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Steve McCurry, perchè dovrebbe piacerci ? (continuo)


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avatarsenior
inviato il 10 Aprile 2023 ore 11:29

Ora vorrei che tu mi postassi un'intervista che argomenti quanto scritto in questo tuo commento..


eccone una

Credo che non siano molti gli impiegati in grado di vivere questa esperienza (ne puoi citare almeno uno?):

"Avevo poco più di vent'anni quando, in Pakistan, incontrai dei ragazzi provenienti dal Nuristan – una regione che confina con il nord est dell'Afghanistan – che mi raccontarono dei loro villaggi distrutti dalla milizia afghana. Quando dissi loro di essere un fotografo mi chiesero di seguirli per documentare quella che, poi, sarebbe diventata una guerra civile. Accettai e, passata una notte assieme a quei combattenti, il giorno successivo li seguii per attraversare senza alcun documento un confine internazionale, travestito solo con un vecchio shalwar kameez, trovandomi di colpo in mezzo a una guerra. Fino ad allora non avevo mai fotografato in zone di guerra e c'erano dei momenti in cui avrei desiderato davvero trovarmi in un altro posto, non riuscivo a immaginare quanto a lungo sarebbe durata quella situazione, ma non potevo né tirarmi indietro, né abbandonare queste persone. Per me era più importante onorare la parola data, convinto che la sofferenza di queste popolazioni e dei profughi afghani fosse una storia che andava raccontata".

Poi, ovviamente, subendo decine di interviste l'anno in alcune, anche molte forse, finisce per dire delle banalità e fare ripetizioni ma non dimentichiamo che lui parla per immagini più che per parole.
Ripeto SMC può non piacere ma certamente nn lo si può paragonare ad un qualsiasi impiegato

avatarsenior
inviato il 10 Aprile 2023 ore 11:49

Credo che si debba focalizzare il lavoro SMC su un punto chiave: il periodo in cui ha effettuato la sua produzione ed il relativo contesto geopolitico. Oggi fare reportage a modo suo o alla maniera di Cito (che preferisco) è quasi impossibile.
Poi, che non si possa criticare (a detta di qualcuno) un gigante della fotografia lo trovo senza senso. La cosa importante è argomentare le proprie critiche.

avatarsenior
inviato il 10 Aprile 2023 ore 11:51

Poi, che non si possa criticare (a detta di qualcuno) un gigante della fotografia lo trovo senza senso. La cosa importante è argomentare le proprie critiche.


Sono pienamente d'accordo

avatarsenior
inviato il 10 Aprile 2023 ore 23:34

Giuseppe Cicozzetti, grande conoscitore di fotografia scrive:

"Immaginate un saggista, uno di quegli studiosi che scrive poderosi volumi su questo o quell'altro argomento. Egli stabilirà con il lettore un rapporto basato sulla fiducia nelle proprie competenze, in cui il rigore del metodo e la serietà della ricerca sono elementi fondamentali su cui fondare la qualità accademica del suo lavoro. Immaginate ora che lo stesso saggista, per dare maggiore credibilità a una tesi, deroghi dal metodo scientifico e introduce nella ricerca elementi fuori contesto, inventati, frutto della fantasia. Immaginate ancora che lo stesso saggista, una volta scoperto, si giustifichi dicendo di essere un romanziere, cioè l'esatto opposto, uno scrittore che non ha vincoli se non obbedire alla sua fantasia. Immaginate ora di trasportare tutta questa premessa in fotografia e vi apparirà l'ologramma di Steve McCurry. Grande fotografo, nulla da dire. Anzi, “grandi fotografi”, perché di McCurry ce ne sono almeno due. Il primo è il grande reporter, testimone della realtà; il secondo è un narratore. Niente di male: a essere uno o l'altro non c'è proprio nulla di male, a condizione però di non esserlo insieme altrimenti le immagini offerte saranno sempre accompagnate da un alone di sospetto, introdotto dal sibilare di una domanda, forse la più urgente e spiacevole: cosa vediamo quando si osserva una fotografia di reportage, assistiamo a un documento autentico o alla sua interpretazione? In questo caso il reporter abbandona il ruolo di testimone per accomodarsi tra gli imputati. E deve rispondere. McCurry, ad esempio, deve rispondere dei pesanti – e aggiungerei maldestri, visto che sono stati sgamati con facilità – interventi di post produzione di alcuni dei suoi scatti. Davanti a questa osservazione, che ci conduce nel territorio della lesa maestà della verità del reportage, McCurry si è difeso affermando di essere uno storyteller, un narratore. Non più un “saggista” per continuare nella metafora ma un “romanziere” e dunque libero di far sparire elementi giudicati impropri da un'immagine che, da lì in avanti, devono obbedire alla composizione. McCurry, anzi l'altro McCurry ha ucciso il primo, smascherando la retorica attorno alla figura del reporter. La retorica intorno alla fotografia è un argomento interessante: temuta, blandita, costruita, allontanata la retorica ha fatto la fortuna di molti fotografi (HCB e l'attimo decisivo, peccato che non abbia mai voluto mostrarci i suoi contact sheet) e, in certi casi, ne ha decretato qualche increspatura (Doisneau, con la querelle seguita con “le Baiser de l'Hotel de Ville”). Steve McCurry, il primo, è un grande fotografo, tra i più grandi del Novecento; il secondo è solo un fotografo, un “brand” che ha un bizzarro quanto involontario primato: si è trovato alla confluenza di due differenti “democrazie” e ne è divenuto icona: non c'è fotoamatore che non abbia unito la facilità di accesso alle tecnologie di ripresa con la facilità con la quale si raggiungono luoghi esotici avendo in mente un solo obiettivo: fare fotografie “alla Steve McCurry”; ma questa è una responsabilità che può essergli imputata ma che, al contrario, sottolinea la sua grandezza, una grandezza impolverata da qualche (imperdonabile) inciampo."

