| inviato il 01 Marzo 2023 ore 20:09
Ci sono dei punti da chiarire, il primo riguarda l'uso del treppiede, se nella paesaggistica è quasi indispensabile con un grandangolo a maggior ragione lo sarà con un teleobiettivo; la profondità di campo sarà, ovviamente, ridotta rispetto ad un grandangolo e quindi i discorsi di profondità di campo e regolette varie perdono molto del loro valore, posso anche sfruttare l'iperfocale ma il rischio di avere il soggetto principale fuori fuoco è decisamente alto quindi a mio avviso messa a fuoco sul soggetto principale e diaframma selezionato in base all'effetto che voglio ottenere nella mia foto, tempi e ISO deriveranno di conseguenza. |
| inviato il 01 Marzo 2023 ore 21:50
Miooartistica, non buttarti nellacrete: dire che fai qualche scatto in più tanto non costa niente, fa subito apparire qualche pellicolari per lamentarsi . A niente serve aver letto di attenzione alla diffrazione, di prove comparative, di metodi di messa a fuoco, di uso di cavalletti, di messe a fuoco manuali, di controllo attento della maf grazie anche alla possibilità di esplorare on attenzione e tempo ogni mm del fotogramma, di calcoli della DC grazie all'esperienza e all'uso di calcolatori tipo DIF master ecc. Tutto questo non conta nulla. Se si scatta a pellicola per definizione tutte queste cose le sai hai! |
| inviato il 01 Marzo 2023 ore 22:09
“ A niente serve aver letto di attenzione alla diffrazione, di prove comparative, di metodi di messa a fuoco, di uso di cavalletti, di messe a fuoco manuali, di controllo attento della maf grazie anche alla possibilità di esplorare on attenzione e tempo ogni mm del fotogramma, di calcoli della DC grazie all'esperienza e all'uso di calcolatori tipo DIF master ecc. Tutto questo non conta nulla. „ Anche perchè, pur conoscendo tutte queste cose, può non essere abbastanza per andare a colpo sicuro, ci sono variabili che non si conoscono. Per esempio la forma esatta della curvatura di campo del nostro obiettivo (che probabilmente un po' ne ha), le distanze esatte dei vari oggetti nell'inquadratura, se il beneficio di chiudere per guadagnare PdC supera o no l'effetto negativo della diffrazione. Quindi un po' di sano bracketing dell'apertura e/o del fuoco secondo me va benissimo per ottenere il risultato migliore; lo uso anch'io che so tutto di teoria. |
| inviato il 01 Marzo 2023 ore 22:09
Miopartistica, attento a fare certe affermazioni: dire che fai qualche scatto in più tanto non costa niente, fa subito apparire qualche pellicolaro per lamentarsi . A niente serve aver letto di diffrazione, di prove comparative tra grandangolari e teleobbiettivi di posizioni delle lamelle del diaframma, di metodi di messa a fuoco, di uso di cavalletti, di messe a fuoco manuali, di controllo attento della maf grazie anche alla possibilità di esplorare con attenzione e tempo ogni mm del fotogramma, di formule per il calcolo dell'iperfocale grazie all'esperienza e anche all'uso di calcolatori tipo DOF master, magari della formula specifica, oecc. Tutto questo non conta nulla. Se si scatta a pellicola per definizione tutte queste cose non contano. Basta una ( che so) Leica e una certa marca di dia e automaticamente entri nel mondo della Fotografia: non conta se non sai sviluppare un negativo o una dia, se non stampi mai niente e che non parli di diffrazione; puoi saltare tutto questo, fidandoti solo della infallibile capacità di maf che solo la pellicola ti da. Se fai foto buone, se te le studi, se perdi un'ora con cavalletto, telecomando, calcoli di pdc, esposizione , istogrammi, esposizione a destra al centro o dovetipare , diffrazione e cosi via, se perdi tempo a immaginare come ti verrà la foto quando la stampi, magari da solo, con una serie di provini dopo calibrazione e profili, se stai impressionano la stessa scena su un sensore resti sempre un ignorante |
| inviato il 01 Marzo 2023 ore 22:14
