| inviato il 18 Dicembre 2021 ore 21:28
Caro Arconudo, puoi tenerti pure le tue valutazioni dimensionali. Non hai le informazioni adeguate per esprimerle. Non so se ti sei accorto che mi riferivo al fotografo, non a Schyter. Leggi più attentamente. Ne riparliamo eventualmente, sulla scorta di altri interventi, tra un paio d'ore. |
| inviato il 18 Dicembre 2021 ore 21:30
Si vabbè tanti saluti....... |
| inviato il 18 Dicembre 2021 ore 22:00
rimango sinceramente basito ... sembra quasi che nessuno abbia mai visto le fotografie di Giacomelli. Ditemi, guardando le sue fotografie, cosa centra l'attrezzatura ... Zero ! O meglio ... probabilmente scartava a priori il piccolo formato perchè nei vari passaggi negativo/positivo - positivo/negativo - negativo/positivo (lith) avrebbe perso troppi dettagli... già ne perdeva parecchi (volutamente) nei vari passaggi di sviluppo. Da qui la scelta del medio formato che gli permetteva stampe di discrete dimensioni. Mario Giacomelli - Presa di coscienza sulla natura -
 |
| inviato il 18 Dicembre 2021 ore 22:09
Tanti saluti per le due ore? Nessun problema; stavo vedendo Poirot ma mi sono ricordato di chi era l'assassino. 'E tendenza comune, non solo in questo forum, fare riferimento ad un certo approccio alla fotografia proponendolo implicitamente come superiore, se così mi posso esprimere. 'E un approccio che non riesce mai ad escludere l'autoreferenzialità e la mitizzazione. Non è molto che ci si è scontrati su Toscani, prima ancora su tutte le altre grandi firme fotografiche. Referenzialità e mitizzazione sono due categorie comportamentali che mi indispongono, di qui il mio parlare robustamente esplicito. Io non so chi sia Giacomelli, tanti altri non conoscono Vincent Munier che ha un modo di tradurre la sua visione fotografica che esula dalla pura e semplice descrizione naturalistica senza peraltro ritenere fatto indifferente il mezzo, inteso in senso lato, non corpo macchina semplicemente. Mentre scrivo in altra finestra guardo la replica di Schyter al quale dico appunto che nell'intervista gli atteggiamenti cui ho fatto sopra riferimento li ho colti come magari altri. Tutto qui, tu Schyter non c'entri. Lungi da me sindacare sul tuo o sul mio modo di intendere lo scatto. |
| inviato il 18 Dicembre 2021 ore 22:16
“ Io non so chi sia Giacomelli... „ bella battuta... |
| inviato il 18 Dicembre 2021 ore 22:59
" Frank Horvat intervista Mario Giacomelli. " Si e' parlato di Giacomelli e che dire di Horvat? Diversi ma entrambi dei giganti che alle volte possono chiacchierare con leggerezza e con autoironia, se c'e' presunzione o supponenza io non l' ho colta |
| inviato il 18 Dicembre 2021 ore 23:32
Un grandissimo fotografo che si racconta con parole che sembrano danzare come i suoi pretini. Come per le sue foto non credo sia importante sapere dove finisce il vero e comincia il sogno. Un'intervista che mi ha emozionato. Grazie della segnalazione |
| inviato il 19 Dicembre 2021 ore 5:18
Concordo appieno con Biga |
| inviato il 19 Dicembre 2021 ore 7:27
Una gran foto quella messa da Schyter di Giaomelli, però vedendola non mi spiego la necessità del MF, la resa del dettaglio mi sembra bello impastato, peggiore di tante 135 comunque io il MF analogico non lo uso mai, se c'é una cosa che mi piace e che rende unica la pellicola é il pattern della grana, cercare di nasconderla aumentando le dimensioni della pellicola non lo capisco, a sto punto tanto vale usare il digitale se si vuole una foto liscia |
| inviato il 19 Dicembre 2021 ore 9:00
