| inviato il 10 Dicembre 2022 ore 17:09
Punti 3 ovviamente assolutamente niente di male...ovvio che se in quel punto continuo per mesi a portare una carcassa nuova si ricade nel punto 2... Una carcassa occasionale è una situazione assolutamente assimilabile a quanto avviene quotidianamente in natura... |
| inviato il 10 Dicembre 2022 ore 17:38
Concordo. |
| inviato il 10 Dicembre 2022 ore 17:41
Ma no, se ai grifoni uno portasse tutte le carcasse che trova non credo ci sarebbe nulla di male, con la fatica che fanno a trovare qualcosa. Sempre meglio degli scarti di macelleria imbottiti di farmaci che gli danno regolarmente nei parchi |
| inviato il 10 Dicembre 2022 ore 18:01
Il grifone è uno dei rarissimi casi in cui il carnaio è buona cosa |
| inviato il 10 Dicembre 2022 ore 18:19
Secondo me la cosa migliore e' studiare i posti nel mondo dove si possono fare foto genuine e ambietate senza capanni ed esche, vive o morte che siano. Ed investire i soldi in viaggi ed occasioni piuttosto che in attrezzatura. |
| inviato il 10 Dicembre 2022 ore 18:29
Roberto i viaggi sono bellissimi, esperienze che rienpiono e fanno crescere... Ma personalmente non trovo nulla di più gratificante del raccontare i "miei" luoghi....lo scoprire i segreti di habitat che ad un primo sguardo non sembrerebbero così affascinanti, ma che una volta compresi e studiati regalano perle e soddisfazioni impagabili... Scorgere una stazione di primula appenninica mai segnalata, o una piccola colonia di parnassus sui monti che frequenti vicino a casa... Testimoniare la nidificazione dell'unica coppia di codirossone di un'ampia zona o la prima dell'averla capirossa sulle tue colline... Per me l'essenza della naturalistica è quella....il mio tempo va soprattutto li...anche a discapito della foto wow.. |
| inviato il 10 Dicembre 2022 ore 18:36
Assolutamente contrario ai carnai. Sacrificare animali vivi per fare delle foto lo trovo...lasciamo perdere. Io in giardino alimento nella stagione fredda i passeriformi per dare loro un aiuto e mi accontento di osservarli, per fotografarli mi diverto di più andare a cercarli nei vicini boschi. Non sono assolutamente contrario a fare qualche rara visita nelle oasi per togliermi il gusto di portare a casa qualche scheda piena di scatti (perlopiù inutili) e dare gioia al bambino, che nonostante l'eta' e' ancora in me e godermi una giornata spensierata visionando varie specie. Per quanto riguarda i capanni a pagamento non sono assolutamente contrario a quelli, e ce ne sono, gestiti da persone eticamente corrette e preparate in materia, persone appassionate e competenti non comuni mercanti. |
| inviato il 10 Dicembre 2022 ore 19:50
Propongo una variante al punto 3 descritto da Andrè, vediamo cosa ne pensate. Mettiamo caso di un animale vivo: un pesciolino vivo in una vasca di un negozio di pesca che verrebbe usato come esca per le trote e io lo compro e lo metto sotto un posatoio per il martino, non sarebbe andato lo stesso “sprecato”? Stessa cosa per i topini usati per alimentare i serpenti. Che differenza fa se questi finiscono in bocca a una trota/serpente piuttosto che nel becco di un martino/rapace? Non offro lo stesso cibo ad un selvatico? La differenza è solo che se l'animale è morto il comportamento è accettabile mentre se è vivo, in vendita per pochi spiccioli e a disposizione del primo che lo compra no? Mmmm… Ovviamente andare a prendere animali in natura e usarli come esche è decisamente diverso. Ps: con ciò non dico che sono cose che farei e/o che trovo giuste, sia chiaro. |
| inviato il 10 Dicembre 2022 ore 19:57
Troppo semplicistico.... André parla di una occasionale situazione di carcassa... Il topino del negozio peraltro potrebbe portare in quell'habitat nuovi patogeni... Ma personalmente sto allontanandomi da quanto volevo dire.....non mi va di star qui a disquisire sulla tipologia dell"esca perché comincia a diventare un terreno scivoloso.... Personalmente mi sentirei un pochino a disagio ad andare a prendere un topo per pitoni per alimentare un gheppio o un pesce per il martino (per far poi la solita stracacchio di foto completamente inutile) |
user12181 | inviato il 10 Dicembre 2022 ore 23:11
Sono andato a vedere la Primula apennina Widmer di cui ha parlato Angus. È un amore di pianta e un endemismo, oggettivamente non si può trovare di meglio in qualsiasi luogo del mondo, al massimo qualcosa di equivalente. Non c'è da discutere, ha scelto un esempio assolutamente inattaccabile, addirittura commovente, se si tiene presente il rapporto Appennino tosco-emiliano (o, in particolare, mai prima segnalata stazione nell'Appennino tosco-emiliano) - Pianeta terra. Ma qui sicuramente nessuno ha pensato di contestarglielo, non perché sia inattaccabile, ma perché della Primula apennina Widmer qui non frega nulla a nessuno, ahimè. P.S. Ho poi sbattuto il sedere in discesa come previsto, una sola volta, senza ramponi perché volevo vedere se riuscivo a non scivolare, ho visto... |
| inviato il 10 Dicembre 2022 ore 23:27
Non ho letto tutta la discussione. Quindi se ripeto ciò che è già stato detto scusatemi. In ambito etologico le osservazioni del comportamento effettuate sul campo prevedono che assolutamente non debbano essere disturbati i soggetti studiati. Diversamente si falserebbe il loro comportamento e l'osservazione perderebbe il suo valore. Quindi anche in ambito fotografico andrebbe mantenere tale principio. Detto questo, ognuno ha diritto di fare ciò che vuole. |
| inviato il 10 Dicembre 2022 ore 23:46
Faccio una domanda da assolutamente profano: esistono enti qualificati che si occupino di accompagnare e EDUCARE i fotografi a questa pratica? Io che non ho mai avuto il grande piacere di fare fotografie a animali meravigliosi, se mi avventurarsi per posti sperduti, senza una cultura specifica, tornerei frustrato e magari la volta successiva metterei in atto comportamenti assolutamente inadeguati o addirittura vietati o ancora pericolosi per me e per la fauna. |
| inviato il 11 Dicembre 2022 ore 0:06
Non esistono enti, e nemmeno entità di alcun tipo, con statura morale tale da poter obiettare su quanto fa un fotografo con un minimo di etica. Si tratta sempre di formalità, burocrazia, perlopiù inutili o inefficaci. Poi, chiunque si occupi a qualsiasi titolo di animali li vuole fotografare, e spesso, non sapendolo fare, fa ancora peggio. |
| inviato il 11 Dicembre 2022 ore 0:16
Scendendo di "autorevolezza" ... conoscete qualche fotografo naturalista che organizzi giornate, a pagamento ovviamente, da contattare per iniziare e comprendere le basi di questa pratica? |
| inviato il 11 Dicembre 2022 ore 9:24
Marco colombo fa spesso workshop.... |
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