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5megapixel bastano per divertirsi...nel 2021?


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avatarsenior
inviato il 17 Agosto 2021 ore 17:09

@Valgrassi
L'esposizione funziona così dall'analogico. La misurazione della luce da parte dell'esposimetro è uguale indipendentemente che sia pellicola o sensore. Nei sensori forse la cosa è un po'più complessa nel senso che tra un sensore e l'altro vi è anche sensibilità diversa alla luce, ma il principio non cambia. Solo che con tutti gli automatismi attuali nessuno sa più le regole basic.
A proposito dell ETTR, è difficle valutare esattamente sino a quanto un luce possa essere spostata a destra. Anche gli istogrammi delle mirrorless misurano sul jpeg e non sul raw, quindi generalmente il margine è più ampio

avatarsenior
inviato il 17 Agosto 2021 ore 17:16

La E1 ha il suo fascino nel corpo macchina. Qualsiasi Olympus di fascia media uscita dopo la surclassa
mah.. ho anche la e-420 (cmos, 10 mpx) uscita circa 7 anni dopo e come dinamica non surclassa di certo la e-1. Più che altro la gd è distribuita diversamente:
più spazio a dx (in inglese lo chiamano headroom)
. I jpg hanno "pochi toni ma buoni", il risultato può essere più piacevole all'occhio anche se numericamente inferiore. Direi però soprattutto in stampa, dove il rumore nelle ombre non si nota, a patto di non aprirle in post. Sacrifica le ombre al punto che è l'unica digitale con cui potevo esporre su di esse, se il contrasto della scena non era elevato.

avatarsenior
inviato il 17 Agosto 2021 ore 17:27

@Gobbo il solito malfidente!;-) DD ha detto più volte che non ha toccato gli ORF, solo JPG. Ha mostrato una stampa di un ritratto della sua bimba e da video sembrerebbe che gli occhi siano piuttosto "morbidi". Anche qui: ha detto fin dall'inizio che a lui le foto piacciono così.
Quando vengo a trovarti mi paghi un drink, ho seguito con attenzione tutti i 45' del video.

avatarsenior
inviato il 17 Agosto 2021 ore 19:02

@Val… nessun problema ti faccio ubriacare! MrGreen


avatarsenior
inviato il 17 Agosto 2021 ore 19:41

Una delle mie foto più apprezzate l'avevo fatta con la Canon 1000D da 10mpx ed un samy fisheye molto economico, questa:

www.juzaphoto.com/galleria.php?t=901452&srt=&show2=1&l=it

Mi è stata chiesta da una casa editrice per fare delle cartoline, quindi stampa piccola vero, ma io l'ho stampata anche in un fotolibro A3 ed è venuta benissimo.

Non credo siano fondamentali i megapixel tanto che ancora oggi uso una pana lx100 come corpo da vacanza ed anche questa non è che abbia chissà che risoluzione.

La differenza più che altro sta nei crop secondo me.

avatarsupporter
inviato il 17 Agosto 2021 ore 20:00


Riporto un articolo di Sardosono, un "utente" juza, conosciuto da molti che sanno pure che ruolo ha nell'ambito del sito Italian Foveon Community, in cui parla della giusta distanza di visione e tratta anche della massima definizione fruibile di megapixel citando la differenza tra i 5 e gli 8 Mpixel; con considerazione finale a sorpresa che comporta, quindi, l'impegno a leggere tutto il "pippotto"

LA DISTANZA DI GIUSTA-VISIONE

Si sente spesso disquisire (ed anche discutere accanitamente) su quale sia la risoluzione necessaria per ottenere il meglio ad una certa dimensione di stampa. Leggendo queste discussioni ci si rende conto che tutti i partecipanti, quale che sia l'opinione che sostengono, danno per scontato lo stesso presupposto, ovvero che una risoluzione maggiore sia sempre meglio di una inferiore. Ebbene, non è così, e di conseguenza quelle discussioni sono sempre erronee, anche quando per vie traverse (per non dire, per caso) giungono a conclusioni corrette.