avatarsenior
inviato il 11 Aprile 2023 ore 1:07

@gaga sicuramente un ottimo spunto di riflessione.

Particolare attenzione al punto in cui scrive che il secondo SMC ha ucciso il primo.
Si sta mettendo in discussione la bontà dei suoi scatti degli anni 80/90 oppure è solamente l'artista che è cambiato negli anni 2000?

Perchè per me non si può giudicare il lavoro dei primi anni in funzione di quello che è successo 40 anni dopo.

Nel testo che hai postato viene detto che i due ruoli non possono andare avanti insieme...e concordo...ma in questo caso non sono cronologicamente sovrapposti...o sbaglio?





avatarsenior
inviato il 11 Aprile 2023 ore 10:37

@stefaninino
Nel leggere quanto scrive Cicozzetti si potrebbero fare molte considerazioni e trarre molti spunti di analisi.
Ma secondo me il cuore di quanto scritto è quà:

"McCurry si è difeso affermando di essere uno storyteller, un narratore. Non più un “saggista” per continuare nella metafora ma un “romanziere” e dunque libero di far sparire elementi giudicati impropri da un'immagine che, da lì in avanti, devono obbedire alla composizione"

Praticamente, Mc Curry può passare dall'essere un testimone dei fatti a essere un narratore senza marcare la differenza di questi due "ruoli" fotografici legittimi ma molto diversi tra di loro? Qui è la questione

avatarsenior
inviato il 11 Aprile 2023 ore 11:06

@Gaga sostanzialmente condivido la critica di Cicozzetti è corretta, così come tutto il testo che hai riportato, c'è da dire che chi segue SMC in effetti questo passaggio lo aveva capito già ben prima del famoso incidente alle Venarie Reali del 2016, in quell'occasione più che i famosi, e pessimi direi, ritocchi alla foto furono le sue risposte a deludere molto. Credo comunque, in accordo con Cicozzetti, che resti sempre un grande della fotografia, lo amo meno ma lo stimo sempre un grande fotografo sia come reporter che storyteller.

avatarsenior
inviato il 11 Aprile 2023 ore 12:08

Io ste puntualizzazioni sui ritocchi la avevo trovata un pò puerile . Non ho mai dato tutto sto peso al ritocco . Anzi per me è normale . E' un processo che riguarda la creazione di una fotografia.

Quanto a SMC a me è sempre piaciuto e continua a piacere . Ha un suo stile e le sue foto mi piacciono anche per come sono raccontate .

avatarsenior
inviato il 11 Aprile 2023 ore 14:48

@gaga

Io la vedo in questo modo: il ruolo di saggista gli é appartenuto per la prima parte della carriera, mentre il romanziere é apparso solo successivamente (con tutte le polemiche de caso). Cronologicamente parlando i ruoli non si sovrappongono ed é del tutto lecito (di artisti che cambiano rotta ne é pieno il mondo).

