| inviato il 23 Febbraio 2022 ore 16:42
Il tempo utile per correggere la maf è prefissato con un minimo dalla fabbrica, quello necessario ad il calcolo del movimento per anticipare la posizione rispetto al tempo di buio durante lo scatto. Un raffica più lenta lascia certamente più tempo ma non cambia comunque tanto il risultato finale. |
| inviato il 23 Febbraio 2022 ore 16:59
Il tempo utile per la messa a fuoco dipende anche da quanto l'ottica sia fuori fuoco rispetto al soggetto. Pertanto, se si lavora con la priorità scatto, può accadere che vi siano diverse foto fuori fuoco, prima che la macchina raggiunga un livello di accuratezza della messa a fuoco accettabile. Poi, magari da 1/1000s a 1/2000s non cambia granché, ma ad esempio tra 1/50s e 1/250s (esempio del panning con il flash) - a parità di velocità di scatto - l'autofocus riesce ad attuare correzioni di entità maggiore tra uno scatto e l'altro, e la percentuale di foto fuori fuoco si riduce. |
| inviato il 23 Febbraio 2022 ore 17:37
Hbd no, dipende dalla velocità della raffica ma in ogni caso la macchina usa un tempo x standard poco prima dello scatto per fare i calcoli e non varia comunque. Se infatti si imposta un tempo più lento di tot la raffica diminuirà proprio per mantenere i tempi minimi pre scatto (che sono brevissimi) e chiaramente per poter comunque mantenere un tempi di scatto richiesti. Se poi il motore af non ce la fa, la macchina o scatta fuori fuoco o rallenta la raffica. In generale se scatti a 5 fps o 10 fps la percentuale non varia, come non varia se passi da 1/200 a 1/2000, nel caso cambia solo il mosso. |
| inviato il 23 Febbraio 2022 ore 23:57
“ Ciao, la precisione e la velocità dell'autofocus dipendono (oltre che dalla qualità della macchina) anche dall'apertura e dai tempi con cui si scatta? Ad esempio, è messo più in difficoltà scattando con f13 1/2000 o f8 1/1000 ? Grazie! „ ciao Balex78. non mia, con la D500 ed il 400 2,8 D ED II ho fatto per lavoro foto a moto in pista; la velocità dell'autofocus era ovviamente la stessa indipendentemente da tempo o diaframma, ma la precisione risultava inferiore nelle foto (ho detto foto, inteso file registrato, non al momento della messa a fuoco) a tutta apertura, nel senso che con diaframmi fra 5,6 ed 11 (quelli che usavamo normalmente) la profondità di campo era sufficiente per coprire un'eventuale messa a fuoco non perfetta (nel mio caso quasi sempre il casco del pilota), cosa che inevitabilmente non succedeva a 2,8. parlando di numeri, a tutta apertura ne avevo buone 3, forse 4, su 10, a diaframmi più chiusi 9 se non 10 su 10... ripeto, parlo di precisione di messa a fuoco. e su un soggetto in avvicinamento frontale con velocità comprese fra i 150 ed i 250km/h |
| inviato il 24 Febbraio 2022 ore 8:21
Anche in quel caso non si parla di precisione AF ma di pdc, il punto di fuoco resterà sempre uno (nel caso sbagliato) ma la percezione sarà di soggetto definito. Per foto frontali difficilmente si usa un diaframma chiuso perché non fornisci sufficiente stacco rispetto allo sfondo e la foto non piace, proprio per questo lavorare con fuoco preimpostato elimina il problema legato alle incapacità AF (in quel caso legate ad un ottica non propriamente di ultima generazione). La risposta alla domanda iniziale “ Ad esempio, è messo più in difficoltà scattando con f13 1/2000 o f8 1/1000 ? „ è sempre, dipende solo dalla macchina, con ML che lavorano a diaframma reale SI, altrimenti non cambia una virgola come difficoltà per il modulo, cambia il mosso, la pdc ma non la difficoltà nel mettere a fuoco.....e 5 |
| inviato il 24 Febbraio 2022 ore 8:36
come obiettivo ho un nikkor 200-500mm f5.6 |
| inviato il 24 Febbraio 2022 ore 8:52
quindi immagino tu non abbia una ML, nel qual caso non cambia nulla, eventuali differenze possono attribuirsi a pdc o mosso. |
| inviato il 25 Febbraio 2022 ore 0:12
