| inviato il 29 Gennaio 2022 ore 21:52
Credo che sarebbe impossibile creare una lente che metta a fuoco tutto a prescindere dalla distanza in cui si trovano gli oggetti rispetto alla lente stessa. I paesaggisti sicuramente non si lamenterebbero di un oggetto del genere, anche se poco corrispondente al modo in cui funzionano i nostri occhi. Comunque piano piano mi sto facendo l'idea che, per le caratteristiche che hanno le lenti, due oggetti su uno stesso piano focale, ma diciamo ad altezze diverse, produrranno un insieme di raggi luminosi che colpiscono la lente con incidenze tali, nei diversi punti della lente, per cui verranno rifratte con angoli che porteranno allo stesso punto di fuoco. È vero che a seconda dell'altezza di un oggetto l'angolo cambia comunque, ma ogni oggetto non ha un solo raggio che attraversa la lente, bensì moltissimi, ognuno deviato in modo diverso. Un oggetto posto a due metri di distanza dalla lente e, poniamo, a venti cm di altezza rispetto all'asse centrale, avrà una combinazione di angoli molto diversa da qualunque altro oggetto posto a una distanza diversa dalla lente, a prescindere dall'altezza a cui viene posto. Comunque sì, era proprio il perchè dello schema che hai indicato tu che mi interessa Diebu. Quegli schemi sono la rappresentazione grafica della variazione della messa a fuoco in base alla distanza e credo che mi abbiano indirizzato verso la strada giusta, ma non ne spiegano la ragione. È come dire che la messa a fuoco varia con la distanza perchè la distanza influisce la messa a fuoco. Non sono un matematico nè un fisico, quindi probabilmente non capirò mai la legge che sta dietro a questo fenomeno, però adesso sono abbastanza sicuro che abbia a che fare col modo in cui i raggi dell'oggetto colpiscono la lente, perchè è l'unica cosa che succede da un punto di vista fisico macroscopico e l'unica interazione che hanno le due cose tra di loro. Potrei fermarmi qui, perchè andare più in là penso significherebbe scavare tra formule per me senza senso. Se qualcuno però ha voglia di offrirmi la scorciatoia e dirmi la regola sono tutto orecchie! |
| inviato il 29 Gennaio 2022 ore 21:57
“ Mmmh però credo solo in minima parte, perché se fosse evidente e massiccio l'effetto che citi Rolubich, due oggetti su medesimo piano ma ad angolo differente presenterebbero sfocati radicalmente differenti, mentre non è così. Se fai un test delle tre pile, metti quella di sinistra a distanza X, le altre due a distanza 2X, poi focheggi sulla pila di sinistra, le altre due saranno sfocate praticamente nel medesimo modo nonostante siano ad angoli differenti rispetto alla lente nel frame. Sbaglio valutazione o torna? Io la differenza che hai detto l'ho percepita, è vero, ma era davvero piccola e soprattutto l'ho notata in punti luce sfocati a grandi aperture... Nell'ipotetico test delle pile che proponevo penso non si noterebbero grandi discrepanze. „ Non ho capito molto a dir la verità, cosa c'entra lo sfocato differente ed oggetti con angolo differente. Ho specificato più volte che mi riferisco ad un punto sull'asse ottico. |
| inviato il 29 Gennaio 2022 ore 22:08
“ che abbia a che fare col modo in cui i raggi dell'oggetto colpiscono la lente „ Esatto “ Se qualcuno però ha voglia di offrirmi la scorciatoia e dirmi la regola sono tutto orecchie „ Legge di rifrazione o di Snell Buon proseguimento. |
| inviato il 29 Gennaio 2022 ore 22:10
Eh si, leggi ottiche, non è alchimia... @Rolu Mi ero perso la correzione. |
| inviato il 29 Gennaio 2022 ore 22:21
Per chi se la sente: Volume I Feynman "Lectures on Physics" 26-1 _ 27-8: il principio di Fermat o della luce che impiega sempre il tempo minore per passare da un punto all'altro. Per il fuoco perfetto, tutti i raggi devono arrivare allo stesso TEMPO al fuoco F. Ecco anche perché i fotografi più esigenti ricorrono a obiettivi APO. |
| inviato il 29 Gennaio 2022 ore 22:33
Spiegare una cosa come la messa a fuoco su un forum dove non si possono fare disegni in tempo reale e spiegare cosa si sta disegnando è un casino Cmq il trucco è realizzare che tutti in realtà gli oggetti inquadrati dalle lente sono sempre a fuoco in un punto dello spazio, il problema è che a seconda della distanza vanno a fuoco su piani diversi. Generalizzando, con la messa a fuoco si regola la distanza sensore/lente e quindi si sceglie quale piano di messa a fuoco proiettare sul sensore Cmq @Claudio Pradelli non so se uno dei dubbi fosse riguardo a "come fa la luce a scegliere in che percorso andare", non è che lo sceglie, semplicemente il percorso della luce che penetra in un oggetto ad un certo angolo segue la legge di Snell. |
| inviato il 29 Gennaio 2022 ore 22:40
Bubu93 Ovviamente non sceglie nulla la luce. A malapena riesco io a scegliere qualcosa! |
| inviato il 29 Gennaio 2022 ore 23:05
Francamente, avevo studiato la cosa al liceo e l'avevo ristudiata quando ho dato fisica 2 all'università. Ora per spiegarla bene senza strafalcioni dovrei prendere appunti vecchi di 30 anni. Ma se uno non ha basi di fisica banali non può capire. Alcune spiegazioni viste qui sono ottime ma ... ma prima servono le basi di fisica. Banali,. basta la rifrazione. Quindi ripeto prima bisogna riprendere la fisica di base da liceo, poi si guardano i testi citati che applicano il tutto alla fotografia in maniera approfondita Ma vale per comprendere come funziona un occhio e perché si diventa miopi o ipermetropi. Adesso arriveremo a pagina 15. Però magari si trova anche sul tubo una spiegazione di ottica di base per studenti. Purtroppo anche quella scientifica è una cultura necessaria, al pari di quella umanistica. |
| inviato il 29 Gennaio 2022 ore 23:24
La legge di Snell è una conseguenza del principio di Fermat. Bisogna lasciare la parola ai Feynman, non a Feininger, onesto fotografo di architettura che non si capisce come sia diventato un riferimento in fotografia. Forse perché scriveva facilmente. Ci sono fotografi che prendono sul serio "Cambridge in Colour", pensando che sia un'emanazione della Università omonima. No. Lo scrive un ing chimico (PhD, però) che i suoi polli li conosce bene. Chi legge quel sito si preclude di capire i fondamenti della fotografia digitale. Anche perché molti usano le formule senza sapere le condizioni al contorno da cui sono state derivate. Particolarmente insidioso l'argomento diffrazione, ad esempio. |
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