Sarò fuori tutta la giornata; non credo che si raggiungano le 15 pagine ma vorrei puntualizzare il mio pensiero, senza riferimento a Giacomelli, senza riferimento a chicchessia. La pretesa artistica in fotografia si accompagna troppo spesso al disprezzo del mezzo ed allora parte non subliminale il messaggio io creo con intenti artistici. Ora l'arte è capacità di trasmettere una sensazione evocata; lo dice Shopenauer, io mi limito a ricordarlo di tanto in tanto. Ecco così che il conte Ugolino è con te che parla, non con Dante; le paure notturne del bambino delle Ricordanze leopardiane, che trae conforto dal suono delle campane ed attende speranzoso il mattino, sono le tue paure da bambino. Quando leggi le meravigliose pagine finali de La Necessità e il Caso partecipi dello sconforto di Monod, tradito dalla partecipazione politica nella quale si era incautamente lasciato trascinare. Gli occhi dei ritratti di Antonello da Messina sono vivi, colloquiano con te e ti dicono che il gotico è proprio finito. Mentre risuonano le note dell'Addio ai monti di Morricone sulla barca ci sei tu e le note dure, scabre della notte dell'Innominato le capisci. 'E possibile tutto questo in fotografia? Assolutamente si; immagini spesso da teatri di guerra ti trascinano là dove è appena esplosa una granata; l'inquadratura tutta bianca di Munier con un microscopico orso bianco ti catapulta nel mondo del freddo, il muso del bue muschiato ti alita in faccia. Trasmissione di sensazioni dicevo; quello che vedo è che la fotografia ha una frazione troppo elevata di referenzialità e non è un bene. Questa referenzialità poi coinvolge talora in fase di approccio e di commento. Entri a vedere una mostra, rigorosamente in bianco e nero, e ti si propongono scorci di Milano, Roma o momenti di vita avulsi. 'E con questo che ce l'ho, con questo tipo di partecipazione che non identifico con i commenti tante volte apparsi in precedenza per argomenti simili. |
| inviato il 19 Dicembre 2021 ore 9:48
Ci sono fino troppi Port aperti per la tecnica e l'alta risoluzione, credo sia giusto lasciare pulito questo da critiche ad aspetti diversi da ciò che è trattato in mille e mila altri post Trovo interessante ciò che detto da Schyter “ E' da sempre che i grandi del passato ci dicono di nn focalizzarci sull'attrezzatura ... è l'ultimo dei pensieri che dovrebbe avere un fotoamatore dilettante ed invece, irrimediabilmente, ci si ricasca sempre „ severo, giusto ma siamo umani, un po' di pazienza |
| inviato il 19 Dicembre 2021 ore 10:14
“ comunque io il MF analogico non lo uso mai, se c'é una cosa che mi piace e che rende unica la pellicola é il pattern della grana, cercare di nasconderla aumentando le dimensioni della pellicola non lo capisco ... „ usando pellicole giuste, abbinate a sviluppi tipici, ti assicuro che di grana ne puoi avere a go-go ... con il vantaggio di poter stampare in formati mooolto più grandi mantenendo il pattern desiderato. E' chiaramente uno dei principali vantaggi del mf. |
| inviato il 20 Dicembre 2021 ore 11:19
Se Giacomelli ha detto la verità le sue foto sono frutto del caso: non ci credo. |
| inviato il 20 Dicembre 2021 ore 11:21
“ Se Giacomelli ha detto la verità le sue foto sono frutto del caso: non ci credo. „ Perché dovrebbero? Non capisco... |
| inviato il 20 Dicembre 2021 ore 11:39
Leggendo anche solo quanto dice Wikipedia su Giacomelli, risulta evidente che non era uno sprovveduto improvvisatore che non sapeva nemmeno cosa siano un diaframma e un tempo d'esposizione. Del resto lavorava in una tipografia, dove si sa, non fabbricano pasticcini. Ovviamente alle domande senza senso poste dall'intervistatore ha risposto a tono. Probabilmente la prima parte dell'intervista era messa in chiave un po' ridanciana, anche se noi non lo possiamo evincere dal solo testo scritto. Ma questa è una mia ipotesi. Sarebbe strano che un grande fotografo quale era Frank Horvat si rivolgesse ad un collega, altrettanto grande, trattandolo come un perfetto ignorante in materia fotografica. |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 251000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |