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La Fuji 690 mi piaceva, e vista la mia predilizione per i grandangolari ho fatto il filo alla versione W che se non sbaglio (aiutami Giovanni!) Montava un 65mm. Ma l' asteroide digitale stava per cadere nel golfo del Messico a spazzare via i dinosauri analogici.
Io arrivo dalla pellicola, negli anni 90 avevo un corredo Nikon completo.
Una decina d'anni fa ci sono ritornato con un banco ottico Toyo e poi con un corredo Pentax67.
Il banco ce l'ho ancora, la Pentax l'ho venduta.
Sto lumando una Fuji690 anche se il mio capriccio sarebbe la 617....
Per me la pellicola non è ancora stata superata dal digitale, suprattutto sui grandi formati.
Il grande potenziale della pellicola sta nelle scansioni fatte con scanner PRO, si ottengono file con dettagli e profondità colore ancora ineguagliati dalle moderne digitali, tranne forse i dorsi IQ.
Però, tutto questo prevede un processo lento e costoso, mentre con il digitale è tutto molto più semplice, veloce ed economico.
Il grande potenziale della pellicola sta nelle scansioni fatte con scanner PRO, si ottengono file con dettagli e profondità colore ancora ineguagliati dalle moderne digitali, tranne forse i dorsi IQ. ********************************
Io sapevo, perché così mi è sempre stato insegnato, che il TOP in termini qualitativi si otteneva in CameraOscura, per quanto riguarda i negativi, e in proiezione per quel che concerne i positivi.
“ Io sapevo, perché così mi è sempre stato insegnato, che il TOP in termini qualitativi si otteneva in CameraOscura, per quanto riguarda i negativi, e in proiezione per quel che concerne i positivi. „
Dipende dal supporto di visualizzazione, o meglio, da come si vuole usufruire l'immagine.
La diaproiezione è monotematica, scatti su pellicola positiva e proietti. Fine.
Non ha confronti col resto perchè il resto è su carta o su monitor.
Sul discorso camera oscura va benissimo, ma non è detto che si raggiunga il massimo della qualità.
Ripeto, una scansione fatta bene può aumentare la qualità rispetto alla camera oscura, proprio perchè trasferisce le informazioni su un supporto digitale permettendoti di usare tutti i moderni strumenti per il miglioramento della QI.
Che bella discussione! Due anni fa a scuola di fotografia abbiamo fatto un po' di pratica con un banco ottico (non mi è piaciuto per nulla) e con una Mamiya 645 (quella che save a il mirino “da sopra”, nella quale l'immagine era sotto sopra). Ne abbiamo fatto delle stampe in bianco e nero e devo dire che è stata una figata pazzesca. Mi sarebbe sempre piaciuto prenderne una ma non ho mai capito che modello comprare (qua da me praticamente nessuno usa MF a pellicola). Qualcuno di voi la utilizza?
“ [/Certo! Aveva le ottiche intercambiabili. Ed erano dei binocoli! Pesanti. Allora le strutture erano di "polito acciaro", ed il telaio doveva reggere il peso di obiettivi doppi! Ecco la ragione del suo peso. In ogni caso, la si sarebbe dovuta "leggere" come una macchina da studio, e non da street!QUOTE]
Sono totalmente d'accordo con Giovanni e le sue precise osservazioni su questa "Hasselblad dei poveri" costituita dalla Mamiya c330. Per completezza aggiungo altre osservazioni da ex utilizzatore e ancora possessore. Concordo sulle osservazioni sulle ottiche e ancora mi pento di aver venduto il Super 180 (si chiamava così) ottica veramente stratosferica, come il 55 (utilizzato prestato e mai posseduto). Ma l'apparecchio aveva (ha) ancora altri pregi, ottiche dal 55 a 360, vero macigno. Aveva tutte le sicurezze del caso quando si cambiava ottica e una meccanica indistruttibile. Inoltre era abbastanza accessoriata con mirini a pentaprisma e addirittura un marchingegno (un po' primitivo) che permetteva una "quasi macro" con correzione manuale del parallasse. Non sono sicuro, ma credo vi fosse la possibilità di usare pure dei dorsi diversi. Il tutto denotava un indirizzo di uso prevalentemente da studio ma senza escludere l'uso a mano libera ... lo scatto era dolcissimo e io stesso l'ho utilizzata in diverse cerimonie. Per completezza aggiungo che vi era una versione economica un po' impoverita, la Mamiya c220, ma non la conosco
Il mio sogno è la Mamiya 6. Ma non ne ho mai trovata una bella. Al tempo dell'analogico, la resa del medio formato era molto superiore, lo stesso i prezzi. Ebbi una Rolleiflex 6006 parecchio usata, ma perfettamente funzionante. Feci molti rulli, tra cui anche Kodachrome 64, che ho ancora. Era talmente perfetta che non persi mai un fotogramma, né per errori di maf, di accavallamento o di esposizione. Ma non trovai altri obiettivi usati (i nuovi costavano ciascuno quanto un'utilitaria) e così dopo un anno la diedi via. Ma il tarlo lavorava, così dopo 8 anni volli riprovarci. Stavolta Zenza Bronica. E andò meglio. Arrivai ad avere 2 bellissimi corpi SQai, uno nuovo e uno usato, e 5 splendidi obiettivi, nuovi e usati: 40, 80, 150, 180, 500. Li ho ancora e li conservo gelosamente. Funzionamento perfetto. Ci ho anche fatto scatti buoni a mano libera col 500mm con la Velvia, a testimonianza del perfetto ammortizzamento del meccanismo dello specchio, particolarmente sofisticato. Ho ancora tutte le dia, che ogni tanto proietto con piacere.
Tra le fotocamere più belle mai costruite molte sono medio formato a pellicola imho. Serve un minimo di consapevolezza fotografica ma per quanto riguarda piacere di utilizzo e qualità di immagine sono lo sweet spot. Da qualche anno ho una Bronica S2 e da un paio di mesi ho finalmente trovato un'occasione per una Fuji GS 645S con la quale sto prendendo confidenza. Adesso il sogno è un ingranditore adatto.
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