Il fatto è che negli ultimi decenni si è perso completamente il concetto di "Distanza di Giusta-Visione" (che abbrevieremo in seguito con l'acronimo DGV), il quale è rimasto ormai solo un ricordo nella mente di ben pochi, di norma non più giovanissimi. L'oblio in cui è caduto è in un certo qual modo sconcertante, perché in realtà non solo la DGV è l'unico elemento che conta per stabilire l'idoneità di una data risoluzione per un certo scopo, ma è anche un concetto semplice e, come vedremo più avanti, molto preciso e di facile impiego, che non lascia spazio per le opinioni.

Ritengo che ciò sia dovuto al fatto che quando tale principio era conosciuto, usato e condiviso, ossia ai tempi della pellicola, il concetto di risoluzione digitale ancora non era entrato a far parte delle preoccupazioni del fotografo, ma si parlava invece di densità di informazione (spesso erroneamente chiamata "definizione"). Quando si è passati al digitale non ci si è resi conto che "risoluzione" e "densità di informazione" sono la stessa cosa.

Tutti sappiamo che se osserviamo un monitor o una TV a pochi centimetri di distanza riusciamo a distinguere i singoli pixel (i fotodiodi), fino al punto di poterli contare uno per uno, se non abbiamo niente di meglio da fare; ma sappiamo anche che a quella distanza perdiamo completamente il senso dell'immagine in quanto tale, siamo cioè troppo vicini. Anche in una stampa, se l'osserviamo con una buona lente d'ingrandimento o addirittura con un microscopio, riusciamo non solo a distinguere i singoli punti di pigmento, ma addirittura i pori della carta stessa. Ma con quell'ingrandimento non saremo in grado neanche di capire se nell'immagine ci troviamo di fronte ad un ritratto, un paesaggio o un fax di disdetta di un qualche servizio telematico (sembra che ormai i fax si usino solo per questo). Se però osserviamo quella stessa stampa o quel monitor a cento metri di distanza non riusciremo ugualmente a veder nulla, perché l'intera immagine ci apparirà come un singolo punto, forse.

E' quindi ovvio (talmente ovvio che non varrebbe la pena dirlo, ma lo dico lo stesso) che "la virtù sta nel mezzo", dobbiamo cioè osservare l'immagine né da troppo lontano, né da troppo vicino. A questo punto domandiamoci: ma c'è una distanza che possa dirsi ottimale per la visione? Ebbene sì, esiste, e non è fonte di opinione ma dipende unicamente da come sono fatti e funzionano i nostri organi sensoriali, ossia la catena che dall'occhio che acquisisce l'informazione si conclude nel cervello che in qualche modo dà corpo alla nostra percezione. Tale distanza è quella minore che però consenta ancora di apprezzare l'intera immagine nel suo insieme, e prende appunto il nome di "Distanza di Giusta-Visione".

Sì, va bene, ma cerchiamo di essere pratici: a quanto corrisponde?

Essa corrisponde alla distanza tale che la dimensione maggiore dell'immagine ci appaia all'incirca secondo un angolo di visuale di 15 gradi, il che, con un semplice calcolo trigonometrico, corrisponde sempre all'incirca al doppio della dimensione maggiore dell'immagine da osservare. Semplice, chiaro e facile da mettere in pratica.

Se scendiamo sotto questa distanza, anche di poco, allora molto rapidamente iniziamo a perdere la capacità di apprezzare l'immagine nella sua interezza ed il nostro cervello dovrà cominciare ad osservarla per parti per poi ricomporla tutta insieme. Se invece aumentiamo tale distanza, allora l'apprezzamento dell'insieme rimane invariato, ma man mano che ci allontaniamo peggiorerà molto rapidamente la nostra capacità di apprezzare i dettagli, fino a quando non riusciremo più a distinguere nulla.

Tutto qui, né più né meno.

Ora, una volta che si prende atto di questa peculiarità del nostro sistema sensoriale dovrebbe essere facile rendersi conto che:
la risoluzione utile per qualsiasi stampa di qualsivoglia dimensione è quella giusto sufficiente affinché non si distinguano i singoli pixel alla distanza di giusta-visione, e di conseguenza impiegare una risoluzione maggiore di questa è del tutto inutile sotto ogni punto di vista.
In altre parole, la struttura fisica dell'immagine deve essere sufficientemente piccola da non poter essere distinguibile alla DGV, ma renderla ancora più piccola di così non migliora la qualità della visione ed è pertanto del tutto inutile.

