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Della pelle


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avatarsenior
inviato il 10 Novembre 2021 ore 11:12

A me personalmente sembra che ci sia questo continuo confronto/competizione con i professionisti.
E' una cosa senza senso: gli scopi sono totalmente diversi, come se chi si fa l'orticello si confrontasse con un contadino che coltiva ettari di campo per trarne un reddito, o chi si fa il bel risottino a casa si confrontasse con il cuoco di un ristorante stellato che di risottini ne sforna qualche centinaio in una serata, contemporaneamente a tutto il resto del menu.

Noi siamo qui per divertirci, almeno io sì ;-)

avatarsenior
inviato il 10 Novembre 2021 ore 11:19

No Skylab59 per me sbagli non è questione di competizione, ma di convinzione che la propria visione sia l'unica corretta e al tentativo di imporre certi modi operativi o certe scelte più o meno personali come assolute.
Il mondo della fotografia è sempre stato influenzato da molti fattori, sia storici che ambientali, ma anche dall'arte del periodo e dalla tecnologia stessa.
Nella mia visione provare a chiudersi in uno stagno è un po' un controsenso rispetto al passato e non porta a un'evoluzione, ma solo a un'involuzione con copie di copie di autori che sono già stati e che sono diventati quel che erano perchè hanno saputo raccontare il loro tempo in qualche modo

avatarsenior
inviato il 10 Novembre 2021 ore 11:40

Matteo, per competizione intendevo l'atteggiamento diffuso "questa la so fare anch'io, e anche meglio" , che porta come dici tu alle copie delle copie, senza nessuna ricerca personale e nessuna fantasia, ma solo alla corsa verso la perfezione tecnologica e formale, tralasciano però la sostanza, il contenuto.
Poi ognuno ha le proprie convinzioni, e molti credono che siano per forza valide per tutti. In realtà siamo tutti diversi (per fortuna).
Riuscire a raccontare qualcosa con la fotografia è la cosa più difficile, e riuscire a raccontare il nostro tempo come i fotografi del passato hanno raccontato il loro tempo sarebbe un'ottima cosa.
La tecnologia serve sì, a volte, non per forza tutto e sempre. Per raccontare qualcosa di interessante o di sensato in fondo basta anche un telefonino. Per il nostro divertimento di amatori NO: abbiamo bisogno dei nostri "giocattolini" ;-)

user198779
avatar
inviato il 10 Novembre 2021 ore 12:17

Mi pare che si sia arrivati al punto che se non fai postproduzione non sono più foto come succede un pò Raw vs jpeg .Confuso

avatarsenior
inviato il 10 Novembre 2021 ore 12:42

Considero la fotografia un mezzo come un altro per ottenere delle immagini. La faccenda che la fotografia rappresenta la realtà mi è sempre sembrata una grande ingenuità. Perciò per me vale tutto, purché il risultato sia interessante, appagante ed onesto.

avatarsenior
inviato il 10 Novembre 2021 ore 12:50

Giordano e Bruno il punto sta banalmente in quello che ho scritto ognuno pensa che il proprio approccio non solo sia quello corretto ma anche l'unico

avatarsenior
inviato il 10 Novembre 2021 ore 12:59

*Mi pare che si sia arrivati al punto che se non fai postproduzione non sono più foto come succede un pò Raw vs jpeg ."... assolutamente No. Conta il tuo lavoro non le giustificazioni. Non sono più bravo di te perché non faccio p.p o viceversa. E' il lavoro che si propone ciò che fa fede che poi ci sarà chi potrà apprezzarlo chi no...va be' questo è altro discorso.

avatarsenior
inviato il 10 Novembre 2021 ore 13:24

Mah, io ho detto come mi regolo io, a partire, ovviamente dalle mie idee. Dopo di che ho il massimo rispetto per le idee degli altri. Però li considero non in base alle loro idee ma in base a quel che posso capire delle loro foto. Può benissimo darsi che uno abbia delle idee del tutto sbagliate o fuorvianti e però faccia delle foto strepitose. In campo artistico è una cosa che succede spesso.

avatarsenior
inviato il 10 Novembre 2021 ore 17:21

Bene! Una ottima disamina, una buona serie di messaggi, che ho letto, con i quali sono sostanzialmente d'accordo, pochi i messaggi con i quali mi trovo in disaccordo.
D'accordo sui lunghi tempi di post-produzione ecc. ecc.
Io ho fatto per molti anni fotografie a accessori di lusso per siti internet.
La necessità era quella di ottenere la scarpa, la borsa ecc. perfetta su sfondo completamente bianco.
dovevo, assolutamente usare Ps. (vers. 6 all'ultimo). Ma dovevo produrre un risultato. Punto.
E con questo paragone, fuori tema, mi collego a chi, pro, ha sostenuto che doveva preparare la pelle come da richiesta dell'ordinante, sostituire il cielo ecc. ecc.
Concordo anche sul fatto che i circoli fotografici, in alcuni casi utili per crescere, siano un po' legati a stereotipi, quasi insuperabili, e quindi "io non ritocco", io uso l'82 f1.2 ecc. ecc. Dimenticando che la famosa foto di James Dean
ri-flex.com/il-fanatismo-della-post-produzione-free-tre-falsi-miti-smo

