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Come è stato ben spiegato le condizioni essenziali sono per la proliferazione sono tre: - la presenza di spore - le condizioni ambientali - il nutrimento.
Per quanto riguarda le condizioni ambientali non necessariamente deve essere un ambiente esterno estremamente umido. Basta avere uno sbalzo di temperatura dove la temperatura esterna sia inferiore a quella dell'aria contenuta nell'obiettivo. In tal caso il calore tenderà verso le pareti interne raffreddate dall'aria fredda presente all'esterno. In particolare nei punti in cui per minore spessore o materiali maggiormente conduttivi si ha minore resistenza termica. In quei punti si generano i "ponti" termici dove si forma condensa sulla porzione di parete interna. In tale caso ed in presenza degli altri due fattori c'è una possibilità che vi siano le condizioni per la formazione di funghi. La stessa situazione si verifica in ambienti ben più ampi come le pareti di una abitazione dove la maggiore trasmittanza degli angoli o di una trave in C.A. tende a formare condensa.
Penso che i fisici che hanno partecipato alla ricerca abbiano tenuto presente tale fattore. Ovviamente tutto dipende anche da quanto sia stagno l'obiettivo e dalla percentuale di umidità presente nell'aria all'interno dell'obiettivo.
Che ne sarà ora di tutte quelle discussioni fatte in passato che hanno causato notti insonni e terrore in molti?
Pure io ho comperato una scorta allucinante di bustine di silicato, coibentato l'armadio di sicurezza oltre che dotarlo di igrometro di precisione, periodicamente gli faccio un ricambio con aria secca rasentando la mania
ho diversi vetri vecchi parecchio e non ho mai avuto fungaie ma solamente un paio di doppietti in cui si è cristallizzato il collante ( capita),
mettiamo nei preferiti questa discussione e appena salta fuori qualche preoccupato la lanciamo.
Per andare sul piano pratico, la mia esperienza è questa:
In un ambiente caldo-umido come quello di Singapore (che conosco bene) qualunque attrezzatura subisce un violento attacco da parte dei funghi e dell'umidità con conseguente ossidazione e formazione di muffe.
L'ho già scritto altrove: in Singapore non acquisterei mai una lente usata.
Per contro: le lenti conservate nell'ambiente asciutto-arido del mio sottotetto non subiscono alcuna alterazione, ed io conservo nello stesso armadio lenti 'ammuffite' assieme a lenti ancora nuovissime dopo una decina d'anni di coabitazione.
Deduzione -mia- caldo ed umidità (ma soprattutto umidità) sono il peggior nemico di qualunque attrezzatura, che si potrebbe dire: hai scoperto l'acqua calda... Sarà, ma il primo proprietario della mia Plaubel Makina 67 evidentemente non l'aveva scoperta perché quando acquistai la macchina il soffietto puzzava di muffa e la lente mostrava alcune ragnatele di muffa.
Per la cronaca: la D3200 di mia figlia, conservata per tre anni in Sing, ha subito l'ossidazione (?) del filtro del sensore con filamenti visibili in prossimità dei bordi che non è possibile rimuovere con alcun detergente. Da che ho riportato in Italia la fotocamera, l'ossidazione si è fermata.
Grazie per la condivisione, che conferma quanto ho osservato nel tempo. E una delle mie ipotesi, visto che spesso i funghi "nascono" in zone praticamente sigillate e non sulla superfice esterna della prima lente.
Quando mi è successo di recuperare delle ottiche ho pulito le le ti con passaggi diversi: - candeggina - perossido di idrogeno - detergente specifico per lenti.
Ottima spiegazione, sperando che serva nell'ambiente dei "fotografi" laureati su wikipedia, ma ne dubito.
Solo una domanda: ma i funghi come sono fatti? Hanno radici o similari che possono intaccare i rivestimenti delle lenti o anche questa è solo una favola? Io ho in mente strutture semplici monocellulari senza possibilità di intaccare il vetro.quindi farebbero poco o niente. Sarebbe peggio grattare la lente per pulirla.
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