Lo so, adesso nasce spontanea la seguente domanda: e come si calcola questa risoluzione? La risposta è semplice e ve la darò a breve (e risparmiandovi anche i pur semplici calcoli di trigonometria elementare), ma prima voglio sfatare un mito, quello dei 300 punti per pollice. Questa risoluzione si è imposta perché è talmente esuberante che l'occhio umano non riesce a distinguere i singoli pixel neppure a distanza ravvicinata, neanche con l'ausilio di una lente di ingrandimento e persino con una stampante di mediocre qualità (ossia, anche con una ciofeca di stampante vedremo chiaramente le sbavature, ma non i singoli punti). In questo modo si taglia la testa al toro per una gran parte dei problemi di qualità di stampa e per questo è stata universalmente adottata da tutti i produttori, sapendo bene che il cliente è capacissimo di osservare con la lente di ingrandimento. Ma ovviamente, se si osserva dalla DGV questa risoluzione esagerata non serve praticamente a nulla, perché il nostro sistema sensoriale non sarà mai in grado di apprezzarla.

Ma c'è un'ultima considerazione fondamentale da fare: la risoluzione dipenda sempre e comunque ANCHE dalla densità di informazione. E noi sappiamo bene che la densità di informazione di un mosaico è (nella migliore delle ipotesi) un terzo di quella reale, mentre nella pellicola come nel Foveon è integrale, ossia il 100%. Di conseguenza, per ottenere alla DGV lo stesso risultato in termini di micro-dettaglio, col Foveon basterà una risoluzione minore di quella necessaria col mosaico (o viceversa). Provare per credere.

Ed infine, concludiamo con dei numeretti pratici e concreti per calcolare la risoluzione necessaria per qualsiasi stampa, che si ottengono da questa semplice formuletta approssimata, che vale per una immagine ad informazione integrale:
Risoluzione (espressa in punti per pollice) = K / DGV (espressa in millimetri) (Foveon o scansione di qualità da pellicola)
dove K è una costante pari a 90000 (novantamila).
Nota bene. Questa strana commistione tra diverse unità di misura è una semplice coincidenza, dovuta alla semplificazione per approssimazione, a seguito della quale la costante finale di conversione risulta casualmente molto vicina alla costante di conversione tra millimetri e pollici, ed il loro rapporto è di conseguenza (ripeto: casualmente) molto vicino ad uno.

Se l'immagine non è ad informazione integrale, ma proviene da un mosaico, allora la risoluzione necessaria è maggiore, risultando essere circa il 70% in più nel caso più favorevole di assenza di filtro anti-aliasing, ossia:
Risoluzione (espressa in punti per pollice) = 1.7 x K / DGV (espressa in millimetri) (immagine da sensore a mosaico senza AA)
Se invece il sensore a mosaico è provvisto di filtro AA, allora invece di 1.7 occorre moltiplicare direttamente per 2.

Ed ora preparatevi ad una sorpresa finale. Poiché le due formulette sono dei rapporti costanti, ne consegue che la risoluzione necessaria è anch'essa costante, cioè NON cambia al variare delle dimensioni di stampa!!! :wow: Potete quindi calcolare voi stessi che con una immagine Foveon 1800x1200 pixel (per un totale di 2.16 Mpx) sono già sufficienti per QUALUNQUE dimensione di stampa, mentre per una immagine da mosaico ne bastano comunque solo 3000x2000 (per un totale di 6 Mpx) senza filtro AA e 3600x2400 (per un totale di 8.64 Mpx) se il mosaico è ancora dotato di questo oggigiorno ormai inutile filtro.

Non ditemi che questa conclusione non vi lasci sorpresi?!... (a meno che non lo sappiate già, non facciamo i furbi! O:-) )
Però, vi sarà molto probabilmente già capitato di leggere di chi sostiene che 8/9 Mpx sono già sufficienti per qualunque stampa di qualità, ma in genere si tratta di professionisti che non perdono tempo a spiegare il perché (ammesso che lo sappiano, dato che a loro interessa solo il lato pratico della cosa). Ebbene, adesso sappiamo anche da dove provenga questo "numero magico" e capiamo anche perché altri parlano invece di soli 6 Mpx ed infine perché col Foveon già la SD10 coi suoi neanche 4 Mpx si rivela essere già più che sovrabbondante per qualsiasi dimensione di stampa

