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NON fotografare







avatarsenior
inviato il 20 Settembre 2023 ore 23:30

@ Blackbird e Salt

Sì, certo, io ho pubblicato foto crude scattate da mio nonno durante la guerra. Erano in cantina, mai nessun volto della persona ferita.
Lui era partecipe di quel momento.
Diverso è costruire un progetto "perfetto" e/o finto per trattare tematiche drammatiche. Su questo concordo

avatarsenior
inviato il 20 Settembre 2023 ore 23:34

Anche il calciatore è quello che tira calci al pallone Tony.
Ma non mi sognerei mai di propormi per una squadra di Bundesliga solo perché una volta nella vita a 17 anni ho tirato la palla al sette a porta vuota in spiaggia d'agosto.

avatarsenior
inviato il 20 Settembre 2023 ore 23:37

Il FOTOGRAFO è il fotografo: riprende attimi di vita, belli o bruti che siano.[/QUOTE

e su questo non ci piove...
Il fotografo scatta e registra. ma anche la telecamera scatta e registra in modo impietoso.
Qual'e' la differenza?... il tratto che divide il fotografo dall macchina?.


E' come il il fotografo interpreta il momento. Come lo racconta.

Converrai con me che c'e' una bella differenza tra quattro passanti che condividono on line il video della ragazza finita sotto al treno e la fotografia dello stesso evento fatta da un bravo fotografo.

avatarsupporter
inviato il 20 Settembre 2023 ore 23:38

NON fotografare
Cosa ne pensate?


Sono completamente d'accordo. È stato appena assegnato un e.p. a un'immagine di prostituta e personalmente, letta tutta la lunga didascalia dell'autore, non mi è piaciuta. L'unico modo che conosco di riscattare chi è abbrutito dalla schiavitù è amarlo, non certo fotografarlo.

avatarsupporter
inviato il 20 Settembre 2023 ore 23:42

Pienamente condivisibile. Potrebbe facilmente essere esteso alle prassi di fotografia macro e naturalistiche invasive e dannose per i soggetti ritratti.

avatarsupporter
inviato il 20 Settembre 2023 ore 23:51

Ci stavo pensando Fabrizio. Ma l'umanità sofferente riflette la nostra specie, cioè tocca direttamente noi stessi.
Certo che attirare un rapace con un'esca viva rimane un fatto raccapricciante (quante foto pubblicate in internet sono state scattate così!)... il piccione o il topo aspettano solo che la morte piombi loro addosso, perché non possono scappare. È disgustoso anche questo in effetti. Perciò, nel dubbio, mi guarderò dal mettere mi piace a immagini scattate in questa situazione. Idem per l'insetto o il rettile fotografato dopo averlo messo in frigorifero. Triste
È un tipo di fotografia che confina col comportamento di chi assiste a un pestaggio riprendendolo col telefonino senza difendere il malcapitato.

avatarsenior
inviato il 21 Settembre 2023 ore 6:53

Sono pienamente d'accordo con voi!

Claudio, ho visto la foto citata, vincitrice di ep, e ho letto la didascalia.
Ho visto anche che lo stesso autore esprime la propria 'arte' mettendo animali sulle teste dei modelli o mazzi di fiori tra le braccia di persone ustionate (evidentemente sono foto concettuali molto 'profonde':-P ;-),che non solo non mi piacciono, ma che mi infastidiscono parecchio).
Eppure tanti promuovono il lavoro di questi autori perché apparentemente esprimono grande sensibilità e partecipazione.
Io le trovo vuote e perbeniste, tant'è che in genere per capirle è necessaria una lunga didascalia.
Ma così va il mondo
Ho pubblicato questo pensiero di Gilardi proprio per confrontarmi e invitare alla riflessione.
Vi ringrazio


avatarsenior
inviato il 21 Settembre 2023 ore 7:02

Che ne penso?
Che ha ragione al 200%.
Anche perché, diciamocela tutta, questa specie di sensazionalismo peloso dovrebbe essere bandito una volta per tutte.

