| inviato il 12 Maggio 2021 ore 14:31
Sapersi distaccare dai soliti ruoli significa essere poliedrici e ciò può essere un bene. Essere monotoni può significare anche non sapersi adattare. |
| inviato il 12 Maggio 2021 ore 14:38
Bresson ha eseguito due generi di foto : reportage e ritratti. Ha fatto qualche foto di paesaggi ( lo so bene , ho una sua foto in casa ) ma pari al 2% della Sua produzione . Ha usto al 90% il 50mm e al 99% il bianco e nero. Se volevi fare un esempio direi che hai citato il fotografo sbagliato |
| inviato il 12 Maggio 2021 ore 14:40
Indubbiamente alla lunga stufa. E' come sentire lo stesso cantautore per ore o giornate di fila. Direi che e' piu' piacevole sceglierne vari di proprio gradimento alternandone l'ascolto. Non credo, comunque, sia meno noioso ascoltare il vicino di casa stonato che strimpella tutti i giorni tentando vanamente di imitare un po' uno, un po' l'altro, o cantando con l'intonazione che il momento gli suggerisce... Comunque, De gustibus! :) |
| inviato il 12 Maggio 2021 ore 14:43
“ Provoca noia ? Per me no . Anzi , lo trovo rassicurante . E quando uno come Salgado cambia totalmente genere uscendo dal reportage , ed entrando a foto quasi documentaristiche in Patagonia a pinguini , leoni marini … il risultato è stato francamente deludente. „ Non escludo che sia stato deludente per te, ma forse la tua delusione nasce dal fatto che ti è venuta a mancare proprio quella rassicurazione data dalla ripetizione, di cui parlavi prima? Ciò che provoca delusione a te magari provoca eccitazione ad altri. Anch'io rimasi deluso da Genesi, al primo impatto, proprio perché mi aspettavo il solito Salgado. A posteriori penso che, se fossi riuscito a guardare quella mostra con occhi e mente ripuliti dal cliché di Salgado reporter delle grandi sfighe dell'umanità, avrei apprezzato subito e meglio alcuni autentici capolavori. |
| inviato il 12 Maggio 2021 ore 14:54
“ Bresson ha eseguito due generi di foto : reportage e ritratti. Ha fatto qualche foto di paesaggi ( lo so bene , ho una sua foto in casa ) ma pari al 2% della Sua produzione . Ha usto al 90% il 50mm e al 99% il bianco e nero. Se volevi fare un esempio direi che hai citato il fotografo sbagliato „ No, l'esempio era giusto. Questo per dimostrare che non si è fossilizzato su un solo genere. Inoltre tu stesso hai scritto che ha fatto sia reportage sia ritratti, quindi in totale 3 generi diversi e non uno solo. Esistono anche altri esempi di fotografi che non hanno fatto un solo genere fotografico: Edward Weston, Mapplethorpe (con i suoi fiori), Mario Giacomelli (vedi i suoi paesaggi e la serie "I pretini"...) Fare un solo genere fotografico, usare un solo obiettivo... a parer mio è un po' limitante. |
| inviato il 12 Maggio 2021 ore 14:58
Scusate, ma cosa c'entra lo stile col genere? |
| inviato il 12 Maggio 2021 ore 15:00
“ Scusate, ma cosa c'entra lo stile col genere? „ Per me non c'entra ed infatti non sono d'accordo con il fatto che si debba fare un solo genere fotografico, usare una sola focale... Ho un'opinione diversa, tutto qua. Lo stile non implica limitarsi: ci si può specializzare se si vuole, ma si può anche esplorare generi diversi pur creandosi un proprio stile. |
| inviato il 12 Maggio 2021 ore 15:01
Parlando di un amatore evoluto, considero lo stile come “le lenti” con cui vede e mostra agli altri le proprie opere. Ad un certo livello lo stile è inevitabile, nel bene e nel male, la fotografia è un mezzo per comunicare con il prossimo e ognuno utilizza il proprio metodo per farlo. Attenzione, chi scimmiotta stili di altri compie, spesso in buona fede, un errore, quello di non essere se stesso. Se si vive di fotografia invece, la situazione è diversa, bisogna comunque sempre trovare il modo di arrivare a fine mese (se lo si fa essendo se stessi al 100% è anche meglio). |
| inviato il 12 Maggio 2021 ore 15:07