“ Poi però quando si dice che col digitale molti scattano alla rinfusa tanto nel mucchio qualcuna buona c'è... tutti negano e dicono che scattano ragionando come con la pellicola! Mah! „ Beh, io quando scatto cerco di ragionare bene sul primo scatto, visto che poi magari le condizioni cambiano e potrebbe essere l'unico che riesco a fare (non tanto nel paesaggio ma se parliamo di persone, animali ecc.). Però dopo il primo scatto, se ho qualche dubbio, ne faccio anche altri, a volte parecchi, variando diaframma, tempi, ISO eccetera, magari faccio pure la composizione leggermente diversa. Perfino quando sono convinto al 100% del primo scatto ne faccio anche un altro o altri due identici, mica che nel primo ci sia del micromosso... Quando guido l'auto la cintura di sicurezza la metto sempre, il che però non significa che guido girando lo sterzo a caso e andando a sbattacchiare di qua e di là... Voglio dire: il digitale presenta, come qualsiasi tecnica, vantaggi e svantaggi: un vantaggio è che puoi fare un mucchio di scatti a costo infimo. Lo vogliamo sfruttare questo vantaggio o no? O è una di quelle cose che si fanno ma non si dicono? |
| inviato il 01 Marzo 2023 ore 22:28
Ti ripeto Miopartistica, a tuo rischio e pericolo; potrebbe degenerare la discussione.. |
| inviato il 01 Marzo 2023 ore 22:41
Beh, tanto non sanno dove abito... |
| inviato il 02 Marzo 2023 ore 0:20
Ripeto: non c'è nulla di male nel fare molti scatti e poi selezionare a casa i migliori come ha ammesso di fare Miopiartistica, il fatto che ho stigmatizzato è che lui lo dice, invece, quando si affronta tale tema, in genere tutti dicono di non farlo. Quindi ho invitato Miopiartistica a intervenire in quel genere di discussioni e fare "outing" (come si dice oggi). Per concludere: io non ho detto che chi scatta con pellicola è bravo e sa tutto; si può scattare per una vita intera con pellicola e fare brutte foto (come accadeva anche prima della rivoluzione digitale) e non imparare nulla, ma certmente il numero di scatti sprecati in bracketing e tentativi non si avvicinerà mai a quelli che fa mediamente un fotografo digitale. |
| inviato il 02 Marzo 2023 ore 9:06
Diebu, certamente c'è un fondo di verità in quello che dici. E allora? Cosa significa? Fare bracketing significa sparare a casaccio? Si vince qualcosa a fare una sola foto e indovinarla? Un fotografo bravo si misura in base alle buone foto che produce o a quanto scatta? C'era un critico che, in era pellicola, diceva sempre che lo strumento più importante per un fotografo ( all'epoca, analogico) è il cestino. Se si guardassero gli archivi di tutti noi di troverebbe tanta immondizia. Io vedo solo una cosa, perdonami, che si fanno tante chiacchiere ( e sinceramente non mi riferisco a te che sei in genere persona equilibrata), ma poi di belle foto fatte cin pellicola qui su Juza se ne vedono davvero poche e se uno volesse imparare qualcosa o imitare qualcuno che non scatti in digitale starebbe inutilmente qui: solo chiacchiere e esercizio di superiorità. A me come sai, non interessa di come si scatta, ma solo vedere buone foto e fare discussioni che portano a qualcosa e aiutano ad essere migliori. E, queste, purtroppo, raramente vengono da chi scatta in pellicola. Io la pellicola l'ho amata e ho fatto le mie esperienze, sviluppato, stampato fatto bianconeri, colore, sviluppato diapositive, vinto un po' di concorsi, ma sono a disagio nel sentire affermazioni di superiorità ( al momento non ancora partite, ma mi aspetto che dei luoacchiotti scendano dalle loro caverne di montagna). Come si fa ad avere stima, considerazione e anche un po' di affetto per un mondo fatto di persone spesso arroganti, senza dimostrazioni pratiche senza ( se non in minima percentuale) esempi, fatto di pigiatori del pulsante di scatto e che poi portano le loro fatiche al laboratorio sotto casa? Io non ci riesco. Trovo interessante Paolo Mcmlx, del quale non ho potuto vedere diaproiezione, perché imparo qualcosa da lui sulla proiezione incrociata sui proiettori anche con MP, trovo interessante Schyter perché espone le sue fatiche con scatole di cartone perche parla di sviluppi, delle stampe che produce, mi piaceva, e tantissimo, Domenico Mancoso per la sua competenza ( gli ho chiesto di conoscere varie cose sulla sua attività in camera oscura per una mia curiosità). Ma gli altri? Posso imparare qualcosa? Secondo te se mi interessa conoscere qualche "dritta" sulla foto notturna, sull'utilizzo dei filtri GND, mi rivolgo a un pellicolaro o scrivo( come mi è capitato) a un Fabio Marchini, a Fortunato Gatto, Matteo Bertetto a Caterina Bruzzone? E parlo di tecniche proprie anche alla pellicola e di questo sito.. Mai corretto generalizzare, però... Dove trovo competenza e gentilezza? |
