nei giovani è ancora ben vivida la differenza tra una foto da smarth o una foto d'autore. (non ci crederete ma io consegno un buon 40% in bianco e nero con aggiunta di grana alla faccia della fisima del FF e della resistenza a 25.000 iso e della supertecnologia). Dovremmo dare più credito alle nuove generazioni perchè se da un lato c'è una massa di lobotomizzati dall'altro ci sono consapevoli e splendenti menti aperte al sentimento. |
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