“ il punto di fuoco resterà sempre uno (nel caso sbagliato) „ forse mi sono spiegato male: nel caso che indicavo a tutta apertura, il punto AF, controllato dopo lo scatto, era nel punto corretto, il casco, ma la messa a fuoco non era corretta, ovvero precisa; ed indubbiamente il problema non si manifesta quasi mai a diaframmi più chiusi perché un possibile errore viene compensato dalla maggiore profondità di campo “ Per foto frontali difficilmente si usa un diaframma chiuso perché non fornisci sufficiente stacco rispetto allo sfondo „ dipende anche dalla distanza soggetto/sfondo o dal momento in cui si fotografa “ e la foto non piace „ anche a me piacciono di più con uno stacco netto, ma a certa clientela, tipo motociclisti amatoriali o semi professionisti, piace di più tutto a fuoco, tipo perché si capisca in che determinata curva erano per far vedere quanto piegavano o chi erano gli avversari che si stavano tenendo dietro “ proprio per questo lavorare con fuoco preimpostato elimina il problema legato alle incapacità AF „ non sempre è possibile, tipo negli scollinamenti od in curve rese cieche al fotografo da guardrail piuttosto che da cartelloni pubblicitari, dove il momento in cui scattare può essere di pochi decimi di secondo e con differenze laterali e longitudinali di qualche metro: a quel punto le possibilità di messa a fuoco perfetta, vista la poca profondità di campo data dal diaframma tutto aperto, sono tante quante quelle dell'af “ La risposta alla domanda iniziale “ Ad esempio, è messo più in difficoltà scattando con f13 1/2000 o f8 1/1000 ? ? con ML che lavorano a diaframma reale SI „ cioè una mirrorless farebbe più fatica perché se impostata per simulare l'esposizione metterebbe a fuoco con l'apertura scelta? ma uno dei punti a favore di queste rispetto alle reflex non è proprio quello di riuscire a mettere a fuoco anche con obiettivi poco luminosi?!? chiedo per capire Mactwin, non è una provocazione anche per poter aiutare Balex78 che ha fatto la domanda e non uscire dall'argomento |
| inviato il 25 Febbraio 2022 ore 3:30
Chiudere il diaframma può comportare delle riduzioni a livello di velocità di scatto: infatti, su molte reflex (sicuramente su quelle prodotte da Canon, e credo che valga anche per Nikon) il diaframma viene aperto al massimo per eseguire la messa a fuoco e, prima che la macchina scatti la foto, viene chiuso al valore impostato. Dato che tale operazioni richiedono del tempo (quanto dipende dall'ottica e dal valore di apertura impostato), la cosa va a incidere sullo shutter lag: superata una certa soglia, la macchina sarà costretta a ridurre la velocità di scatto. Ad esempio Canon, per le 1dx e versioni successive dichiara uno shutter lag di 55ms, che viene mantenuto fino a tre stop di chiusura del diaframma, ma solo se l'ottica è sufficientemente recente. Alcuni vecchi obiettivi ef, invece, hanno un gruppo diaframma lento, per cui basta chiuderlo di uno stop perché la macchina riduca la velocità di scatto. Come avevo già detto in precedenza, un elemento che può incidere sull'accuratezza della messa a fuoco, al variare dell'apertura del diaframma, è il focus shift. In sostanza, per un fenomeno fisico dovuto all'aberrazione sferica, chiudendo il diaframma si sposta anche il piano focale: dato che le reflex effettuano la messa a fuoco con il diaframma aperto al massimo, quando si scatta con aperture minori (f-stop maggiore), vi può essere un front o un back focus (visto che la macchina chiude il diaframma dopo aver eseguito la messa a fuoco). Su certe ottiche il fenomeno è abbastanza evidente, mentre su altre è quasi trascurabile: in genere, ma non sempre, gli obiettivi rognosi sono quelli con aperture di f1,8 o più luminosi, soprattutto se di progettazione non recente. E' vero che chiudendo il diaframma aumenta la profondità di campo, ma a volte vi sono comunque errori di messa a fuoco: anche quando la foto non è fuori fuoco, il focus shift comporta comunque uno spostamento del piano focale, per cui ci si trova con una profondità di campo minore del previsto prima o dopo il piano focale. |
| inviato il 25 Febbraio 2022 ore 8:42