| inviato il 02 Marzo 2023 ore 9:32
“vorrei sapere qual é il vostro procedimento di messa a fuoco nel paesaggio? (metodo pratico in campo)” Sono sul campo: 1) Esame ad occhio delle possibili scene da fotografare 2) Trovo possibile scena da fotografare 3) Monto la fotocamera e l'ottica (supponiamo uno zoom 70 – 200) sul treppiede 4) Esamino la scena trovata ad occhio attraverso il mirino della fotocamera, diaframma a tutta apertura e Messa a Fuoco in automatico, AF 5) Aggiusto in modo minuzioso la lunghezza focale, aggiusto minuziosamente l'angolo di azimuth e di elevazione della fotocamera con l'ottica, per avere la scena da fotografare composta al meglio possibile, sempre con diaframma a tutta apertura e MaF in AF. 6) Scelta del diaframma di scatto: F 5,6 se la scena è piatta, F 8 – F 13 se la scena richiede maggiore Profondità di Campo: qui bisogna fare attenzione e ci vuole un po' di esperienza. 7) Rilevamento esposizione con l'esposimetro della fotocamera, settato prima in Nikon Matrix (esposizione bilanciata su tutta la scena) poi in Prevalenza Centrale, al diaframma presunto di scatto. 8) Esame delle due diverse esposizioni, se c'è molta differenza la scena è ad alta dinamica, e di solito scatto in Matrix, se c'è poca differenza, la scena è a bassa dinamica e va bene anche in Prevalenza Centrale 9) Se c'è ancora indecisione di esposizione, andrò a fare diversi scatti con diverse esposizioni. 10) Settaggio scatto con specchio alzato, scatto in remoto, diaframma a tutta apertura e MaF in AF 11) Passaggio in Live View e MaF in manuale (dall'ottica) 12) Regolazione fine della MaF in manuale tramite Ingrandimento 23 X il Live View, sempre con diaframma a tutta apertura 13) Chiusura diaframma al valore scelto, supponiamo sia F 8, esposizione al valore scelto dalle diverse misurazioni 14) Sollevamento specchio, attesa di qualche secondo, scatto 15) Tutto uguale, diaframma chiuso ad F 5,6 (l'esposizione la cambia la fotocamera di conseguenza) 16) tutto uguale, diaframma chiuso ad F 11 o F 13 (L'esposizione la cambia la fotocamera) 17) tutto uguale, con diaframma chiuso ad F 11, ma con esposizione corretta a +0,7 stop 16) Come sopra, ma esposizione corretta a + 1,5 stop Io faccio così, una esposta perfettamente e con il fuoco giusto, a casa ce la porto |
| inviato il 02 Marzo 2023 ore 9:40
“ 12) Regolazione fine della MaF in manuale tramite Ingrandimento 23 X il Live View, sempre con diaframma a tutta apertura 13) Chiusura diaframma al valore scelto, supponiamo sia F 8, esposizione al valore scelto dalle diverse misurazioni „ Sicuro di avere tutti obiettivi completamente privi di focus shift? Sarà perchè uso vecchi obiettivi, ma non ne ho ancora trovato uno che focheggiato a TA e poi chiuso ad f/8 fosse più nitido che focheggiato ad f/8 (od f/5.6). |
| inviato il 02 Marzo 2023 ore 10:07
Claudio, secondo me stai andando fuori tema; io non ho parlato né di competenza né di trasferire conoscenze, ecc., ho soltanto detto che quando si dice che col digitale si tende a scattare molto di più e spesso a ragionare di meno (procedendo invece per tentativi) tutti negano, invece Miopiartistica, senza alcuna remora, ammette di farlo (sempre, qualche volta, con tanti scatti o pochi... non è importante) e ho quindi apprezzato la sua sincerità. Non si tratta di bracketing (che in genere prevede un paio di ulteriori scatti, sopratutto in tema di esposizione); lui ha parlato di un certo numero di scatti, con una partenza "a naso": “ siccome sto scattando in digitale e gli scatti in più non costano un caxxo, metto a fuoco sempre sul soggetto e faccio una serie di scatti a diaframmi diversi. Poi a casa scelgo quello che mi pare vada meglio, visto che ovviamente non c'è solo la profondità di campo in gioco ma anche gli iso da impostare (nelle