Grazie, mi ha fatto piacere leggere tutti i messaggi!
Buona serata

avatarjunior
inviato il 11 Novembre 2021 ore 23:06

Parliamo lingue diverse, va bene così .... e mi raccomando non tirate mai righe così vivrete benissimo anche nel fantasy. Basterebbe non chiamarla fotografia, chiamatela "visual art" così possiamo essere tutti contenti.

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2021 ore 0:01

Va spiegato a chi organizza le mostre e a chi scrive libri di storia della fotografia evidentemente non lo hanno capito

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2021 ore 18:54

Parliamo lingue diverse, va bene così .... e mi raccomando non tirate mai righe così vivrete benissimo anche nel fantasy. Basterebbe non chiamarla fotografia, chiamatela "visual art" così possiamo essere tutti contenti.


Quoto, quotone, quotissimo!

avatarsenior
inviato il 24 Novembre 2021 ore 11:56

"Basterebbe non chiamarla fotografia, chiamatela "visual art" così possiamo essere tutti contenti. "...chi sa Gastel come avrebbe preso questa affermazione... www.google.com/amp/s/www.themammothreflex.com/mostre-fotografiche/2015

user12181
avatar
inviato il 24 Novembre 2021 ore 19:10

“ Guardi la pelle, qui, la cute. E' evidente o, secondo lei, non è abbastanza evidente?
Evidentissima rispose Castorp. E' dipinta, la cute, con la massima evidenza. Credo di non averne viste altre dipinte cosí bene. Sembra di vedere i pori. E passò leggermente la mano sulla scollatura del ritratto che risaltava bianchissima sull'esagerato rosso del viso, come una parte del corpo non esposta di solito alla luce, e perciò, fosse intenzione o no, suscitava l'insistente idea del nudo: effetto in ogni caso piuttosto grossolano.
Ciò nonostante la lode di Castorp era giustificata. Il bianco appannato di quel busto esile, ma non magro, che si perdeva nel panneggio dei veli azzurrini, era molto naturale; si vedeva che era dipinto con sentimento, ma ad onta di una certa sdolcinatezza che ne emanava, l'artista aveva saputo conferirle una specie di realtà scientifica e di viva precisione. Aveva approfittato della granulosità della tela per ridare, specie nella regione delle clavicole delicatamente rilevate, attraverso il colore ad olio, la naturale scabrosità della pelle. Una efelide a sinistra, dove il petto cominciava a dividersi, non era trascurata, e tra i due rilievi pareva di veder trasparire un insieme di vene azzurrognole. Era come se sotto lo sguardo dell'osservatore un appena percettibile brivido sensuale trascorresse su quelle nudità..., oseremo dire che si poteva figurarsi di percepire la traspirazione, l'invisibile emanazione vitale di quella carne, come se premendovi eventualmente le labbra si dovesse sentire non già un odore di colori e vernici, bensí quello del corpo umano. Dicendo cosí ripetiamo le impressioni di Castorp: ma anche se lui era particolarmente disposto a riceverle, dobbiamo pur riconoscere che obiettivamente la scollatura della signora Chauchat era di gran lunga la pittura piú notevole di quella stanza.
Behrens, le mani nelle tasche dei calzoni, si dondolava sui tacchi e sulle piante dei piedi, mentre osservava le sue pitture insieme coi visitatori. Ho piacere, collega, disse, piacere che se ne renda conto. E' utile e non nuoce che si sia un po' informati anche su quello che sta sotto l'epidermide e si possa dipingere anche ciò che non si vede... ossia, che si abbia con la natura anche un altro rapporto, diciamo cosí, non esclusivamente lirico; che, per esempio, uno eserciti la professione accessoria di medico o fisiologo o anatomista e conosca un po' anche il disotto, dica quello che vuole, non può che essere un vantaggio, o certo una priorità. Quella pelle dipinta lì è scientifica, lei può controllarne l'esattezza organica al microscopio. E vedrà non solo gli strati cornei e mucosi dell'epidermide, ma sotto è immaginato il tessuto del derma con le sue ghiandole sebacee e sudorifere, coi vasi sanguigni e le papille, ... e piú sotto ancora l'ipoderma, il pannicolo adiposo, capisce, lo strato sottocutaneo, che con le sue numerose cellule di adipe plasma le soavi forme femminili. Ora, le aggiunte di scienza e di pensiero offrono la loro collaborazione. Vengono in soccorso e fanno il loro effetto, non ci sono, eppure in qualche modo ci sono, e di qui ha origine l'evidenza.