HBD lo shutter lag viene aumentato proprio per mantenere i tempi adeguati al tempo predisposto per il calcolo della messa a fuoco, oltre al fatto che la chiusura del diaframma impiega del tempo, la macchina se chiudi tanto il diaframma può anche rallentare la raffica, ma la precisione non cambia...e lo ribadisco. Tutte le macchine dispongono di correzioni legate all'obiettivo, che comprendono il FS; la macchina reflex, o la ML non stacked, non vede nel momento in cui si chiude otturatore o gruppo otturatore/specchio, non può...e durante quel momento il soggetto potrebbe muoversi tanto; le macchine effettuano il calcolo rispetto al cambiamento di fuoco in un breve lasso di tempo (frazioni molto piccole di secondo) e rispetto al diaframma impostato proprio per correggere lo spostamento legato al FS. Tali algoritmi possono essere fallaci perché "predittivi" e infatti le macchine con sensore stacked hanno spostato notevolmente l'asticella, ma in ogni caso, ...dipendentemente dal modello di apparecchio, sono molto efficienti e non cambia una virgola nella costanza di scatto usando diaframmi chiusi o aperti. In circuito si scatta da TA a diaframmi mooooolto chiusi per i panning, la statistica su milioni di scatti mi porta a ribadire che non cambia una virgola, ovviamente usando lenti native....sulle terze parti, bah...non mi esprimo. Giangi sui frontali usando TA hai tutto quel che ti serve a fuoco, anzi spesso si usa filtro per ridurre la luce in modo da poter aprire diaframma. 600mm a f4
 600mm a f4
 Sui laterali si chiude per poter avere tempi di scatto lunghi in modo adeguato, 800mm a f9 (nota che sono 2 moto)
 PS le foto non sono croppate |
| inviato il 25 Febbraio 2022 ore 15:08
“ Giangi „ Mactwin ti prego no la n, giangi non lo sopporto ! complimenti per le foto, molto belle! e presupponendo non potesse dipendere dalla D500, allora sì i molti fuori fuoco che mi capitavano erano da imputare al 400 di una generazione af ormai passata... sul discorso dello stacco soggetto/sfondo ti confermo quanto detto: nella tua prima foto dovrebbe essere Badovini che scollina dalle Acque Minerali verso la Variante Alta, e nella seconda Barrier in Variante Alta; ecco, a me piacciono tantissimo così, ma al cliente "amatoriale" quando le facevo vedere mi diceva: "non si capisce dove sono?!?"; poi ne vedeva una con più pdc e: "ecco, questa mi piace perché si vede bene la curva!"; valli a capire ... |
| inviato il 25 Febbraio 2022 ore 15:25
Giagi ho lavorato anche per giornate amatoriali all'inizio, conosco i soggetti ma non mi è mai capitato chiedessero di capire dove stanno, semmai si lamentavano che la foto non era nella loro massima piega (cosa falsa perché ovviamente fatta nel punto di corda....e soprattutto erano evidenti pip_e), abbiamo iniziato a inclinare la macchina per cambiare l'orizzonte....tremendo. Per altro difficilmente facevo, anzi facevamo (tutta l'agenzia), foto in cui si vedesse tanta curva, le foto dovevano essere bordo/bordo, e senza crop, anche perché finito il turno la scheda viene ritirata e portata in ufficio, stampata subito ed appesa insieme a tutti le altre (provini). L'amatore va e seleziona i numeri che gli piacciono....e se la moto si vede piccola (la miniatura è piccola di suo, 6-7cm), non la sceglie...perché non si vede. Questa è del 2008 a Valle...tutto manuale con una fantastica 40d
 2004....10d
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| inviato il 25 Febbraio 2022 ore 17:35
Il focus shift è un problema arcinoto, e ne soffrono diverse ottiche (su alcune il problema è evidente, mentre su altre molto meno, come avevo già scritto), anche di recente progettazione. L'entità del fenomeno varia non solo in base all'apertura del diaframma, ma anche in relazione alla distanza di messa a fuoco. Vi sono diversi test su alcune ottiche Canon, eseguiti in condizioni controllate, che mostrano il problema (in accoppiata a determinate fotocamere, visto che ha impatto sull'accuratezza della messa a fuoco). Questo, oltre all'esperienza pratica di diverse persone (vedasi le svariate discussioni presente in rete sul tema). Non mi riferisco solo alle ottiche ef, ma anche alle recenti rf. Ad esempio, the digital picture aveva riscontrato dei problemi di focus shift nel recente rf 100mm f2.8 macro L is usm, a certe distanze di messa a fuoco, che avevano impatto sull'accuratezza della stessa. www.the-digital-picture.com/Reviews/Canon-RF-100mm-F2.8-L-Macro-IS-USM