ore crepuscolari se chiudi il diaframma e scatti a mano libera tocca salire con gli ISO) eventuale diffrazione, qualità dello sfocato nelle parti che devono rimanere sfocate eccetera. „ “ Infatti parto sempre dal diaframma che, a naso, mi pare quello giusto, ma poi faccio ancora altri scatti della stessa foto variandolo. Sarà un sistema rozzo ma in genere ti fa portare a casa comunque almeno uno scatto giusto. „ Poi per carità, non sta a me giudicare, né tantomeno criticare un approccio o un altro, quello che sottolineavo è la sincerità nell'ammettere di procedere in tal modo e ripeto, il fatto che molti pare si vergognino di dirlo quando invece è un grande vantaggio offerto dal digitale. Quindi semmai non sono i pellicolari che si sentono superiori, è proprio il contrario, cioè molti fotografi digitali vogliono avere tale comodità ma poi non vogliono ammettere di utilizzarla. E' come se ci si vergognasse di utilizzare l'autofocus o l'esposimetro TTL; questi sono sicuramente delle gran comodità e non mi pare ci si "vergogni" (passatemi il termine) a dire che li si utilizza e allora perché non si ammette anche di scattare molto per scegliere dopo lo scatto migliore invece di cercare di ottenerlo al primo colpo? |
| inviato il 02 Marzo 2023 ore 10:29
Sul fatto che in digitale si possono scattare molte foto a costo zero, anch' io sfrutto questa possibilità con il teleobiettvo. Ad esempio quando ero sull' Aig. du Midi ( Monte Bianco ) ho fatto circa 80 foto con il tele da 300mm verso i ghiacciai del Monte Bianco ed ho fatto bene. Se avessi avuto l' attuale Sony 200-600 ne avrei fatte molte di più ( ma avevo a disposizione solo pochi minuti per scattare le foto, c' era una ressa preoccupante, tutti volevano fare foto da quella terrazza e spingevano tutti verso il parapetto con sotto 2000m di precipizio ). Solo quando ho rivisto le foto a casa, con calma, ingrandendo le foto mi sono accorto che quei puntini sul ghiacciaio e vicino agli enormi crepacci e seracchi erano alpinisti con gli sci ai piedi, ed allora ho ricostruito una panoramica da 900 megapixel dove si può "navigare" con il mouse ed ingrandire a piacere tutti i dettagli. Ne ho parlato qui : www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&show=1&t=3516481#19891438 |
| inviato il 02 Marzo 2023 ore 10:35
A me sembra esattamente il contrario: che uno dei cavalli di battaglia e il vessillo di alcuni pellicolari ( per me di basso profilo o di profilo indecifrabile vista la scarsissima produzione ) sia invece quello di ragionare di più, scattare meno, ma di avere la foto perfetta proprio perché maggiormente dotati di esperienza e capacità tecnica. E questo ragionamento lo abbiamo letto più e più volte; io, che da quel mondo provengo non sono per niente d'accordo e sono sicuro che invece, e facendo salvi alcuni maestri, un tempo ci di accontentava mentre oggi si cerchi di più la perfezione ( che ovviamente, non significa arte). Solo questo; quindi, sentire il tuo intervento, tu che sei persona equilibrata, a rimarcare il concetto, mi è dispiaciuto, come se si volesse sottolineare una falla nelle procedure di chi usa il digitale. Forse mi sono sbagliato. Io scatto poco da sempre, la mia D800 di 10 anni ha poco più di 8000 scatti, cestino un mare di roba e la Sony che ho da quasi 2 anni solo nei giorni scorsi ha esaurito la prima scheda; scattare molto non significa scattare a casaccio e, sinceramente se scattassi 10 volte di più ottenendo 10 volte di più migliori foto sarei orgoglioso e contentissimo. Ls bandiera di scattare poco e sapere ottenere bellissime foto, così come il contrario non mi interessano: conta sempre e solo il risultato. E rimarcare differenze tra i due mondi per me non ha nessuna importanza: conta la foto |
| inviato il 02 Marzo 2023 ore 10:52
Si, anch' io facevo foto analogiche, diapositive di circa 50 anni fa, ma avevo a disposizione al max 3 rullini da 36 pose Velvia. Quelle vecchie foto non le potrò mai più fare, alcuni seracchi alti 50 - 100 metri sono crollati da anni, con il riscaldamento globale saranno sempre più bassi, con meno neve. |
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