avatarsenior
inviato il 21 Settembre 2023 ore 8:16

Non concordo con chi ammette le immagini (definiamole per semplicità) crude solo in ambito di “progetti importanti”. Non è l'importanza del progetto che rende un'immagine più o meno offensiva per il soggetto. In realtà non lo è nemmeno la bontà del progetto.
Non concordo nemmeno con chi paragona un fotografo che realizza un progetto con l'intento di denunciare un deprecabile fenomeno come quello della prostituzione con il miserabile che ammazza un insetto lo schiaffa in frigorifero e lo tira fuori per fare una macro. È francamente un paragone osceno.
Mi pare che il tema sia semplice e complesso allo stesso tempo. È semplice perché la formula generica sarebbe quella per la quale più è delicato il problema, maggiore deve essere la serietà e sensibilità con la quale ci si approccia (anche fotograficamente) ad esso. È complessa perché la frase è intrisa di relativismo. A partire dalle concezioni di delicatezza, sensibilità e serietà la cui percezione è tutt'altro che universale, e nel caso della sensibilità e serietà, nei fatti difficilmente indagabile a posteriori.
Non amo le foto che percepisco come inutilmente “forti” ma penso che quelle che non lo sono inutilmente siano non solo benvenute ma anche necessarie. Soprattutto in un'epoca come questa, di bulimia di immagini inutili.
In un tempo in cui tutti riprendono tutto dall'altare della privacy, pretendendo che la loro facciona in primo piano scrimini la messa in piazza dell'immagine altrui, in cui la società si regge sulla comunicazione veicolata, a me pare che il tentativo di orientare lo sguardo verso un tema vero sia più che benvenuto.
Capisco che la delicatezza dei temi ponga problemi etici ma la questione è ineliminabile a meno di non voler negare alla sofferenza anche il diritto di essere conosciuta.

avatarsupporter
inviato il 21 Settembre 2023 ore 8:20

Non accadrà MAI caro Paolo.

Siamo nell'era della piazza digitale. Tutti come al prato di un concerto dei Pink Floyd. Per essere visibile e attirare l'attenzione del pubblico devi metterti ben in alto in groppa agli altri e mostrar ben nude le tue oscenità ;-)

Uno spettacolo dove val sempre più la pena far gli spettatori MrGreen

avatarsenior
inviato il 21 Settembre 2023 ore 8:36

Per completare, al fine di essere qui utilizzata, la citazione da me introdotta ieri del lavoro di Gianni Berengo Gardin, indico il link all'articolo di wikipedia che tratta di questo lavoro :
it.wikipedia.org/wiki/Morire_di_classe

Inoltre cito, sempre tratto da wikipedia, una frase :

Il libro pone una questione di etica fotogiornalistica. Parr e Badger commentano:[11]

Bisogna essere cauti nei lavori che raffigurano malati di mente. Nei casi in cui i fotografi non sanno o non si curano di che cosa sta accadendo loro, c'è un confine sottile tra rivelazione e sfruttamento, tra compassione ed eccitazione pruriginosa . ...


Questa frase, secondo il mio parere, può essere estesa a tutte le riprese fotografiche (e non solo) di particolari situazioni di disagio o che richiedono rispetto dei diritti e dei valori delle persone .

Nutro molti dubbi sulla sensibilità e sull'attenzione ai temi etici da parte di molti fotografi, fotogiornalisti e giornalisti.

avatarsupporter
inviato il 21 Settembre 2023 ore 8:37

Sinceramente, dal mio molto umile punto di vista, la foto sembra costruita ad hoc. Non mi convince malgrado il grande messaggio che vuole veicolare e che condivido .

avatarsenior
inviato il 21 Settembre 2023 ore 8:42

Bisogna essere cauti nei lavori che raffigurano malati di mente. Nei casi in cui i fotografi non sanno o non si curano di che cosa sta accadendo loro, c'è un confine sottile tra rivelazione e sfruttamento, tra compassione ed eccitazione pruriginosa . ...

Questa frase, secondo il mio parere, può essere estesa a tutte le riprese fotografiche (e non solo) di particolari situazioni di disagio o che richiedono rispetto dei diritti e dei valori delle persone .

+1000

avatarsupporter
inviato il 21 Settembre 2023 ore 8:45

Condivido.

avatarsupporter
inviato il 21 Settembre 2023 ore 8:46

Basterebbe seguire un semplice principio cardine dell'ordinamento giuridico, e persino di alcuni dettati religiosi: essere certi che il soggetto ritratto fosse pienamente capace di intendere e di volere, raccogliere il consenso e astenersi dal pubblicare immagini che non verifichino questa condizione. Nell'intendere c'è un elemento culturale: se il soggetto diventasse una nuova donna afghana accetterebbe quel tipo di notorietà? Nel volere c'è un elemento di libertà: se il soggetto fosse scevro da ogni forma di dipendenza, non solo economica ma anche ad esempio la sete di notorietà, accetterebbe che la propria immagine diventasse pubblica?

Il campo si restringe in un attimo.......

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