“ A posteriori penso che, se fossi riuscito a guardare quella mostra con occhi e mente ripuliti dal cliché di Salgado reporter delle grandi sfighe dell'umanità, avrei apprezzato subito e meglio alcuni autentici capolavori. „ Infatti può subentrare anche questo aspetto, cioè è così forte l'aspettativa per uno stile da riconoscere che magari non riconosciamo veri capolavori che deviano da quest'ultimo. Per quanto riguarda lo stile, per come la vedo io è un marchio che si costruisce nel tempo, ma che per primi a noi stessi gratifica, quel modo di inquadrare che adoriamo...quella focale preferita....quella postproduzione che ci esalta....quel tipo di scena che più ci piace.....e altri fattori che contribuiscono a creare il nostro stile che prima di tutti gratifica noi stessi (scusate la ripetitività).... Ma non rischia di diventare una sorta di comfort-zone della fotografia...facendoci tralasciare altro ?? |
| inviato il 12 Maggio 2021 ore 15:31
“ Ma non rischia di diventare una sorta di comfort-zone della fotografia...facendoci tralasciare altro ?? „ Certo. Inoltre, sempre secondo la mia modesta opinione, rischia di distruggere la creatività. |
| inviato il 12 Maggio 2021 ore 15:34
“ Ma non rischia di diventare una sorta di comfort-zone della fotografia...facendoci tralasciare altro ?? „ tutti gli artisti sono schiavi del proprio stile. talmente schiavi che arrivano persino a rinnegare certe canzoni , film , piatti famosi , che gli hanno dato successo. questo è naturale. dietro questo c'è sempre purtroppo una grande verità' : nella vita chi ha il dono di essere un eletto pensa di avere questo dono per tutto . Picasso fece modeste sculture ( ovviamente stravalutate , ma decisamente modeste ) , Andy wharol diresse alcuni film ( ne produsse uno con attore De sica ... un orrore ) , Salgado fotografo' Parma per una mostra-libro pagato dal comune con un risultato imbarazzante. è il problema della maggior parte degli artisti ... pensare di essere geni a 360 gradi. e i soldi aiutano moltissimo in questo. |
| inviato il 12 Maggio 2021 ore 15:47
Forse è soggettivo anche l'interpretazione della foto Qui in Juza ad esempio, i ritratti di Ingmaggiore li ho sempre riconosciuti anche dalle miniature e poi aprendoli vedevo l'auotre "ing maggiore" . Se mi chiedete cosa hanno di cosi identificativo non ve lo so dire, ma 99 su cento ci azzecco sempre |
| inviato il 12 Maggio 2021 ore 15:47
“ è il problema della maggior parte degli artisti ... pensare di essere geni a 360 gradi. „ Vero, alcuni non sono geni a 360 gradi, tuttavia altri sì, come Michelangelo Buonarroti e Leonardo da Vinci. |
| inviato il 13 Maggio 2021 ore 0:21
È stato citato Newton che per quanto riguarda lo stile in fotografia è quasi paradigmatico. Ha inventato non solo uno stile ma un vero e proprio metodo compositivo dominato dall'organizzazione. I famosi scatti di nudo in cui la cifra compositiva giocava sulla decontestualizzazione, hanno creato uno stile che è poi divenuto un genere. Il genere lo si potrebbe definire in parte come uno stile non autentico. In soldoni: l'artista si definisce con uno stile che altri cercano di ripetere. Ancora oggi la fotografia di moda e di certa pubblicità, tipicamente dei profumi, paga un debito enorme a Newton. Quelle foto,tecnicamente strepitose e rivoluzionarie, richiedevano un lavoro preparatorio quasi filmico. Spontaneità nessuna.Uno stile comunque riconoscibile e che sembra abbandonato parzialmente nella serie dei ritratti di personaggi famosi. In queste traspare una maggiore spontaneità , o meglio sembrano volerla mostrare. Ma nel dettaglio, la ricerca dello scatto preimpostato si avverte comunque, vi è una certa continuità di stile appunto. |
| inviato il 13 Maggio 2021 ore 0:39
@Castel va bene molto profondo il tuo elogio per Newton.....ma non risponde alla domanda di partenza e ne a questa strana sensazione che a volte mi assale. |
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