Castorp era tutto fuoco e fiamma per questa conversazione, aveva la fronte arrossata, gli occhi accesi, non sapeva che risposta scegliere perché aveva molte cose da dire. In primo luogo voleva portare il ritratto dalla parete della finestra, dov'era in ombra, in un posto piú favorevole, poi intendeva assolutamente sviluppare le spiegazioni date dal consigliere intorno alla natura della pelle, le quali avevano incontrato il suo profondo interessamento, in terzo luogo avrebbe tentato di esprimere una propria idea universale, filosofica, che gli stava vivamente a cuore.
Mentre poneva già le mani sul ritratto per staccarlo dalla parete, cominciò affannato: Sicuro, benissimo, molto importante. Vorrei dire... Cioè, lei, consigliere, ha detto: "Anche un altro rapporto". Sarebbe opportuno - cosí ha detto mi pare - che, oltre al rapporto lirico, artistico, ce ne fosse anche un altro, che si considerassero le cose, insomma, anche sotto un altro angolo visuale, ad esempio quello della medicina. E' giusto, giustissimo - mi perdoni, consigliere - voglio dire, è piú che giusto, perché, a rigore, qui non si tratta di rapporti e angoli visuali fondamentalmente diversi, bensí, per essere precisi, sempre e soltanto dello stesso ... soltanto di varietà, voglio dire, di sfumature, intendo; voglio dire, cioè: varianti del medesimo interessamento generale, del quale anche l'attività artistica è solo una parte e un'espressione, dirò cosí. Sí, mi scusi, stacco il dipinto, qui gli manca la luce, vedrà, lo porto là di fronte sul divano, tutt'un'altra cosa...
Volevo dire: di che cosa si occupa la medicina? Certo, io non ne capisco niente, ma si occupa dell'uomo, no? E la giurisprudenza, la legislazione, l'amministrazione della giustizia? Anch'esse dell'uomo. E la linguistica, con la quale di solito va unito l'esercizio della professione pedagogica? E la teologia, la cura d'anime, l'ufficio pastorale del clero? Tutti dell'uomo, si tratta sempre di sfumature d'uno stesso, importante e... principale interessamento, dell'interessamento all'uomo; sono, in breve, le professioni umanistiche, e chi le voglia studiare, impara anzitutto, come fondamento, le lingue antiche, vero? per la cultura formale, come si suol dire. Lei si meraviglia forse se ne parlo, dato che sono un realista, un tecnico. Ma ci pensavo anche ultimamente durante la cura a sdraio: è pur bello, squisito, che qualunque specie di professione umanistica sia fondata su elementi formali, sull'idea della forma, della bella forma,... ne deriva un che di raffinato e superfluo, e oltre a ciò un certo sentimento e ... una gentilezza ..., con ciò l'interessamento diventa quasi una faccenda galante... Cioè molto probabilmente mi sono espresso male, ma qui si vede come lo spirito e il bello si fondano insieme e, se vogliamo, siano sempre stati una cosa sola, o con altre parole: la scienza e l'arte; si vede che dunque l'attività artistica ne fa assolutamente parte, come quinta facoltà, per cosí dire, e anch'essa non è altro che una professione umanistica, gradazione dell'interessamento umanistico, in quanto il suo argomento e scopo è ancora e sempre l'uomo, lei lo ammetterà. Nei tentativi che feci in questo campo da giovane, dipinsi soltanto navi e acque, ma in pittura la cosa piú attraente è e rimane il ritratto, perché ha per soggetto direttamente l'uomo, perciò le ho chiesto subito, consigliere, se lavora anche in questo campo... Che ne dice? Non si avvantaggerebbe di molto in questa posizione?
Entrambi, Behrens e Joachim, lo guardarono per vedere se non si vergognasse di ciò che era venuto improvvisando. Castorp era già troppo immerso nell'argomento per sentirsi imbarazzato. Teneva il quadro contro la parete, sopra il divano, e voleva sapere se non fosse in luce molto migliore. In quella arrivò la domestica recando, su un vassoio, acqua bollente, un fornello a spirito e tazzine da caffè. “ T. M. Trad. E. P.


avatarsenior
inviato il 24 Novembre 2021 ore 20:41

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