Ha quindi chiesto informazioni a Canon che, dopo aver inoltrato il quesito ai progettisti, ha risposto quanto segue: www.the-digital-picture.com/News/News-Post.aspx?News=36282&Title=Concl " The response from Canon's optical engineers was to confirm that, due to its 1.4x magnification (1.4:1 reproduction ratio) capability, a magnification far exceeding 1.0x, the RF 100mm F2.8 L Macro IS Lens's optical design exhibits some focus shift. The focus shift is not sample dependent and is not related to the SA control ring. As focus shift is characteristic of this lens, no production changes to the lens or lens/camera firmware updates are anticipated. Correction, when necessary, is accomplished by focusing slightly in front of the subject. " In altri termini, la risposta di Canon è: l'ottica presenta effettivamente un problema di focus shift, che ha impatto sulla messa a fuoco: la soluzione è che...ve lo tenete, in quanto non possiamo fare nulla nemmeno a livello di firmware. Per quanto concerne la compensazione automatica del focus shift in fase di messa a fuoco, pertanto, evidentemente non è così semplice da implementare in modo efficace, visto che in tal caso non hanno previsto misure correttive di alcun tipo. |
| inviato il 25 Febbraio 2022 ore 18:33
Hbd ma veramente stai paragonando lo spostamento di fuoco di un macro nella messa a fuoco “macro” con quello di ottiche di uso normale? Hai mai visto quanto fs ha un 70-200 o un 100-400, tanto ma sempre una inezia rispetto allo spostamento di fuoco su un macro, eppure prendine uno su una reflex canon e scatta con diaframma chiuso e aperto e vedrai che non canna. Ma lo stesso vale per sistemi come sony o nikon. Se poi vuoi continuare a pensare che il fs sia un problema non gestito e che la messa a fuoco sia realmente impattata da un fenomeno presente su praticamente tutte le ottiche ad esclusione di pochissime eccezioni (rare) fa cone vuoi. Staremmo tutti pieni di fotografie sfocate, addirittura raffiche fatte con eyefocus …miracolosamente tutte a fuoco (e chiaramente no a ta). Le correzioni sono applicate come qualsiasi altra correzione, non in modo perfetto ma stimato esattamente esattamente come il calcolo della posizione del movimento, ma non da poco, è una cosa di cui mi parlò il tecnico canon 15 anni fa almeno. Ah dimenticavo, la correzione è attuata solo in afc, in afs te la prendi nel secchio (almeno su canon, ma immagino uguale sulle altre). |
| inviato il 25 Febbraio 2022 ore 19:51
Ho semplicemente fornito un controesempio, che smentisce l'affermazione per cui l'apertura del diaframma impostata non ha impatto sull'accuratezza della messa a fuoco. Non è il solo caso, peraltro, tra le ottiche ef e rf. Non ho affermato che il focus shift sia sempre di entità tale da creare errori di messa a fuoco (visto che varia tra un'ottica e l'altra, oltre che in base alla distanza di messa a fuoco): con certe combinazioni di ottiche e fotocamere - e in determinate condizioni di scatto - può portare a errori di messa a fuoco, mentre in altri casi no (anche se magari si nota che la profondità di campo aumenta meno del previsto, davanti o dietro il piano focale). Quanto alle correzioni implementate da Canon in fase di messa a fuoco, dipendono dall'ottica e dalla fotocamera: vi sono dei coefficienti correttivi che sono legati non solo al modello, ma allo specifico esemplare di ottica, almeno sul quelle ef (potrei riportare dei dettagli, avendo i manuali tecnici di diverse ottiche, ma è materiale coperto da copyright): non escludo che vi sia una correzione relativa al focus shift, ma il punto è che in certi casi non risulta sufficientemente efficace (anche perché solo i progettisti conoscono i dettagli tecnici, che potrebbero variare da un modello all'altro, e di certo non li divulgano pubblicamente), come dimostra il caso del 100mm f2.8 macro rf, nonché di altre ottiche ef, in accoppiata a certe reflex. Pertanto, tornando al quesito iniziale, l'apertura del diaframma può avere impatto sull'accuratezza della messa a fuoco. Non è detto che la cosa si verifichi, ma in certi casi può accadere. |
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