Per cui non é tanto SMC che si muove da un ruolo all'altro, quanto il pubblico a dover separarare e capire i due momenti.

avatarsenior
inviato il 11 Aprile 2023 ore 16:17

Scusate ma non basta vedere una sua mostra per rendersi conto che McCurry non è piu da tempo un fotoreporter?

Si vede lontano un miglio che i suoi sono scatti costruiti.
E comunque a me basterebbe 1/100 delle sue capacità fotografiche (per vivere felice).

avatarsenior
inviato il 11 Aprile 2023 ore 16:29

@Stefaninino, @Maxam
Per cui non é tanto SMC che si muove da un ruolo all'altro, quanto il pubblico a dover separarare e capire i due momenti.


Penso che la maggior parte del pubblico che va a vedere le sue mostre non abbia la capacità, la preparazione critica di saper separare i due fotografi SMC. Come penso anche che la maggior parte di chi lo segue non conosca neppure il primo SMC

avatarsenior
inviato il 11 Aprile 2023 ore 16:31

Penso che la maggior parte del pubblico che va a vedere le sue mostre non abbia la capacità, la preparazione critica di saper separare i due fotografi SMC. Come penso anche che la maggior parte di chi lo segue non conosca neppure il primo SMC


Purtroppo due grosse verità

avatarjunior
inviato il 11 Aprile 2023 ore 16:33

Stefaninino
C'è chi ha definito (RollingStone) il 'tuo' (MrGreen) album sdolcinato ed insipido. Io continuo a bearmi ascoltando Fat old sun, insensibile a quanto dicono i critici della nota rivista. Allo stesso modo continuo ad ammirare le opere di SMC, a prescindere da come cercano di etichettarlo: non è un mio problema.

avatarsenior
inviato il 11 Aprile 2023 ore 17:18

Non ho letto tutto quindi spero di non ripetere qualcosa di già detto.
E' inutile negare l'importanza dell'autore e l'impatto che ha avuto sia su professionisti che su amatori.
Quando ho iniziato lo adoravo ora non sono più un grosso fan.
Perchè questo cambiamento?
Certe sue foto le trovavo molto belle e le considero ancora tali, ma quello che ho capito è che in molti suoi lavori (soprattutto da un certo punto in poi) lui scatta uno stereotipo, fa foto pensate per un pubblico occidentale con l'obiettivo di farci sognare certi luoghi lontani, creare una visione romantica e esteticamente piacevole.
Vedendo le mostre ecc.. ammetto che certi scatti mi sono venuti a noia, ma anche lui ha ragione quando in un intervista ha detto che dopo una certa età non aveva più nè voglia nè interesse a rischiare la vita o a infilarsi in certe situazioni.
Insomma è diventato un po' la pop star della fotografia, uno dei pochi a creare file all'ingresso delle mostre.
Solo che io non lo annovero tra i miei autori preferiti.
Poi da qui a non riconoscerne la carriera e quanto prodotto ce ne passa di acqua sotto i ponti

avatarsenior
inviato il 11 Aprile 2023 ore 17:42

Concordo con MatteoGroppi.

Quando penso a McCurry mi sovviene il Manierismo...
Non intendo sostenere che SMC sia iscrivibile alla corrente pittorica ma ci trovo dei legami con un estratto di Wikipedia in cui di Manierismo si parla:


Caratteristiche abbastanza ricorrenti nelle opere pittoriche manieriste furono:

* una costruzione della composizione complessa, molto studiata, fino a essere artificiosa, talvolta con distorsioni della prospettiva, talvolta con eccentricità nella disposizione dei soggetti, tipica è la figura serpentinata, cioè realizzata come la fiamma di un fuoco o una s;
* un uso importante della luce, finalizzato a sottolineare espressioni e movimenti, a costo di essere a volte irrealistico;
* grande varietà di sguardi ed espressioni, normalmente legate al soggetto e alla situazione rappresentata: talora intense, dolorose, a volte assenti, metafisiche, a volte maestose, soprannaturali;
* grande varietà nelle pose, che come quelle di Buonarroti intendono suggerire movimenti, stati d'animo, e, quando richiesto, la soprannaturalità del soggetto;
* uso del drappeggio molto variegato fra i vari artisti, ma di solito importante e caratteristico, fino a diventare innaturale;
* anche i colori delle vesti, ma talvolta anche degli sfondi, consentono di staccarsi dalle tinte più comuni in natura e portare l'effetto di tutta l'opera su coloriture più artefatte e insolite.
(..omissis..)

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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