| inviato il 24 Novembre 2020 ore 22:45
Ci sono | 
| inviato il 25 Novembre 2020 ore 0:43
"L'ultimo corso al quale ho partecipato ha provocato un'ulteriore crisi nel mio modo di fotografare: da un lato mi è stato posto il problema di un più palese coinvolgimento emotivo". Questa frase mi ha fatto pensare ad un capitolo di un libro su fotografia ed arte suggeritomi tempo fa da Matteo Groppi, capitolo che si intitola "La fotografia dell'impassibilità". È strettamente necessario un forte coinvolgimento emotivo per la riuscita di una serie , di un progetto fotografico? Altra domanda: oggi sembra che senza una storia non si possa fare fotografia, che tutto debba essere narrazione. Mi chiedo e vi chiedo esiste una narrazione nelle opere di fotografia paesaggista quali quelle dei fotografi appartenenti all'area New Topographers e simili? | 
| inviato il 25 Novembre 2020 ore 1:59
Non sarò del gruppo in quanto sono totalmente incostante e istintivo . E per fare una narrazione penso ci voglia il contrario. Complimenti però per l'idea. | 
| inviato il 25 Novembre 2020 ore 8:19
Last, non si è deciso ancora cosa si farà. Certamente si può partecipare anche con il proprio pensiero, non solo con il fare. Anch'io sono incostante... Il mio parere: “ È strettamente necessario un forte coinvolgimento emotivo per la riuscita di una serie , di un progetto fotografico? „ Gli esseri umani sono tendenzialmente empatici. Se voglio provocare in chi osserva la mia foto un'esperienza emotiva, allora essere a mia volta coinvolto probabilmente mi aiuta. Ma non mi pare indispensabile. Per contro, il coinvolgimento emotivo del fotografo sul campo è un fattore negativo nella successiva selezione delle immagini. “ Mi chiedo e vi chiedo esiste una narrazione nelle opere di fotografia paesaggista quali quelle dei fotografi appartenenti all'area New Topographers e simili? „ La narrazione non è solo quella del "romanzo", cioè una vicenda. Secondo me gli NT "raccontano" fondamentalmente il rapporto dell'uomo con il suo ambiente che viene costantemente trasformato dall'azione umana. Nelle loro foto vedi oggetti inanimati ma che sono l'esito, la conseguenza delle azioni dell'uomo che cambia la realtà in cui vive. Indirettamente raccontano la storia di tutti. | 
| inviato il 25 Novembre 2020 ore 9:32
OT on Ragazzi, scusate, sono allergico ad alcuni sostantivi di moda in questi anni. Cito alcuni: algoritmo, location,...., narrazione . Sto leggendo le novelle di Palazzeschi. Per differenza, rilevo come la nostra adorata lingua italiana sia sempre più vilipesa. Narrazione: mi sembra un sostantivo vacuo di significato. Non abbiamo nulla di meglio, in sostituzione? Scusate, lo sfogo. OT Off | 
| inviato il 25 Novembre 2020 ore 9:41
Narrare o documentare la sfiga fa sempre colpo. | 
| inviato il 25 Novembre 2020 ore 10:01
@Ale Z bella idea, non sono sicuro di poter dare un contributo ma seguo volentieri la conversazione. Non sarebbe male anche semplicemente condividere i lavori "narrativi" di fotografi che si reputano interessanti, c'è sempre da imparare. @John: giuro che ti capisco, a me personalmente "narrazione" risulta accettabile (al pari di "narrativa" e "racconto"), ma quando sento "storytelling" do segni di licantropia | 
| inviato il 25 Novembre 2020 ore 10:46
inerssante iniziativa.. parliamone.. | 
| inviato il 25 Novembre 2020 ore 10:52
“ Sto leggendo le novelle di Palazzeschi. „ non ti preoccupare, sei "assolto" | 
| inviato il 25 Novembre 2020 ore 10:54
@Mirko Fambrini “ non ti preoccupare, sei "assolto" „ Grazie, Padre |  
| inviato il 25 Novembre 2020 ore 11:11
OT on @Mirko Fambrini, grazie. Adesso, comprendo il tuo riferimento. Palazzeschi, per me, è uno dei giganti della letteratura italiana del XX secolo. OT off | 
| inviato il 25 Novembre 2020 ore 12:12
John, le parole perdono di significato quando se ne abusa. "Progetto", "narrazione", "racconto" hanno tutte un senso che, hai ragione, spesso è utilizzato in modo improprio o per lo meno sproporzionato in relazione ad "esiti fotografici" abbastanza modesti. Non ne farei un problema. Noi andiamo per la nostra strada, cercando di essere all'altezza delle parole che usiamo... Comunque sto cercando una location per il mio prossimo project che ha uno storytelling che prevede uno shooting dove intendo evocare un mood esclusivo e accattivante. Scopritelo! | 
| inviato il 25 Novembre 2020 ore 12:18
"OT on Ragazzi, scusate, sono allergico ad alcuni sostantivi di moda in questi anni. Cito alcuni: algoritmo, location,...., narrazione . Sto leggendo le novelle di Palazzeschi. Per differenza, rilevo come la nostra adorata lingua italiana sia sempre più vilipesa. Narrazione: mi sembra un sostantivo vacuo di significato. Non abbiamo nulla di meglio, in sostituzione? Scusate, lo sfogo. OT Off" Ti capisco  . Anche se personalmente il termine narrazione lo uso molto spesso. È l'unico che mi viene in mente, in maniera impropria, quando intendo uno scatto che "racconta" qualcosa. Per il resto, anch'io non sopporto molti neologismi, o termini usati in modo metaforico. In fotografia non riesco a digerire "progetto, percorso"... . Come tanti altri termini assolutamente vuoti, teorici, astratti. Preferisco la pratica alla filosofia... | 
| inviato il 25 Novembre 2020 ore 12:32
Personalmente prefersco il temine "Documentare" che è utilizzato sprattutto nel mondo televisivo. Se vogliamo trovare un compromesso direi che l'uso della fotografia unito ad un testo scritto o parlato può essere definito come: Documentare una narrazione. |
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