Antonello

avatarsupporter
inviato il 17 Agosto 2021 ore 20:12

un po' troppo acidi i commenti al video, ricordiamoci che è stato postato qui, ma la sua finalità è per il canale YouTube, ed è indirizzato ad un preciso targhet se vedete l'inizio, gli amatori sempre presi dall'ultimo grido in fatto di tecnologia perché pensano di fare foto migliori

per certi versi si, sono cose ovvie quello che dice, ma fa vedere che si fanno ancora ottime foto con un sensore piccolo e di 20 anni fa, e che ancora oggi si beve a colazione un super pro smartphone, e questo non era così scontato

avatarsenior
inviato il 17 Agosto 2021 ore 20:40

Concordo con Lomo.
Il povero Damiano ,qui sul forum non è ben visto da molti, per le ovvietà, per la lunghezza , ecc...
A me personalmente le sue riflessioni /caz.eggi non dispiacciono.

avatarsenior
inviato il 17 Agosto 2021 ore 20:48

Per chi non l'avesse capito ,i 5 mpx del titolo sono un pretesto per parlare di macchine capaci ancora di emozionare,(potevano essere 8 ,10, o più mpx)
Gli scatti pur banali (per qualcuno) del video a me piacciono assai,al momento non
ho intenzione di acquistare ,però ...

avatarsenior
inviato il 17 Agosto 2021 ore 20:51

Naturalmente i mpx sono pochini ,ma se i risultati sono quelli di Damiano

Damiano vuole bene alla E1.
L' ho avuta è posseduta fino all' avvento del m4/3, notevole per ergonomia ed eccellente meccanica dello specchio, che rendeva il rumore allo scatto un velluto, ma GD, AF e resa dopo i 400 iso erano indietro alla concorrenza.
Damiano elegia sul micromosso e sull' af ma, il micromosso con 5Mpixel lo devi andare a cercare con il lentino, se riduciamo una foto micromossa da 24 Mpixel a 5 Mpixel, questo scompare
che dire dell' af con il diaframma ad f5.6 ed oltre in un sistema 4/3? Di fatto può essere anche poco preciso, visto che si dispone di una PDC equivalente di f11 e oltre....
I colori, non ci credo nella superiorità del CCD, sono sempre fotoni che passano da un filtro bayer e raccolti da silicio, e così con l' AWB, spesso era il secondo corpo che portavo in un primo periodo insieme all' aps-c e poi insieme al FF e mai ho notato questa superiorità dell' AWB e dei colori, ho ancora oggi qualche migliaio di scatti della E1

avatarsenior
inviato il 17 Agosto 2021 ore 20:56

Sarebbe bello avere un confronto tra la Oly E1 e la Fujifilm S5PRO che ha ancora molti estimatori


Gaga , piacerebbe anche a me ,molti scatti della Fuji mi avevano colpito.

avatarsenior
inviato il 17 Agosto 2021 ore 22:48

Slow
bello il video ...anche se troppo lungo Confuso

Mi fa ricordare la mia.prima reflex
Olympus E-400
CCD 10Mpx
E.qualche voglia l'ho avuta anche io di riprendere un CCD diversi anni fa MrGreen

avatarsenior
inviato il 17 Agosto 2021 ore 23:05

La e-400 è stata anche per me la prima DSRL. Sensore fantastico, penso il canto del cigno della Kodak, incarnati, wb e qualità del rumore, della grana migliori dei Live-MOS che l'hanno succeduta. Fotocamera quasi attuale, peccato il corpo castratissimo per renderla entry-level.

avatarsenior
inviato il 17 Agosto 2021 ore 23:24

Si, Hobbit, infatti... dopo l'ho sostituita con la 520 Confuso TristeSorry

Un po', anche nel micro... L'unico sensore che ricordo come resa... è quello della E-P1

Il 16 invece non mi ha mai emozionato...(a pelle ovviamente) Eeeek!!!

avatarsenior
inviato il 17 Agosto 2021 ore 23:34

... scorso anno ho preso una Canon Pro1 da 8 mpx con zoom incorporato 28/200 ( a tutti gli effetti un serie L con lente in fluorite) - in reattività d'uso .... fa tenerezza, ma i file sono quanto di + mi ricordano la resa delle diapo - 8mpx bastano? .... x certi utilizzi direi di sì

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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